Covid in Calabria, un altro comune finisce in zona rossa

Il comune di Casali del Manco (Cs), dalle 22 di oggi fino al 5 aprile, sarà “zona rossa”.

È quanto dispone l’ordinanza firmata oggi dal presidente della Regione, Nino Spirlì.

Il provvedimento si è reso necessario in seguito alla nota, datata 20 marzo 2021, del dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, con la quale è stato comunicato che «nel comune di Casali del Manco, negli ultimi 14 giorni, si è registrata una elevata incidenza di nuovi casi confermati, rispetto alla popolazione residente, con aumento di oltre l’80% negli ultimi 7 giorni. La situazione, si rileva, risulta particolarmente problematica a causa dei numerosi focolai distribuiti su tutto il territorio e di alcuni soggetti per i quali è stato necessario il ricovero. Tra l'altro, l’elevata incidenza dei casi confermati, un terzo dei quali riguarda la fascia di età “pediatrica”, desta particolare preoccupazione per lo sviluppo di possibili ulteriori contagi, in assenza di idonee misure limitanti la circolazione delle persone fisiche».

Inoltre, considerato che nel comune di Casali del Manco «l’incidenza dei casi negli ultimi 7 e 14 giorni supera i valori individuati nel Dpcm del 2 marzo 2021», il dipartimento di Prevenzione «ha evidenziato che ricorrono le condizioni per l’adozione delle misure di mitigazione della diffusione epidemica, mediante l’istituzione delle misure da “zona rossa”».

L’ordinanza dispone anche che il dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale competente «proceda al costante monitoraggio della situazione epidemiologica locale, segnalando tempestivamente all’Unità di crisi regionale ogni variazione significativa intervenuta».

Sanità, Guccione: "Non si muore solo di Covid, migliaia di malati non si sono potuti curare"

«Nel corso del 2020 l’esplosione della pandemia da Coronavirus ha prodotto, da parte dell’Asp e dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, una riduzione delle attività e delle prestazioni erogate. L’Azienda sanitaria provincia di Cosenza ha registrato 5.930 ricoveri in meno negli Hub della provincia, 2.917 interventi chirurgici e ospedalieri in meno, 368.468 prestazioni ambulatoriali e ospedaliere in meno; 365.819 prestazioni specialistiche ambulatoriali nei distretti in meno, 200.981 prestazioni di pronto soccorso e PPI in meno. All’ospedale Annunziata di Cosenza, invece, si sono registrati 5256 ricoveri e interventi chirurgici in meno, 272.120 prestazioni ambulatoriali ospedaliere in meno. Un quadro drammatico che ancora oggi permane e che ha messo in serio pericolo la vita di molti calabresi che non hanno avuto la possibilità di ricevere le cure appropriate».

È quanto afferma il consigliere regionale del Partito democratico Carlo Guccione.  

«Oggi quello che sta accadendo all’interno del rapporto tra Regione Calabria e sanità accreditata ha dell'incredibile, davvero del paradossale. Alle strutture s'è chiesta una mano così da liberare gli ospedali impegnati da oltre un anno quasi esclusivamente con il Covid, come è noto nel frattempo le altre malattie non si sono fermate in attesa della fine della pandemia. E le strutture accreditate – continua il consigliere Guccione - hanno risposto alla chiamata, aiutando gli ospedali e soprattutto rispondendo all'utenza, ai malati, alla gente comune che ha avuto bisogno di interventi di qualsiasi natura. E ora in cambio, quasi sottoforma di “ringraziamento”, cosa fanno la Regione e l'Ufficio del commissario? Non riconoscono alle strutture accreditate come “eseguite” le prestazioni pattuite nei contratti e nei tetti di spesa prima del Covid, prima della chiamata in soccorso agli ospedali. Un imbroglio vero e proprio, un grande imbroglio ai danni dei malati e delle migliaia di dipendenti delle cliniche che non possono essere pagati. Una vicenda incredibile».

«Il commissario Longo è al corrente dell'assurda situazione? E Spirlì? Ha in mente di mettere mano a questo vero e proprio “raggiro” ai danni di chi è stato curato e di chi ha lavorato anche in durissimi tempi pandemici? In tutta Italia – sottolinea Carlo Guccione - le strutture accreditate che hanno sopperito e prestato soccorso agli ospedali sono state riconosciute, e liquidate, le prestazioni come se avessero ottemperato ai contratti stipulati in tempi pre Covid. Ripeto, in tutta Italia. Solo in Calabria, invece, queste strutture si sono viste eliminato l’obbligo del piano d'acquisto. E quindi non riconosciuto e non liquidato il lavoro svolto. È mai possibile una stortura del genere?».

«Longo e Spirlì – continua ancora Guccione – autorizzino subito le Asp a procedere con la compensazione delle prestazioni nei confronti delle strutture accreditate. Il tutto, giova ricordarlo, è a saldo zero perché già sotto contratto di fornitura e nei tetti di spesa.

Recentemente il commissario Longo ha affermato che le strutture accreditate non possono dare una mano gratuitamente alla somministrazione dei vaccini in quanto hanno sopperito e stanno sopperendo ancora alle mancanze del servizio pubblico sugli interventi ordinari in quanto il pubblico è concentrato sui malati Covid. Si precettano le strutture perché la guerra al Covid non può lasciare indietro altri malati e altre patologie e poi non si riconosce il lavoro svolto?».

«Immediatamente, dunque, deve essere autorizzata la compensazione a costo zero tra le diverse tipologie di prestazioni erogate dalle strutture accreditate. Non può andare oltre questa incredibile situazione. Anche perché questo assurdo paradosso ha delle ricadute importanti sul piano occupazionale. Si rimedi a questa situazione incredibile. In particolare, in questo momento in cui il sistema sanitario calabrese è nuovamente al collasso, supera la soglia critica di occupazione di terapie intensive e ricoveri Covid. Prima di tutto, non dimentichiamolo, viene la salute dei calabresi. La Calabria – ricorda il consigliere Guccione - nel 2019 ha speso la cifra di euro 221.229.451,49 per emigrazione sanitaria, 53.866 calabresi si sono curati fuori regione. Uno scandalo enorme. Nella provincia di Cosenza il totale dei ricoveri fuori regione è di 22.990 per un importo di euro 86.185.423,18. Il più grande ospedale della Calabria è fuori regione: se non si creano le giuste sinergie tra tutti gli operatori sanitari, pubblici e accreditati, per affrontare l’emergenza Covid e dare una risposta sanitaria efficiente, si rischia di aggiungere ai morti per Covid ulteriori morti per altre patologie a causa dell’impossibilità di potersi curare». 

Emergenza Covid in Calabria: contagio ancora in crescita, quasi 400 nuovi positivi

Quattro morti, 73 guariti e 394 nuovi casi positivi.

Questi i dati giornalieri relativi all'epidemia da Covid-19 comunicati dal dipartimento Tutela della salute della Regione Calabria.

Complessivamente, quindi, su 599.138 persone sottoposte a tampone dall'inizio della pandemia, 42.099 sono risultate positive.

Territorialmente, i casi positivi sono così distribuiti:

- Cosenza: casi attivi 3.721 (65 in reparto AO di Cosenza; 17 in reparto al presidio di Rossano;15 al presidio ospedaliero di Acri; 18 al presidio ospedaliero di Cetraro; 0 all'Ospedale da Campo; 12 in terapia intensiva, 3.594 in isolamento domiciliare); casi chiusi 9.127 (8.809 guariti, 318 deceduti).

- Catanzaro: casi attivi 2.094 (35 in reparto all'AO di Catanzaro; 8 in reparto al presidio di Lamezia Terme; 13 in reparto all'AOU Mater Domini; 16 in terapia intensiva; 2022 in isolamento domiciliare); casi chiusi 4.063 (3.959 guariti, 104 deceduti).

- Crotone: casi attivi 705 (31 in reparto; 674 in isolamento domiciliare); casi chiusi 2.801 (2.752 guariti, 49 deceduti).

- Vibo Valentia: casi attivi 524 (15 ricoverati, 509 in isolamento domiciliare); casi chiusi 3.533 (3.468 guariti, 65 deceduti).

- Reggio Calabria: casi attivi 1.379 (78 in reparto all'AO di Reggio Calabria; 10 in reparto al P.O di Gioia Tauro; 9 in terapia intensiva; 1.282 in isolamento domiciliare); casi chiusi 14.793 (14.567 guariti, 226 deceduti).- Altra Regione o stato Estero: casi attivi 50 (50 in isolamento domiciliare); casi chiusi 309 (309 guariti, 1 deceduto).

I casi segnalati nelle ultime 24 ore sono così distribuiti: 53 in provincia di Reggio Calabria, 175 in provincia di Cosenza, 95 in provincia di Catanzaro, 50 in provincia di Crotone e 21 in quella di Vibo Valentia.

Dall’ultima rilevazione, le persone che si sono registrate sul portale della Regione Calabria per comunicare la loro presenza su territorio regionale sono in totale 175.

Ristorante aperto dopo il coprifuoco, sanzionate 10 persone

Cosenza  - I carabinieri della Sezione radiomobile di Cosenza sono intervenuti presso un rinomato ristorante della città, dove erano stati segnalati alcuni avventori seduti ai tavoli dopo l’entrata in vigore del coprifuoco.

All’arrivo della pattuglia, i presenti hanno cercato di nascondersi sotto i tavoli e nei bagni.

Tuttavia, gli uomini dell’Arma hanno identificato e sanzionato 9 clienti, con multe da 400 euro ciascuna, per la violazione delle disposizioni anti contagio. Al proprietario del locale, invece, è stata elevata la sanzione da 800 euro.

Infine, i militari hanno proposto alla prefettura la sospensione dell’attività.

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Covid in Calabria: ancora alto il livello del contagio, 376 nuovi casi in 24 ore

Sei morti, 200 guariti e 376 nuovi casi positivi.

Questi i dati giornalieri relativi all'epidemia da Covid-19 comunicati dal dipartimento Tutela della salute della Regione Calabria.

Complessivamente, quindi, su 596.040 persone sottoposte a tampone dall'inizio della pandemia, 42.705 sono risultate positive.

Territorialmente, i casi positivi sono così distribuiti:

- Cosenza: casi attivi 3.552 (66 in reparto Azienda ospedaliera di Cosenza; 17 in reparto al presidio di Rossano; 15 al presidio ospedaliero di Acri; 18 al presidio ospedaliero di Cetraro; 0 all'ospedale da Campo; 13 in terapia intensiva, 3.423 in isolamento domiciliare); casi chiusi 9.123 (8.809 guariti, 314 deceduti).

- Catanzaro: casi attivi 1.999 (29 in reparto all'Azienda ospedaliera di Catanzaro; 7 in reparto al presidio di Lamezia Terme; 13 in reparto all'Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini; 15 in terapia intensiva; 1935 in isolamento domiciliare); casi chiusi 4.061 (3957 guariti, 104 deceduti).

- Crotone: casi attivi 658 (30 in reparto; 628 in isolamento domiciliare); casi chiusi 2.798 (2.749 guariti, 49 deceduti).

- Vibo Valentia: casi attivi 516 (15 ricoverati, 501 in isolamento domiciliare); casi chiusi 3.520 (3.455 guariti, 65 deceduti).

- Reggio Calabria: casi attivi 1.381 (80 in reparto all'Azienda ospedaliera di Reggio Calabria; 10 in reparto al presidio ospedaliero di Gioia Tauro; 8 in terapia intensiva; 1283 in isolamento domiciliare); casi chiusi 14.738 (14.512 guariti, 226 deceduti).

- Altra Regione o stato Estero: casi attivi 50 (50 in isolamento domiciliare); casi chiusi 309 (309 guariti, 1 deceduto).

I casi segnalati nelle ultime 24 ore sono così distribuiti: 65 in provincia di Reggio Calabria, 158 in provincia di Cosenza, 77 in provincia di Catanzaro, 52 in provincia di Crotone e 24 in quella di Vibo Valentia.

Dall’ultima rilevazione, le persone che si sono registrate sul portale della Regione Calabria per comunicare la loro presenza su territorio regionale sono in totale 228.

 

Violano le norme anti Covid per giocare a biliardo, sanzionati

Corigliano Calabro - I Carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro hanno sospeso l’attività di un circolo ricreativo del luogo, rimasto aperto in violazioni delle disposizioni anti Covid.

Nello specifico, i militari, con il supporto degli agenti della polizia locale, sono entrati nel circolo in contrada San Francesco, sorprendendo sette persone senza mascherina, intente a giocare su tre tavoli da biliardo.

Gli uomini dell’Arma hanno, quindi, identificato e sanzionato gli avventori, tra i quali figurava anche un medico, mentre gli agenti della polizia locale hanno proceduto ad effettuare le verifiche amministrative del caso.

Al termine del controllo, l’attività del circolo è stata sospesa, in attesa che la Prefettura di Cosenza ne stabilisca il periodo di chiusura

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Nuovo reparto di Terapia intensiva all'ospedale di Paola, la soddisfazione di Di Natale

"Adesso è ufficiale. Il reparto della terapia intensiva all'ospedale di Paola sarà attivato doman. È una notizia che mi riempie di gioia perché finalmente i nostri sforzi sono stati premiati".

Lo rende noto il consigliere regionale, Graziano Di Natale, che aggiunge: "Sono felicissimo, davvero commosso. Mi sono battuto con grande intensità e finalmente l'attivazione è prevsita per domani. Ringrazio tutti i cittadini, i sindaci, le associazioni, i comitati, che hanno sostenuto la battaglia. Ringrazio il Presidente f.f. On. Nino Spirli, il Commissario straordinario dell’Asp DI Cosenza, dott. La Regina, il Direttore Sanitario dott. Rizzo, il direttore della Struttura Ospedaliera dott. Figlino ed il primario dott.ssa Occhiuzzi. Grazie a quanti si sono impegnati. Noi staremo vigili perché tutto vada alla perfezione”.

Il vicepresidente della commissione regionale contro la 'ndrangheta, manifesta tutta la propria soddisfazione.

"Abbiamo vinto una battaglia di civiltà. È innegabile il nostro ruolo chiave per centrare il risultato. Senza il nostro impegno non sarebbe stato possibile tutto
ciò. Dedico questa conquista -conclude Di Natale- a tutti i cittadini morti a causa del virus, ai papà, e a chi ci ha sempre sostenuto. Ce l'abbiamo fatta, contro tutto e tutti, restituendo in soli 12 mesi, dignità ad un territorio bistrattato negli anni. Voglio ricordare che erano decenni che all'ospedale di Paola non veniva realizzato un reparto di sana pianta. È un risultato storico. Andiamo avanti adesso, senza fermarci. Il nostro impegno non verrà mai meno. Restiamo comunque sul pezzo affinché tutto vada per il meglio”.

"La Calabria è l’unica regione senza Piano di contrasto al Covid". La denuncia di Guccione

"Non fa più notizia, nessuno si scandalizza ma i calabresi, proprio in queste settimane, continuano a pagarne le conseguenze: la Calabria continua ad essere l’unica regione a non avere il Piano di contrasto al Covid-19. E siamo in piena terza ondata. Nonostante le numerose denunce sono trascorsi, inutilmente, mesi e mesi, nessuno è intervenuto e oggi ci troviamo di nuovo impreparati ad affrontare l’emergenza Covid, così come dimostrano le immagini e le notizie di queste ore sul sistema ospedaliero calabrese in difficoltà. Emblematica è la vicenda dell’ospedale Annunziata di Cosenza dove, ancora oggi, i pazienti Covid sono costretti a passare dall’unico Pronto soccorso del nosocomio con lunghe file interminabili e ore di attesa prima di essere ricoverati. Un Pronto soccorso dove prestano servizio sette medici rispetto ai ventidue previsti in organico".

E' quanto denuncia in una nota il consigliere Regionale, Carlo Guccione (Pd).

"Addirittura - prosegue l'esponente dem - i vertici dell’Azienda ospedaliera erano a conoscenza del trasferimento del primario del pronto soccorso di Cosenza e nulla hanno fatto per sostituirlo. Incapacità e pressapochismo rischiano di mettere in ginocchio l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. Anche l’attivazione di 12 nuovi posti letto di terapia sub intensiva se non fa seguito alla dotazione di maggiore personale medico-sanitario sono è in grado di garantire gli standard sanitari, organizzativi e strutturali.

Dunque, si assumano dalle graduatorie aperte anestesisti, medici, infermieri, oss necessari a fronteggiare l’enorme carico di lavoro a cui è sottoposto l’Annunziata di Cosenza. Chi ha la responsabilità di dirigere l’Azienda ospedaliera si deve assumere il compito di fare in modo che le cose funzionino ed evitare che i pazienti non possano usufruire delle dovute prestazioni visto che prima di ogni cosa deve essere garantito il diritto alla salute e alla cura dei cittadini.

Tutto questo tempo perso senza Piano di contrasto al Covid-19 doveva essere utilizzato per potenziare, ad esempio, il pronto soccorso di Cosenza con percorsi per malati Covid e Tac e radiologie dedicate; aumentare i posti letto Covid e il numero degli operatori sanitari. Tutto questo non è stato fatto e qualcuno ne dovrà rispondere. Anche per queste ragioni rischiamo, nelle prossime ore, di diventare zona rossa.

Ora- conclude Guccione - è necessario che vengano prese decisioni rapide tese ad aumentare immediatamente il numero del personale medico e paramedico necessario a dare risposte adeguate a tutti coloro i quali necessitano di cure e prestazioni sanitarie ed ospedaliere. Lo Stato italiano non può dare l’impressione di avere abbandonato la Calabria". 

 

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