Confiscati 7 appezzamenti di terreno e un immobile ad affiliato alla 'ndrangheta

La Polizia di Stato ha messo a segno un ulteriore attacco ai patrimoni illecitamente acquisiti da soggetti appartenenti alla 'ndrangheta. Nella mattinata del 2 agosto a Seminara è stato eseguito un provvedimento di confisca di beni, emesso dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, nei confronti di Saverio Laganà, 46 anni, esponente della cosca "Gioffrè", operante nel comprensorio di Seminara. Saverio Laganà, attualmente detenuto, è stato condannato dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria alla pena definitiva di 8 anni di reclusione per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso nell’ambito dell’operazione "Artemisia" per aver preso parte alla faida tra le opposte fazioni dei Gioffrè, detti "ndoli" e dei "Caia-Laganà" detti "'ingrisi ", con la scissione di quest’ultimo gruppo in ulteriori  due sotto-gruppi contrapposti, rispettivamente i  "Caia-Gioffrè" da un lato ed i "Laganà" dall’altro, che insanguinò le strade del comprensorio di Seminara. Le indagini patrimoniali, condotte dagli uomini dell’Ufficio Misure di Prevenzione della Divisione Polizia Anticrimine, hanno dimostrato l’evidente sproporzione tra i redditi formalmente percepiti dal proposto e il patrimonio a lui direttamente o indirettamente riconducibile, frutto del reimpiego di capitali di provenienza illecita. L’Autorità Giudiziaria, accogliendo le risultanze delleinvestigazioni di carattere patrimoniale, ha disposto la confisca dei seguenti beni, ubicati nel Comune di Seminara, già sequestrati nel novembre 2015 dal locale Tribunale Misure di Prevenzione, sempre su proposta della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Reggio Calabria: un immobile composto da piano terra e primo piano; 7 appezzamenti di terreno adibiti ad uliveto. Il valore dei beni confiscati ammonta complessivamente a circa 500 mila euro.

 

 

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'Ndrangheta, sequestrati beni per mezzo milione di euro

La Polizia ha sequestrato beni che ammontano complessivamente a mezzo milione di euro e la cui titolarità è ascrivibile al quarantacinquenne Saverio Laganà, condannato, con sentenza passata in giudicato, ad otto anni di carcere al termine del processo scaturito dall'inchiesta "Artemisia" e considerato tra i protagonisti della faida fra i clan Gioffrè, noti come "'ndoli", e Caia-Laganà-Gioffrè, ribattezzati "ingrisi". entrambi con sede a Seminara. Il provvedimento, disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, è stato assunto in base all'incongruenza, accertata dagli inquirenti, tra quanto dichiarato al Fisco ed il complesso patrimoniale riferibile all'indagato. Un'anomalia spiegabile, a parere degli investigatori, del riutilizzo di denaro illecitamente accumulato. 

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