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Elezioni regionali, Pino Masciari a Cinquefrondi per sostenere Luigi de Magistris

Gli "Amici di Pino Masciari per la Calabria" comunicano che l’imprenditore vibonese Giuseppe Masciari, storica figura dell’antimafia, questa sera interverrà a Cinquefrondi per sostenere la candidatura a governatore della Calabria di Luigi de Magistris nell’ambito dell’iniziativa organizzata alle 19 presso il Parco Peppino Impastato da Michele Conia, sindaco del Paese e coordinatore della coalizione che fa riferimento all'ex magistrato.

«La Calabria è il cuore della Questione Meridionale - afferma Pino Masciari.  - Questione che non è derubricabile all’ambito della mera rivendicazione di servizi, a partire, ad esempio, dalla condizione deficitaria dei trasporti e della sanità regionali. In Calabria esiste un legame organico tra segmenti della borghesia delle professioni e criminalità organizzata che trova la sua sintesi nelle procedure di selezione di un ceto politico compromesso e impresentabile con la sola funzione di drenare illegalmente risorse pubbliche per alimentare una società del ricatto e dell’inginocchiatoio. La questione calabrese si gioca nella messa in discussione radicale di questa zona grigia e paludosa di malaffare che ha prodotto una delle peggiori rappresentazioni della borghesia mafiosa che la storia sociale dei processi economici del Paese ricordi. Questa sera sono a Cinquefrondi con de Magistris, conclude Pino Masciari, proprio per affermare queste verità scomode, testimoniando in tal modo piena vicinanza alle recenti parole del mio amico Salvatore Borsellino con cui stiamo condividendo (anche) questa battaglia di civiltà per il riscatto della Calabria al fianco di Luigi de Magistris».

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Voto di scambio tra mafia e politica: all’Unical se ne discute con Pino Masciari

Proseguono i seminari sulla democrazia organizzati dal progetto didattico-scientifico Pedagogia della R-Esistenza, giunto al 6° anno di attività, inaugurati il 20 ottobre dal leader di Resistenza Anticamorra Ciro Corona, e proseguiti il 27 ottobre con la lectio del magistrato Marzia Sabella.

Giovedì 3 novembre, alle ore 15.30 presso l’University club dell’Unical, si discuterà per la prima volta di voto di scambio tra politica e mafie attraverso la Legge Lazzati. Dopo i saluti del rettore Gino Crisci e del direttore del Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione Franco Altimari, relazioneranno il professore di Storia delle dottrine politiche Spartaco Pupo, il sostituto procuratore di Catanzaro Graziella Viscomi, e l’imprenditore e testimone di giustizia Pino Masciari. Le conclusioni sono affidate al giudice Romano De Grazia, presidente emerito della Suprema Corte di Cassazione. L’incontro sarà moderato dai docenti Unical Giancarlo Costabile e Rossana Rossi.

“Con questa iniziativa – ha affermato Giancarlo Costabile - vogliamo affrontare esplicitamente e senza ipocrisia il problema del voto di scambio tra politica e mafie. Nel Meridione e in Calabria questo fenomeno sta diventando identitario nelle relazioni sociali: la Legge Lazzati nella sua formulazione originaria si pone come strumento concreto di rottura dell’alleanza tra settori della politica e mondo criminale. Il mondo accademico – ha concluso - deve dare un segnale preciso in questa direzione e assumersi la responsabilità di fare della lotta alle mafie non un business, ma una questione di civiltà e libertà”.

La testimonianza di Pino Masciari al convegno nazionale "Contro tutte le usure"

È previsto per martedì alle 15 il convegno “Contro tutte le usure”, organizzato da Confedercontribuenti e Anvu-Confedercontribuenti. Nella Sala Regina della Camera dei deputati avrà luogo un ampio dibattito al quale, fra gli altri, prenderanno parte il procuratore generale della Repubblica di Roma Cesare Salvi, il commissario nazionale per le misure Antiracket e Antiusura Santi Giuffrè, il prefetto di Roma Franco Gabrielli, l’onorevole Luisella Albanella, il presidente regionale della Commissione Antimafia della Sicilia Nello Musumeci, il direttore centrale Polizia criminale Antonino Cufalo, l’assessore del Comune di Catania Rosario D’Agata. Punti salienti saranno le testimonianze di chi ha dovuto fare i conti con la forza soverchiante della  ‘ndrangheta: in particolare l’imprenditore serrese Pino Masciari racconterà le vicende che lo hanno visto coinvolto. Ad aprire i lavori, che saranno moderati dalla giornalista Francesca Capizzi, sarà il presidente nazionale Carmelo Finocchiaro. Quest’ultima, insieme alla coordinatrice nazionale confedercontribuenti-anvu Franca Decandia, assegnerà il premio “Polizia amica” alla presenza del questore di Catania Marcello Cardona per i successi e l’impegno della relativa Squadra mobile. Le conclusioni saranno affidate al viceministro Filippo Bubbico.

Pino Masciari: "Basta con la mafia e con la passività delle Istituzioni"

Ancora un grido d’allarme, un richiamo, un tentativo di dare un scossa. Pino Masciari, l’imprenditore serrese sottoposto al programma speciale di protezione dopo le denunce che hanno svelato le manovre della ‘ndrangheta, interviene nuovamente per ribadire il suo rifiuto al torpore di una società inginocchiata. “E’ il momento di dire basta! Basta con il clan Mancuso – tuona il testimone di giustizia -  con gli Anello, i Fiare’, Oppedisano, Arena, Piromalli, De Stefano, Strangio, Grande Aracri, Iannazzo, con le istituzioni colluse, con i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose”. È grande la sua amarezza perché “la mia terra, la Calabria, Terra meravigliosa dalle mille bellezze, sta affondando sempre più e nessuno reagisce, nessuno riesce a far sentire la propria voce per denunciare una situazione divenuta insostenibile ed invivibile. Una terra – rileva Masciari – dove mancano le risorse per il territorio, per la sanità, per le infrastrutture, per il lavoro: è talmente inquinata che ormai ci si è abituati ad ammalarsi e a morire nel silenzio. I calabresi non sono liberi di scegliere, hanno paura di parlare, non riescono più a denunciare e i pochi che lo hanno fatto sono stati esclusi dal loro territorio ed isolati. Le mafie hanno invaso tutto il territorio e godono della debolezza e della passività delle Istituzioni e della rassegnazione sociale generale”. Quindi una segnalazione polemica, forse con qualche elemento retorico: “i loro ‘rappresentanti’ entrano ed escono dalle carceri con una certa facilità e continuano a proliferare e ad arricchirsi ovunque. Hanno ucciso le speranze ed i sogni dei giovani, il loro presente e il loro futuro. È necessario che la politica cambi e si impegni; è necessario che ritorni la fiducia e l’amore per il bene di questa terra”.

 

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Gli "Amici di Pino Masciari" al fianco del testimone di giustizia

Dopo le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dal testimone di giustizia, Pino Masciari, in merito alla revoca delle scorta, in un comunicato stampa, il gruppo "Amici di Pino Masciari" ha ritenuto " fondamentale fare chiarezza sull’atto di revoca delle misure di protezione a Pino Masciari del 26 marzo u.s., facendo nostre le inquietudini che tale gesto ha rappresentato per chi ha denunciato il sistema mafioso ma anche quello di esponenti corrotti delle Istituzioni, affidando la propria vita allo Stato. Evidenziamo - continua la nota - l’anomalia di una notifica di tale gravità che giunge da parte del Comando Provinciale quando ad oggi le notifiche sono sempre state intestate dalla Prefettura che accoglieva le iniziative del Ministero dell’Interno e dell’UCIS organo preposto all’assegnazione scorte, ovvero risulta che chi deve eseguire gli ordini dall’alto si arroga il diritto di prendere iniziative di tali portate. È quindi fondamentale che il Prefetto D.ssa Paola Basilone chiarisca chi ha deciso la revoca e in base a quali motivazioni, le quali dovrebbero essere contenute  e sostanziate in una valutazione ufficiale dell’UCIS. È un passaggio fondamentale perché attiene al rispetto dei diritti fondamentali per i quali Pino e Marisa Masciari hanno sempre combattuto integerrimi, pretendendo quanto previsto e non ammettendo vie di comodo, che attengono invece a soluzioni di favore che sempre rifiuteranno. Riconosciamo la competenza della D.ssa Basilone, la cui carriera La vede Prefetto di Vibo Valentia nel 2006 e subito dopo direttore dell’UCIS: saprà quindi certamente rassicurare puntualmente l’opinione pubblica circa la revoca delle misure di protezione ad una persona che ha fatto condannare molti esponenti dei clan che attualmente imperversano su tutto il territorio italiano. Come singoli cittadini restiamo interdetti della precarietà delle misure dedicate a Pino Masciari e alla sua famiglia rispetto all’assegnazione diciamo ‘perpetua’ e vitalizia ad esponenti un tempo istituzionali certamente di rilievo ma dei quali non si ravvede oggettivamente un reale rischio per la loro vita. Fermi e determinati - concludono gli "amici di Pino Masciari" - resteremo accanto ai Masciari in attesa della risposta nel merito che riteniamo essere doverosa e di interesse generale.

Revocata la scorta a Pino Masciari

La notifica è arrivata nella giornata di ieri. Le misure di protezione e di scorta sono state revocate a Pino Masciari, l’imprenditore di origini serresi che con le sue denunce aveva portato a diversi arresti di esponenti ritenuti appartenenti alla ‘ndrangheta. Questo provvedimento, secondo quanto riportato nel comunicato diffuso dal testimone di giustizia, arriva a distanza di mesi da reiterate richieste della famiglia Masciari di dare attuazione agli impegni che lo Stato ha assunto a seguito della sentenza del Tar Lazio 604/2009 e della transazione sottoscritta dalla commissione centrale del ministero dell’Interno. “Vergogna! Lo Stato mi ha abbandonato e mi punisce. Aspetto – ha affermato - che la 'ndrangheta bussi alla mia porta, perché così sarà; la sua puntualità è indiscutibile, quando deve presentare il conto”. Il punto è che "la ‘ndrangheta non dimentica” e questo equivale a dire che nuovo dolore potrebbe arrivare. “Ai numerosissimi cittadini – ha continuato Masciari - che ho incontrato in questi anni e che ogni giorno continuo ad incontrare, giovani delle scuole, insegnanti personaggi istituzionali, e che mi riconoscono quale simbolo di legalità e onestà di questo paese, consegno il mio testamento morale di non lasciarsi sopraffare, anche nel momento in cui la mia persona, che funge da esempio collettivo, verrà abbattuta”. È amareggiato perchè ha “tenuto la schiena dritta” e ora si trova a fare i conti con “una sconfitta per lo Stato Italiano” e questo “messaggio è devastante per chi nel quotidiano si trova a decidere  se scegliere la legalità oppure il malaffare. Il presidente della Repubblica e la commissione parlamentare Antimafia, organi di garanzia – ha concluso Masciari - prendano atto di ciò che sta accadendo a me e alla mia famiglia, e lo facciano con quel giusto sentimento umano  di sensibilità che distingue chi si nasconde dietro la formalità burocratica da chi invece sente forte in sé lo straripamento di valori forti e indiscutibili di affermazione di onestà e giustizia".

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