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Accertata dalla Guardia di Finanza evasione Imu per oltre 675.000 euro nel Vibonese

Le attività ispettive condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria e della Compagnia di Vibo Valentia, nell’ambito di controlli fiscali su immobili adibiti ad alberghi ed attività commerciali operanti sulla fascia costiera vibonese, hanno permesso di constatare, con riferimento agli anni d’imposta dal 2012 al 2015, numerosi casi di evasione dell’Imposta Municipale sugli Immobili, tributo che, con il taglio dei trasferimenti da parte del governo centrale, influenza in modo sempre più significativo i bilanci degli Enti Locali. Le investigazioni sono state sviluppate attraverso un’attività preparatoria basata sulla raccolta di dati relativi agli immobili e sulla collaborazione con gli Enti locali. Dopo avere rilevato gli immobili accatastati nella categoria catastale D (nello specifico: le strutture alberghiere - categoria catastale D/2 - ed i fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di un'attività commerciale - categoria catastale D/8) ed identificato le persone fisiche e/o giuridiche intestatarie degli immobili, sono stati esperiti accertamenti presso l’Ufficio Tributi dei Comuni al fine di confermare le risultanze delle interrogazioni alle banche Dati e determinare l’esatto ammontare dell’imposta dovuta. Una volta individuato il proprietario dell’immobile e l’esatto ammontare dell’I.M.U. dovuta, così come determinata dall’ente comunale, le Fiamme Gialle hanno consultato la banca dati dell’Anagrafe Tributaria al fine di verificare la presenza di modelli di pagamenti F24, inerenti il tributo in questione, e la loro congruità rispetto all’ammontare statuito dal Comune.

Gli accertamenti esperiti hanno fatto emergere molti casi di totale evasione dell’Imu per un importo complessivo di 679.043 euro.

Scoperta evasione di Imu per 6 milioni di euro: sanzioni della Guardia di Finanza

La Guardia di Finanza ha scoperto un’evasione di imposte locali pari a circa 6 milioni di euro da parte di stabilimenti balneari, alberghi e strutture ricettive presenti nella fascia costiera dell’Alto Tirreno. In particolare, le attività ispettive svolte, originate da forme di collaborazione con gli Enti locali, hanno riguardato il corretto assolvimento dell’Imposta Municipale Unica (I.M.U.), introdotta nell'ambito della legislazione attuativa del federalismo fiscale. Dai controlli effettuati nei confronti di circa 50 attività imprenditoriali e società operanti in vari Comuni della Provincia di Cosenza, è emerso il mancato versamento di I.M.U, dal 2012 al 2015, per circa 6 milioni di euro. Le azioni di monitoraggio della Guardia di Finanza si sono focalizzate, prioritariamente, su immobili della categoria “D/2” (Alberghi e pensioni con fini di lucro), per i quali i possessori sono tenuti al pagamento dell’I.M.U. applicando l’aliquota ordinaria adottata dal Comune alla rendita catastale rivalutata del 5% e moltiplicata per un determinato moltiplicatore (art. 13 c. 4 D.L. 201/2011). Nel corso dei controlli sono stati rinvenuti anche immobili posseduti da imprese e per i quali non si era provveduto ad un regolare accatastamento. In tali casi i militari hanno determinato le imposte locali dovute applicando gli specifici coefficienti fissati annualmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze al valore degli immobili iscritti in bilancio o nel libro dei beni ammortizzabili, al lordo del relativo fondo di ammortamento, così come previsto dall’art. 5 del D.Lgs. 504/92 e dall’art. 13 del D.L. 201/2011. L’intervento della Guardia di Finanza ha dato impulso e incisività alle attività di controllo dei Comuni che verranno sostenute anche nelle fasi di accertamento e riscossione attraverso strette forme di collaborazione e la verifica dell’effettività dei pagamenti da parte dei contribuenti. Oltre all’imposta evasa, le persone e le società che non hanno adempiuto ai previsti pagamenti, saranno soggette anche ad una sanzione amministrativa del 30% dell’importo dovuto. Con il recupero di tali risorse sarà possibile accrescere forme di giustizia sociale, promuovere una riduzione della pressione fiscale locale e garantire un miglioramento dei servizi pubblici.

Scoperta evasione di Ici/Imu per un milione di euro di villaggi turistici calabresi

Evasione fiscale per oltre un milione di euro contestata ad alberghi, villaggi turistici e stabilimenti balneari; questo è il dato che emerge dai controlli effettuati dal Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia lungo le coste calabre. L’attività s’inserisce in un più ampio progetto avviato dal Comando regionale Calabria della Guardia di Finanza, che, attraverso una specifica e sistematica opera di analisi, è finalizzata a rilevare i diffusi fenomeni evasivi, connessi alla titolarità di concessioni demaniali marittime insistenti sulla fascia costiera della Regione, mediante approfonditi controlli sui tributi locali Ici/Imu, senza trascurare i settori impositivi a questi strettamente connessi, da individuarsi nelle concessioni governative e nel corretto pagamento dei canoni demaniali. Le Fiamme  Gialle calabre del reparto aeronavale hanno concentrato la loro attenzione sulle più rilevanti attività economiche operanti nel settore turistico lungo la costa regionale. Delle oltre 130 attività commerciali esercitate e sottoposte a controllo nella fascia doganale marittima, solo una netta minoranza aveva provveduto al previsto accatastamento degli immobili ed al pagamento delle connesse imposte. Il contrasto all’evasione fiscale svolto dalla Guardia di Finanza consente agli Enti Locali, grazie al gettito rilevante che viene recuperato, di migliorare l’erogazione di beni e servizi pubblici per la collettività, così garantendo un fisco più equo e proporzionale all’effettiva capacità contributiva di ognuno. Inoltre, i molti operatori corretti subiscono una concorrenza sleale da queste forme di frode fiscale, poiché consentono agli evasori di avvalersi di costi minori (cioè senza imposte), mantenendo una maggiore competitività rispetto agli operatori onesti e rispettosi delle normative, inquinando così il mercato in modo scorretto. I controlli continueranno sino al completo e totale ripristino della legalità nel settore specifico (e ne daremo periodicamente atto all’opinione pubblica), in modo che chi emergerà sul mercato sarà solo in funzione delle proprie capacità: solo così si migliorerà l’offerta turistica in un contesto di libero mercato, fondato e retto solo dalla sana competitività.

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Strutture turistiche evadono Imu per 2 milioni di euro: controlli della Guardia di Finanza

La Guardia di Finanza ha intensificato una serie di controlli di natura fiscale relativi al corretto assolvimento dell’Imposta Municipale Unica introdotta nell'ambito della legislazione attuativa del federalismo fiscale. Con un’attività di monitoraggio del territorio cosentino, le Fiamme Gialle si sono concentrate sulla categoria catastale “D”, comprensiva della enorme quantità di stabilimenti balneari, alberghi e strutture ricettive presenti nella fascia costiera cosentina. Dai primi controlli effettuati nei confronti di 10 attività imprenditoriali prevalentemente operanti nel settore turistico, è emerso il mancato versamento di Imu, dal 2012 al 2015, per circa 2.000.000 euro. All’imposta evasa andrà aggiunto anche il pagamento di una sanzione amministrativa del 30% dell’importo dovuto nei casi di ritardi nei pagamenti superiori a 90 giorni. Attraverso il recupero di tali somme sarà possibile accrescere forme di giustizia sociale, garantendo una riduzione della pressione fiscale sui quei proprietari di immobili che, rispettando le norme vigenti, ogni anno assolvono correttamente ed in modo puntuale al pagamento dell’Imu. Inoltre con il recupero delle risorse finanziarie precedentemente evase, si potrà garantire un miglioramento dei servizi, incrementando le risorse finanziarie di quei Comuni calabresi che basano sul turismo gran parte del loro sistema economico e occupazionale. L’attività della Guardia di Finanza continuerà nei prossimi mesi al fine di garantire ogni forma di equità e tutela per le persone oneste e le imprese che rispettano le regole.

Catanzaro, Imu e Tasi: informazioni complete sul sito del Comune

Martedì 16 giugno scade il termine del pagamento delle imposte comunali Imu (Imposta municipale propria) e Tasi (Tassa servizi indivisibili).
A tal fine, il settore Servizi finanziari-tributi di Palazzo De Nobili ha reso note tutte le informazioni utili per i contribuenti che è possibile visualizzare, nella loro integralità, sul sito www.comunecatanzaro.it.
L’Imu non è dovuta dai proprietari e dai titolari di diritti (usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie):
A) dell’abitazione principale e relative pertinenze, esclusi i fabbricati classificati nelle categorie catastali A/1,A/8 e A/9;
B) dell’ unità immobiliare appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, esclusi i fabbricati classificati nelle categorie catastali A/1,A/8 e A/9, adibite dai soci assegnatari ad abitazione principale e relative pertinenze;
C) dei fabbricati di civile abitazione destinati ad alloggi sociali, esclusi i fabbricati classificati nelle categorie catastali A/1,A/8 e A/9, come definiti dal decreto del Ministro delle Infrastrutture del 22 aprile 2008;
D) della casa coniugale assegnata al coniuge, esclusi i fabbricati classificati nelle categorie catastali A/1,A/8 e A/9, a seguito di provvedimento di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio;
E) dell’unico immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, esclusi i fabbricati classificati nelle categorie catastali A/1,A/8 e A/9, posseduto e non concesso in locazione, dal personale in servizio permanente appartenente alle Forze Armate e alle Forze di Polizia ad ordinamento militare e da quello dipendente dalle Forze di Polizia ad ordinamento civile, nonché dal personale del Corpo di Nazionale dei Vigili del Fuoco, e dal personale appartenente alla carriera prefettizia, per il quale non sono richieste le condizioni della dimora abituale e della residenza anagrafica;
F) dei fabbricati rurali ad uso strumentale, di cui all’art.9, comma 3 bis, del D.L.n.557/93;
G) dei fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati;
H) dell’unità immobiliare, non classificata nelle categorie A/1,A/8,A/9, posseduta a titolo di proprietà o di usufrutto da anziani o disabili che acquisiscono la residenza in istituti di ricovero o sanitari a seguito di ricovero permanente , a condizione che la stessa non risulti locata;
I) dell’ unità immobiliare, una ed una sola, posseduta (proprietà o usufrutto) da cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato (iscritti AIRE), già pensionati nei rispettivi paesi di residenza, a condizione che non risulti locata o data in comodato d’uso;
L’Imu è dovuta dai proprietari e dai titolari di diritti (usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie):
A) dell’abitazione principale categoria catastale A/1- A/8- A/9 e relative pertinenze, a cui spetta una detrazione di € 200,00. La detrazione è rapportata ai mesi durante i quali si protrae la destinazione ed al numero dei soggetti passivi residenti.
B) degli altri fabbricati;
C) dell’aree edificabili;
D) dei terreni agricoli.
Per i Terreni agricoli posseduti da coltivatori diretti e da imprenditori agricoli Professionali, iscritti nella previdenza agricola, spetta, dall’imposta dovuta determinata ai sensi dell’articolo 13, comma 8-bis,D.L.201/2011, una detrazione di € 200,00 fino alla concorrenza del suo ammontare (D.L. n.4/2015)in Legge –34/2015).
La Tasi è dovuta dai proprietari e dai titolari di diritti (usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie):
degli immobili adibiti ad abitazione principale e relative pertinenze, ad eccezione delle abitazioni principali classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, già assoggettate ad aliquota IMU del 6 ‰;
delle unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale e relative pertinenze dei soci assegnatari;
dei fabbricati di civile abitazione destinati ad alloggi sociali, come definiti dal decreto del Ministro delle infrastrutture del 22 aprile 2008, pubblicato nella G.U. n. 146 del 24 giugno 2008;
della casa coniugale assegnata al coniuge, a seguito di provvedimento di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio;
dell’unica unità immobiliare posseduta, e non concessa in locazione, dal personale in servizio permanente appartenente alle Forze armate e alle Forze di polizia ad ordinamento militare e da quello dipendente delle Forze di polizia ad ordinamento civile, nonché dal personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e dal personale appartenente alla carriera prefettizia, per il quale non sono richieste le condizioni della dimora abituale e della residenza anagrafica;
dei fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita fino a quando permane tale destinazione e non siano in ogni caso locati;
dei fabbricati rurali ad uso strumentale di cui al comma 8 dell’articolo 13 del decreto-legge n. 201 del 2011.
Le unità immobiliari adibite ad abitazioni principali e classificate nelle categorie A/1-A/8-A/9 nonché per le relative pertinenze, già assoggettate ad aliquota IMU del 6‰ non devono pagare la TASI.
Le unità immobiliari diverse delle abitazioni principali e le aree edificabili, già assoggettate ad aliquota IMU del 10,6‰, non devono pagare la TASI.

Imu sui terreni agricoli, mozione di Bova

Una mozione con cui  “il Consiglio regionale impegni il presidente della Giunta  ad intervenire presso il Governo nazionale affinché venga tempestivamente sospeso il Decreto Interministeriale del 28 novembre 2014 che ridefinisce l’elenco dei Comuni che beneficiano dell’esenzione dall’IMU sui terreni agricoli”. A presentarla agli uffici della segreteria d’Assemblea di Palazzo Campanella è stato il consigliere regionale Arturo Bova (Democratici e Progressisti). Fra gli altri obiettivi del documento quello di “costituire un Tavolo Stato-Regioni al fine di concordare nuovi e più equi criteri di individuazione e classificazione delle zone montane e collinari esenti IMU; e comunque, di porre in essere ogni più opportuna e necessaria azione al fine di tutelare il settore agricolo, particolarmente vessato nel nostro Paese, specialmente nelle aree montane e ancor di più nell’entroterra calabrese”. Nel documento, il consigliere ricostruisce l’iter della vicenda. “Con l’ordinanza del 21 gennaio 2015, il TAR del Lazio, ha rinviato al 17 giugno 2015 la data dell’udienza pubblica per la trattazione nel merito del ricorso promosso da alcune ANCI regionali (Umbria, Liguria, Veneto, Abruzzo e Lazio) sulla legittimità del Decreto Interministeriale del 28 novembre 2014, disponendo che 'le esigenze della parte ricorrente appaiono adeguatamente tutelabili con la sollecita definizione del giudizio nel merito’. Con la stessa decisione - prosegue Bova -  il Tar Lazio non ha confermato la sospensione degli effetti del provvedimento, già disposta, fino all’udienza del 21.1.2015, dal decreto del Presidente della seconda sezione del Tar in data 22 dicembre 2014. Pertanto, nell’ambito di questo giudizio - sottolinea  l’esponente politico - riacquistano validità i criteri di imponibilità dei terreni montani indicati dal decreto del 28 novembre scorso. Sullo stesso tema, tuttavia, il Tar Lazio si e’ pronunciato con un ulteriore decreto cautelare emanato in data 14 gennaio 2015, con riferimento ad un altro ricorso, promosso da alcuni Comuni siciliani che aveva effetto fino alla trattazione in Camera di Consiglio, fissata per il 4 febbraio 2015 e, dunque, per una data evidentemente successiva al termine per il pagamento dell’IMU sui terreni agricoli montani. Termine che, come noto, e’ fissato al 26 gennaio 2015 (comma 692 della Legge di Stabilità 2015)”. Al contempo, Bova fa presente che “l’udienza del 4 febbraio 2015 è stata rinviata”. “Alla luce di tutto questo - sostiene il consigliere regionale -  il regime fiscale dei terreni agricoli montani resta caratterizzato da confusione normativa ed incertezza giurisprudenziale, con gravi ripercussioni sia sui Comuni che sui contribuenti coinvolti. I Comuni, inoltre, si trovano nella condizione di aver subito tagli, complessivamente pari a 359 milioni di euro, a fronte di un gettito potenziale già dubbio in ordine al quantum, e più in generale discutibile in ordine ai criteri previsti, ed ora ancora più incerto”. Fra le altre motivazioni addotte da Bova vi è la seguente: “I contribuenti sono in oggettive condizioni di incertezza circa il pagamento e si ricorda che, per effetto di consolidati principi di affidamento e buona fede, non sono applicabili sanzioni ai contribuenti qualora sussistano ‘obiettive condizioni di incertezza sulla portata e sull’ambito di applicazione della norma tributaria’”. “A fronte della situazione prospettata, e come più volte sollecitato anche dall’ANCI  - conclude Arturo Bova - appare indispensabile abbandonare il proposito di ottenere gettito aggiuntivo dai territori montani con riferimento al 2014 ed abolire i tagli in corso di effettuazione nei confronti di oltre 4 mila comuni. I criteri di imponibilità, come indicato anche da recenti pronunciamenti parlamentari, potranno poi essere profondamente innovati attraverso una necessaria condivisione con le parti sociali e con i Comuni”.

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