Provincia di Vibo, si è insediato il Consiglio. Niglia: “L’obiettivo è uscire dal dissesto”

"Dobbiamo lavorare insieme per risollevare le sorti dell’Ente e del territorio provinciale. Soltanto attraverso un’azione sinergica dell’intera rappresentanza politica e istituzionale di questo nuovo Consiglio possiamo rilanciare la nostra Provincia e sostenere con autorevolezza a livello regionale e nazionale le istanze a favore del vibonese”. Questo l’incipit dell’intervento con il quale il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Andrea Niglia, ha salutato il nuovo Consiglio provinciale. 

Un appello all’unità quello del presidente che, sia pure con qualche riserva e distinguo politico, è stato accolto da tutti i neo consiglieri. Dopo l’intervento di Niglia a vagliare le condizioni di candidabilità, eleggibilità e compatibilità alla carica di consigliere e a procedere, quindi, alla proclamazione e alla convalida degli eletti è stato il segretario generale dell’Ente, Cesare Pelaia.  Subito dopo, diverse sono state le prese di posizione che hanno animato la prima seduta consiliare. 

   

Costituzione Gruppi

Ad annunciare la costituzione del gruppo “Centro Destra Vibonese” è stato Gianfranco Ranieli che sarà portavoce della compagine politica che tra le sue fila vede anche il consigliere Giuseppe Rombolà. Entrambi gli esponenti del centrodestra hanno ringraziato “gli amministratori locali che li hanno sostenuti e, in particolare, il Consigliere regionale Giuseppe Mangialavori”. Rombolà ha rivolto, poi, al presidente Niglia, delle critiche inerenti il metodo usato per l’elaborazione del Piano di Dimensionamento Scolastico che, ha asserito il neo consigliere, “è stato redatto in maniera scorretta, senza sentire il Consiglio provinciale”.

Ad comunicare, “nella prossima seduta consiliare”, la costituzione del gruppo del “Partito Democratico” è stato Pino Pellegrino, primo degli eletti della compagine politica guidata nel vibonese dal segretario provinciale Enzo Insardà. Il consigliere del Pd nel suo intervento ha sottolineato che “occorre tornare a fare politica in maniera alta e costruttiva. L’obiettivo prioritario deve essere quello di rilanciare la Provincia di Vibo e costruire sul territorio una nuova coesione sociale che dia risposte alle tante problematiche che i cittadini vivono nel quotidiano”. Insieme a Pellegrino faranno parte del gruppo Pd anche Anna Grillo che, dopo aver ringraziato quanti la hanno sostenuta, ha auspicato “una fattiva collaborazione istituzionale tra i componenti del nuovo Consiglio, per il bene dei cittadini e del territorio” e Giuseppe Cutrullà che ha mosso delle critiche alla legge Del Rio ed ha, quindi, invitato il presidente Niglia “a declinare il concetto ‘insieme’ nel senso più nobile dal punto di vista politico e a caricare di responsabilità i consiglieri con l’affidamento di deleghe specifiche”. A prendere le distanze dal Pd, annunciando la sua posizione “di indipendente” all’interno della compagine che lo ha eletto è stato, poi, il consigliere Antonio Schiavello, il quale ha assicurato il suo massimo impegno per il rilancio dell’Ente ed ha  “sentitamente ringraziato, per il sostegno elettorale e politico ricevuto, i consiglieri comunali e il Consigliere regionale Antonio Pasqua”.      

Variegate le prese di posizione dello schieramento politico “Provincia Unica” che ha visto eletti: Alfredo Lo Bianco, Francesco Gugliotta, Tiziana De Nardo e Pasquale Fera. 

Lo Bianco ha ringraziato i suoi elettori e si è detto “pronto al dialogo istituzionale con tutti. Ha invitato, quindi, il Consiglio a mettersi subito al lavoro pere il bene comune ed ha, infine,  espresso la sua vicinanza al presidente del Consiglio comunale Stefano Luciano”. Tiziana De Nardo ha evidenziato la sua “indipendenza politica”, che la porterà “di volta in volta, da mente libera, a valutare e, quindi, a sostenere ogni iniziativa concreta atta a risollevare le sorti della Provincia di Vibo Valentia”. Pasquale Fera ha, invece, rivendicato “il buon lavoro fatto nell’ultimo biennio consiliare. Un’attività amministrativa svolta con spirito di abnegazione che ha consentito, tra le altre cose - ha ricordato Fera - di passare da 400 a 150 dipendenti, di ridurre i fitti nel settore dell’edilizia scolastica, che da 1 milione e 200 mila euro sono calati a 470 mila euro e le spese telefoniche che da 370 mila euro annue sono scese a sole 60 mila euro”.

 

Programma Politico

Il presidente Andrea Niglia e tutti i consiglieri provinciali hanno posto tra le priorità programmatiche da perseguire "la messa in sicurezza di strade e scuole". In più interventi è stata, poi, manifestata vicinanza ai dipendenti provinciali che, è stato detto “svolgono la loro attività lavorativa in una situazione di notevole disagio”. C’è la volontà unanime, quindi, di esercitare il proprio ruolo istituzionale con “grande impegno ed incisività, per far uscire, al più presto, l’Ente dal dissesto economico-finanziario e dare nuovamente dignità al lavoro dei dipendenti e, soprattutto, servizi efficienti ai cittadini del vibonese”.

Consiglio provinciale di Vibo, stamattina la convalida degli eletti

Si svolgerà stamattina la prima riunione del nuovo Consiglio provinciale. L’unico punto all’ordine del giorno prevede: “esame condizioni candidabilità, eleggibilità e compatibilità alla carica di consigliere provinciale dei proclamati eletti alla carica, elezioni del 20.12.2016. Convalida”.

Il nuovo Consiglio è composto da 4 esponenti del PD, 4 della lista “Provincia Unica” e 2 della lista “Centrodestra vibonese”. L’Assise si confronterà con il presidente dell’Ente Andrea Niglia.

 

 

 

Appello di Papillo al futuro Consiglio provinciale: “Si interpelli il Governo evidenziando il malessere”

“Nell’imminenza del rinnovo del Consiglio provinciale faccio un appello all’organo che scaturirà dalla consultazione. Al di là della competizione e dei colori politici”.

Ad affermarlo è il sindaco di Gerocarne Vitaliano Papillo che spiega: “la recente bocciatura del referendum costituzionale, tra le tante conseguenze, ci offre un dilemma raccapricciante sul futuro delle province, depotenziate in previsione della riforma che le avrebbe abolite. La legge Delrio le ha svuotate di contenuti, ed altre normative hanno indotto gran parte di esse al dissesto finanziario, o quasi, a causa dell’obbligo di versamento allo stato dei proventi delle imposte, che non si sono più potuti spendere nei settori di competenze, in aggiunta al taglio dei trasferimenti. Le rovinose conseguenze sono note: impossibilità di pagare gli stipendi ai dipendenti, con serie difficoltà di sostentamento per le loro famiglie; quasi totale assenza di interventi ordinari e straordinari negli ambiti rimasti in capo alla provincia.

Di questa situazione – aggiunge - viviamo quotidianamente i nefasti effetti: arterie a brandelli, che crollano ad ogni scroscio d’acqua, prive di segnaletica e sempre più pericolose da percorrere; scuole carenti delle condizioni di sicurezza minime, dove le lezioni si seguono e giorni alterni e, con frequenza, al freddo. Questo è l’angoscioso stato dell’arte di una istituzione catapultata con tutta la sua gente in un orrendo limbo dantesco da cui è arduo uscire. Perciò quello che chiedo al nuovo Consiglio provinciale è, all’indomani della consultazione, di sedersi tutti a un tavolo e adottare qualsiasi iniziativa utile ad evidenziare il malessere: stilino, i nuovi consiglieri, un documento, da indirizzare al Governo centrale, che esponga la situazione di un ente lasciato allo sbando, partorendo un contesto che priva i cittadini del diritto di viaggiare sicuri e di mandare i propri figli in una scuola degna di tal nome; esprimano tutte le loro preoccupazioni rispetto alla situazione di un ente ‘scomparso’ che, in realtà, non lo è, ed i servizi che eroga sono necessari; spieghino a chi di dovere lo stato delle scuole e delle strade ed interroghino i loro interlocutori sul futuro, in tempi brevi, di questo ente, del territorio in cui opera e della gente che ci vive.

Superino le barriere di colore e le contrapposizioni partitiche – conclude Papillo - e, a partire dalle iniziative intraprese, alimentino una riflessione su un non senso che, in qualche modo, un senso 

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