Emergenza coronavirus: la Regione Calabria avvia il confronto con le organizzazioni agricole di categoria

Snellire le procedure burocratiche, garantire risorse fresche attraverso la rimodulazione della programmazione europea. Queste le direttrici lungo le quali la Regione Calabria è pronta a muoversi per tutelare il comparto agricolo, stremato dall’emergenza Coronavirus.

Il dato è emerso nel corso del confronto avviato su iniziativa dell’assessore regionale alle Politiche agricole Gianluca Gallo, con le organizzazioni agricole di categoria e degli ordini professionali.

Al primo incontro, svoltosi in videoconferenza, oltre all’assessore Gallo ed al dirigente del Dipartimento Agricoltura, Giacomo Giovinazzo, hanno preso parte Franco Aceto per Coldiretti, Nicodemo Podella e Franco Belmonte per Cia, Camillo Nola per Confcooperative, Giuseppe Mangone per Anpa, Alberto Statti per Confagricoltura. Presenti anche Francesco Cufari, presidente dell’Ordine regionale dei dottori Agronomi e Forestali, e Francesco Del Castello, commissario straordinario dell’organismo pagatore Arcea.

La riunione è stata utile a fare il punto sullo stato di avanzamento del Programma di sviluppo rurale 2014/2020, con particolare riguardo agli impegni del PSR ed alle risorse residue. L’obiettivo principale del faccia a faccia telematico, ha tenuto a chiarire l’assessore, è individuare economie ricavabili da impegni non ancora vincolanti e valutare la possibilità di una rimodulazione finanziaria del programma, per sostenere maggiormente gli imprenditori agricoli calabresi in una fase delicata, segnata dalle conseguenze della pandemia sul comparto agroalimentare.

 “Stiamo lavorando senza soste – ha spiegato Gallo – per individuare gli interventi adeguati a tutela del mondo rurale e faremo di tutto per rinvenire risorse che diano ristoro agli imprenditori, attraverso una strategia che con un’oculata rimodulazione del Programma 2014/2020, ci consenta di gettare le basi per la prossima programmazione dei fondi comunitari”.

 Sul tavolo anche iniziative ulteriori: “D’accordo con il presidente Santelli – ha aggiunto Gallo - intendiamo far comprendere oltre i confini calabresi, mediante mirate campagne di comunicazione, cosa significhi produrre in Calabria durante e dopo l’emergenza Covid 19. E puntiamo, tra l’altro, a legare indissolubilmente la nostra offerta enogastronomica alla bellezza ed alla storia ed alla cultura della nostra regione, in chiave turistica”. Il problema più incalzante, tuttavia, come riconosciuto dallo stesso assessore, è quello di immettere velocemente liquidità nel settore agricolo.

 “Qualora dal governo nazionale non dovessero arrivare risposte celeri – ha specificato Gallo – non esiteremo ad affiancare le aziende calabresi per aiutarle a porre rimedio ai danni patiti per la crisi ed il blocco dei mercati. Siamo già impegnati anche a snellire tutte le procedure burocratiche, pronti a recepire proposte che certo verranno dal mondo agricolo per fare ancora di più, mediante la condivisione di azioni e responsabilità”.

 Il dialogo avviato conoscerà una nuova tappa martedì prossimo, con un nuovo incontro già in scaletta tra le parti.

Calabria Etica, lettera di licenziamento per 254 collaboratori

Sono stati licenziati in tronco i 254 collaboratori a progetto di “Calabria Etica” che, nella giornata di ieri, si sono visti recapitare una lettera dal commissario straordinario dell’ente, Carmelo Barbato. In sostanza, sono stati dichiarati nulli tutti i contratti sottoscritti nell'ambito dei progetti relativi alla "Responsabilità sociale delle imprese in Calabria, al "Potenziamento servizio di accompagnamento aree interne", al "Sostegno delle politiche integrate a favore della famiglia" ed al "Piano di comunicazione istituzionale". Per i lavoratori non si è trattato di un fulmine a ciel sereno, dal momento che il provvedimento era stato anticipato nelle settimane scorse durante una riunione nella quale, il commissario Barbaro aveva informato i 4 capi progetto di aver preso atto di una comunicazione del dipartimento Lavoro della Regione, nella quale si evidenziava che i contratti assunti dalla Fondazione erano da ritenersi “ nulli, in quanto carenti di presupposto economico e convenzionale”.

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Centro Trasfusionale di Lamezia Terme: Interrogazione di Mangialavori (CdL)

“Il depotenziamento del centro trasfusionale di Lamezia Terme” è al centro di una interrogazione depositata stamani dal consigliere regionale Giuseppe Mangialavori (CdL). “Necessaria una ricostruzione dei fatti. Nell’ambito del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario - ricorda il consigliere - è stata decisa la riorganizzazione del sistema trasfusionale. A delineare i nuovi assetti, il decreto del presidente della giunta regionale numero 58 del 26 giugno 2014 con il quale il servizio trasfusionale di Lamezia Terme è stato ridotto ad appena sei ore e così trasformato in mera emoteca”. “Una decisione, questa - sottolinea Mangialavori - destinata ad avere ripercussioni gravissime sia per l’utenza ordinaria che per i vari reparti dell’ospedale lametino”. Secondo l’esponente della Casa delle Libertà: “Il centro trasfusionale di Lamezia Terme, infatti, non soltanto è presidio sanitario fondamentale per i malati di talassemia, anemia e delle altre patologie ematiche dell’area di riferimento, ma assolve anche ad una indispensabile funzione per le urgenze mediche. Mediante la disposta gestione di tale servizio da parte dell’ospedale ‘Pugliese’ di Catanzaro, l’attività inerente il centro trasfusionale è destinata ad un’inevitabile compressione. Alla luce della nuova organizzazione del servizio, infatti, il centro sarebbe depotenziato di una delle sue componenti essenziali: la capacità di fronteggiare le emergenze mediche”. “Il decreto - sostiene il consigliere regionale - risulta inoltre carente nella parte motivazionale di almeno due elementi di prioritaria importanza: presenza di adeguate linee di collegamento (importante snodo ferroviario, aeroporto e svincolo autostradale); utenza interessata a tale servizio. Ben 150 mila - sottolinea - i cittadini potenzialmente coinvolti nei servizi del centro trasfusionale lametino. Per tali ragioni - conclude Mangialavori - urge una modifica di questo provvedimento nella direzione auspicata che è quella di garantire l’apertura del centro trasfusionale di Lamezia Terme 24 ore su 24, presupposto essenziale per il mantenimento dei servizi già erogati, da tutti riconosciuti come un’eccellenza regionale”.

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