"Caos Buona Scuola, in Calabria si tocca il fondo"

"Hanno creato un caos e l’hanno chiamato …Buona Scuola. La nuova legge voluta dal governo Renzi ha pochissime luci e moltissime ombre. Nell’attuazione concreta, poi, stiamo assistendo ad un autentico disastro: c’è in atto una vera e propria 'deportazione' di insegnanti dal Sud verso province del Nord, mentre ci sono docenti in vetta alle graduatorie di merito di concorsi degli anni passati, oggi esclusi in modo illegittimo". E’ quanto dichiara Alessandro Nicolò, presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia alla Regione Calabria, aggiungendo: "Se il quadro generale è caotico sul piano nazionale, in Calabria si tocca il fondo col verificarsi di situazioni che non esito a definire grottesche". "Un clamoroso caso-limite – aggiunge l’esponente politico –  riguarda l'Istituto d'Istruzione Superiore di Oppido Mamertina che da quest’anno scolastico comprenderà anche l'Istituto Tecnico Commerciale di Taurianova con la denominazione di Istituto Superiore Gemelli Careri“.  “Si tratta – continua Nicolò – di un nuovo istituto strutturato in Tecnico con ben 36 classi e in Liceo Scientifico con 8 classi. Ed essendo un Istituto Tecnico con specializzazione in Telecomunicazioni, Logistica ed Informatica, Amministrazione, finanza e marketing, Costruzione, ambiente e territorio, Servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, ha richiesto all’U.S.R. Calabria, seguendo l'iter previsto dalle normative vigenti, quattro posti di potenziamento: uno in Telecomunicazioni, un altro in Informatica, un altro ancora in Matematica e il quarto in Materie Letterarie per il Vicario". "Incredibile ma vero – dichiara il capogruppo di Forza Italia – il Gemelli Careri si è visto invece assegnare tre docenti di Storia dell'Arte, uno di Matematica e Fisica, un docente di Latino, un docente di Discipline Giuridiche, due docenti di sostegno e un docente di Scienze Naturali…". "Sul caso – sottolinea Nicolò – ho depositato un’interrogazione in Consiglio rivolta al presidente Oliverio perchè venga chiarita la ragione di un provvedimento che ha così clamorosamente disatteso le reali esigenze didattiche/progettuali della scuola. Non so come potranno essere giustificate iniziative in stridente contrasto con il Comma 5 della legge 107, limitando la programmazione e impedendo la realizzazione dei vari progetti programmati puntualmente dal Collegio dei Docenti dell’istituto Gemelli Careri e codificati nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa approvato all'unanimità dallo stesso collegio e pubblicato nel portale Scuola come da normativa". "Ho chiesto inoltre di sapere – conclude – quale ratio è stata utilizzata per la mancata assegnazione delle figure professionali richieste dall'Istituto e per chiedere, eventualmente, di intervenire con tempestività presso l'USR Calabria allo scopo di fare assumere provvedimenti urgenti finalizzati a garantire l'assegnazione delle suddette figure onde consentire all'Istituto in oggetto di iniziare l'anno scolastico in modo regolare, porre rimedio ad una situazione al limite del grottesco ed evitare che il prossimo anno scolastico si apra all'insegna di una grande incertezza compromettendo la realizzazione delle molte attività curricolari e extracurricolari previste che sono l'asse portante della ‘Buona Scuola’, tra cui l'alternanza scuola-lavoro". 

 

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I precari della scuola chiedono l’equiparazione ai candidati delle graduatorie a esaurimento

“Tra i nefasti effetti causati dalla famigerata legge 107 per la cosiddetta Buona Scuola, uno si distingue contraddittoriamente al valore morale ed istituzionale ben predicato dal nostro Governo: l’uguaglianza. Ma essendo in Italia, terra del ‘si predica bene e si razzola male’ inneggiando l’uguaglianza, la legge 107 discrimina noi docenti abilitati senza ragion di causa, ponendoci su piani differenti pur avendo i medesimi, se non superiori, requisiti”. È quanto afferma in una nota il movimento “Azione precari” che contesta i provvedimenti governativi ritenuti fonte di penalizzazione. “Ma in cosa – si domandano i rappresentanti del movimento - siamo diversi noi di II fascia? Forse l’abilitazione, pagata profumatamente e altrettanto sudata, conseguita secondo le normative vigenti ha minor valore delle abilitazioni conseguite negli anni precedenti? Ovviamente no – sostengono - in quanto non avrebbe senso poichè i percorsi abilitanti Tfa e Pas sono stati concepiti per formare i docenti ad affrontare quelle esigenze e problematiche di oggi, preparazione che i docenti abilitati 10 anni fa non possono avere, essendo stati formati per le problematiche ed esigenze di ieri. Altresì – rilevano - molti degli insegnanti assunti quest’anno e provenienti dalle graduatorie di merito per il concorso 2012, in realtà non hanno esperienza di insegnamento”. A loro avviso, “compiere tale discriminazione, utilizzando quale metodo di scelta l’acquisizione cronologica del titolo lo si può definire solamente come un gesto insensato. Certo per noi ‘diversi’ è previsto il concorso, che non serve ad altro se non a lavare le coscienze di chi questa legge l’ha partorita, e crea per noi  una condizione di ulteriore discriminazione alla quale si aggiunge la beffa di un sistema che nel valutare i già valutati dovrà  eliminare  tre docenti su quattro attraverso parametri a dir poco discutibili”. Spazio inoltre ad altri interrogativi: “che fine faranno quelli di noi che non supereranno il concorso? Saranno costretti a cambiare mestiere dopo anni di gavetta e sacrifici durante i quali hanno ugualmente svolto con passione e dedizione il proprio lavoro?”. “ Tante incertezze – è la conseguente analisi - troppi interrogativi, poche risposte, anzi nessuna risposta. Pertanto, noi docenti di II fascia chiediamo, nella prospettiva che venga azzerato il precariato della scuola, di essere equiparati ai candidati delle graduatorie a esaurimento, rientrando nel piano assunzione in ragione della preparazione e dell’esperienza maturata da molti nella scuola. Qualora non venissero accolte le nostre richieste – concludono i precari - esprimeremo il nostro dissenso sulle politiche in atto nel mondo della scuola, attuando in tutta Italia una raccolta dei certificati elettorali di un popolo indignato”.

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USB denuncia: "La riforma della scuola permette ai presidi di rimuovere i docenti scomodi"

"Ecco le prime prevedibili conseguenze del nuovo modo di intendere la scuola". E' quanto dichiara in una nota l'USB Scuola Calabria che così prosegue: "Il documento dell’A.N.P. (Associazione Nazionale Presidi), contiene, tra l’altro, un passaggio in cui si legge che, con la nuova Riforma della Scuola, i Presidi 'non dovranno avere le mani legate con i docenti contrastivi'. Dunque, se un docente pensa in modo autonomo e non è in linea con il proprio dirigente, questi potrà tranquillamente decidere come 'disfarsene'. Usb Scuola Calabria denuncia, pertanto, una palese violazione dell’articolo 21 della Costituzione ('tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”), visto che questo modo di agire limita, o annulla del tutto, la libertà di pensiero. Ma l’ANP non si è limitata a stilare il documento, in piena linea con la riforma della cosiddetta 'Buona Scuola”, bensì, data la novità della materia ed i sensibili cambiamenti introdotti dalla legge 107/15, ha pensato bene di fornire una proposta strutturata per la redazione del PTOF (Piano Triennale Offerta Formativa), elaborando delle slides dove, alla voce “Organico del personale”, si leggono le seguenti parole: vantaggi per la scuola: scelta dei docenti in funzione del PTOF; maggiore probabilità di 'fare squadra'; non 'avere le mani legate' rispetto a docenti contrastivi. Ma non basta. Lo stesso documento prosegue, dando indicando al Dirigente scolastico - sottolinea l'organizzazione sindacale - di non suscitare troppe domande, cioè deve fare in modo che i docenti non si pongano degli interrogativi e perciò cita un detto dei Marines 'don’t ask, don’t tell me'rim; e, ancora più avanti, suggerisce, rispetto PTOF,  di osservare alcune prescrizioni: portarlo in Collegio Docenti per una discussione (da contenere quanto possibile), evitando mozioni di tipo ostruzionistico. I docenti, dunque, un tempo simbolo del libero pensiero e responsabili della formazione delle nuove generazioni, ridotti oggi a soldati che devono rispondere ai principi militari di ubbidire senza pensare! La USB, ritiene inaccettabile questa impostazione di stampo fascista, che vieta o tende a limitare fortemente il pensiero, la discussione ed il confronto tra i docenti ed il dirigente, che giudicherà 'contrastivo' e quindi da rimuovere il docente che dovesse avere delle idee proprie". La USB, contraria a qualsiasi forma di censura, che nei fatti rimuoverà, tra l’altro, ogni iniziativa tesa alle rivendicazione sindacale, contrasterà - è la conclusione del comunicato - in ogni luogo e con tutti i mezzi l’applicazione di questi contenuti divulgati dall’associazione nazionale presidi ed invita tutti i docenti a mobilitarsi perché si crei un movimento di dissenso quanto più ampio possibile".

 

M5s: "I docenti calabresi abbandonati da Oliverio"

"A differenza dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ha impugnato la legge sulla finta buona scuola, il governatore della Calabria è rimasto immobile, obbedendo agli ordini del ducetto di Rignano, Matteo Renzi, volato a nostre spese per la finale degli Us Open". E' quanto affermano i parlamentari M5s Dalila Nesci, Nicola Morra, Paolo Parentela e Federica Dieni, per i quali "non impugnando la riforma renziana che affossa la scuola, il governatore Mario Oliverio ha confermato di agire per gli interessi di Renzi e del Pd nazionale, alla faccia dei calabresi. In grande silenzio, Oliverio aveva già rinunciato a impugnare il decreto commissariale sulla nuova rete ospedaliera, piegando il capo e la schiena agli ordini del solito Renzi, che riforma il Paese perché le banche ingrassino col lavoro e col sudore del popolo". A parere dei deputati grillini "Oliverio sta perdendo terreno ogni giorno, impantanato nella sua dipendenza totale da Roma, che non gli permetterà di agire per il bene comune. È gravissimo il suo abbandono dei docenti calabresi, ora scaricati definitivamente, nonostante in tanti lo abbiamo sostenuto alle primarie e poi alle ultime regionali".  Infine, i parlamentari M5s evidenziano le tante criticita' che stanno condizionando l'operato del Presidente della giunta regionale, a partire nella "vicenda delle nomine illegittime nella sanità, con un'inibizione netta e una storia di governo fatta di errori e irrisolti clamorosi; dal riordino degli ospedali alla gestione dei rifiuti, dal futuro del porto di Gioia Tauro ai fondi europei, dalla pulizia nell'amministrazione alle questioni del lavoro. In questo contesto, avrà pesanti conseguenze dalla nullità dei contratti dei dirigenti illegittimi. La sua poltrona scricchiola, ma soltanto lui non se n'è accorto".

"La riforma della scuola ha inserito odiosi elementi gerarchici"

"Recentemente il Consiglio regionale pugliese ha approvato all’unanimità una mozione affinché sia adita la Corte costituzionale sulla legge ‘La Buona Scuola’. Di concerto con il movimento dei docenti calabresi e sentiti tutti i sindacati, presenterò una mozione in Consiglio regionale della Calabria con la quale s’impegna il Presidente Oliverio e la Giunta regionale a sollevare la questione di legittimità sulla norma in questione". E’ quanto afferma Giovanni Nucera, capogruppo de La Sinistra che aggiunge: “La controriforma scolastica, ovvero la cosiddetta ‘Buona Scuola’ voluta dal Governo Renzi e approvata dal Parlamento il 2 luglio scorso, ha inserito odiosi elementi gerarchici all’interno della scuola, quella istituzione che fino ad oggi, nonostante le difficoltà economiche, si è sempre sviluppata, nel solco della Costituzione, come luogo di formazione di cittadini democratici. La figura del superpreside andrà a incidere notevolmente sull’autonomia dei singoli docenti che vivranno nel timore costante di dover assecondare il dirigente quando, invece, la Costituzione all’articolo 33 afferma la libertà d’insegnamento. Ricordiamo che una scuola libera è un diritto e non una concessione dello Stato". Aggiunge Giovanni Nucera: “Inoltre – sacrificato questo principio di democraticità per un falso mito di efficienza e produttività, che nei fatti non si traduce in un sostegno al merito degli studenti e dei docenti – il provvedimento non ha previsto un piano pluriennale per la stabilizzazione dei precari che nella maggior parte dei casi sono docenti che da anni svolgono un ruolo fondamentale nella nostra scuola. Peraltro, in questa riforma non si spende nemmeno una parola per il diritto allo studio e contro la dispersione scolastica. Una Buona Scuola – non quella renziana – può cambiare il destino di una intera nazione. Per questo motivo, esprimo solidarietà a tutto il mondo della scuola che si trova a subire, dopo anni di continuo depauperamento delle risorse, anche un intervento di riforma che invade perfino materie del Contratto nazionale di lavoro. Le legittime richieste di dialogo del mondo della scuola si sono scontrate con un Governo sordo che dimostra di essere decontestualizzato e talmente lontano dalla scuola reale da preferire un esercizio di forza muscolare, perdendo un’occasione storica di riformare la scuola insieme a chi la scuola la vive ogni giorno". 

 

La riforma della Buona Scuola lede diritti costituzionali

Mentre la scuola pubblica vive un passaggio cruciale ed epocale, ci sono docenti, figli di un’altra età, che si congedano dalle aule. Alle loro spalle una storia ricolma di tanta esperienza, ma anche un’altra scuola che, ora, volta pagina, con la nuova legge di riforma appena varata, percorsa da tanti punti interrogativi. Maria Apa, Laura Marino e Domenico Contartese, insegnanti rispettivamente di Lettere, Inglese e  Meccanica,  dell’Istituto Tecnico Industriale “Enrico Fermi” di Vibo, rappresentano una classe docente che va in pensione, molto probabilmente, senza rimpianti per una scuola pubblica che ha smarrito la sua missione e il fondamentale ruolo, quello, per intenderci, a cui è stata chiamata con l’atto di accusa in “Lettera ad una professoressa” della scuola di Barbiana di don Lorenzo Milani, contro una scuola di classe che discrimina, che non riconosce i diritti dei più deboli e li esclude dai processi di emancipazione materiale e spirituale. Dalla fine degli anni ‘70 ad oggi, hanno conosciuto un cambiamento profondo, sotto il profilo socio-culturale e antropologico, che ha inciso, in particolare, nella formazione delle nuove generazioni. Altri tempi e un mondo figlio delle utopie umanitarie alla luce delle “magnifiche sorti e progressive” (come ha denunciato Leopardi ne la “Ginestra”) dei nuovi regimi dispotici che hanno creato profonde ingiustizie e inquinato le coscienze. Nel lungo arco temporale del loro insegnamento, anche la scuola ha vissuto quella che Pasolini ha definito “mutazione antropologica” e si è dovuta attrezzare per dare risposte sempre più difficili e complesse alle istanze e speranze delle nuove generazioni. Una serie di nodi che in una terra martoriata come la Calabria (si percepisce una certa risonanza con una indagine dell’illustre filantropo e intellettuale piemontese Umberto Zanotti Bianco, compiuta negli anni Venti, dal titolo “Il martirio della scuola in Calabria”), e nel territorio del Vibonese sono ancora più difficili da sciogliere per le note vicende legate al degrado che si vive, dove i valori etico-civili sono spesso sacrificati sull’altare del dio danaro e delle organizzazioni criminali, come emerge in modo drammatico in questi ultimi tempi, a cui la Scuola ha cercato di dare risposte; ma è stata lasciata sempre più sola, senza strumenti e con il ruolo dell’insegnante sempre più precario, fino al punto che oggi la sua dignità e la libertà di insegnamento viene messa a dura prova dalla nuova legge voluta dal governo Renzi, nonostante la protesta della quasi totalità del personale scolastico. Lo ha denunciato Mimmo Contartese, nel corso del suo intervento. Autore diversi anni fa di un interessante libro dedicato all’esperienza di insegnante dal titolo emblematico “Un mestiere difficile”, nel quale ha prefigurato quanto sta accadendo oggi nella scuola e nella società, Contartese in modo diretto ha denunciato la pericolosità dell’attuale legge di riforma che toglie la libertà e i diritti fondamentali sanciti nella Costituzione ed ha invitato i colleghi a lottare contro ogni forma di ricatto e di oppressione messa in atto come espiazione che il corpo docente deve scontare per il solo fatto di aver avuto la libertà di pensare e riflettere. Ed infine ha voluto lasciare il suo personale “testamento spirituale”, con il significato pedagogico del sorriso: oltre che a esprimere con l’esempio il valore della conoscenza e dell’istruzione, “un sorriso può cambiare se stessi e gli altri”, come il miglior vestito che si possa indossare.  Una lunga carriera segnata da una esperienza di nomadismo scolastico, come la maggior parte degli insegnanti, è stato quello di Maria Apa, cominciato nel lontano 1977, facendo la spola tra la Calabria e il nord Italia. Identico viatico anche per Laura Marino, originaria di Napoli, la quale inizia giovanissima (1975) a Napoli, poi vaga per l’intera Calabria e infine arriva all’Iti. Questi tre docenti hanno vissuto la loro professione come missione, intrisi di ideali ispirati alla “pedagogia della speranza”, per citare il titolo di uno dei più importanti pedagogisti e teorici dell’educazione, come Paulo Freire (brasiliano,  morto nel 1997), o a “Diario di scuola” del noto scrittore francese Daniel Pennac, che ha affrontato il grande tema della scuola dal punto di vista dei “somari” (anche lui nella schiera degli ex somari). L’alfabeto emotivo del loro discorso con il quale si sono congedati, nell’ultimo collegio che si è svolto nell’Aula magna dell’istituto per Geometri di Vibo, ha evocato questa tensione etica e maieutica, con un sentimento di riconoscimento per tutto quello che hanno ricevuto dai tanti allievi, a cui hanno trasmesso principalmente la loro umanità, linfa fondamentale nella formazione delle coscienze, senza la quale nessuna competenza e nessuna “meritocrazia” ha valore, come ha sottolineato anche la dirigente scolastica, Annunziata Fogliano, nel suo intervento con il quale ha inteso ringraziare i tre docenti per quello che hanno dato alla Scuola. Ma per come è stata congegnata questa riforma (che in modo mefistofelica è stata chiamata “Buona scuola”), a tanti insegnanti con una esperienza simile a quella acquisita da Apa, Marino e Contartese, non verrà più riconosciuta e tutto sarà affidato nella mani della Fortuna. Machiavelli fa “scuola”: pur di mantenere il potere e rendere l’uomo sempre più oppresso, si usano tutti i mezzi per neutralizzare i Resistenti. E si chiede al dirigente scolastico di incarnare il novello Principe e di essere “leone, volpe e centauro” e fare della scuola un Principato. Corsi e ricorsi storici. 

 

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