Tentano di rapinare una pensionata, arrestati

I poliziotti della questura di Reggio Calabria hanno tratto in arresto Mariano Bevilacqua e Enzo Amato, rispettivamente di 50 e 34 anni.

I due sono accusati di una tentata rapina aggravata, compiuta, nel luglio 2018, ai danni di un’anziana donna.

Gli arresti giungono al termine delle indagini avviate nell'immediatezza dell'accaduto, quando gli agenti di una volante, in seguito ad una nota diramata dalla sala operativa per il rintraccio di un’autovettura con a bordo due persone che avevano tentato di rapinare un’anziana donna, hanno fermato l’auto con a bordo i presunti rapinatori.

Il cerchio si è chiuso attorno ai due uomini grazie ad un testimone che ha fornito elementi utili per individuare i responsabili della vicenda.

 

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Rapinava uffici postali, incastrato dal Dna

I carabinieri della Stazione di Caraffa del Bianco (Rc), supportati dai colleghi della Compagnia di Roccella Jonica, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Locri, nei confronti di C.S., 30 anni, di Gioiosa Jonica.

L'uomo è accusato di una tentata rapina e di una rapina compiute, rispettivamente nel 2018 e nel 2010, all'ufficio postale di Caraffa del Bianco (Rc) e Gioiosa Jonica (Rc).

In particolare, nel dicembre 2018, due persone armate di pistola e coltello, con il volto coperto da un berretto cui erano stati praticati due fori per gli occhi, sono entrate nell’ufficio postale di Caraffa del Bianco e hanno minacciato la direttrice, per farsi consengare i soldi destinati al pagamento delle pensioni.

Ad impedire la rapina sono state le urla di una donna che hanno messo in fuga i malviventi. 

Una volta avviate le indagini, i carabinieri hanno trovato per strada i passamontagna abbandonati dai rapinatori durante la fuga.

Il materiale è stato quindi inviato agli specialisti del Ris di Messina, che hanno effettuato una comparazione tra le tracce biologiche dell’unico indagato e quelle trovate su uno dei berretti di lana.

Dal risultato è emerso un forte rapporto di verosimiglianza – l’ipotesi è di 1,045 milioni di volte più probabile rispetto all’ipotesi contraria – tra le tracce esaminate e quelle dell'arrestato.

Le prove raccolte hanno consentito inoltre di riaprire un altro caso giudiziario irrisolto: quello della rapina all’ufficio postale di Gioiosa Jonica, avvenuta nel 2010.

In quell’occasione un uomo armato di coltello era riuscito a prelevare, minacciando un impiegato, circa 28 mila euro in contanti, per poi fuggire a piedi per le vie del centro.

I carabinieri di Roccella Jonica, controllando minuziosamente la via di fuga del rapinatore, erano riusciti a trovare un berretto di lana e un maglione, compatibili con quelli indossati dal rapinatore.

Elementi che, allora, si erano rivelati insufficienti a proseguire le indagini, ma che, a distanza di dieci anni, grazie al lavoro del Ris di Messina, hanno permesso d'incastrare il presunto rapinatore.

Pertanto, alla luce delle risultanze investigative, i carabinieri hanno tratto in arresto C.S., il quale, al termine delle formalità di rito è stato associato alla casa circondariale di Locri.

Sfondano una parete e rapinano le poste, presunto responsabile incastrato dal Dna

Un uomo, M.P., di 46 anni, di Corigliano Rossano, è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro, perché accusato di aver compiuto una rapina all'ufficio postale della frazione Schiavonea.

I fatti risalgono a maggio 2017, quando due banditi, con volto coperto da passamontagna, fecero irruzione nell'ufficio attraverso un buco praticato nella parete del bagno.

I rapinatori, armati di pistola, dopo aver minacciato i dipendenti, si fecero consegnare 171 mila euro.

Una volta immobilizzati con corde e fascette gli impiegati e un cliente, i due erano riusciti a dileguarsi.

Avviate le indagini, gli investigatori dell'Arma hanno inviato i reperti raccolti, al Ris di Messina che ha comparato il Dna trovato sulla scena del crimine, con quelli presenti nella Banca dati nazionale.

Il risultato della ricerca ha dato esito positivo, permettendo d'individuare uno dei presunti rapinatori.

 

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Rapina in una sala slot, catturato il presunto responsabile

I poliziotti del Commissariato di Paola (Cs) hanno arrestato M.F., di 50 anni, ritenuto responsabile di una rapina aggravata consumata, ad aprile dello scorso anno, in una sala slot ubicata nella città di san Francesco.

In particolare, dopo aver fatto irruzione a volto coperto nella sala slot, M.F., sotto la minaccia di una pistola, avrebbe costretto un dipendente ad aprire la cassaforte, dalla quale avrebbe portato via oltre 12 mila euro.

Giunti sul posto, gli agenti della polizia di Stato hanno effettuato i necessari rilievi ed avviato le indagini che hanno permesso di portare alla cattura del presunto rapinatore.

 

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Serra: bloccano un carroattrezzi con un trattore rubato, padre e figlio in manette

Due serresi, A.e V. E., padre e figlio, di 65 e 35 anni, sono stati arrestati, in flagranza di reato, dai carabinieri della Sezione radiomobile della Compagnia di Serra San Bruno e delle Stazioni carabinieri forestali di Serra San Bruno e Vallelonga, con l'accusa di rapina.

Tutto ha avuto inizio ieri mattinata, quando i carabinieri forestale della locale Stazione hanno rinvenuto, nella città della Certosa, un trattore rubato in Sicilia nel 2007.

Gli uomini dell'Arma hanno quindi contattato una ditta autorizzata per portare il mezzo in un deposito giudiziario.

Intorno alle 15.45, il carroattrezzi, con il trattore, ha iniziato il viaggio verso il deposito di Vibo Valentia quando, all’uscita di Serra San Bruno, è stato raggiunto da una Fiat Panda, con a bordo un uomo che gli avrebbe intimato di fermarsi.

Dall'auto sarebbe quindi sceso A. E., il quale avrebbe minacciato e strattonato l’autista del carroattrezzi intimandogli di consegnargli il trattore.

Non potendo ottemperare alla richiesta, l'uomo avrebbe invitato l’anziano a rivolgersi ai carabinieri.

Dopo aver ripreso la marcia verso Vibo Valentia, notato di essere nuovamente seguito dalla Fiat Panda che lo aveva fermato in precedenza, l'autista ha contattato i carabinieri, avvisandoli che sarebbe ritornato in caserma a Serra San Bruno.

Durante il viaggio di ritorno a Serra, sarebbe sopraggiunta una Volkswagen Tiguan, condotta da un giovane, che avrebbe provato a sbarrargli la strada.

Nonostante ciò, il mezzo sarebbe riuscito a proseguire la marcia verso la sede della Compagnia carabinieri, prima di essere bloccato dalle due auto.

Una volta scesi dai veicoli, i due uomini avrebbero intimato all’autista di consegnargli il trattore.

In particolare, il più anziano dei due, avrebbe iniziato a colpire il carroattrezzi con un bastone.

Quanto stava accadento è stato notato da un carabinieri forestale che, libero dal servizio, stava transitando lungo la strada.

Sceso dall'auto, il militare avrebbe posto fine alla presunta aggressione.

Giunte sul posto, le pattuglie della Sezione radiomobile e della Stazione forestale dei carabinieri di Serra San Bruno hanno identificato i due presunti aggressori.

Le successive perquisizioni veicolari hanno permesso di rinvenire il bastone con il quale A. E. avrebbe colpito il carroattrezzi, mentre nell'auto di V. E. sono stati trovati due coltelli.

Dopo essere stati accompagnati in caserma, padre e figlio sono stati arrestati con l'accusa di rapina.

I due, al termine delle formalità di rito, sono stati posti ai domiciliari.

Rapina due donne e si dedica allo shopping

Rapina due donne e si dedica allo shopping. Per questo motivo un 47enne, Mario Pagano, è stato tratto in arresto dagli agenti della polizia di Stato di Vibo Valentia.

In particolare, l'uomo è stato sottoposto a fermo, perché ritenuto responsabile di una rapina e di un furto con destrezza avvenuti nella giornata del 30 novembre scorso.

Per gli investigatori, Pagano avrebbe strappato la borsa ad un'anziana donna, cui avrebbe procurato lesioni giudicate guaribili in 30 giorni.

Dopo circa due ore, avrebbe rubato la borsa ad un’altra donna, traendola in inganno con una scusa.

Una volta messi a segno i due colpi, il 47enne, approfittando del Black Friday, avrebbe usato la carta di credito sottratta ad una delle vittime, per spendere oltre duemila euro in profumi e capi d'abbigliamento griffati.

I poliziotti della Squadra mobile hanno quindi avviato le indagini che hanno permesso non solo d'individuare il presunto responsabile, ma anche di recuperare parte della merce acquistata con la carta di credito di una delle vittime.

 

Condannato per una rapina commessa nel 2016, arrestato

I carabinieri della Stazione di Cutro(Kr) hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione emesso dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone nei confronti di P. F., di 28 anni.

L’uomo dovrà espiare una pena residua di anni 1 e 7 mesi di reclusione per una rapina commessa a Roccabernarda nel 2016.

L’arrestato è stato tradotto presso la casa circondariale di Crotone.

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Rapina in un bar, arrestato un 46enne

I carabinieri della Sezione radiomobile della Compagnia di Cosenza hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, nei confronti di un cosentino di 46 anni ritenuto corresponsabile di rapina aggravata.

In particolare, in seguito all’arresto, eseguito il 17 ottobre scorso, di un uomo ritenuto responsabile di una rapina compiuta ai danni di un bar della città dei Bruzi, i militari hanno identificato il presunto complice.

A mettere gli investigatori sulle tracce dell'arrestato è stata l'auto usata per compiere il colpo.

Dalla visione dei filmati delle telecamere di videosorveglianza dell’esercizio commerciale, gli uomini dell'Arma hanno scoperto che i rapinatori erano giunti nei pressi del locale con un veicolo di proprietà della moglie del 46enne arrestato oggi.

I militari hanno quindi deciso di eseguire una perquisizione domiciliare, durante la quale l'uomo avrebbe ammesso di avere la disponibilità dell'autovettura e di aver accompagnato il complice presso il bar rapinato.

A corroborare ulteriormente il quadro indiziario, ci sarebbe la testimonianza di una persona che avrebbe visto i due uomini litigare per la spartizione del bottino.

Pertanto, dopo essere stato ammanettato, il 46enne è stato associato alla casa circondariale di Cosenza.

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