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Natale senza lavoro: dove la crisi morde le famiglie

Ci sono case, in Calabria, in cui il Natale quest’anno non sarà festeggiato con tappi di spumante volanti e panettoni disposti su tavole imbandite. Alcuni gli “eccessi culinari” dell’attesa festività non li hanno mai provati, altri a questa situazione non ci erano abituati. Stavolta le ristrettezze sono diffuse su larga scala, perchè gli effetti di una crisi lunga e acuta, che si è andata ad inserire in un contesto di atavico sottosviluppo, hanno inciso pesantemente anche sui vecchi risparmi. Persino la consuetudine tutta calabrese di ricorrere all’appoggio di nonni e genitori sembra inefficace: il sostegno dei parenti non è più agevole come una volta perchè le difficoltà riguardano tutti. Un pensiero è diventato un’ossessione per molti padri di famiglia: recuperare un lavoro che consenta di restituire un minimo di serenità, di dare finalmente una risposta positiva alle richieste dei propri figli, di poter alzare gli occhi e guardare avanti. Ogni angolo di questa regione è un focolaio di proteste: precari e disoccupati, cassaintegrati ed espulsi dal contesto lavorativo sono sul piede di guerra. A Serra sarà, ad esempio, un Natale di battaglia per i tirocinanti del progetto “Natura e turismo”, così come per i percettori di mobilità in deroga prima impiegati nelle politiche attive. Attendono una “sistemazione” che forse non arriverà mai, ma anche quelle spettanze arretrate che li hanno messi in ginocchio. Lo scenario è ovunque drammatico, ma c’è un aspetto che va comunque considerato: senza soldi, regali e pietanze ipercaloriche, si potrà pensare un po' di più al vero senso della Natività, ai valori dell’unità familiare ed agli insegnamenti che scaturiscono dai sacrifici. Sarà un Natale di problemi, ma anche un Natale di speranza. E forse l’occasione di ripensare se stessi.

 

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Suicida dopo una cartella di equitalia da 400 mila euro

Dramma della disperazione a Lamezia Terme, dove, un imprenditore cinquantacinquenne, di origine francese, si è tolto la vita dopo aver ricevuto da Equitalia un’ingiunzione di pagamento per oltre 400 mila euro. L’uomo sarebbe stato trovato impiccato da un parente, nel pomeriggio di ieri, nel negozio d’impianti elettrici che gestiva in via dei Bizantini. Da quanto si è appreso, prima di compiere il suo gesto estremo, l’imprenditore avrebbe preso commiato dalla moglie e dai tre figli lasciando un biglietto con su scritto: “Perdonatemi”.

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