Unical, lezione di Mimmo Gangemi agli studenti di pedagogia

Mimmo Gangemi, uno dei più famosi scrittori italiani nato in Calabria, ha tenuto una lezione all'Università della Calabria. L’incontro è stato introdotto dal professore di Pedagogia della comunicazione Mario Caligiuri,  che insegna nel corso di laurea magistrale in Scienze pedagogiche. Le opere dello scrittore narrano vicende e personaggi di questa terra di ‘ndrangheta, malapianta dalla quale lui è riuscito ad allontanarsi anche grazie alla cultura che lo ha orientato verso  una mentalità diversa fatta di idee e pensieri di civiltà. “Non è impossibile distruggere la ‘ndrangheta, né si può chiedere ai cittadini di trasformarsi in eroi - ben vengano, comunque - basta che si compiano gesti di ordinaria legalità, che saranno esempi per altri, fino a costruire una mentalità dentro cui non ci sarà più spazio per la mafia. Tempi lunghi, però”. Le sue storie sono di fantasia ma molto  verosimili. Una delle componenti strutturali di parte dei suoi romanzi è la ndrangheta, e questo gli porta critiche da parte di chi ritiene che sia sbagliato parlarne, perché bisognerebbe non  autodenunciarsi. Mimmo Gangemi è invece dell'idea che sia importante prendere coscienza del degrado a cui siamo giunti, per trovare motivazione per cambiare le cose.
Ma perché la Calabria è terra di ‘ndrangheta? Gangemi ha proposto due possibili risposte . Una vede una Calabria fatta di piccoli paesi sperduti dove, fino ai primi anni '70, lo Stato di fatto era assente, spingendo la gente ad affidarsi a una specie di "Stato parallelo" malavitoso per risolvere le piccole e meno piccole problematiche che oggi
noi affideremmo ad un tribunale civile. Dove lo Stato non c’era, l’”Onorata Società” riuscì a sostituirlo e a raccogliere così il consenso della popolazione. Non fosse così, sostiene Gangemi, per giustificare il largo consenso che la cosiddetta "Onorata società" ebbe, non resterebbe che Lombroso con le sue teorie, secondo le quali i meridionali, i calabresi in particolare, sarebbero criminali atavici a causa di malformazioni nella scatola cranica che li porterebbero inevitabilmente a delinquere. Gangemi rifiuta la posizione di Lombroso, bollata pure dalla scienza ufficiale e più realisticamente ritiene che la piaga della ‘ndrangheta sia da attribuire agli anni di assenza dello Stato in questi territori. Il messaggio che ha rivolto agli studenti sostiene che non è la presenza della mafia che crea arretratezza ma sono gli orizzonti ristretti che, condividendone la mentalità, alimentano e fanno arricchire la ‘ndrangheta. “Da noi c’è un’arretratezza sociale, culturale, economica e di idee che ancora produce 'ndrangheta, non è il contrario". A conclusione della sua lezione, due frasi racchiudono il suo pensiero etico ed artistico: “Senza diventare un eroe, per quello che posso collaboro, anche nelle scuole, per costruire idee nuove che concorrano a sconfiggere l’idea malata della 'ndrangheta. La mafia non si distrugge soltanto con i molti successi investigativi e i molti arresti ma anche incidendo per costruire una mentalità nuova, fatta di idee, pensieri e parole di legalità e civiltà”.

Calabria, la Commissione regionale dà il via libera alla legge contro la 'ndrangheta

La Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria, riunitasi ieri a Palazzo Campanella sotto la presidenza di Artuto Bova, ha avviato i propri lavori con le audizioni di Gianni Votano, rappresentante Progetto Alef e di Amelia Stellino, coordinatrice movimento Slot Mob Calabria, che hanno offerto il loro contributo sulla complessa e delicata tematica della gestione del credito e sull’antiusura.

Successivamente, l’organismo consiliare ha espresso parere favorevole all’unanimità alla proposta di legge n. 214/10^ che vede proponente lo stesso presidente Bova con i consiglieri Cannizzaro, Nicolò, Graziano, Romeo, Neri, Arruzzolo e Giudiceandrea, in merito agli interventi regionali per la prevenzione ed il contrasto della criminalità organizzata e per la promozione di una cultura della legalità e l’economia responsabile.

 “Con questo parere favorevole – spiega Arturo Bova-, si registra un ulteriore passo avanti nell’iter legislativo che dovrà portare all’approvazione definitiva della cd. legge anti ‘ndrangheta. Ma la seduta odierna è stata significativa anche per quanto riguarda il primo punto all’ordine del giorno per la costituzione di un tavolo tra tutti i protagonisti del credito al fine di proporre una rivisitazione anche a livello nazionale delle regole di accesso. Le cooperative che si occupano di beni confiscati, gli imprenditori vittime di mafia, gli stessi giovani che, per la prima volta, si affacciano al mondo del lavoro con iniziative personali – aggiunge Bova-, devono essere messi in condizione di poter contare su un sostegno finanziario che, fino ad, oggi, risulta invece caratterizzato da una serie di ristrettezze che di fatto impediscono loro di muovere liberamente i primi ed importanti passi”.  

De Leo (Msi - Ft"): "Sulle politiche per il lavoro serve un'inversione di marcia"

Riceviamo e pubblichiamo

"I militanti della Segreteria Regionale del MSI-Fiamma Tricolore, come annunciato, nella mattinata di martedì 21 ha manifestato nel piazzale antistante la sede della Regione Calabria per chiedere “nuove” sulle somme dovute ai circa 2.000 giovani che hanno già effettuato il tirocinio previsto dal Progetto “Garanzia Giovani” ma, soprattutto, per chiedere una inversione di marcia nelle politiche del Lavoro della Regione, finora legate ad interventi “a pioggia”, che si configurano principalmente nell’ambito del più vetero e bieco assistenzialismo, e che devono necessariamente trasformarsi in aiuti AL Lavoro, in particolare attivando servizi al settore ed operando i necessari interventi infrastrutturali sulla rete trasportistica (strade, aeroporti, ferrovie, ma anche porti), sburocratizzazione, defiscalizzazione su occupazione e reinvestimenti.

          Nel rivendicare il merito di avere, finalmente, gettato una pietra nell’acqua stagnante della dilagante rassegnazione e sottomissione dei cittadini all’imperante malapolitica attuata dalla nostra classe dirigente – plasticamente dimostrata dalla scarsissima partecipazione alla manifestazione, lasciata alla sola presenza dei dirigenti missini nonostante le innumerevoli lamentele espresse dai giovani e dalle loro famiglie, oltreché da alcuni imprenditori che lamentano la mancata adesione al progetto proprio a causa della scarsa fiducia nella liquidazione di quanto promesso – la Segreteria Regionale Missina ringrazia gli operatori della struttura regionale che l’hanno ricevuta per illustrare e chiarire la situazione attuale relativa alla liquidazione dei fondi di “Garanzia Giovani” e per un rapporto sulle politiche del lavoro che la Regione Calabria sta mettendo in atto. 

          In merito riportiamo a chi ne fosse interessato che riguardo alle indennità per chi attende la liquidazione del dovutogli sono state già elaborate oltre 500 posizioni e si procede ormai celermente per l’elaborazione delle altre che, probabilmente, saranno elaborate entro i primi giorni di aprile mentre, tranne che per qualche decina di “casi anomali”, la liquidazione Inps potrebbe e dovrebbe essere fatta entro il prossimo mese di maggio.   Ci è stato anche assicurato che nessuna penalizzazione riceveranno i giovani per eventuali errori e ritardi burocratici imputabili all’Ente.

          Di tutto quanto sopra abbiamo preso atto e ci siamo riservati di restare attenti alla sua esatta e puntuale attuazione.

         Per quanto attiene, invece, alla situazione degli altri settori relative alle politiche sociali del Lavoro strettamente legate alle competenze regionali ci è stato illustrato che circa 1/5 del bilancio regionale “libero” viene impiegato per sostenere l’immenso arcipelago del Precariato – fatto di lavoratori che fruiscono di mobilità in deroga, ex LSU-LPU, precari cui Legge 15 e Legge 28 – che si cerca di svuotare tramite stabilizzazioni, sempre difficili nel pubblico in tempi di spending-review e qusi sconosciute nel privato, prepensionamenti oltre che tramite alcuni bandi nei settori della Giustizia, dell’istruzione e dei Beni Culturali (per un totale di circa 2.200 unità). 

          Questo è quanto. Veramente poco rispetto a quanto potrebbe essere attivato attraverso gli strumenti da noi indicati in premessa – attivazione servizi, infrastrutture, defiscalizzazione e sburocratizzazione – che sarebbero anche il segnale che i Calabresi rifiutano il clientelismo e l’assistenzialismo d’accatto e pretendono il rispetto del diritto, costituzionalmente garantito, al Lavoro rivendicando la propria Identità e Sovranità, aldilà delle appartenenze partitiche ma quale Cittadini di questa terra che non sopporterà mai più la creazione e la presenza di associazioni affaristico-clientelari come “Calabria Etica” (sic!).

          Noi, ribadiamo, saremo propositivi nella fase progettuale ed attenti in quella esecutiva, senza mancare, laddove necessario, dallo scendere di nuovo in strada a rivendicare i Diritti, agli assenti dell’altro giorno – tra i nostri e, soprattutto, tra i fragorosi assenti - il compito di finirla di lamentarsi, scollarsi dalle loro poltrone e metterci la faccia! Noi lo abbiamo fatto e lo faremo, certamente, ancora!"

Franesco De Leo - Segretario regionale Calabria Movimento sociale italiano - Fiamma tricolore

Fondi europei, Ferrara (M5s): "Non è più accettabile che i calabresi paghino per le negligenze della politica"

"Dalla stampa apprendo dell’ennesimo ritardo, ormai strutturale, della Regione Calabria che interessa la fase della rendicontazione dei fondi FESR 2007/2013. Non bastavano i ritardi nell’emanazione dei bandi e le superficialità nella gestione concreta delle risorse ora vi è anche il rischio che la mancata rendicontazione possa produrre perdite fino al 25% dei fondi erogati nella passata programmazione, in cui le numerose criticità si sono concentrate soprattutto nell’utilizzo delle risorse a valere sul Fondo Sociale Europeo".

E' quanto scrive in una nota Laura Ferrara, vicepresidente della commissione giuridica al parlamento Europeo.

"La corsa affannosa - prosegue l'esponente M5s - a cui abbiamo assistito dapprima nella spesa dei fondi europei ed oggi nella rendicontazione degli stessi, sono lo specchio fedele della politica di questa amministrazione regionale distaccata dalla realtà, ma sempre alla ricerca di nuovi artifici contabili che possano giustificare le palesi carenze gestionali.

Ma oltre al danno anche la beffa: anche questa volta a pagare potrebbero essere i cittadini calabresi.

Invito caldamente il presidente Oliverio a far sì che la Regione si impegni per risolvere nel più breve tempo possibile questa incresciosa situazione.
Non è più accettabile -conclude Laura Ferrara- che siano i cittadini calabresi a pagare per le negligenze e gli errori di un’amministrazione regionale incapace di fare correttamente e nei tempi previsti il proprio lavoro ordinario"

L'abbazia italo-greca di san Filippo d'Argirò

Ben pochi ruderi ma imponenti rimangono ancora oggi dell’antica e gloriosa abbazia italo-greca di San Filippo d’Argirò sita in diocesi di Gerace tra Anoja e Cinquefrondi (RC) sul declivio di una collina a nord del torrente Sciarapotamo, a circa 350 m s.l.m. e a 3 km ad est del centro abitato di quest’ultimo paese.

La gran parte degli studiosi la ritiene fondata da Ruggero II durante gli anni del suo governo (1128-1154), probabilmente nel 1130, sotto il pontificato di Innocenzo II. Non conosciamo di certo quando il monastero di San Filippo venne abbandonato dalla comunità italo-greca, anche se poi venne utilizzato da altri ordini religiosi, come attesta P. Giovanni Fiore da Cropani nella sua opera Della Calabria illustrata – scritta prima del suo decesso avvenuto nel 1683 – nella quale testualmente si legge: «oggidì dei Minori Osservanti». Le fabbriche, invece, furono abbandonate definitivamente nel 1774, e già logorate dal tempo, vennero poi completamente distrutte dal terremoto del 1783.

Per fortuna il ricco patrimonio archivistico e librario del cenobio, ricordato da Atanasio Calceopulo nel Liber Visitationis, non andò completamente disperso. Nei rendiconti della sua visita al monastero nel 1457 egli scriveva infatti che al San Filippo si conservava una cassea cum privilegiis monasteri.

Nella platea del 1507, compilata a distanza di cinquant’anni dalla visita del Calceopulo –  conservata nell’archivio vescovile di Locri-Gerace –, vengono ricordati innumerevoli libri e privilegi latini e greci; fonti in parte utilizzate da Ottaviano Pasqua nella compilazione della sua

I documenti del San Basilio durante il decennio francese, vennero trasferiti a Parigi, per essere poi parzialmente restituiti all’Archivio Vaticano dopo il congresso di Vienna, dove costituiscono attualmente l’intero corpus del Fondo Basiliani.

La platea ms. conservata presso l’archivio della diocesi di Locri-Gerace, sulla quale è riportato il titolo “Platea dell’Abbadia di S. Filippo d’Argirò” è stata ora pubblicata nel l’ultimo numero della prestigiosa rivista “Bollettino dell’Abbazia di Grottaferrata “ a12(2015), pp. 237-290, a cura di chi scrive.

In essa si legge l’inventario dei beni mobili, stabili e dei censi dell’abbazia del 1507 compilato da don Francesco de Domenico, cancelliere della curia episcopale geracese, con gli aggiornamenti del 1565 e del 1697.

Nella platea dell’archivio diocesano di Gerace il monastero di San Filippo d’Argirò appare molto vitale e fiorente dal punto di vista economico, ma anche nella sua struttura, solida e rinnovata (intavolato di novo), e possiede una ricchissima suppellettile, della quale viene fornita una minuziosa ed accurata descrizione.

Tra i beni e mobili il monastero possedeva infatti numerose tele, drappi pregiati in lino e seta, tovaglie, calici. Tra gli affreschi sulle mura anche uno che raffigura lo stesso San Filippo. Nella chiesa vi era inoltre un fonte battesimale in marmo. Nel campanile si trovava una grande campana.

Dettagliato è anche l’elenco di piccoli oggetti di uso quotidiano, per i quali la platea si rivela molto interessante dal punto di vista glottologico e dialettale.

Il complesso monastico, pur lontano dal centro abitato di Gerace, non appare completamente isolato. Era infatti tutto circondato da una serie di piccoli edifici, come alcune case ed altre chiese o luoghi di culto, tra cui anche l’antica chiesa di San Filippo, probabilmente la precedente chiesa del monastero preesistente al monastero ricostruito poco distante per intervento di Ruggero il Granconte.

Poco lontano si trovavano le due grandi grancie del monastero, Santa Maria de Pristarona quella della Mantinea, sita proprio nel Borghetto di Gerace,  che possedeva o antichi libri ecclesiastici in greco e numerosi privilegi e contratti in greco e latino.

Questa  grancia si trovava attaccata alle mura di cinta della cortina della terra di Gerace, nei pressi di una delle porte d’accesso. Vi era ancora una saletta ed una casina con il forno, il cellaro dove si conservava il vino, una stalla ed il granaio, tutti circondati da alberi di mele, melograni e fichi. Insomma una piccola corte monastica gestita secondo modelli di un’economia di base autarchica, a carattere agricolo, sul modello del sistema curtense feudale.

Nella descrizione dei confini dei possedimenti, il testo si rivela molto interessante per la presenza di numerosi agiotoponimi, che darebbero adito alla presenza di luoghi di culto nel territorio dell’entro- terra geracese. Ma ancor più importante è l’ideale linea di confine dei beni che coincide con le principali vie di comunicazione del territorio, aspro ed impervio, che nella maggior parte dei casi si limitano ad essere piccoli sentieri, le creste delle montagne ed in particolar modo le fiumare. Non mancano tuttavia vie di collegamento tra Gerace ed i piccoli centri abitati circostanti.

In questo vasto territorio, costituito da immensi pascoli, era consuetudine locale che vi si potesse da parte dei cittadini esercitare l’uso civico del pascolo, dell’erbatico, della semina, della raccolta dei frutti e del glandatico, previa autorizzazione dell’abbate e pagamento della relativa gabella.

 La platea dell’abbazia di San Filippo d’Argirò costituisce, perciò un prezioso tassello per la storia della Locride in cui coesistevano modelli multietnici e interculturali propri di popolazioni provenienti sia da Oriente che da Occidente, diverse per tradizioni, per aspetti sociali ed economici, per lingue e liturgie: connotazioni tutte che rendevano la Calabria, ed ancor oggi per molti versi la rendono particolare e certamente non omologabile, alle stesse province dell’Italia meridionale continentale e insulare.

 

 

  • Published in Cultura

Volley: la Tonno Callipo pronta per i play off

Prende il via domenica 26 marzo alle ore 18 l’avventura della Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia nei play off Challenge UnipolSai.

Per la società del presidente Pippo Callipo è la seconda partecipazione dopo quella avvenuta nella stagione 2013-14.

Le otto squadre che si contenderanno il quinto posto in classifica che vale l’accesso alla Challenge Cup 2017-18 sono: Calzedonia Verona, Biosì Indexa Sora, Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia, Bunge Ravenna, Lpr Piacenza, Top Volley Latina, Gi Group Monza, Exprivia Molfetta.

La Tonno Callipo è inserita nella parte alta del tabellone e in caso di qualificazione alla semifinale affronterà la vincente del quarto di finale Verona-Sora. Le quattro compagini che vinceranno il proprio quarto di finale andranno a disputare la final four che si giocherà sabato 22 e domenica 23 aprile con sede da definire.

E’ la quarta edizione dei play off Challenge UnipolSai: la prima edizione risale alla stagione 2011-12 (vincitrice Piacenza), la seconda edizione si è giocata nella stagione 2013-14 (vincitrice Ravenna), mentre la terza edizione si è disputata nella scorsa stagione (vincitrice per la seconda volta Piacenza che nella finale giocata a Verona ha avuto la meglio su Latina).

La Tonno Callipo nella stagione 2013-14 ha giocato due partite nei Play Off Challenge nei quarti di finale giocati contro Cuneo e i giallorossi vennero estromessi dalla competizione perdendo le due gare all’andata con il punteggio di 1-3, mentre al ritorno l’allora squadra di coach Blengini venne sconfitta con il punteggio di 3-0.

Da sottolineare che compagine giallorossa vanta nella propria rosa due atleti di grande esperienza che hanno già vinto in passato il Play Off Challenge: si tratta di Davide Marra (il libero di Praia a Mare vinse con Piacenza nel 2011-12) e di capitan Manuel Coscione (il palleggiatore cuneese ha conquistato la qualificazione alla Challenge Cup nella scorsa stagione sempre con la maglia di Piacenza).

Falso funzionario dell'Unione europea arrestato in Calabria

I finanzieri della Compagnia di Rossano, coordinati dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, hanno tratto in arresto un falso funzionario dell’Unione europea.

L’uomo è accusato di aver ricevuto indebitamente denaro a fronte della promessa di erogazione di finanziamenti comunitari a “fondo perduto”. La truffa sarebbe stata perpetrata ai danni di alcuni imprenditori edili.

In cambio di denaro, il presunto responsabile del reato, avrebbe promesso di revisionare e curare personalmente progetti di investimento destinati a ricevere finanziamenti comunitari.

La vicenda trae origine da una denuncia presentata da alcuni imprenditori, i quali hanno riferito di aver avuto alcuni incontri con tale Sergio Cottignoli.

Presentatosi come funzionario dell’Unione europea addetto alla revisione dei progetti finalizzati ad ottenere finanziamenti con fondi europei di sviluppo, l’uomo avrebbe richiesto denaro al fine di poter “indirizzare”, in particolare, una pratica di finanziamento relativa ad un progetto concernente la costruzione di un villaggio turistico sulla costa ionica.

Cottignoli avrebbe, quindi, assicurato di essere nella condizione di poter assicurare un iter più “spedito” alla pratica, grazie alle asserite influenze negli ambienti delle istituzioni comunitarie.

Nel corso delle indagini, le fiamme gialle hanno identificato il falso funzionario come un pensionato di 76 anni, totalmente estraneo alle istituzioni europee e privo di titoli per poter svolgere la funzione d’intermediazione con soggetti interessati alla percezione di finanziamenti comunitari.

I finanzieri hanno, pertanto, documentato gli incontri tra il falso funzionario e gli ignari imprenditori.

Nel corso di un appuntamento, Cottignoli con la scusa di dover fornire garanzie economiche ad una banca tedesca, avrebbe chiesto il pagamento anticipato di 48 mila euro.

L’imprenditore, ricevuta l’assicurazione dell’erogazione del finanziamento, avrebbe, quindi, emesso un assegno intestato al falso funzionario.

I militari sono, quindi, entrati in azione fermando l’uomo, che avrebbe continuato ad asserire di essere un funzionario della Comunità europea.

Nel corso della perquisizione personale, oltre all’assegno, i finanzieri hanno trovato e sequestrato: numerosi documenti falsi con intestazione dell’Unione europea e di istituti bancari Tedeschi; un timbro con il logo della “Commissione Europea”; alcuni falsi tesserini identificativi con il titolo di “Revisore progetti finanziari Italia” per conto delle Commissioni FESR – FSE – FEAOG – SFOP.

Arrestato in flagranza per il reato di truffa aggravata, l’uomo è stato posto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.

 Nel corso di una successiva perquisizione eseguita nell’abitazione di Cottignoli, è stato rinvenuto altro materiale come: timbri recanti l’effige della “Banca Centrale Europea”, falsa documentazione relativa a pratiche di finanziamenti comunitari, e tesserini identificativi.

  • Published in Cronaca

Scossa di terremoto a poca distanza dalla costa calabrese

Un terremoto di magnitudo ML 2.0 è stato registrato dai sismografi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia nel mare Jonio, a poca distanza dalla costa della Calabria

La scossa è state rilevata, alle 7,23 di oggi, ad una profonditàdi 34 chilometri.

Tra i centri più vicini alla zona dell'epicentro, Roghudi, Melito di Porto Salvo, Montebello Ionico e Motta San Giovanni.

  • Published in Cronaca
Subscribe to this RSS feed