Violazione della sorveglianza, arrestato Giovanni Mancuso

Nel primo pomeriggio di ieri, i carabinieri delle Stazioni di Limbadi e Rombiolo hanno tratto in arresto il pluripregidicato, 76enne Giovanni Mancuso.

L'uomo, considerato elemento di spicco dell’omonimo clan di Limbadi, è stato sorpreso, nella propria abitazione, mentre si intratteneva con un pregiudicato del posto, in violazione alle prescrizioni imposte dalla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, che prevedono tra l’altro di non accompagnarsi a soggetti pregiudicati.

Al termine delle formalità di rito, Mancuso è stato tradotto presso la propria abitazione, in regime degli arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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'Ndrangheta, "pentito" inattendibile: assolti 8 presunti affiliati al clan Mancuso

Il Collegio Giudicante del Tribunale di Vibo Valentia ha disposto l'assoluzione di otto persone che sedevano sul banco degli imputati e considerati personaggi di rilievo della cosca Mancuso di Limbadi. A mandare in frantumi le tesi della pubblica accusa è stata l'inattendibilità, secondo quanto deciso in sede di verdetto, dei racconti resi dal testimone di giustizia Alfonso Carano. Contestualmente, infatti, i magistrati hanno ordinato che le sue affermazioni vengano trasmesse agli uffici della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro affinché si proceda contro di lui per il reato di falsa testimonianza.  Il rappresentante della pubblica accusa in aula per conto della DDA catanzarese, Camillo Falvo, si era espresso per una condanna a complessivi ottantasette anni di reclusione. Lo stesso pubblico ministero ha già annunciato che ricorrerà in Appello. Il verdetto riguarda: Pantaleone Mancuso, soprannominato "l'Ingegnere", nei confronti del quale era stata avanzata una richiesta di condanna a sedici anni di carcere; Diego Mancuso (richiesti 14 anni); Domenico Mancuso, figlio del presunto boss Giuseppe Mancuso, (richiesti 8 anni); Francesco Mancuso, noto come "Tabacco" (richiesti 9 anni); Giovanni Mancuso (richiesti 12 anni); Vincenzo Addesi (richiesti 9 anni), di Soriano Calabro; Salvatore Cuturello, genero di Giuseppe Mancuso, (richiesti 8 anni); Salvatore Valenzise (richiesti 11 anni). Erano accusati, a vario titolo, di danneggiamenti, spari in luogo pubblico, sequestro di persona, usura, violenza privata, tutti reati, aggravati dalle modalità mafiose.

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Il Tribunale del Riesame ha annullato l'arresto del presunto boss Giovanni Mancuso

Il Collegio Giudicante del Tribunale del Riesame di Catanzaro ha disposto l'annullamento dell'arresto, effettuato poco meno di due settimane fa, di Giovanni Mancuso. Il 74enne, considerato dagli inquirenti uno dei personaggi al vertice dell'omonimo clan di Limbadi era finito in manette con l'accusa di evasione dai domiciliari ai quali è costretto in seguito al coinvolgimento nell'operazione "Black Monkey". I Carabinieri lo avevano individuato per strada ed a loro aveva spiegato che stava raggiungendo il Tribunale per prendere parte all'udienza del processo nel quale siede sul banco degli imputati insieme ad altre ventiquattro persone. 

'Ndrangheta: il presunto boss Giovanni Mancuso arrestato per evasione dai domiciliari

E' accusato di evasione dai domiciliari il settantaquattrenne Giovanni Mancuso, tratto in arresto oggi dai Carabinieri. Considerato personaggio di spicco dell'omonima cosca di Limbadi, era sottoposto al regime della detenzione domiciliare per il reato d associazione mafiosa addebitatogli nell'ambito dell'inchiesta "Black Monkey". Secondo sostenuto dai militari dell'Arma, si è allontanato da casa per andare Vibo Valentia. Quando gli uomini in divisa lo hanno visto, ha detto loro di aver lasciato il proprio domicilio per essere presente ad un'udienza processuale. Una risposta che non corrispondeva a verità in quanto il prossimo appuntamento in aula presso il Tribunale vibonese è fissato per lunedì. E' stato così ristretto di nuovo ai domiciliari.  Col fratello Antonio, secondo la tesi degli inquirenti che lo hanno coinvolto nel processo "Black money" ha gestito un "organismo centrale gerarchicamente sovraordinato rispetto a più rami operativi autonomi" del potente clan di Limbadi, assumendo i due Mancuso le qualità di "organizzatori, capi e promotori dell'intera organizzazione criminale".

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