‘Ndrangheta, decapitata potente famiglia del Vibonese con ramificazioni nella Capitale: i DETTAGLI

Sangue e terrore. Il clima che si respira nel Vibonese è spesso quello di una realtà marginale, dove prevale la violenza del più forte. Almeno fin quando, la società non reagisce e, grazie alle forze dell’ordine, riesce a recidere i tentacoli della malapianta.

Nelle prime ore della mattinata, in Vibo Valentia e Roma, i Carabinieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia con il supporto di quelli di Roma hanno eseguito 5 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro nei riguardi di altrettanti soggetti, esponenti apicali della famiglia ‘ndranghetista dei “Bonavota”, attiva nei comuni del Vibonese di Sant’Onofrio e Maierato, ritenuti responsabili in concorso, a vario titolo, di:

  •  omicidio;
  •  detenzione e porto di armi comuni e da guerra;
  •  danneggiamento;
  •  estorsione continuata ed aggravata dal metodo mafioso. 

I fermati sono:

  1.  Bonavota Pasquale, di Vibo Valentia, del ‘74, ritenuto capo della cosca di Sant’Onofrio; 
  2.  Bonavota Domenico, di Vibo Valentia del ‘79, ritenuto capo dell’ala militare della omonima cosca;
  3.  Barbieri Onofrio, di Vibo Valentia dell’80; 
  4.  Lopreiato Giuseppe, di Soriano Calabro del ‘94; 
  5.  Febbraro Domenico, di Vibo Valentia del ‘93. 

Bonavota Nicola, di Vibo Valentia del ‘76, fratello di Pasquale e Domenico si è reso irreperibile ed al momento è ricercato dai carabinieri.

Le indagini hanno consentito di individuare mandanti ed esecutori materiali degli omicidi di due omicidi avvenuti nel vibonese nel 2004:

  •  Cracolici Raffaele, avvenuto il 4 maggio 2004 in Pizzo Calabro, commissionato dalla famiglia “Bonavota” per eliminare la vittima, ritenuta di ostacolo all’espansione territoriale sulla zona industriale della cittadina di Maierato;
  •  Di Leo Domenico, commesso il 12 luglio 2004 in Sant’Onofrio, per consentire alla famiglia “Bonavota” di mantenere la leadership in quel territorio.

Inoltre, le indagine condotte dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia, hanno:

- fatto luce dinamiche criminali, coincidenti con l’ascesa della famiglia dei “Bonavota” da cui sono scaturiti i due citati gravi fatti di sangue del Vibonese;

- conseguentemente, individuato mandanti ed esecutori materiali, riconducibili alla famiglia dei “Bonavota”, dei danneggiamenti mediante esplosione di colpi di arma da fuoco avvenuti, in Maierato:

• nel giugno del 2004 all’azienda “Giacinto Callipo Conserve Alimentari S.p.a.”;

• più recentemente, nel aprile del 2016 al complesso residenziale “Popilia Country Resort”.

Nel corso dell’operazione sono stati arrestati in flagranza di reato Lopreiato Giovanni, di Sant’Onofrio, del ‘62, contiguo alla medesima cosca - che favoriva lo stato di clandestinità di Bonavota Domenico, sorvegliato speciale di ps – perché trovato in possesso di documenti di identità falsi e Petrolo Antonio Salvatore Gerardo, di Vibo Valentia, del 65, poichè trovato in possesso di una pistola calibro 7.65 con matricola abrasa e 36 munizioni.

I particolari dell’operazioni sono stati resi noti nel corso della conferenza stampa tenutasi presso la Legione carabinieri di Catanzaro.

Omicidi e intimidazioni a “Callipo conserve” e “Popilia Resort”: 6 fermi per cosca Bonavota

Dalle prime ore della mattinata, a Vibo Valentia e Roma, i carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia con il supporto di quelli di Roma stanno eseguendo 6 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro nei riguardi di altrettanti soggetti, esponenti apicali della famiglia ‘ndranghetista dei “Bonavota”, attiva nei comuni del Vibonese di Sant’Onofrio e Maierato, ritenuti responsabili in concorso, a vario titolo, di: omicidio; detenzione e porto di armi comuni e da guerra; danneggiamento; estorsione continuata ed aggravata dal metodo mafioso. 

Le indagini hanno consentito di individuare mandanti ed esecutori materiali di due omicidi avvenuti nel vibonese nel 2004. Inoltre, è stata fatta luce su dinamiche criminali, coincidenti con l’ascesa della famiglia dei “Bonavota” da cui sono scaturiti i due gravi fatti di sangue del Vibonese.

Conseguentemente, sono stati individuati mandanti ed esecutori materiali, riconducibili alla famiglia dei “Bonavota”, dei danneggiamenti mediante esplosione di colpi di arma da fuoco avvenuti in Maierato nel 2004 all’azienda “Callipo Conserve Alimentari S.p.a.” e più recentemente nel 2016 al complesso residenziale “Popilia Country Resort”.

Testimone in un processo aggredito vicino al Tribunale di Vibo

Stamattina un importante testimone nel processo derivante dall'operazione "Talitha Kum", che ha messo nel mirino diversi presunti affiliati alla cosca Bonavota, attiva a Sant'Onofrio, è stato vittima di un'aggressione pochi minuti prima della deposizione in aula. Un pugno ha centrato in faccia Pietro Lopreiato, nei pressi del nuovo Tribunale vibonese. Trasportato in ospedale per la medicazione della lesione, l'imprenditore è parte offesa nel dibattimento perché sarebbe stato destinatario di richieste di "pizzo", e migliaia di alberelli di olivo furono tagliati per intimidirlo. I Carabinieri, agli ordini del capitano Diego Berlingieri, hanno avviato indagini sull'episodio. Alla luce di quanto accaduto, il suo legale, l'avvocato Salvatore Mangialavori ha reso noto che le condizioni psicologiche in cui versava l'assistito stamane gli avrebbero permesso di parlare davanti ai giudici soltanto dopo qualche ora. L'udienza, però, è stata rinviata al 16 marzo.

  • Published in Cronaca
Subscribe to this RSS feed