La guardia di finanza sequestra un milione di prodotti pericolosi

In concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Cosenza hanno avviato una serie di controlli finalizzati a verificare la sicurezza dei prodotti destinati, in particolare, agli studenti.

Nel corso di un'attività ispettiva effettuata presso una grande struttura commerciale cosentina, i finanzieri hanno scoperto migliaia di articoli messi in vendita senza le informazioni obbligatorie previste dal Codice del consumo e pertanto potenzialmente pericolosi per la salute dei consumatori.

Oltre un milione di apparecchi elettrici, articoli decorativi e numerosi oggetti di cancelleria destinati agli scolari sono stati sottoposti a sequestro, perchè non conformi agli standard di sicurezza prescritti.

Il responsabile dell’attività commerciale è stato segnalato alle competenti Autorità amministrative per l’applicazione di sanzioni fino a 25 mila euro. La merce sequestrata, una volta confiscata verrà distrutta.

Presidente di associazione antimafia indagata per malversazione e appropriazione indebita

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso, in via d’urgenza, dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria nei confronti di Adriana Musella, Presidente dell'Associazione Coordinamento Nazionale Antimafia “Riferimenti” Gerbera Gialla.

La donna è indagata per i reati di malversazione ai danni di numerosi enti pubblici (Consiglio regionale della Calabria, Provincia di Reggio Calabria, Comune di Reggio Calabria, Provincia di Vibo Valentia, Comune di Verona, Comune di Santa Maria Capua a Vetere, Provincia di Salerno, Provincia di Verona, M.I.U.R., Consiglio Ordine degli Ingegneri di Salerno, Camera di Commercio di Reggio Calabria, Comune di Bollate, Comune di Gioia Tauro) e di appropriazione indebita ai danni dell'associazione presieduta.

Dalle indagini sarebbe emerso che, nel corso degli anni, a partire dal 2002, in qualità di presidente di Riferimenti, Musella avrebbe ricevuto e gestito diversi finanziamenti, anche pubblici, per un importo complessivo di circa 450 mila euro, il cui impiego sarebbe dovuto essere vincolato alla divulgazione della cultura antimafia.

Gli accertamenti condotti dai finanzieri avrebbero, invece, evidenziato che parte dei fondi ottenuti nel corso del quinquennio 2010-2015, quantificabili in circa 55 mila euro, sarebbero stati utilizzati per finalità ritenute estranee a quelle associative.

Inoltre, l'esame approfondito dei conti bancari dell'Associazione, avrebbe evidenziato come parte dei fondi disponibili, circa 20 mila euro siano stati utilizzati dalla Musella come uno strumento di liquidità 'personale'. 

Sulla base dei riscontri emersi nel corso dell'indagine, a carico di Musella, le fiamme gialle hanno effettuato un sequestro di beni per un importo pari a 75 mila euro.

Sequestrato impianto di depurazione nel lametino

Nell’ambito di un articolato protocollo ideato e coordinato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme, volto a verificare il corretto funzionamento dei sistemi di depurazione, personale della Stazione navale della guardia di finanza, della capitaneria di porto - guardia costiera di Vibo Valentia, dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Catanzaro e dai militari del Gruppo carabinieri forestali di Catanzaro, in sinergia con il personale dell’Arpacal hanno avviato un’attività di controllo finalizzata a verificare il corretto funzionamento dell’impianto di depurazione del comune di Platania.

Nel corso del sopralluogo, sono emerse gravi criticità e difformità, con conseguenze negative sul fiume Amato.

Ritenuto fondato il pericolo che il depuratore potesse continuare ad alimentare l’inquinamento dell’area circostante e ritenendo fondata l’ipotesi di reato di getto pericoloso di cose mediante scarico di liquami fognari non depurati attraverso una condotta di by-pass, gli  operatori delle forze dell’ordine hanno proceduto al sequestro preventivo del depuratore ed alla denuncia dell’Amministratore unico della società capogruppo del raggruppamento temporaneo di imprese che gestisce l’impianto.

 La polizia giudiziaria ha chiesto, inoltre, l’immediato intervento del personale Arpacal, che ha effettuato i campionamenti dei liquami sversati e dei sedimenti, al fine di effettuare una valutazione del tipo di rifiuto immesso nell’ambiente ed il relativo grado di inquinamento causato.

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Sequestrata struttura balneare ricavata nell'alveo di un torrente

I finanzieri della Compagnia di Rossano hanno scoperto e posto sotto sequestro un’area ampia circa 3 mila metri quadrati insistente nell’alveo del torrente Coserie, nel territorio di Cropalati (Cs), sulla quale era stato realizzato il Cubano Vurga.

La struttura abusiva, un vero e proprio lideo balneare attrezzato, era stata realizzata in località “Vurga”, nella natura pressocchè incontaminata della pre-Sila jonica.

Per realizzare una piscina era stato modificato, anche, il letto del torrente Coserie.

Nei pressi del corso d’acqua era stato allestito un bar con tanto di barbecue e servizi, mentre i massi naturalmente collocati nel torrente erano stati utilizzati come punto d’appoggio per scivoli e altre attrezzature ludiche.

Alla vista delle fiamme gialle, il gestore della struttura, identificato in A.F., 39 anni, inizialmente si è dato alla fuga per poi essere raggiunto poco dopo, quando ha confermato di non essere in possesso di alcuna autorizzazione per l’occupazione del suolo demaniale, o della documentazione per l’esercizio di attività di ristorazione o somministrazione bevande. Tutti i manufatti sull’area, dalla struttura del bar, dagli ombrelloni, ai servizi igienici, ai tavoli per il ristoro, erano stati quindi piazzati sul posto abusivamente e senza autorizzazione. Il titolare è risultato anche sprovvisto di partita Iva.

I finanzieri hanno, pertanto, accertato anche lo svolgimento di lavori non autorizzati nell’alveo del torrente, operando degli scavi, creando un terrapieno e rendendolo impermeabile con l’apposizione di teli in plastica al fine di allestire una vera e propria piscina per il relax dei bagnanti, modificando così il corso naturale del torrente Coserie e creando un bacino artificiale estraneo all’ecosistema e potenzialmente pericoloso in caso di forti precipitazioni, aggravando, di fatto, il rischio idrogeologico in un’area geografica già duramente colpita da fenomeni alluvionali. Appurata l’inesistenza di alcuna autorizzazione e la totale abusività delle opere collocate sull’area, i finanzieri, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Castrovillari, hanno sottoposto a sequestro l’intera zona sapponendo sigilli alle infrastrutture e recintandola.

Il gestore dell’attività abusiva è stato denunciato all’Autorità giudiziaria e dovrà rispondere dei reati di deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi, di invasione dei terreni e di abusiva occupazione di spazio demaniale

Sequestrati 4 mila giocattoli contraffatti nel porto di Gioia Tauro

I finanzieri  del Gruppo di Gioia Tauro con la collaborazione dei funzionari dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli hanno scoperto un carico, composto da quasi quattromila giocattoli della “Disney” contraffatti.

I prodotti, il cui valore si aggira sui 12 mila euro, sono stati intercettati e sequestrati nel porto di Gioia Tauro. La merce viaggiava in un container imbarcato nello scalo cinese di Shantou ed erano destinati in Croazia.

Dopo averli individuati, le fiamme gialle hanno sottoposto a perizia gli articoli sospetti. A confermare la non autenticità dei prodotti sono stati, quindi, i tecnici della società titolare del marchio.

È scattato, pertanto, il sequestro di 3.972 giocattoli destinati a minori che, come evidenziato dai finanzieri: "in assenza delle condizioni di genuinità previste dalla vigente normativa, sono potenzialmente dannosi per la salute delle persone”.

Violazioni alla normativa antiriciclaggio, sequestrata agenzia di "money transfer"

Le fiamme gialle del Comando provinciale di Reggio Calabria, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo della "Geocity", di Reggio Calabria.

Alla base del provvedimento, eseguito nei confronti dell' agenzia di "money transfer" riconducibile alla 44enne Nana Porchkhidze, alcune violazioni della normativa antiriciclaggio.

In particolare, nel corso delle attività di verifica, i finanzieri hanno riscontrato più di 29 mila operazioni relative ad oltre 7 milioni di euro trasferiti in poco più di due anni. Sono, quindi, emerse, violazioni, sia penali che amministrative, alla normativa antiriciclaggio. Da quanto accertato l’agenzia non avrebbe individuato le generalità dei “titolari effettivi”, cioè delle persone fisiche, diverse dal cliente, nell'interesse delle quali sarebbero state eseguite 254 operazione.

Tra le altre “irregolarità” amministrative contestate, l’omessa adeguata verifica dei clienti per 316 operazioni di trasferimento di denaro, per importi complessivi di circa 200 mila euro, e l’inesatta registrazione e mancata conservazione dei dati, in relazione a 97 operazioni per un ammontare di poco più di 42 mila euro.

Le fiamme gialle hanno contestato, inoltre, la mancata segnalazione di alcune operazioni sospette su 253 trasferimenti all’estero di contante (oltre 126 mila euro), e la violazione della normativa sul trasferimento di denaro per importi superiori ai limiti previsti dalla legge commessa da almeno 310 clienti, ciascuno dei quali verbalizzato separatamente.

Molte delle operazioni sarebbero state frazionate fraudolentemente per importi considerati singolarmente inferiori alla soglia, così da non destare sospetti.

Complessivamente, nell’agenzia sarebbero state effettuate in due anni 535 operazioni di trasferimento di contante per importi superiori ai mille euro e per un totale stimato in oltre 550 mila euro.

 

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Aterp Vibo: 16 indagati, sequestrati beni per 800 mila euro

Sedici persone indagate e beni per un valore pari a 800 mila euro sottoposti a sequestro. È quanto ha disposto il gip, nell'ambito di una inchiesta coordinata dalla Procura vibonese su presunte irregolarità nell'acquisto della sede Aterp di Vibo Valentia con l'utilizzo di fondi ex Gescal.

Il provvedimento di sequestro, eseguito dai finanzieri del Comando provinciale, ha colpito sei dei 16 indagati dell'inchiesta per i quali viene ipotizzato il reato di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche.

Tra le persone coinvolte figurano: l'attuale vice presidente del Consiglio regionale della Calabria Pino Gentile (Ncd), all'epoca dei fatti assessore ai lavori pubblici, l'ex commissario dell'Aterp di Vibo Antonino Daffinà, il direttore generale del dipartimento Lavori pubblici della Regione Domenico Pallaria, l'ex dirigente del dipartimento Antonio Capristo, il costruttore Nazzareno Guastalegname, l'imprenditore Antonino Stagno, l'ex direttore generale Aterp Giuseppe Maria Romano.

Le indagini hanno preso l'abbrivio nel 2015, in seguito all'acquisizione della documentazione relativa all'acquisto della sede Aterp, costata 2,8 milioni di euro.

Per l'accusa, l'edificio era stato acquistato nonostante si sapesse che le Aterp provinciali sarebbero state accorpate in un'unica azienda.

 

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Truffe alle assicurazioni in Calabria, sequestri e confische per oltre 2,3 milioni di euro

I finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Catanzaro, coordinati dal procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, dal procuratore aggiunto Giovanni bombardieri e dal sostituto procuratore Paolo Petrolo, hanno condotto una complessa indagine nel settore delle truffe assicurative che ha permesso di individuare una vasta e ramificata associazione per delinquere, finalizzata alla simulazione d'incidenti stradali.

In un triennio, l'organizzazione, attiva nel catanzarese, sarebbe riuscita ad ottenere indebiti rimborsi per oltre 800 mila euro, di cui 190 mila erogati dallo Stato attraverso il fondo vittime della strada.

L’operazione, denominata “Violentemente investito 2”, sulla scia della precedente indagine che nel maggio 2014 aveva condotto all’esecuzione di 20 provvedimenti restrittivi della libertà personale, alla denuncia di 156 soggetti e al sequestro di circa due milioni di euro, ha preso l'abbrivio dagli approfondimenti di alcuni aspetti emersi dalle precedenti attività investigative.

Grazie alle indagini, sarebbe emerso che l'avvocato catanzarese Gennaro Pierino Mellea, di 41 anni, affiancato dal collega 47enne Antonio Bressi, avrebbe costituito, su base locale, autonome “cellule” partecipate da 32 sodali, aventi lo scopo di organizzare falsi incidenti stradali o di aggravarne le reali conseguenze, avvalendosi di certificazioni mediche create ad arte, nonché producendo testimonianze non veritiere, al fine di procurarsi indebiti rimborsi in denaro.

Ben 263 persone sono state segnalate, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, falsa testimonianza, corruzione in atti giudiziari, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona. 

Con il coordinamento del sostituto procuratore Fabiana Rapino, le fiamme gialle hanno eseguito, inoltre, due provvedimenti applicativi di misure di prevenzione disposti dal tribunale di Catanzaro nei confronti dello stesso Mellea e di uno dei presunti sodali, Fabrizio Nicoletta di anni 44.

Accoglimento la richiesta della Procura della Repubblica, il tribunale ha disposto, oltre alla misura della sorveglianza speciale di p.s. nei confronti di Nicoletta, anche il sequestro e la confisca di prevenzione dei beni sia per quest'ultimo che per Mellea.

In particolare, nei confronti di Nicoletta sono stati cautelati beni per oltre 773 mila euro (tra cui terreni, automezzi, polizze finanziarie, tre esercizi commerciali ed immobili), mentre in capo a Mellea è stato applicato il vincolo a un cospicuo patrimonio immobiliare stimabile in circa 1.600.000 euro.

 

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