Scaricavano i reflui in un fiume, sequestrati due depuratori

I carabinieri forestale della Stazione di Acri hanno posto sotto sequestro due impianti di depurazione nel Comune di Bisignano.

Durante il controllo, effettuato in località “Macchia Tavola” e “Macchia dei Monaci”, i militari hanno accertato lo stato di fatiscenza ed abbandono degli impianti, risultati non in regola con la normativa di settore.

In particolare, le strutture sono state trovate inattive e con le vasche in stato di completo abbandono.

Pertanto, le acque reflue urbane non venivano depurate e addirittura nell’impianto di “Macchia dei Monaci” venivano scaricate direttamente nel fiume Crati, mentre nell’impianto di “Macchia Tavola” le acque reflue provenienti dalla rete fognaria finivano in un pozzetto per poi essere scaricate direttamente sul suolo, presso l’argine del fiume Crati.

All’interno degli impianti, entrambi privi della necessaria autorizzazione allo scarico, è stato inoltre accertato lo stoccaggio non autorizzato di oltre 3 mila metri cubi di rifiuti speciali di origine prevalentemente organica.

I militari hanno, quindi, sottoposto a sequestro i due impianti, elevato sanzioni amministrative e denunciato amministratori comunali e gestori degli impianti, per i reati di attività di gestione illecita di rifiuti, distruzione e deturpamento di bellezze naturali e scarico sul suolo in area vincolata.

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Violazioni alla normativa ambientale, sequestrati 7 depuratori

I carabinieri forestale della Stazione di Montalto Uffugo, Cerzeto e San Sosti hanno posto sotto sequestro gli impianti di depurazione a servizio del centro storico e delle frazioni di San Vincenzo la Costa.

Dalle indagini eseguite dai militari e coordinate dalla Procura della Repubblica di Cosenza, sarebbero emerse alcune violazioni alla normativa ambientale, in alcuni casi in relazione alla qualità degli effluenti, in altri per la mancata gestione dei fanghi prodotti dall’impianto che risultavano abbandonati da lungo tempo nelle vasche di essiccazione.

Alcune vasche sono state rinvenute in stato di totale abbandono e invase da vegetazione arbustiva.

In località Greco lo scarico dei liquami prodotti dalle abitazioni e dalle attività produttive della frazione, avveniva direttamente da una conduttura senza transitare da alcun impianto depurativo.

Gli Impianti a fosse Imhoff non sono stati sottoposti al previsto piano di smaltimento dei fanghi e dei reflui causando pertanto la tracimazione e dispersione diretta dei liquami sul terreno, contaminando i corsi d’acqua e le falde acquifere.

Tra l’altro tutti gli impianti sono risultati privi di autorizzazione allo scarico.

Pertanto, i militari hanno sottoposto a sequestro 7 impianti di depurazione dislocati su tutto il territorio Comunale di San Vincenzo La Costa e al deferimento all’autorità giudiziaria dei responsabili comunali, per i reati di attività di gestione di rifiuti non autorizzata e scarico illecito di reflui sul suolo

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Depurazione, denunciate 7 persone

In seguito alle indagini avviate dopo il sequestro dei depuratori del Comune di San Martino di Finita (CS), i carabinieri forestale della Stazione di Montalto hanno segnalato sette persone all’autorità giudiziaria.

Gli accertamenti avrebbero permesso, infatti, di constatare che, a partire dal 2012, due gestori dell’impianto, non avrebbero seguito le prescrizioni previste dalla normativa sul trattamento delle acque provenienti dallo scarico degli impianti di depurazione.

I militari hanno, quindi, chiarito le posizioni di tre tecnici comunali e degli ultimi amministratori, in merito all’assenza delle necessarie autorizzazioni allo scarico.

Le indagini hanno permesso, inoltre, di accertare che le acque reflue fognarie venivano scaricate nei torrenti “Coscinello” e “Finita”, senza alcun trattamento.

Le sette persone coinvolte, nei loro rispettivi ruoli, avrebbero pertanto violato le disposizioni in materia di “scarichi in acque superficiali”, “autorizzazione degli scarichi” e“illecito smaltimento rifiuti speciali”.

 

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Scaricavano reflui nei fiumi, sequestrati due depuratori

Due impianti di depurazione sono stati posti sotto sequestro dai carabinieri forestale, nel Comune di San Martino di Finita (Cs).

Il sequestro è avvenuto in seguito ai controlli, predisposti dalla Procura della Repubblica di Cosenza ed effettuati dai militari delle Stazioni di Montalto e Cerzeto, finalizzati a verificare le condizioni dei due impianti di proprietà comunale, ubicati in località “Brugnano e “Timpe”.

In entrambi i casi, il controllo ha accertato il mancato funzionamento delle strutture, risultate prive d'energia elettrica ed autorizzazioni allo scarico.

Gli impianti, invasi dalla vegetazione,  versavano in totale stato d'abbandono.

I reflui urbani, che non erano soggetti ad alcun trattamento di depurazione, venivano pertanto scaricati direttamente sul suolo e successivamente, attraverso apposite condotte, nei torrenti “Coscinello” e “Finita”.

Alla luce delle numerose irregolarità riscotrate, i militari hanno sottoposto a sequestro gli impianti. Contestualmente hanno avviato le indagini, per individuare eventuali responsabilità.

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Operazione “Isabel”: sequestrati 9 depuratori, deferite 14 persone

Il Corpo Forestale dello Stato ha posto sotto sequestro 9 impianti di  depurazione e deferito all’Autorità giudiziaria 14 persone. Tale attività si inserisce nell’ambito di un iniziativa voluta dal Procuratore Capo Mario Spagnuolo volta a indagare e reprimere fenomeni di inquinamento al fine di tutelare la salute dei cittadini e la salubrità dell’ambiente, ed in particolare ha riguardato lo stato di inquinamento del fiume Savuto (da cui prende il nome Isabel, Isabella d’Aragona deceduta nel 1271 nell’attraversare il fiume). L’operazione, condotta dal Nipaf, Nucleo Investigativo del CFS con il supporto della Sezione di Pg del Corpo Forestale e diversi Comandi Stazione, è stata coordinata dal Procuratore Capo Mario Spagnuolo e dal Procuratore Aggiunto Marisa Manzini, i provvedimenti di sequestro sono stati trasmessi al Pm di turno Francesco Giuseppe Cozzolino riguardano i depuratori che scaricano nel fiume e che ricadono nei Comuni di Carpanzano, Scigliano, S. Stefano di Rogliano e Parenti, in quest’ultimo Comune sono 6 gli impianti oggetto di sequestro. Le indagini condotte in questi mesi e gli accertamenti preliminari su tutti gli impianti hanno portato a contestare agli indagati, sindaci e tecnici comunali, i reati di gestione illecita di rifiuti, scarico di acque reflue sul suolo, danneggiamento e molestie. Oltre al mancato funzionamento, le indagini ed i controlli hanno accertato diverse irregolarità come la presenza in alcuni impianti di bypass che consentivano lo scarico nel fiume dei reflui non sottoposti al dovuto ciclo depurativo. L’operazione di oggi ha visto impiegati 40 uomini e 9 pattuglie del Comando provinciale di Cosenza. Nei prossimi giorni con l’ausilio dei tecnici dell’Arpacal continueranno le verifiche e le indagini sullo stato del fiume Savuto al fine di verificare lo stato di inquinamento dello stesso e dei suoi affluenti.

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Scarichi fognari nel torrente: sequestrati depuratori comunali

Militari della Guardia di Finanza ed agenti del Corpo forestale dello Stato hanno sequestrato tre depuratori comunali di acque reflue che non impedivano di sversare liquami in un corso d'acqua.  Il provvedimento giudiziario eseguito stamane nel Cosentino ha riguardato 3.500 metri quadri di terreno. Gli investigatori hanno scoperto vari scoli delle fogne che, saltando il passaggio nelle strutture atte alla depurazione, confluivano in modo diretto nel torrente Basirico, un rio affluente del fiume Savuto che finisce nelle acque del Mar Tirreno. Lungo il tragitto del materiale putrido sono stati rinvenuti, fra l'altro, diversi lastroni di eternit.  

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