Anzichè lavorare andava al centro commerciale, sequestro preventivo nei confronti di un pubblico dipendente

I finanzieri del Comando provinciale di Cosenza hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo – emesso dal gip del Tribunale di Castrovillari su richiesta della locale Procura della Repubblica – a carico di un dipendente pubblico, in servizio presso un poliambulatorio medico di un comune della provincia di Cosenza.

Le indagini - dirette dalla Procura della Repubblica di Castrovillari - sono state condotte dalle fiamme gialle della Tenenza di Montegiordano ed hanno riguardato ripetute condotte illecite di assenteismo dal servizio, perpetrate dal destinatario del provvedimento.

I finanzieri hanno ricostruito – nel corso delle giornate di osservazione – numerosi e circostanziati episodi di assenteismo, di illegittimo ed ingiustificato allontanamento dal luogo di lavoro e di falsa attestazione della presenza in servizio, da parte del pubblico dipendente, per un totale di circa 125 ore di servizio, di fatto mai effettuate.

Contravvenendo ai propri doveri, l’indagato, infatti, era solito allontanarsi dall’ufficio senza alcuna valida ragione lavorativa per esigenze di carattere personale, come, ad esempio, recarsi presso un vicino centro commerciale, il proprio istituto di credito o per rientrare deliberatamente presso la propria abitazione nel corso dell’orario di servizio, sovente permanendovi alcune ore e, talvolta, omettendo l’intero turno pomeridiano di rientro.

All’esito dell’attività investigativa, il gip ha disposto il sequestro delle somme, indebitamente percepite dal pubblico dipendente – principale indagato -, a titolo di retribuzione, per le prestazioni lavorative non effettivamente svolte, mentre altre sei persone, a vario titolo protagoniste delle condotte assenteiste, risultano allo stato indagate a piede libero. I reati contestati sono: truffa aggravata ai danni dello Stato e fraudolenta attestazione della presenza in servizio, reato che comporta, tra l’altro, il licenziamento per giusta causa.

Assenteismo al Comune di Reggio Calabria avviso di conclusione indagini per cinque dipendenti

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, al termine di un’indagine di polizia giudiziaria in materia di reati contro la pubblica amministrazione, hanno notificato, su delega della locale Procura della Repubblica, un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di cinque dipendenti comunali, indagati per i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e falsa attestazione della presenza in servizio.

Le investigazioni, eseguite dal Gruppo di Reggio Calabria attraverso un’attività di videoripresa dell’ingresso degli uffici comunali e l’analisi dei registri delle presenze della IX Circoscrizione di Gallico Sambatello, hanno permesso di raccogliere elementi nei confronti dei dipendenti comunali che, nel periodo oggetto di monitoraggio, si sarebbero allontanati frequentemente dal luogo di lavoro, senza registrare l’uscita e il rientro con il badge marcatempo, risultando, dunque, regolarmente presenti.

 

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Operazione “Hall pass”, smascherati furbetti del cartellino

All’alba di oggi, i Carabinieri della Compagnia di Rogliano (Cs), supportati dai colleghi  del Comando provinciale di Cosenza, hanno avviato un’operazione, denominata “Hall pass”, durante la quale, nei comuni di Rogliano, Domanico, Figline Vegliaturo, Grimaldi, Marzi, Parenti, Paterno Calabro, Rende e Santo Stefano di Rogliano, sono stati notificati 14 avvisi di conclusione delle indagini preliminari emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza, nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili, a vario titolo, del reato di truffa aggravata e continuata ai danni di Calabria verde.

Stando a quanto comunicato dagli investigatori, le indagini avrebbero consentito di smascherare un nutrito gruppo di furbetti del cartellino e ad individuare irregolarità amministrative nei confronti di decine persone.

Assenteismo, 15 misure cautelari in Calabria

All’alba di oggi, i poliziotti del Commissariato di Gioia Tauro (Rc) hanno dato esecuzione, nella provincia di Reggio Calabria, a 15 misure cautelari personali e patrimoniali a carico di altrettanti dipendenti di un ente regionale per lo sviluppo dell'agricoltura accusati di assenteismo e truffa, attraverso l'uso improprio e fraudolento dei badge elettronici personali.

I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 10.00 presso il Commissariato di di Gioia Tauro, alla presenza del Questore di Reggio Calabria Maurizio Vallone.

Assenteismo, 57 indagati in Calabria

Sono 57 le persone indagate nell'ambito di un'inchiesta sull'assenteismo, condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro.

Le indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno portato all'interdizione dall'esercizio di pubblico servizio, per periodi variabili fra tre mesi e un anno, un dirigente e sei dipendenti dell'Azienda sanitaria provinciale del capoluogo di regione e otto lavoratori dell'Azienda ospedaliera "Pugliese-Ciaccio".

 

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Assenteismo durante i lavori socialmente utili, 15 persone rinviate a giudizio per truffa

I carabinieri della Stazione di San Giovanni in Fiore hanno notificato la richiesta di rinvio a giudizio della procura della Repubblica di Cosenza nei confronti di 15 indagati per il reato di truffa continuata ai danni dello Stato.

Il provvedimento scaturisce da una lunga e complessa attività d’indagine coordinata dalla procura della Repubblica di Cosenza e condotta dai Carabinieri della Stazione di San Giovanni in Fiore nel 2018, che ha permesso di documentare, con mirati servizi di osservazione e pedinamento, diversi casi di assenteismo dal luogo di lavoro da parte di personale assunto presso il comune di San Giovanni in Fiore.

Gli indagati rientrano nella categoria dei lavoratori beneficiari delle misure di sostegno al reddito, previste dalla legge regionale n. 15/2008, individuata con progetto della Regione Calabria in convenzione con il Comune di San Giovanni in Fiore, per l’inserimento lavorativo dei disoccupati di lunga durata. Ovverosia, quella categoria di lavoratori, comunemente conosciuta con il termine di “Giubbe Rosse”, che nel concreto vengono impiegati per lo svolgimento di variegate mansioni socialmente utili per la comunità, quali la manutenzione e guardiania dei beni pubblici, la pulizia delle strade e delle aree verdi urbane.

L’attività investigativa posta in essere dai militari della Stazione di San Giovanni in Fiore, attraverso l’esecuzione di servizi d'osservazione e pedinamento, ha permesso di documentare come alcuni lavoratori, seppur risultassero registrati nel sistema di controllo delle presenze, non sempre si trovavano nei posti di lavoro a loro assegnati, piuttosto erano soliti tornare presso le proprie abitazioni, svolgere commissioni di carattere privato nel centro abitato, talvolta soffermandosi presso bar, punti di ritrovo o centri commerciali, od addirittura, in alcuni casi, dedicarsi ad altri lavori quali la vendita ambulante di frutta e verdura.

In un caso specifico, uno degli indagati si è recato presso un centro sportivo per poter svolgere attività fisica.

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Assenteismo ASP Serra, tutti i NOMI degli indagati

Nella giornata odierna, i militari della Stazione Carabinieri di Serra San Bruno, hanno notificato un provvedimento di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla Procura di Vibo Valentia nei confronti di 20 soggetti, originari di Serra San Bruno e di altri Comuni della Provincia di Vibo Valentia e di Catanzaro, contro il cd. fenomeno “assenteismo” negli enti pubblici.

Il provvedimento vede, tra le fattispecie contestate ai vari indagati, i reati di truffa aggravata continuata e false attestazioni o certificazioni di orari lavorativi.

L’indagine, condotta dai militari della Stazione di Serra San Bruno. Nasce nel mese di dicembre 2017 quando venivano riscontrate una serie di condotte presumibilmente illecite poste in essere da parte di un medico impiegato presso il distretto ASP di Serra San Bruno. A seguito di ciò è stata sviluppata l’attività investigativa che ha permesso di acclarare una serie di condotte poste in essere da medici, infermieri, assistenti e collaboratori a vario titolo, che hanno integrato i reati per i quali si è proceduto.

Nella fattispecie è stato riscontrato, spesso e volentieri, l’allontanamento volontario da parte degli indagati dal presidio pubblico: gli stessi, a volte allontanatisi durante gli orari del pranzo, piuttosto che per recarsi presso supermarket locali, compivano queste azioni durante l’orario di lavoro senza eseguire la prescritta timbratura del cartellino elettronico in loro possesso.

Così facendo, non interrompendo l’orario di lavoro, facevano risultare comunque svolte, nell’ambito della giornata,  le ore lavorative e in taluni casi, addirittura tali condotte venivano compiute durante le ore di straordinario.

In un caso è stata registrata un doppia timbratura di due cartellini differenti da parte della stessa persona.

Il periodo in esame comprende i mesi da gennaio fino ad inizio maggio 2018.

Ecco chi sono gli indagati: Maria Abronzino, Domenico Albanese, Francesca Barbara, Vito Bertucci, Monica D’Oro, Filippo Forte, Nicola Gentile, Alberto Antonio Giancotti, Vincenzo Ierace, Maria Teresa Iorfida, Bruno Malvaso, Salvatore Marchese, Gregorio Paglianiti, Eleonora Pantano, Luigino Pasquino, Maria Dolores Passante, Bruno Antonio Pisani, Antonio Salvatore Scrivo, Francesco Valente, Maria Vellone.

Assenteismo, sospesi 7 dipendenti pubblici

I finanzieri della compagnia di Melito Porto Salvo, nell’ambito delle indagini effettuate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione, ad un’ordinanza di misura cautelare dell'interdizione dai pubblici uffici per periodi variabili da uno a due mesi, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di sette dipendenti pubblici in servizio presso il comune di Bova Marina.

Le indagini, riguardanti complessivamente 22 indagati, avevano già portato all’esecuzione, lo scorso 28 maggio, di altre cinque misure analoghe.

In seguito agli interrogatori effettuati dal gip, altri sette impiegati sono stati interessati per le ipotesi di reato di false attestazioni o certificazioni nell’utilizzo del badge, di truffa ai danni dell’ente comunale e d'interruzione di servizio pubblico.

Oltre agli accertamenti documentali delle presenze giornaliere, l’indagine si fonda sulle immagini acquisite all’interno ed all’esterno dei locali del municipio, mediante il monitoraggio visivo dell’orologio marcatempo per la rilevazione delle presenze giornaliere, su un’accurata attività di osservazione, pedinamento e controllo eseguita dai finanzieri.

Significativa è la circostanza che, ben 12 impiegati sui 22 indagati in una struttura medio piccola, quale quella del comune di Bova Marina, siano stati oggetto delle misure cautelari della interdizione dai pubblici uffici.

 

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