D'Ascola: "Alternativa Popolare determinante per vittorie a Gioia e Lamezia"

“Esprimo le mie congratulazioni per i risultati conseguiti a Gioia Tauro e Lamezia Terme e l’elezione a sindaco di Giuseppe Pedà e Paolo Mascaro”. Queste le parole del senatore Nico D’Ascola, dopo il turno di ballottaggio per le elezioni amministrative. “Il contributo determinante portato dal nostro partito in entrambi i contesti elettorali, denota il grande impegno dato a supporto dei candidati e l’interesse dei cittadini nel voler premiare la buona politica, rispetto a chi la strumentalizza per i propri scopi. Da una parte le amministrazioni devono gestire la cosa pubblica in maniera efficiente e nell’ esclusivo interesse dei cittadini, dall’ altro gli stessi devono essere parte attiva, con valutazioni utili al miglioramento dell’agire politico. Siamo in un momento politico delicato – prosegue D’ Ascola - ed è necessaria una riflessione su come raggiungere determinati obiettivi per il bene del Paese. Noi siamo gli unici rappresentanti dei moderati, che si riconoscono in determinati principi. Dobbiamo costruire una casa dei moderati e prima ancora, condividere un programma politico. Ci sono soggetti delusi che vanno recuperati e questo compito spetta alla politica. Bisogna ricostruire il mondo dei moderati, ma partendo da basi intellettuali. La riunificazione del centrodestra - conclude il senatore - va fatta se si crea una cultura dei moderati e se ci sono dei soggetti politici in grado di interpretarne i principi”.

Tensioni Pd-Ncd, D'Ascola richiama Orfini

“Siamo alle decisioni preventive. Ossia quelle assunte prima di ancora di conoscere gli atti. Per giunta da chi, come Matteo Orfini,  non ha alcuna competenza funzionale a pronunciarsi su una materia riservata alla Giunta per le immunità parlamentari, ma che per la carica di presidente del Partito Democratico, che dovrebbe consigliargli una maggiore prudenza, addirittura sembra impartire indicazioni ai parlamentari”. A dichiararlo è Nico D’Ascola, responsabile giustizia Area Popolare e membro della Giunta per le immunità parlamentari. “Le dichiarazioni del deputato Orfini del Partito Democratico sul caso Azzolini, che intervengono quando nessuno conosce gli atti posti alla base della richiesta della procura di Trani – osserva D’Ascola - stupiscono per il loro preconcetto, per la mancanza di ogni informazione che le renda in qualche modo giustificabili, ma soprattutto per la mancanza di rispetto chiaramente implicata dal loro contenuto. Mancanza di rispetto, non già manifestata in spregio del senatore Antonio Azzolini che è la parte, ma nei confronti della Giunta, la quale è l’unica istituzionalmente chiamata a pronunciarsi in virtù di prerogative contenute in una espressa disposizione della nostra Costituzione. Ma Orfini – prosegue D’Ascola -  si dimostra  irrispettoso anche nei riguardi di tutti i componenti della Giunta, e particolarmente dei senatori del  Partito Democratico, tutti dotati di eccezionale competenza, equilibrio, indipendenza e senso del diritto. Quindi non condizionabili, malgrado le dichiarazioni di Orfini. A prescindere dall’esito del giudizio, che sarà quello che la libera valutazione dei senatori componenti la Giunta determinerà – conclude D’Ascola - è comunque una giornata triste per la nostra democrazia, quella nella quale si tenta di rendere inutile addirittura apertamente condizionandolo un giudizio che rientra nella esclusiva competenza di un organo parlamentare”.

Ddl omicidio stradale, il commento del senatore D'Ascola

“Questo provvedimento si iscrive in una tradizione propria del nostro codice che tratta con estrema severità la ubriachezza volontaria”. Ad affermarlo è il senatore Nico D’Ascola, intervenuto sul ddl sull’omicidio stradale, in discussione al Senato. “Abbiamo una disciplina che trasferisce l’elemento soggettivo, nel momento in cui si cagiona lo stato di ubriachezza, alla commissione del reato commesso in tale stato. Dobbiamo comprendere che certo la soluzione di problemi di questo genere è costituita dalla prevenzione, da un sistema di sicurezza dei cittadini che transiti effettivamente attraverso il controllo sociale. E’ necessario – prosegue D’Ascola - pensare alla prevenzione attraverso un sistema capillare di sicurezza che significa controllo, senza quest’ultimo non si può attuare la prevenzione, in quanto il meccanismo del reato colposo non si caratterizza per una disubbidienza volontaria, ma per un comportamento determinato per l’appunto da imprudenza, imperizia, negligenza, quindi da meccanismi che scontano la difficoltà di un relazionarsi con il precetto penale. Per quanto riguarda l’omicidio stradale, l’intervento sanzionatorio severo agisce effettivamente sui fatti prodromici, ossia sulle condotte di assunzione volontaria di sostanze stupefacenti o psicotrope, sull’ assunzione di sostanze alcoliche, tutti comportamenti che si caratterizzano almeno per una fase iniziale di tipo volontario. Il cittadino che assume in maniera abituale o anche in modo frequente sostanze stupefacenti, ovvero sostanze alcoliche, oggi sa che un’assunzione dissennata di queste, coniugata con la guida di autoveicoli, potrà sfruttargli un intervento sanzionatorio estremamente severo. Quindi, l’intervento non agisce sul fatto colposo, ma agisce sul fatto prodromico che determina quella situazione di enorme pericolo. La società moderna è una società del rischio, dunque, non possiamo sottovalutare in questo contesto condotte sconsiderate che addirittura in certo senso già implicano una forma surrettizia di accettazione del verificarsi dell’evento, in un contesto in cui esso non è assolutamente voluto. Il fatto deve essere cagionato per colpa, nessuno deve pensare che taluno risponderà di omicidio stradale se si è ubriacato. L’evento non è addebitale ad una sua condotta colposa, ma lo stato di ubriachezza volontaria, lo stato di assunzione volontaria di sostanze stupefacenti è quella condizione che determina l’accesso alla forma autonoma e specializzata di omicidio stradale. La presenza della colpa – conclude il senatore - deve rinvenirsi, perché se il soggetto ancorchè ubriaco o in stato di stupefazione, avesse cagionato incolpevolmente l’evento, nessuno potrebbe addebitarglielo. E’ necessario riflettere sulla necessità di un diritto penale della sicurezza, ma questo costituisce una strada ancora da intraprendere ed è il problema più importante della scienza penalistica”.

D’Ascola: “I cittadini devono stare vicini alle amministrazioni che hanno scelto, con critiche costruttive e non inconsistenti”

“Il risultato ottenuto nell’ultima tornata elettorale a Villa San Giovanni è  stato eccezionale”. Ad affermarlo è il senatore di Area Popolare Nico D’Ascola, in merito alle elezioni amministrative del comune di Villa San Giovanni  e l’elezione a sindaco di Antonio Messina. “L’aver raggiunto  il 62,34%  dimostra che chi fa l’interesse dei cittadini viene premiato, rispetto a coloro che utilizzano l’agire politico per i propri scopi. Il successo ottenuto – prosegue D’Ascola - denota l’ottimo lavoro portato avanti dalla precedente amministrazione e conferma il desiderio da parte dei cittadini villesi di dare continuità al progetto e al programma politico, per una gestione sana e produttiva della cosa  pubblica. I cittadini devono stare vicini alle amministrazioni che hanno scelto, con critiche costruttive e non inconsistenti. A sua volta, una amministrazione efficiente deve farsi carico dei problemi e delle richieste dei cittadini, fornendo loro un riscontro concreto con un buon agire politico. Una riflessione che si deve fare – conclude il senatore - è che la buona politica paga sempre, mentre è tramontata la gestione fatta di sotterfugi, a danno dei cittadini”. 

 

Nico D' Ascola: "Esprimo soddisfazione per l'approvazione del ddl anticorruzione"

“Come relatore al Senato del ddl anticorruzione mi congratulo per il fatto che il testo legislativo sia stato approvato alla Camera dei Deputati senza alcuna modifica”. Ad affermarlo è il senatore di Area Popolare, Nico D'Ascola che aggiunge “segno, questo, che il serio e impegnativo lavoro da me svolto in Commissione giustizia al Senato e successivamente in Aula, è stato perfettamente condiviso dalla Camera dei Deputati”. La prima parte del provvedimento, che riguarda i reati contro la Pubblica Amministrazione, inasprisce le pene principali e accessorie per i reati di corruzione, indebita induzione e peculato. Sono previsti obblighi di riparazione e attenuanti in caso di collaborazione utile alle indagini. In un'ottica di prevenzione, è previsto lo scambio di informazione tra autorità anticorruzione, procure e tribunali amministrativi regionali. La seconda parte del testo legislativo riguarda i delitti di false comunicazioni sociali. È prevista un'area di non punibilità per fatti di lieve entità riguardanti società non quotate. Per quanto riguarda la prima categoria di delitti, si prevede un inasprimento sanzionatorio generalizzato, che riguarda non soltanto le pene principali, ma anche quelle accessorie. In particolare, si interviene sul delitto di corruzione per l'esercizio delle funzioni di corruzione per atto contrario ai doveri dell'ufficio, di corruzione in atti giudiziari, di indebita induzione e di peculato. Da questo punto di vista si è allargato l'inasprimento del trattamento sanzionatorio in virtù della necessità di armonizzare e riequilibrare detto trattamento all'interno delle figure che compongono i delitti dei pubblici ufficiali contro la Pubblica Amministrazione. 

 

 

 

 

D'Ascola: "Depositerò in Senato un disegno di legge sui furti in appartamento"

“Depositerò in  Senato un disegno di legge sui furti in appartamento. Il discorso della sicurezza dei cittadini è complesso e non può mancare ovviamente un più razionale e completo intervento punitivo”. Ad affermarlo è il senatore di Area Popolare Nico D’Ascola, intervenuto al convegno promosso dal centro di ricerca  sulle misure di prevenzione e sull’economia della criminalità, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. “Esistono dei reati che urtano direttamente il senso di sicurezza, di serenità del vivere quotidiano. Tali furti – ha proseguito D’Ascola - sono caratterizzati spesso da conseguenze molto più gravi, rispetto a quelle implicate dalla mera sottrazione o impossessamento della cosa mobile altrui, e frequentemente, si trasformano in gravi delitti contro la persona o in alcuni casi in omicidi. Abbiamo ritenuto, pertanto, che l’intervento delle misure di prevenzione fosse uno strumento necessario che non andasse disperso. Questo consente di percepire il ruolo fondamentale che le misure di prevenzione dovrebbe avere in un futuro sistema penalistico, non esclusivamente sbilanciato sul reato, ossia sulla realizzazione dell’evento rispetto al quale non rimane altro che l’intervento punitivo. Un diritto penale ben organizzato – ha concluso - dovrebbe essere ricco di strumenti dissuasivi, quelli che si ritiene di utilizzare attraverso le misure di prevenzione”.

 

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