Operazione “Puerto connection”. Traffico internazionale di stupefacenti, sequestrati beni per 3 milioni di euro

In esito alle indagini condotte nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “Puerto Connection”, volta al contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, i militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno dato esecuzione – su ordine della locale Procura della Repubblica – a un decreto di confisca di beni immobili, autovetture e disponibilità finanziarie complessivamente pari ad oltre euro 3.000.000. 

Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria - Sez. Misure di Prevenzione, è stato eseguito nei confronti di Alfonso Brandimarte, il quale era stato tratto in arresto nel luglio 2014 nell’ambito dell’operazione “Puerto Liberado”, in ragione di un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. 

Il soggetto, infatti, si era reso responsabile della commissione dei reati di cui agli artt. 73 e 74 del DPR 309/1990 (associazione a delinquere dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti) in quanto promotore di un’organizzazione criminale articolata su più livelli – comprensivi di squadre di operatori portuali infedeli – dotata di elevatissime disponibilità finanziarie e finalizzata a reperire ed acquistare all’estero ingenti quantità di cocaina. 

Come accertato nel corso delle investigazioni, nello specifico, la droga partiva dai porti panamensi di Cristobal e Balboa e veniva importata presso il porto di Gioia Tauro o in altri porti nazionali ed europei, a bordo delle cargoship della MSC S.A.. 

Nell’ambito della stessa operazione, nel 2011 militari del Gruppo Operativo Antidroga della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno tratto in arresto Vincenzo Trimarchi, componente della menzionata organizzazione criminale, sorpreso in flagranza di reato mentre tentava di esfiltrare più di 500 kg di cocaina dall’area portuale di Gioia Tauro per consegnarli ad Alfonso Brandimarte.

Le ulteriori indagini hanno inoltre evidenziato l’estrema pericolosità e, al contempo, la notevole capacità delinquenziale del sodalizio in questione, forte a tal punto da essere in grado di “testare”, con preliminari e più piccoli carichi di prova, la “risposta” dei dispositivi di contrasto delle Forze di Polizia e degli organi ispettivi e capace di variare di volta in volta il proprio modus operandi in relazione al trasporto e al recupero della cocaina, anche avvalendosi di strumenti di comunicazione criptata. 

In ragione delle evidenze investigative acquisite – successivamente confermate nel giudizio di primo grado – è stato inoltre avviato, in sinergia con la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, l’approfondimento dei profili patrimoniali e finanziari dell’attività illecita, al fine di far emergere, in capo ai membri del sodalizio criminale, le ricchezze non giustificate alla luce dei redditi dichiarati e dell’attività economica svolta. 

Le attività, particolarmente difficoltose per via delle manovre elusive e dei meccanismi di mimetizzazione dell’effettiva titolarità adottati dagli indagati, si sono concluse con l’individuazione di beni mobili ed immobili, di disponibilità finanziarie nonché di attività economiche localizzate in Lombardia e in Calabria gestite tramite fiduciari, risultate nell’effettiva disponibilità dello stesso Alfonso Brandimarte – del quale è stata altresì provata la pericolosità sociale qualificata ai sensi dell’art. 4 lett. b. D.Lgs. 159/2011 – per oltre euro 3.000.000. 

Al riguardo, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, valorizzando le risultanze dell’attività svolta dai militari della Guardia di Finanza, ha disposto dapprima il sequestro delle menzionate disponibilità economiche, qualificate quali provento del traffico internazionale di stupefacenti e con l’odierno provvedimento, la confisca del seguente patrimonio, riconducibile a Alfonso Brandimarte: 

- n. 4 immobili,

- n. 3 terreni,

- n. 2 autovetture,

- n. 1 ditta individuale, comprensiva del patrimonio aziendale;

- n. 1 società commerciale, comprensiva del patrimonio aziendale; 

- 50% delle quote di una società commerciale; 

- n. 2 polizze assicurative; 

- n. 3 rapporti finanziari. 

 

Operazione “Puerto Connection”. Confiscati beni, macchine e disponibilità finanziarie per 320.000 euro

Nell’ambito dell’operazione di polizia giudiziaria convenzionalmente denominata “Puerto Connection”, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno dato esecuzione a un decreto di confisca di beni immobili, autovetture e disponibilità finanziarie complessivamente pari ad euro 320.000.

Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Reggio Calabria - Sez. Misure di Prevenzione nei confronti di Vincenzo Trimarchi, il quale – nell’ottobre 2011 – era stato tratto in arresto dai militari del Gruppo Operativo Antidroga della Guardia di Finanza di Reggio Calabria mentre tentava di trasportare oltre 500 kg di cocaina al di fuori dell’area portuale di Gioia Tauro occultati all’interno di un furgoncino di proprietà della MCT (società per la quale lavorava). Per tali fatti, il soggetto è stato condannato – con sentenza divenuta irrevocabile – alla pena di anni 16 per il reato di cui all’art. 73 del DPR 309/1990.

Le ulteriori indagini a suo tempo svolte avevano altresì evidenziato – così come confermato dalla sentenza emessa dal GUP di Reggio Calabria in data 9 dicembre 2015, con la quale è stata comminata le pena di ulteriori 4 anni di reclusione a suo carico – che Trimarchi era inserito in un’associazione per delinquere di stampo mafioso capeggiata dai fratelli Brandimarte.

Il sodalizio criminale era articolato su più livelli, comprensivi di squadre di operatori portuali infedeli, era dotato di elevatissime disponibilità finanziarie ed aveva essenzialmente lo scopo di reperire ed acquistare all’estero ingenti quantità di sostanza stupefacente. La cocaina, nello specifico, veniva importata prevalentemente attraverso i porti panamensi di Cristobal e Balboa, trasportata in Italia a bordo delle cargoship della MSC S.A. in arrivo presso il porto di Gioia Tauro o in altri porti nazionali o europei, per poi essere successivamente commercializzata.

I beni sono stati confiscati in quanto ritenuti provento delle attività illecite poste in essere dal Trimarchi, del quale è stata provata la pericolosità sociale qualificata ai sensi dell’art. 4 lett. b. D.Lgs. 159/2011. Gli stessi erano stati già oggetto di provvedimento di sequestro di prevenzione disposto dal medesimo Tribunale in data 13.05.2015 su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

  • Published in Cronaca
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