A Catanzaro, "I magi nell'epifania del Signore" di Ulderico Nisticò

"I magi nell'epifania del Signore", questo il titolo della rappresentazione che andrà in scena, a partire dalle 18 di mercoledì 4 gennaio presso la chiesa del Monte di Catanzaro.

Organizzata dagli amici dell'opera lirica "Jussi Bjorling", in collaborazione con l'arcidiocesi metropolita di Catanzaro - Squillace e con l'amministrazione comunale della città capoluogo di Regione, la manifestazione vedrà impegnati, anche, gli attori del Centro calabrese di solidarietà

L'opera, scritta dallo storico e saggista Uldericò Nisticò, sarà interpretata, inoltre, da: Fernanda Iiritano (soprano); Daniele Tommaso Mellace (baritono); Serena Mustari (violino); Amedeo Lobello (organo); Anna Rotuno (lettrice); Pino Vitaliano (lettore).

Il ruolo di Umanità sarà, infine, impersonato da Lucia Scuteri.

 

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Digitalizzare l'archivio di Emilia Zinzi per renderlo fruibile agli studiosi

Emilia Zinzi è stata molto ammirata in vita; ma credo che pochi sapessero perché, nella nobile città di Catanzaro. Alla fine, ammirare è la cosa più facile del mondo! Poi la città le dedicò una strada che, per qual è e per com’è tenuta, non mi pare un grande onore.

 Emilia era una cosa rara, per le cattive abitudini dei dotti meridionali sempre un po’ fantasiosi: era sistematica, scientifica, animata da senso critico; e per questo godeva della meritata considerazione della comunità accademica internazionale. I suoi studi sui luoghi cassiodorei e, in genere, sul territorio storico di Stalettì e Squillace; e sull’arte calabrese, rivestono il genuino crisma dell’autorevolezza.

 Lasciandoci, il 9 settembre 2004, ha lasciato anche un importante patrimonio di studi e documenti, a proposito del quale sto sentendo e leggendo delle cose, direi troppe cose, da troppe persone e senza coordinamento. Ora dico la mia:

-          Un patrimonio di documenti appartiene moralmente alla comunità; il lavoro di una persona che non c’è più dovrebbe essere continuato da degni epigoni, che hanno bisogno di quelle carte.

-          Se ciò in linea di principio è vero e sacrosanto, è vero altresì che, come tutte le proprietà, le carte sono soggette al diritto ereditario, e qualcuno ne ha la proprietà, e sono contenute in un luogo fisico non pubblico.

-          L’erede non può essere costretto ad assumersi da solo quelli che dovrebbero essere doveri della comunità e delle istituzioni. Se ha voglia o bisogno di vendere una casa ereditata, si pone il problema del contenuto: chiaro?

-          Fu così che l’archivio Capialbi passò da Vibo a Roma. Conosco due archivi, io, che faranno l’uno la stessa fine cambiata città; e l’altro, temo, quella dei cassonetti.

-          L’archivio Zinzi deve restare a Catanzaro per un fatto di sentimento; ma quello che conta, è che dev’essere accessibile e consultabile. Non basta perciò trasferirlo materialmente in qualche edificio pubblico, dove resterebbe in preda alla polvere e dimenticato. Si aggiunga che l’Università cittadina non ha facoltà di Lettere o Arte o Architettura.

-          La destinazione naturale di quelle carte è, penso, la Biblioteca Comunale, che ha spazi e personale. Chi le vuole consultare, si accomodi.

-          Sì, vero; ma è cosa arcaica, nel quasi 2017. Oggi delle carte possono stare materialmente dovunque e nello stesso tempo trovarsi sopra uno o mille schermi di computer. Ecco la soluzione: digitalizzare l’archivio di Emilia Zinzi, e renderlo disponibile in internet, previa iscrizione a un gruppo e obbligo di citazione della fonte.

-          Si diano da fare dunque il Comune di Catanzaro e le associazioni e realtà culturali cittadine.

-          I soldi? Ci sarebbero, se la Regione Calabria avesse un minimo di politica culturale, che invece non sa nemmeno cosa sia.

 Ecco, ho detto la mia nel ricordo di una seria studiosa e buona amica.

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I militanti di Azione identitaria "chiudono" la Sorical

Riceviamo e pubblichiamo

"Nella notte i militanti di Azione Identitaria hanno sigillato la sede regionale di Sorical, sita in Viale Europa a Catanzaro, con del nastro bianco e rosso ed attaccando un manifesto recante la scritta: “Chiuso per sopruso verso il popolo calabrese, vergogna Sorical, acqua bene pubblico”. 

Quello che sta attuando Sorical, con la riduzione del servizio idrico in molte città della Calabria verso causa dei Comuni morosi, è un vero e proprio sopruso dal momento che non può trattare l’acqua come una merce e, soprattutto, come se fosse di sua proprietà poiché nel 2011 per scelta referendaria nazionale si è stabilito che questo bene inalienabile continui ad essere un diritto dell’umanità e quindi un bene pubblico.

La nostra chiusura simbolica sta a sancire una verità sacrosanta e cioè che Sorical non può privare i cittadini di un bene pubblico come l’acqua, e la stessa Sorical andrebbe chiusa realmente  dal momento che si tratta di una società in liquidazione e che non ha più ragione di esistere .

Ricordiamo inoltre che le tariffe applicate dalla Sorical sono state dichiarate illegittime da diversi tribunali e dalla stessa Corte Costituzionale, e, nonostante tutto, questa società abusivamente continua ad imporle ad amministrazioni comunali acquiescenti.

Non abbiamo inoltre gradito la settimana scorsa il comportamento assunto dalla Lamezia Multiservizi Spa la quale,  attraverso una nota stampa, informava la cittadinanza della riduzione del servizio idrico in città e scaricava le responsabilità sui cittadini morosi per il proprio mancato pagamento alla società regionale delle stesse tariffe dell’acqua.

La Multiservizi deve smetterla con questo comportamento irriguardoso ed irrispettoso verso i cittadini e soprattutto verso chi paga regolarmente e si vede defraudato di un uso ottimale del servizio, ma anche verso quei pochi che, per evidenti difficoltà economiche, non possono onorare il pagamento delle bollette.

Se la Multiservizi ed il sindaco Mascaro non cambieranno atteggiamento il nostro prossimo obiettivo saranno loro, in quanto non possono piegarsi verso chi,  come Sorical, continua illegittimamente ed illegalmente ad esercitare “diritti”.

Il sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro, cosi come tutti gli altri sindaci calabresi che ancora sono soggetti ai ricatti di Sorical, si smarchino immediatamente dalla stessa, seguendo l’esempio di altri loro colleghi che nei loro Comuni si sono ribellati a questo diktat scegliendo di non esternalizzare il servizio idrico a società create dall’ente regionale e lo hanno, quindi, reso interamente pubblico come legge impone, andando inoltre a gravare economicamente di meno nelle tasche degli utenti, a differenza del Comune di Lamezia Terme che costringe non solo al pagamento di 1,20 centesimi al metro cubo l’acqua, che dovrebbe essere gratuita, ma anche a leggere ridicoli comunicati stampa che non sono altro che la conferma della loro incompetenza in materia e della loro dichiarata sottomissione a questi soprusi.

L’acqua è bene pubblico e deve essere gratuita, si paghi solo il servizio e pagheranno tutti!".

Azione identitaria Calabria

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Sono calabresi le due province italiane con la peggior qualità della vita

 

È riuscita a fare peggio dell'anno scorso. Vibo Valentia è diventata, infatti, l'ultima provincia italiana per qualità della vita. Il dato emerge dall'annuale indagine condotta dal Sole 24Ore in cui vengono comparati, su scala nazionale, una serie di indicatori.

Tra i parametri presi in considerazione per stilare la graduatoria, il quotidiano economico ha analizzato: affari, lavoro e innovazione; reddito, risparmi e consumi; ambiente, servizi e welfare; demografia, famiglia, integrazione; giustizia, sicurezza, reati; cultura, tempo libero e partecipazione.

Nell'edizione numero ventisette del rapporto, la provincia di Vibo Valentia si colloca in coda, ritornando nella medesima posizione occupata nel 1997 e nel 2005. Rispetto all'anno scorso, il vibonese scende, quindi, di un gradino e si colloca al 110/mo posto.

Non se la passa molto meglio, neppure la provincia di Reggio Calabria che precede Vibo di una sola posizione. Tuttavia, rispetto all'ultima edizione del rapporto il reggino ha recuperato una posizione.

Di poco migliore la sutuazione delle altre province calabresi. Crotone su situa, infatti, al 106/mo posto. L'area pitagorica in un anno è scivolata giù di ben 17 posizioni.

Ha perso terreno anche Cosenza passata, dalla 106/ma, alla 103/ma posizione.

Decisamente buona, invece, la performance della provincia di Catanzaro che dal 100/mo posto del 2015 è risalita all'attuale al 95/mo. 

Dalla parte opposta della graduatoria si trova, invece, Aosta che, forte dei dati relativi ad economia, demogradia e ordine pubblico, conquista il primato così come aveva già fatto in altre due occasioni

 

Grave il commissario travolto da auto durante la gara Slalom città di Catanzaro

Brusca interruzione per la competizione automobilistica "Slalom città di Catanzaro" in programma per oggi nella città capoluogo di regione. La manifestazione è stata sospesa in seguito ad un incidente nel quale è rimasto vittima un commissario di gara. L'uomo, G.C., di 55 anni è stato travolto da un'auto estranea alla gara.

Immediatamente è scattata la macchina dei soccorsi. Il 55enne è stato, tempestivamente, trasportato all'ospedale di Catanzaro dove è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico finalizzato a contenere le conseguenze di alcune lesioni interne.

Tuttavia, anche se le sue condizioni vengono definite gravi e la prognosi rimane riservata, l'uomo non verserebbe in pericolo di vita.

La manifestazione, organizzata dall'Automobile club di Catanzaro in collaborazione con il Comune, é stata sospesa in seguito all'incidente.
   

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Assalto caveau Sicurtransport, il bottino supera gli 8 milioni di euro

E’ un vero e proprio tesoro quello su cui hanno messo le mani i rapinatori che, domenica notte, hanno assaltato il caveau della Sicurtransport a Caraffa, in provincia di Catanzaro.

Secondo quanto comunicato dai responsabili dell’azienda agli uomini della Questura, i malviventi sarebbero riusciti a mettere le mani su un bottino di ben 8 milioni e 170 mila euro.

Obiettivo dei banditi era l’intero contenuto del caveau, ovvero una cifra che, al momento dell’assalto, si aggirava intorno ai 50 milioni di euro.

A mettere a segno il colpo è stata una banda di professionisti che non ha lasciato nulla al caso. L’azione è stata pianificata nei più minimi particolari. Nel volgere di poco più di dieci minuti, i rapinatori hanno letteralmente isolato l’area e sono entrati in azioni. Con un mezzo cingolato dotato di martello pneumatico hanno, quindi, sventrato la camera blindata che custodiva il denaro e si sono introdotti al suo interno.

Caricato tutto ciò che hanno potuto a bordo di fuoristrada, si sono quindi dileguati. Le auto sono state rinvenute sulle sponde del fiume Corace, non lontano dal luogo in cui è stata compiuta la rapina.

 Le vetture, incendiate per ritardare l’afflusso di polizia e carabinieri, erano state rubate a Cosenza e provincia, mentre il mezzo cingolato impiegato per l’assalto è stato portato via da un cantiere in cui opera un’azienda di proprietà di imprenditore di Catanzaro.

Intanto, le indagini condotte dagli uomini della Squadra mobile del capoluogo di regione, stanno battendo tutte le piste. Allo stato, i poliziotti starebbero vagliando alcuni indizi, non da ultimo un proiettile sparato da un kalashnikov e rinvenuto nelle vicinanze del cave.

Per approfondire clicca qui

 

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Assalto alla Sicurtransport: sfondato il caveau, bottino milionario

E’ stata un’azione di guerra in piena regola quella messa in atto la notte scorsa, da una ventina di persone, contro il caveau della Sicurtransport di Catanzaro, azienda che si occupa di trasporto, scorta e custodia di valori.

Il gruppo di malavitosi entrato in azione ha studiato e pianificato nei minimi dettagli il colpo.

Con l’ausilio di una ruspa, i rapinatori hanno sfondato il caveau della struttura situata, in località "Profeta", nella zona industriale del comune di Caraffa.

Secondo quanto trapelato, pare che al momento dell'assalto, i due vigilantes di guardia si siano barricati in un bagno ed abbiano lanciato l’allarme per mezzo dei loro telefoni cellulari.

Entrati in possesso del bottino, i malviventi si sono allontanati a bordo di un’ Audi bianca e di due furgoni di provenienza furtiva.

Polizia e Carabinieri sono immediatamente entrati in azione ma, lungo il percorso, hanno trovato una situazione inimmaginabile. Tutte le strade erano state ostruite dai rapinatori con una serie di autoveicoli posti al centro della carreggiata e dati alle fiamme. Come se non bastasse, le strade d’accesso all’area in cui è stato compiuto il colpo erano state disseminate di chiodi. La Statale 280 era stata addirittura sbarrata con una catena.

Nonostante le numerose difficoltà, le forze dell’ordine sono riuscite ad arrivare sul posto dove avrebbero trovato i malviventi con i quali avrebbero ingaggiato uno scontro a fuoco.

Immediatamente sono scattate le indagini per cercare di risalire all’identità dei rapinatori che, secondo le prime indiscrezioni, pare siano riusciti a portare via un bottino che potrebbe aggirarsi sui quattro milione di euro.

Pur non escludendo nessuna pista, gli investigatori potrebbero essere orientati a focalizzare l'attenzione su un gruppo proveniente da fuori regione. Del resto, la meticolosità con cui è stata pianificata e lo svolgimento della rapina lasciano pensare alla delinquenza pugliese, in passato, già, protagonista di azioni del genere.

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Azione identitaria: "Stop al business dell'accoglienza"

Riceviamo e pubblichiamo

" Nella notte i militanti di Azione Identitaria hanno affisso uno striscione presso la stazione ferroviaria di Nocera Terinese (CZ) con su scritto : “Stop accoglienza business!”, questo per contestare la prossima apertura di centri per accoglienza di immigrati nella cittadina tirrenica.

La prefettura di Catanzaro ha da poco, infatti, emesso i bandi per l’accoglienza nell’intera provincia e subito le solite fameliche associazioni si sono precipitate a partecipare alla gara individuando nel comune di Nocera stabili privati non certo idonei e senza requisiti per poter ospitare l’arrivo di nuovi immigrati, cosi come  confermato dalla stessa sindaca Fernanda Gigliotti.

Cosi dopo la sindaca di Amantea ci auguriamo che anche quella di Nocera Terinese  dica no all’accoglienza business di finti rifugiati,  in quanto queste persone che pagano ingenti cifre per affrontare questi viaggi disperati su dei barconi, molti dei quali si concludono in tragedia, mentono allo sbarco sulla propria nazionalità e provenienza dichiarando il falso,  allo scopo di ottenere quello status di rifugiato ed ottenere cosi tutti i relativi benefit che la legge prevede.

In questo modo le stesse persone diventano merce preziosa per tutte quelle associazioni che da quest’invasione ne traggono profitto e per loro poco importa poi dove e come questi immigrati vivono, le condizioni igienico-sanitarie degli alloggi etc, l’importante è ottenere quella quota che va dalle 35 alle 38 euro al giorno per ogni ospite ed ecco che l’affare è confezionato a danno poi di tutta una comunità.

Noi di Azione Identitaria diciamo no all’accoglienza business ed invitiamo la sindaca di Nocera Terinese ad assumere una netta posizione contraria,  valutando bene  tutte le deleterie conseguenze che da questa accoglienza potrebbero manifestarsi per l’intera sua comunità ed ai disagi che verrebbero apportati agli operatori turistici ed alle loro strutture, già duramente provate dalla crisi economica e da una politica miope ed assente su questa tematica. 

La splendida Nocera Terinese ha bisogno di turismo ed agricoltura per rilanciare la propria economia, un’accoglienza incontrollata e fatta al solo scopo di sfruttare l’emergenza ed arricchirsi alle spalle di un’ intera comunità è un qualcosa che non si può accettare e che bisogna a tutti i costi contrastare e bloccare".

Azione identitaria Calabria

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