Brognaturo, in arrivo altri minori stranieri non accompagnati: dovere dell’accoglienza e problema della sostenibilità
Da un lato c’è il senso di umanità che impone di accogliere chi scappa dal terrore e dalla fame cercando riparo con la speranza di trovare una meta sicura, dall’altra c’è la dimensione di un fenomeno ormai giunto al limite della sostenibilità. Quello relativo ai migranti è un tema fortemente avvertito anche nelle Serre, invase da flussi senza precedenti e alla ricerca di un nuovo equilibrio multiculturale. L’ordinanza n. 16/2016 del sindaco di Brognaturo Giuseppe Iennarella sembra rilevare molti degli aspetti di un sistema che necessita di essere rivisto e sistemato e che può funzionare solo se la solidarietà è messa in pratica da tutti, anziché diventare uno scaricabarile su quei Paesi che, come l’Italia, si fanno carico della difficile situazione. Punto di partenza del provvedimento del primo cittadino è che “il Comune di Brognaturo già dal 2014 è stato individuato come centro di accoglienza di migranti provenienti dal Nord e dal Sud Africa a causa di guerre, persecuzioni, povertà e mancanza di lavoro, tra i quali notevole è il numero di minori stranieri non accompagnati, i quali vengono accolti in strutture che si trovano nella Provincia di Vibo Valentia”. Vero nodo della questione, come emerge dalla premessa del documento, è che “le strutture sul territorio comunale, provinciale e regionale regolarmente autorizzate dalla Regione Calabria, nonché i Centri Hub di prima accoglienza ad alta specializzazione, istituiti dal Ministro dell’Interno in Conferenza Unificata Stato/Regioni Rep. N. 77 del 10 luglio 2014, risultano essere ormai saturi”. In particolare, è divenuto evidente che “l’impossibilità di collocare i minori in strutture di secondo livello, regolarmente autorizzate, ha determinato il sovraffollamento della struttura del Palazzetto dello Sport di Vibo Valentia Marina, struttura non idonea ad ospitare i minori per ulteriore periodo”. Da questo stato di cose, nasce l’ordinanza, rivolta alla Cooperativa “Stella del Sud” di accogliere temporaneamente, presso la struttura “ex hotel Lacina”, i minori richiedenti asilo nel rispetto dei posti disponibili nella stessa struttura. Di certo, è doveroso non girarsi dall’altra parte di fronte alla sofferenza, ma va considerato che l’integrazione è possibile tenendo conto delle proporzioni fra persone da accogliere e residenti, oltre che prestando la giusta attenzione alla difficile crisi sociale ed economica che attanaglia le realtà calabresi.
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