Caso Don Gerardo, restituiti molti beni ma le indagini proseguono

È stata restituita la maggior parte dei beni sequestrati a don Gerardo Letizia per i quali lo stesso parroco ha saputo dimostrarne la provenienza, mentre limitatamente a tre beni per i quali la provenienza non sarebbe stata ancora dimostrata e che sono stati restituiti alla parrocchia di San Biagio, il sacerdote in pensione rimarebbe denunciato per il presunto reato di appropriazione indebita. Il caso è balzato agli onori della cronaca qualche tempo addietro quando la Procura della Repubblica di Vibo Valentia, nella persona del Pm Vittorio Gallucci, aveva iniziato delle indagini nei confronti di don Gerardo Letizia, parroco in pensione della parrocchia di “San Biagio” di Serra San Bruno ipotizzando il reato di appropriazione indebita e omessa comunicazione al ministero dei Beni Culturali della movimentazione di opere d’arte di proprietà della chiesa. Le indagini, condotte dagli uomini della Compagnia dei carabinieri di Serra San Bruno, avevano avuto avvio a seguito di alcune segnalazioni, anche anonime. Il personale dell’Arma aveva pertanto preso in consegna il registro dei beni di proprietà della chiesa di “San Biagio” custodito negli uffici del Ministero e, al fine di accertare se ci fossero opere ecclesiastiche mancanti, e aveva poi proceduto ad effettuare una perquisizione nell’abitazione del prete che avrebbe portato al rinvenimento di diverse opere d’arte e oggetti liturgici di notevole interesse storico e culturale.

 

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La Comunità Capi del Gruppo Scout Serra San Bruno 1 ringrazia la popolazione

In riferimento alla vicenda di don Gerardo Letizia, la Comunità Capi del Gruppo Scout Serra San Bruno 1 ha diffuso la seguente dichiarazione:

Non c’erano dubbi: la comunità serrese, critica per intelligenza, ma buona, accogliente, capace di vedere nel proposito del cambiamento se vi è un bene gratuito o interessato, così come ha accolto quarant’anni fa l’arrivo di Don Gerardo, oggi ha accolto ed espresso consenso dando voce al nostro grido di solidarietà.

Noi serresi, nel tempo, abbiamo imparato ad amare “il samaritano” arrivato in mezzo a noi. Per primo il caro Don Vincenzo Samà, lo ha accolto come un figlio e lui, Don Gerardo, lo ha “coccolato” come ha fatto con suo padre.

I giovani lo hanno scelto con gli occhi del cuore come guida, perché testimone del vangelo.

Le famiglie lo hanno scelto per amico, presente in ciascuna, nelle gioie e/o difficoltà quotidiane, ma soprattutto attento e presente ai problemi del tessuto sociale.

La comunità è cresciuta nell’unità, nel consenso del vangelo, nella libertà di criticarlo e di trovare in lui dialogo e spiegazione.

Desideriamo ringraziare le tantissime persone che hanno espresso  vicinanza, condividendo il comunicato di solidarietà, alla nostra guida spirituale di sempre Don Gerardo Letizia.

Altrettanto grazie diciamo a quanti, pur vivendo in altre città e qualcuno all’estero, ci hanno contattato telefonicamente, via sms e via mail, confermando che quanto espresso corrisponde totalmente alla loro opinione.

Non possiamo esimerci di ringraziare quelli che, in apparenza, risulterebbero lontani e critici alla vicenda, ma che inaspettatamente, ricredendosi e qualcuno scusandosi, hanno esternato vicinanza.

Tale consenso, ci ha arricchito altresì di innumerevole proposte da attuare.

Cogliamo l’occasione per salutarvi fraternamente, congedandoci con una frase di Papa Giovanni Paolo II, che il nostro, vostro Don Gerardo, facendola sua, da sempre ama ripetere “Non c’è pace senza giustizia”.  

                                                                                            La Comunità Capi 

 

Don Gerardo, la solidarietà del Gruppo Scout Serra 1

In riferimento alla vicenda relativa a don Gerardo Letizia, la Comunità Capi del Gruppo Scout Serra San Bruno I dichiara quanto segue:

Come molti di voi sapranno, la cosiddetta “macchina del fango”, artatamente messa in atto da ambienti inqualificabili, con l’intento di inoculare il virus del dubbio, inizialmente barbicante nell’umano pettegolezzo locale ma senza risultanze, ha fatto il salto di qualità colpendo mediaticamente il nostro assistente ecclesiastico Don Gerardo LETIZIA e tutti noi.

L’intento lapalissiano, evidente a quelli che hanno un minimo di capacità e onestà intellettiva, è quello di mettere in discussione la missione di un salesiano, vero pastore, schietto, burbero e attento, che ha vissuto, vive e, conoscendolo, continuerà a vivere in modo umile, spartano e francescano. 

Un autentico uomo di chiesa per la chiesa, che ha guidato, sia spiritualmente che materialmente e con grande passione, in modo eticamente e moralmente ineccepibile, una comunità bisognosa semplicemente della parola e dell’amore di Dio.

Ebbene sì caro DonGi, è vero, tutti i nodi vengono al pettine.

Ti sei indebitamente appropriato dei poveri di spirito e li hai arricchiti d’amore;

 sì, ti sei indebitamente appropriato dei giovani togliendoli dalla strada fredda e polverosa;

 sì, ti sei indebitamente appropriato delle sofferenze di una comunità innalzandole a Dio;

 sì, ti sei indebitamente appropriato della chiesa, abbattendo i cancelli e aprendola a tutti;

 sì, ti sei appropriato indebitamente dell’essere e non dell’apparire.

Caro DonGi noi all’appropriazione indebita abbiamo trovato pure l’aggravante:

hai l’aggravante di non avere mai dato importanza alle cose terrene; 

hai l’aggravante di avere svolto il tuo ministero prima in bicicletta e poi a piedi; 

hai l’aggravante di avere tenuto la “schiena dritta” davanti agli uomini di potere;

hai l’aggravante di continuare ad essere un uomo buono ma non uno sciocco;

hai l’aggravante di aiutare e avere aiutato materialmente tanti poveri; 

hai l’aggravante di essere stato vicino all’associazionismo sociale; 

hai l’aggravante di portare la Parola e il Corpo di Cristo in un piccolo centro anziani;

 hai l’aggravante di testimoniare ogni giorno la tua fede in tutti gli ambiti sociali.              

Non preoccuparti caro DonGi, tutto questo non influenzerà la nostra fede, dopo tanti anni vissuti con te sappiamo distinguere il vero dal falso, il bene dal male, la calunnia dalla verità, sappiamo che la vera chiesa è composta da uomini come Papa Francesco, come il Priore Don Jacques Dupont, come i Don Gallo, i Don Puglisi, i Don Ciotti, e se ci permetti anche i Don Gerardo. 

Si caro DonGi, abbiamo avuto il coraggio di seguirti e avremo il coraggio di perseverare a seguirti per crescere nella squadra di Cristo.

Caro il nostro “appropriatore indebito”, vorremmo continuare nell’excursus del tuo curriculum criminale, ma oggi si sa, si dà maggiore spazio alla calunnia.

Pochi giorni fa un giovane e libero giornalista locale scriveva “quella sedia vuota ci appartiene”.

Si caro DonGi, tu in qualità di umile servitore di Dio e della chiesa appartieni al nostro passato, al nostro presente e al nostro futuro.

La giustizia terrena faccia il suo corso, con difficoltà capirà, ma anche essa deve e dovrà rispondere semplicemente alla verità. 

    “Chi corre dietro al nulla diventa lui stesso nullità” (Papa Francesco)

 

“I tuoi complici”

La Comunità Capi del Gruppo Scout Serra San Bruno 1

 

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Appropriazione indebita, indagato don Gerardo Letizia

E’ stato deferito all’Autorità Giudiziaria per le ipotesi di reato di appropriazione indebita e omessa comunicazione al ministero dei Beni Culturali della movimentazione di opere d’arte di proprietà della chiesa. La Compagnia dei carabinieri di Serra San Bruno, diretta dal capitano Stefano Esposito Vangone, ha denunciato il parroco in pensione don Gerardo Letizia che ora dovrà rispondere davanti all’A. G. di quanto gli viene contestato. Più in particolare i carabinieri, in seguito a segnalazioni, avrebbero acquisito il registro dei beni di proprietà della chiesa  di “San Biagio” custodito negli uffici del Ministero e, per accertare se ci fossero opere ecclesiastiche mancanti, avrebbero effettuato una perquisizione nell’abitazione del prete. Da ciò sarebbe emerso che in casa del sacerdote vi erano custodite indebitamente diverse opere d’arte e oggetti liturgici di notevole interesse storico e culturale, tra questi quadri (qualcuno pare del ’500), crocifissi e calici. Quanto rinvenuto sarebbe stato immediatamente posto sotto sequestro. Un fulmine a ciel sereno che cade sulla cittadina della Certosa e che travolge non soltanto uno degli uomini religiosi più in vista dell’intero comprensorio montano, ma anche tanti fedeli che nei giorni scorsi erano rimasti increduli a voci che poi avrebbero trovato il conforto nelle carte in mano alla Procura di Vibo Valentia e precisamente in quelle del pm Vittorio Gallucci. Il colpo di scena era arrivato alcuni giorni fa quando i carabinieri avevano perquisito l’abitazione e una casa di cura nella disponibilità dell’ex parroco. Da lì un susseguirsi di voci e di notizie che volavano cautamente di bocca in bocca ma nulla di più. Ora la conferma. Ma chi è don Gerardo Letizia? Lo scorso 23 settembre per ringraziare don Gerardo Letizia, da poco in pensione dopo una lunga carriera ecclesiastica, nella chiesa Matrice era stata celebrata una santa messa alla presenza di centinaia di fedeli, autorità civili e militari e dei rappresentanti delle Congreghe e degli Scout che lo stesso don Gerardo, con intento innovatore e sguardo al futuro, aveva fondato. La sua vocazione è stata forgiata nello spirito del messaggio di San Francesco di Sales e di San Giovanni Bosco. Dopo gli studi ecclesiastici ha lavorato per un anno alla Farnesina, presso l’Organizzazione Internazionale sul Volontariato, occupandosi del servizio civile. E’ rientrato nel suo paese negli anni ’70 ed è diventato parroco di ‘San Biagio’ l’uno dicembre 1993. Ha operato anche nell’ambito scolastico come professore di educazione artistica, musicale e fisica. Il 27 dicembre del 1993 il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro ha conferito a don Gerardo il titolo di “cavaliere”. Oltre ad essere stato fondatore degli scout, a lui si deve anche la fondazione del Centro per gli Anziani. Inoltre il parroco è stato anche il curatore del libro “La Platea della Chiesa Matrice”, che riporta le vicende accadute nella cittadina nei tempi antichi. Non soltanto un prete ma una vera e propria istituzione. Poi le tante iniziative, fino a quella di creare un centro anziani per prendersi cura di persone ammalate o abbandonate ma l’idea di costruire una grande struttura che aveva in mente per fare il salto di qualità non andò mai in porto. 

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