Armi interrate in un ovile, 21enne finisce in manette

I carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, dello Squadrone eliportato Cacciatori “Calabria” e del Nucleo cinofili di Vibo Valentia, hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, T.R., bracciante agricolo di 21 anni.

Il giovane è accusato di detenzione illegale di armi da guerra e comuni da sparo clandestine, nonché di ricettazione.

L’arresto è stato eseguito nell’ambito di un’operazione nel corso della quale sono state eseguite diverse perquisizioni.

In particolare, durante un controllo effettuato in una proprietà del 21enne, i militari hanno rinvenuto all’interno di un ovile, un secchio in plastica interrato e termo-sigillato, contenente un due pistole ed una mitragliatrice in perfetto stato di conservazione, completamente lubrificate e pronte all’ uso.

All’interno del fusto, gli uomini dell’Arma hanno rinvenuto, avvolte in una pellicola in plastica:

  • una  mitragliatrice, simile a quelle in dotazione alle forze di polizia, marca Beretta modello M/12-s calibro 9 parabellum, con matricola punzonata e relativo caricatore;
  • una pistola marca CZ 75 calibro 9 luger con relativo caricatore;
  • un pistola marca Taurus, modello 24/7 calibro 9 x 21 con relativo caricatore.

In virtù di quanto rinvenuto, quindi, sono scattate le manette per il giovane rosarnese, il quale, colto nella flagranza della detenzione, non ha opposto alcuna forma di resistenza.

Il materiale rinvenuto è stato sottoposto a sequestro e sarà inviato al Ris di Messina per le analisi balistiche del caso.

L’arrestato, ultimate le formalità di rito, è stato associato presso la casa circondariale di Palmi (RC) su disposizione del pm di turno presso la locale Procura della Repubblica in attesa del giudizio di convalida.

 

I misteri di Spadola: il Ris dei carabinieri al lavoro nel negozio di Zangari

Procedono a ritmo febrile le attività degli investigatori per cercare di fare luce sul duplice mistero spadolese. La scomparsa del commercialista 52enne Bruno Lacaria, sembra essere legata a doppio filo alla vicenda che ha avuto per protagonista Giuseppe Zangari. Il 46enne, che sarebbe l'ultima persona ad aver visto Lacaria prima della scomparsa, è ritornato a casa dopo essere stato ricoverato all'ospedale di Locri in seguito ad un aggressione, nel corso della quale, due uomini incappucciati avrebbero cercato di avvelenarlo facendogli bere del pesticida sotto la minaccia delle armi.

Per cercare di trovare il bandolo di una matassa piuttosto ingarbugliata, nella mattinata di oggi, i carabinieri del Ris di Messina hanno svolto un'intensa attività investigativa nei locali che ospitano la rivendita di prodotti agricoli gestita da Zangari.

Nella serata di ieri, pare, che i militari dell'Arma abbiano compiuto un'analoga attività sia nell'abitazione che nel capannone in cui è stato compiuto il tentato omicidio.

Gli esperti della scientifica hanno repertato una serie di oggetti che verranno sottoposti ad analisi di laboratorio.

Le indiscrezioni fatte trapelare dalle forze dell'ordine, mettono in relazione i sopralluoghi di questi giorni, con quanto accaduto a Zangari.

Gli specialisti della Benemerità starebbero, quindi, cercando elementi utili a fare luce sul tentato omicidio la cui dinamica presenta diversi punti oscuri.

In teoria, quindi, le verifiche effettuate dal Ris non dovrebbero essere direttamente collegate con la scomparsa di Lacaria, tanto più che, allo stato, Zangari risulta essere persona offesa.

I carabinieri hanno sentito l'uomo in tre occasioni, senza che nulla sia trapelato, anche perchè i verbali sono stati secretati.

In ogni caso, l'ipotesi più accreditata è che la soluzione di un mistero possa, contestualmente, fare luce anche sull'altro.

Trovati in un terreno fucili e cartucce

I Carabinieri hanno trovato e posto sotto sequestro due fucili da caccia con matricola abrasa e più di 40 proiettili nascosti in un appezzamento di terreno appartenente al demanio in un'area di campagna che si trova a Catanzaro Marina. Saranno gli specialisti del Reparto di investigazioni scientifiche di Messina a compiere i rilievi sulle armi rinvenute tentando, peraltro, di accertare la matricola e se siano state oggetto di furto.  

   

Armi e munizioni detenute illegalmente: arrestato un 82enne

I carabinieri hanno tratto in arresto un 82enne di Reggio Calabria, già noto alle forze dell’ordine, per il reato di detenzione di armi clandestine poiché, ad esito di perquisizione domiciliare e relative pertinenze, i militari operanti hanno rinvenuto 2 pistole con matricola abrasa e 250 proiettili calibro 9 parabellum, il tutto illegalmente detenuto. Le armi ed il munizionamento sono stati posti sotto sequestro: verranno trasmessi al Ris di Messina per le perizie balistiche.

Appartengono ad un pluriomicida i resti umani trovati a Ionadi

Non ci sono più dubbi: sono adesso gli specialisti del Reparto Investigazioni Scientifiche di Messina a certificare che i resti scoperti due anni fa da un cacciatore a Ionadi, in provincia di Vibo Valentia, appartengono a Saverio Domenico Lombardi Satriani. I minuziosi accertamenti eseguiti dai professionisti dell'Arma dei Carabinieri hanno permesso di appurare che il suo dna risulta compatibile con quello di un fratello. A Lombardi Satriani, giudicato autore, con un secondo killer, di un triplice omicidio commesso la notte di San Silvestro nel 1980 all'interno di un hotel del Vibonese, era stata inflitta una condanna. Di lui si erano perse le tracce nel 2011. La morte è stata causata dal'impatto al suolo cadendo in fondo ad un dirupo. 

  • Published in Cronaca
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