Coronavirus, Wanda Ferro (FdI): "Zona rossa in Calabria immotivata e disastrosa per l'economia regionale"

“L’ipotesi del governo di istituire zona rossa in Calabria è immotivata, ingiusta, e rischia di dare un colpo mortale al fragile tessuto economico regionale, che faticosamente ha resistito alla prima fase".

È quanto afferma il deputato di Fratelli d'Italia Wanda Ferro, che spiega: "La Calabria, i cui cittadini hanno sempre mostrato senso di responsabilità e rispetto delle regole, viene penalizzata da una lettura parziale dei parametri sanitari. È evidente che la situazione calabrese non è in alcun modo paragonabile, ad esempio, a quella della Lombardia. Il tasso di contagiosità, indicato dall’indice Rt, non può avere lo stesso impatto in territori che hanno numeri di positivi di gran lunga differenti. In Calabria, nonostante l’elevato numero di tamponi effettuati, risultano contagiati meno di un cittadino su 100, e anche il numero dei posti occupati in terapia intensiva, meno di un quarto del totale, è un dato che rende ingiustificata la misura drastica di un nuovo lockdown. Nella stessa regione, poi, ci sono situazioni territoriali molto diverse, con vaste aree quasi per nulla interessate dalla diffusione del virus. Anziché porre riparo ai gravi ritardi accumulati dai commissari governativi che ai vari livelli avrebbero dovuto attrezzare la Calabria per affrontare in serenità la nuova ondata di contagi, ad esempio realizzando un centro covid regionale, il governo Conte sceglie la strada del lockdown,  disinteressandosi degli effetti disastrosi del blocco delle attività sull’economia regionale e sull’occupazione. Anziché rendere operative le Usca, anziché potenziare i laboratori, anziché incrementare i posti nei reparti e nelle terapia intensiva anche rafforzando le dotazioni di personale, il governo sacrifica la Calabria, mentre la maggioranza rosso-gialla, con il nuovo Decreto Calabria, continua a fare della sanità calabrese uno strumento di gestione del potere”.

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Emergenza cinghiali, Pitaro (Misto):" Diecimila abbattimenti non bastano"

“L’annuncio dell’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo dell’abbattimento di 10 mila cinghiali è una buona notizia. Ciononostante, essendo centinaia di migliaia gli ungulati che imperversano in particolar modo nelle tre province di Catanzaro, Crotone e Vibo (come denunciato dalla Coldiretti), converrà l’assessore che la preoccupazione degli agricoltori, degli allevatori e dei cittadini invece che sfumare cresce”.

Spiega il consigliere regionale Francesco Pitaro (g.misto) che sull’emergenza-cinghiali sta predisponendo un’interrogazione: “Si concorda con l’assessore, quando definisce l’emergenza cinghiali una priorità di cui occuparsi, specie dopo il blocco delle attività dei selettori causa lockdown, perché arrecano danni all’economia agricola, all’ecosistema e alla biodiversità. Una priorità, perché sono una minaccia alla sicurezza delle persone. Si avvistano innumerevoli nell’entroterra e producono devastazioni alle colture, ma anche sulla costa (frequenti le notizie di incidenti stradali) e persino nelle città. A Catanzaro in località Babbo i cittadini se li ritrovano sull’uscio delle case. A fronte di questi numeri, allarmi, danni e pericoli - sottolinea il consigliere regionale - la risposta della Regione è oggettivamente del tutto insufficiente”.

Aggiunge Pitaro: “Sarebbe il caso, dunque, che si facesse il punto con tutti i soggetti interessati: dalle organizzazioni professionali ai sindaci delle aree in cui la presenza dei cinghiali è segnalata, incluse le Prefetture, per concordare rimedi efficaci e tempestivi. Come aveva segnalato Coldiretti, occorrerebbe procedere all’aggiornamento del Piano Faunistico-Venatorio; alla ridefinizione delle aree vocate al cinghiale con l’ausilio dei dati Arcea e all’adozione dei Piani di controllo e contenimento dei cinghiali. Sollecitare gli Enti Parco al censimento della consistenza dei cinghiali; attuare i Piani di sorveglianza epidemiologica; il monitoraggio delle malattie sulla fauna selvatica con particolare riguardo al cinghiale; attivare la misura 5 del ‘Psr’ per interventi di prevenzione dei danni nelle aree agricole colpite; disporre l’allungamento del periodo di caccia con la rotazione delle squadre dei cacciatori; autorizzare gli agricoltori proprietari e conduttori dei fondi, in possesso di porto d’armi e permesso di caccia, ad effettuare interventi di abbattimento tutto l’anno. E, last but not least, semplificare le procedure amministrative per velocizzare il risarcimento dei danni agli agricoltori”. 

Sottolinea Pitaro: “Per di più, l’ultimo Piano di contenimento del cinghiale pubblicato sul Bur - Calabria il 14 maggio 2020, avrebbe dovuto essere concertato con i portatori di interessi, associazioni agricole, associazioni venatorie e rappresentanti degli Ambiti di Caccia, considerato che lo stesso Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale ne raccomanda il coinvolgimento”.

Ad avviso del consigliere regionale: “E’ evidente che sono troppo pochi i capi che si possono abbattere, di certo non sufficienti ad eradicare dalle aree non vocate il cinghiale. Cifre ben lontane dei 10.000 capi, ferme invece a poco più della metà, che probabilmente si riferiscono al nuovo Piano come prolungamento di quello precedente. Inoltre, appare molto farraginosa la procedura di autorizzazione degli interventi di selezione : per ogni singola uscita, richiede che debba avvenire per iscritto alla Regione con l’indicazione del personale coinvolto, del numero dei capi, dei campioni biologici, della località prescelta che dovrà essere cartografata con precisione e raggiunta con il fucile al fodero. Senza dire dell’obbligo di indicare l’orario di intervento”.

Conclude Pitaro: “Se si ha voglia di fare sul serio devono essere assunti interventi risolutivi, coinvolgendo anche la task-force veterinaria (la medicina veterinaria è commissariata da 8 anni!) che col Dipartimento Salute deve contribuire alla risoluzione di questa che ormai è più che un’emergenza”.

 

Coronavirus, Bruno Bossio ( Pd) chiede: " La riapertura in sicurezza anche per piccole imprese al Sud”

"Esprimo pieno sostegno alle rivendicazioni  di Confartigianato-Calabria che, attraverso una lettera appello rivolta ai parlamentari calabresi, chiede maggiore attenzione alle piccole imprese".
 
Ad affermarlo è la parlamentare del Pd, Enza Bruno Bossio, che aggiunge: "Il 4 maggio, 4 milioni e mezzo di lavoratori del nord, nelle zone di maggior contagio, potranno riprendere a lavorare e tirare un sospiro di sollievo per sé e per le loro famiglie.  Non si capisce  perché questa stessa libertà non è garantita ai lavoratori autonomi e alle piccole imprese del sud.
È ingiusto che le scelte indicate nel decreto della Presidenza del consiglio dei ministri autorizzino la apertura della cosiddetta fase 2 riproponendo il tema dello squilibrio tra Nord e Sud. 
La esplosione della emergenza Covid19 - prosegue la deputata- ha messo in evidenza le potenzialità dei territori meridionali e confermato che il rischio di una tremenda fase recessiva nazionale si può fronteggiare soprattutto se si investe sul Sud, inteso come una risorsa che può dare molto più delle aree storicamente forti alla crescita dell'intero Paese.
Il DPCM per il 4 maggio, invece, va nella direzione opposta e ripropone anche in questo contesto emergenziale lo storico dualismo. 
Non si comprende la ragione per cui, ad esempio, ai piccoli esercenti commerciali,agli artigiani, a partire dai barbieri e parrucchieri,bar e ristoratori tipici, operatori del wellness non è consentito riaprire le attività, ovviamente condizionate alle necessarie misure di sicurezza. 
Oltretutto, non può essere sottaciuto il fatto che nel Sud la qualità dell’aria e dell'acqua e del contesto ambientale  in generale, in questa emergenza hanno contribuito anch'essi a fare la differenza. Viene allora da chiedersi perché, se il Governo ha valutato di allentare il lockdown nonostante la mancanza di test e tamponi e la mancanza dell’app di contact tracing, ritenendo sufficienti le stringenti regole di sicurezza interpersonale e sanificazione dei luoghi, si è deciso al contempo di penalizzare il sud, dove il contagio è stato assai più contenuto". 
"Permanendo tale situazione al sud, però,si rischia che l'emergenza dovuta alla incapacità di garantire i livelli minimi di sopravvivenza per una parte grande della società potrà essere più devastante di quanto  non abbia potuto l’epidemia sanitaria. 
Non è azzardato affermare che di questo passo al sud si rischia di morire di povertà e non solo di Coronavirus. Pertanto, ritengo che vadano accolti appelli come quello di Confartigianato-Calabria e di tutti coloro che stanno giustamente protestando inascoltati, perché vogliono riaprire nella massima sicurezza e che avrebbero bisogno solo di un po’ di fiducia e di aiuti economici veri. Bisogna accompagnare la autorizzazione alla riapertura con sussidi volti a ridurre anche i costi richiesti dalla attivazione degli stessi interventi che dovranno garantire la sicurezza a fronte dell’allentamento del lockdown. È stato chiesto ai cittadini di limitare la propria libertà come mai accaduto prima e con grande senso di responsabilità e coraggio lo hanno fatto. Ora è il momento di dare a loro fiducia.
Ritengo che il riconoscimento che stamattina, il Presidente Conte, nel suo intervento alla Camera dei deputati, ha dato verso procedimenti differenziati per i diversi territori per la gestione di una efficace e responsabile gestione della nuova fase emergenziale possa essere di aiuto e non di impedimento ad operare in questa direzione.
Il tema non è quello di aprire tutto o di indurre al massimo le misure restrittive ma è quello di fissare le regole della messa in sicurezza e della riduzione del rischio a salvaguardia - afferma  infine la parlamentare- della salute dei cittadini e ovviamente rispettarle, con piena consapevolezza civica e attraverso la vigilanza della azione dello Stato".

Coronavirus: 4 morti in Calabria. Deceduti due anziani della Rsa di Chiaravalle

Ennesima giornata triste per la Calabria dove, nel volgere di poche ore, si è ulteriormente appesantito il bilancio dei morti da coronavirus. 

Tra stanotte e stamattina, infatti, negli ospedali catanzaresi sono decedute quattro persone.

Da quanto appreso si tratterebbe di due pazienti provenienti dalla casa di riposo di Chiaravalle Centrale e di due uomini originari della provincia di Crotone.

Con le quattro vittime di oggi, le persone affette da covid-19 morte in Calabria sono 29.

Coronavirus, Wanda Ferro (FdI): "Evitare un nuovo esodo verso il Sud, il governo imponga subito blocco dei treni a lunga percorrenza e divieto di spostamento"

 «Evitare con ogni mezzo un nuovo possibile esodo dalla Lombardia verso le regioni del Sud».

È quanto chiede il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, dopo aver appreso la notizia che la Regione Lombardia ha emesso una nuova ordinanza che prevede il fermo dei cantieri edili e delle attività degli uffici pubblici, delle imprese artigianali e degli studi professionali. Analoga ordinanza è stata annunciata anche dalla Regione Piemonte.

«Il rischio – spiega Wanda Ferro - è che molti meridionali residenti nelle regioni del Nord decidano di rientrare nei loro paesi di origine, con il rischio di portare, con una nuova ondata di rientri, ulteriori contagi in regioni come la Calabria che, con fatica, stanno cercando di preparare il sistema sanitario ad affrontare in maniera adeguata l’emergenza e a dare assistenza ai malati. Non si può ripetere il grave errore commesso quando fu annunciato l’ampliamento della zona rossa a tutta la Lombardia: è necessario che il governo scongiuri i rientri imponendo da subito il blocco totale della circolazione dei treni a lunga percorrenza, il divieto di spostamento interregionale se non per giustificati motivi, controlli stringenti anche di carattere sanitario sull’intero sistema della mobilità. La Calabria si sta impegnando con grande sacrificio per contenere l’epidemia, ma non riuscirebbe a reggere l’ondata di contagi che inevitabilmente si verificherà se il governo non interverrà in tempo per bloccare i rientri. Chiedo ai calabresi che vivono e lavorano al Nord di avere senso di responsabilità, e di restare a casa per non mettere a rischio la salute dei propri cari e dei propri corregionali»

Regione. In Commissione Vigilanza bando formazione OSS e conti di Calabria Etica

La Commissione Speciale di Vigilanza presieduta da Ennio Morrone ha audito, nella seduta odierna, il Dirigente Generale del Dipartimento Sviluppo Economico, Lavoro, Formazioni e Politiche Sociali della Giunta regionale, Antonio De Marco in merito alle irregolarità riscontrate dalla Commissione Europea sul bando per la formazione di Operatori Socio Sanitari finanziato con risorse del Fondo Sociale Europeo 2007/2013 ed in ordine ad una eventuale rettifica in difetto sulle spese certificate nelle domande di pagamento nel periodo 2013/2015. "Dalla relazione del dottor De Marco - ha detto il presidente Morrone - abbiamo acquisito tutte le informazioni necessarie a ricostruire il quadro d’insieme da cui emerge la permanenza - confermata dall’Audit della Commissione Europea - delle osservazioni critiche evidenziate circa la procedura seguita dalla Regione Calabria, e dunque la possibile applicazione di una decertificazione tabellare forfettaria". Nel prosieguo, si sono tenute le audizioni in ordine allo stato patrimoniale della Fondazione Calabria Etica ed in merito allo stato dei pagamenti per tutte le prestazioni lavorative a carattere subordinato, collaborazioni e prestazioni professionali effettivamente rese in favore della medesima Fondazione. Sull’argomento l’organismo ha ascoltato oltre allo stesso Dirigente Generale del Dipartimento Sviluppo Economico, Lavoro, Formazione e Politiche Sociali, De Marco, anche il commissario liquidatore della Fondazione Calabria Etica,  Valerio Donato. E’ stato condotto un importante lavoro di accertamento e ricostruzione che porterà a breve - ha spiegato l’on. Morrone - ad una verifica completa ed esaustiva di tutti i requisiti di regolarità contabile dei progetti svolti, alla rendicontazione della spesa ammessa, e a determinare, successivamente, la liquidazione della fondazione, fatte salve le pendenze giudiziarie. E’ apprezzabile - ha aggiunto - l’impegno a transigere rispetto alle convenzioni e ai contratti siglati nel 2014. Transazioni che - ha sottolineato il Presidente della Commissione - è auspicabile incentivare e definire per una serie di ragioni di ordine giuridico e che consentiranno di conseguire importanti risultati in termini di risparmio economico, scongiurando sia l’ipotesi del pagamento in toto delle spettanze oltre che possibili azioni di rivalsa per danni".  Successivamente l’organismo consiliare ha audito Biagio Cataldi (Direttore Generale Consorzio di Bonifica Bacini dello Ionio Cosentino), e Davide Gravina e Pasquale Ruggero, rispettivamente Commissario e Direttore Generale del Consorzio di Bonifica Bacini del Tirreno Cosentino.

Lavoratori Calabria Etica: "Stanchi di essere presi in giro dalla Regione"

I lavoratori dei progetti ex art. 34 della Fondazione Calabria Etica hanno trasmesso una nota in cui si legge: "Siamo stanchi di essere trattati come burattini e di essere presi in giro dai componenti della Giunta Regionale, dal Direttore Generale del Dip. Lavoro e formazione dott. De Marco, e dal commissario liquidatore della Fondazione stessa Prof. Donato". "Per mesi - riferiscono nel comunicato - siamo stati imbrogliati e truffati, dopo l’occupazione della sede della Fondazione avvenuta nei primi giorni di Agosto, che si era resa necessaria per far sentire la nostra voce, ci avevano rassicurato sull’imminente pagamento delle nostre spettanze, addirittura l’assessore Roccisano ci aveva promesso che al massimo  (vista la pausa estiva) saremmo stati pagati entro e non oltre il 28 agosto scorso. Ci metto la faccia - questo aveva detto davanti a testimoni e davanti agli agenti della Digos sempre presenti alle trattative nei giorni dell’occupazione e nei giorni immediatamente successivi. Per questo motivo la protesta era stata sospesa in attesa di quanto promesso". "Nelle more, però, nonostante le suddette rassicurazioni - affermano i lavoratori -  ciascuno di noi riceveva presso il proprio domicilio una 'bella' lettera, datata addirittura 10.08.2015 (la protesta si concluse il 05.08.2015), da parte dell’allora commissario straordinario della Fondazione Dott. Carmelo Barbaro, che ci comunicava una  'presa d’atto di una nota del 05.08.2015 inviata dal Dipartimento Lavoro e Formazione di Preavviso della rescissione della convenzione del 07.10.2014' relativa proprio ai bandi art. 34. Cosicché il Commissario Barbaro ci comunicava 'la cessazione anticipata del rapporto corrente con questa Fondazione', senza, però, riferire alcunché rispetto alle ragioni che avevano portato a questa improvvisa scelta". In buona sostanza, proprio durante l’occupazione, - scrivono gli estensori del documento trasmesso - il Dott. De Marco, che davanti ci tranquillizzava, dietro stava firmando il decreto con cui annullava con un tratto di penna i progetti per i quali eravamo stati assunti e/o incaricati. Ovviamente, molti di noi, preoccupati per questo ennesimo raggiro, si recavano in dipartimento per chiedere lumi in merito. Ebbene, in quell’occasione il Dott. De Marco, alla presenza di Franco Iacucci,  ci riferiva di aver emesso il suddetto decreto n. 1314 già in data 22.07.2015 (iscritto, però, nel registro dei decreti dei Dirigenti della Regione Calabria con il n. 8212 solo il 06.08.2015), e di averlo fatto in quanto ormai – a suo dire – non vi era più tempo per procedere alla conclusione dei progetti entro il termine del 31.12.2015, termine ultimo per la rendicontazione richiesta dall’UE. Allo stesso tempo, però, ci rassicurava nuovamente circa il fatto che aveva provveduto ad un altro decreto assunto il 06.08.2015 n. 1458 e iscritto al registro dei decreti dei Dirigenti della Regione Calabria con il n. 8287 (questa volta 'stranamente' il giorno dopo 07.08.2015) con cui aveva provveduto a liquidare l’anticipazione prevista per i progetti ex art. 34 in favore di Fondazione Calabria Etica, per una somma complessiva pari ad € 444.375,00, utile a coprire almeno cinque mensilità per ciascuno dei collaboratori. Tant’è vero, che nel testo del suddetto decreto egli stesso scriveva 'considerato che…necessita fare fronte agli impegni assunti con la sottoscrizione della convenzione suddetta fino alla sua risoluzione…'. Detto ciò, quindi, ci riferiva, insieme a Iacucci 'i soldi sono in Fondazione, quindi il Commissario straordinario Barbaro vi deve pagare'. A questo punto chiedevamo alla Fondazione di provvedere, perlomeno, il pagamento delle suddette mensilità, proprio in virtù della suddetta liquidazione". "Ebbene, - sostengono  i lavoratori -  mentre pensavamo di essere giunti alla fine del percorso di questo estenuante gioco dell’oca, ci siamo imbattuti nelle risposte negative del Commissario Carmelo Barbaro che ci riferiva che non ci poteva pagare perché lui ormai era già stato esautorato da una Delibera di Giunta Regionale (la n. 280 del 04.08.2015) con la quale era stata disposta la messa in liquidazione della Fondazione Calabria Etica ed era stato nominato anche il Commissario liquidatore nella persona del Prof. Valerio Donato. Quindi, 'egli non poteva intaccare il patrimonio della Fondazione'. Ovviamente, preoccupati per quanto stava succedendo, ci siamo recati nuovamente presso la cittadella regionale – scrivono nella nota i lavoratori - per capire come fosse possibile che nonostante ci fosse la copertura e la liquidazione delle somme il Commissario si ostinasse a non pagare. Da qui la 'famosa' telefonata della Roccisano, sempre alla presenza di Iacucci, che 'invitava' il Dott. Barbaro a provvedere ai pagamenti in quanto non esisteva alcuna messa in liquidazione in quanto la nomina del prof. Donato non era stata ancora firmata dal Presidente della Giunta. Ma Barbaro non ha mai provveduto al pagamento. Dopodiche’, alla fine di Agosto veniva firmato l’incarico in favore del Prof. Donato dal Presidente Oliverio e successivamente il nostro interlocutore è diventato quest’ultimo". "Il quale, dapprima ha preteso una serie di documentazione da parte del dipartimento - continua la nota -  da parte di De Marco, prendendosi almeno 20 giorni  per decidere, dopodichè ci rassicurava, anch’egli, che alla fine di questa fase di studio ci avrebbe pagato. Ebbene, nonostante i venti giorni siano ampiamente trascorsi e, soprattutto, nonostante il Prof. Donato abbia ricevuto in data 18.09.2015, da parte del Dott. De Marco, una esplicita nota nella quale gli veniva comunicata l’avvenuta “verifica di coerenza della documentazione da parte dell’apposita Commissione di Valutazione prot. N. 267681 del 14.09.2015…e considerato che la coerenza stessa è stata espressa in relazione ai punti A) e B) dei contratti stipulati, coerentemente allo svolgimento effettivo del progetto…Si conferma la coerenza svolta dai Collaboratori dei Progetti affidati, rispetto agli obiettivi progettuali, ai fini della liquidazione ai collaboratori della spettanze relative ai mesi sopra evidenziati (vale a dire dicembre, gennaio, febbraio, marzo ed aprile 2015), la cui anticipazione pari ad € 444.350,00 è stata effettuata a codesta Fondazione con D.D.G. n. 8287 del 07.08.2015”; il Prof. Donato ha ritenuto e ritiene di non poterci pagare. E’ stato riferito ancora che parte delle somme impegnate per le spettanze dei contrattualizzati – quelle giustappunto individuate ed esplicate nella predetta nota- dovranno invece essere impiegate per far fronte ad altre spese della ( fu) Fondazione Calabria Etica del genere luce, telefono, gas e corrispettivi vari in tal modo decurtando l’ammontare dei soldi destinato ai lavoratori stessi e così determinando che quest’ultimi si debbano fare carico dei costi dell’Ente.  Quindi, in questo assurdo gioco dell’oca siamo incappati nella casella 'torna indietro alla partenza' – questo affermano i lavoratori del progetto ex art 34 della Fondazione Calabria Etica – ma i dadi non li abbiamo certo lanciati noi, bensì altri attori al posto nostro, che in questi mesi ci hanno rassicurati ma ci hanno solo preso in giro. Ad essere stati presi in giro, però, sono padri e madri di famiglia che hanno svolto regolarmente l’attività lavorativa loro demandata e non,  senza ricevere nemmeno un euro di retribuzione e per la quale, legittimamente, attendevano il legittimo corrispettivo che probabilmente non arriverà se non dopo un riconoscimento giudiziale, magari dopo anni e anni passati da un Tribunale ad un altro. "Non ci fermeremo di fronte a niente - è la conclusione del documento - fino a quando non saranno riconosciuti i nostri diritti e quanto prima agiremo nelle sedi giudiziarie opportune ( non innanzi al Tar come erroneamente riportato da qualche testata), valutando eventuali profili penali e/o di danno erariale, per vedere meglio tutelare i nostri interessi e quelli dei nostri figli, anche perché chi di dovere dovrà rendere conto del perché non sono stati versati i contributi previdenziali ai co.co.pro. (infatti risultano versati solo per i primi due mesi), impedendo di fatto agli stessi di chiedere anche l'indennità di disoccupazione (oltre il danno la beffa!!!), e del perché non sono state pagate le ritenuta d'acconto ai professionisti incaricati".

 

Vicenda "Calabria Etica: interviene il Dipartimento Lavoro della Regione

Il Dipartimento regionale “Sviluppo Economico e Lavoro” , interviene nuovamente nel merito della vicenda della Fondazione “Calabria Etica”, a seguito dell’occupazione della sede della Fondazione da parte dei lavoratori del Progetto art. 34. “Duole dover ribadire – si legge nella nota del Dipartimento - che anche questa vicenda è frutto della sconsiderata gestione della Fondazione da parte dell’ex Presidente Ruberto e della precedente Giunta regionale Scopelliti-Stasi, cui l’Amministrazione Oliverio sta cercando di dare soluzioni di legittimità e di equilibrio finanziario". "Dispiace vedere - scrivono gli estensori del comunicato - che i cartelli affissi dagli occupanti siano tutti contro gli attuali protagonisti del risanamento della Fondazione e mai rivolti ai responsabili dello sfascio della Fondazione Ruberto ed ex Assessore Salerno, il che fa pensare ad un’evidente strumentalizzazione politica dell’iniziativa degli occupanti. Il Dipartimento, su specifica volontà della Giunta Oliverio, ha avviato le prime liquidazioni di anticipazioni alla Fondazione “Calabria Etica” per i progetti che non avevano avuto erogazioni finanziarie e che saranno immediatamente esigibili per il FSE. I capitoli di Bilancio propri regionali saranno, purtroppo, condizionati alle attuali procedure del patto di stabilità, al fine di consentire i pagamenti dei lavoratori contrattualizzati. Per quanto riguarda le seconde erogazioni, invece, esse saranno condizionate alle procedure in corso di verifica delle rendicontazioni della Fondazione e dell’applicazione dei tagli COCOF relativi alle irregolarità sulle procedure di selezione del personale evidenziate dalla Commissione di Vigilanza". "Per quanto concerne il Progetto art. 34 di finanziamento delle strutture di Formazione Professionale e per l’impiego, la Convenzione - sostiene il dipartimento Lavoro - è stata rescissa in autotutela dal Dipartimento, sia per carenza di copertura finanziaria a seguito dei tagli operati dalla Commissione Europea sul FSE per la sconsiderata gestione della precedente Amministrazione, sia a seguito dell’esplicita ammissione di mancata attuazione delle scadenze previste della Convenzione da parte del Commissario della Fondazione Calabria Etica. Ciò non significa, come più volte dichiarato ai lavoratori assunti in numero eccessivo per l’istruttoria dei progetti ed inoccupati da tempo, il mancato riconoscimento delle retribuzioni ai lavoratori assunti per il progetto art. 34 che legittimamente hanno svolto attività lavorativa. Appena acquisita dalla Fondazione, la rendicontazione del costo del personale, il Dipartimento procederà con risorse del PAC a riconoscere tali spettanze nei tempi tecnici consentiti dalla procedura PAC. Una necessaria finale precisazione: il preteso contrasto tra Direzione Generale del Dipartimento e Commissario della Fondazione, è totale invenzione giornalistica derivata da farneticanti dichiarazioni di pretesi rappresentanti di lavoratori". Tra Dipartimento e Commissario - conclude il documento - esiste un totale positivo rapporto di collaborazione interistituzionale, teso a dare positive soluzioni al disastro della Fondazione Calabria Etica, che si spera possa essere anche dalla Magistratura definito nei suoi contorni di responsabilità".

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