Caffè corretto con cocaina, 28 Kg di stupefacente sequestrati al porto di Gioia Tauro

Questa volta ammonta a 28 chilogrammi, suddivisi in 25 panetti, la cocaina purissima del valore di 5 milioni e seicentomila euro, sequestrata nel porto di Gioia Tauro grazie al costante ed assiduo impegno degli uomini della guardia di finanza del Comando provinciale di Reggio Calabria e dell’Agenzia delle dogane, coordinati dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria.

I controlli e le tecniche di ispezione adottate dalle fiamme gialle presso lo scalo portuale, sono finalizzate a limitarne l’utilizzo quale punto di ingresso di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente destinati al mercato italiano.

Il sistema impiegato dai trafficanti è sempre identico: occultamento di borsoni pieni di cocaina all’interno di un container – in questo caso contenente un carico di caffè spedito da Puertocortes (Honduras) e diretto ad Istanbul (Turchia).

 

Avevano nascosto 150 Kg di droga in cisterne interrate, in manette marito e moglie

I carabinieri della Stazione di Palmi hanno tratto in arresto i coniugi Nino Vittorio Tripodi, di 53 anni e Maria Gioffrè di 42 anni.

I due sono destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Palmi, per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio, aggravata dall'ingente quantitativo.

Il provvedimento cautelare fa riferimento ad un maxi sequestro di droga risalente all'aprile dello scorso anno, quando i militari dell'Arma di Palmi, durante un servizio antidroga, perquisirono un terreno agricolo, trovando oltre 150 chilogrammi di stupefacente stoccati all'interno di cisterne interrate e chiuse da botole, nascoste sotto alcune reti per la raccolta delle olive.

Una volta immessa sul mercato, la droga rinvenuta, del tipo hashish e marijuana, avrebbe fruttato oltre un milione di euro.

Le successive indagini, dirette a scoprire chi avesse occultato l'ingente quantitativo di droga, hanno portato all'identificazione dei coniugi.

Gli arrestati sono stati associati presso la casa circondariale di Reggio Calabria.

 

 

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Nascondevano 8 chili di marijuana sotto al letto, in manette due fratelli

Nel corso di un servizio antidroga svolto a San Pietro di Caridà, i carabinieri della Stazione di Serrata, hanno arrestato due fratelli, Pino e Saro Lamari , rispettivamente di 35 e 36 anni.

I due sono accusati di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.

In particolare, durante una perquisizione domiciliare, i militari hanno sorpreso i due fratelli in possesso di quasi 8 chilogrammi  marijuana, in parte già suddivisa in 12 buste di plastica termo sigillate ed in parte nascosta sotto il letto in attesa dell’essicazione.

Al dettaglio, l’ingente quantitativo di sostanza rinvenuta, evidentemente destinata alle principali piazze di spaccio della provincia reggina, avrebbe fruttato 15 mila euro.

Dopo la convalida dell’arresto, i fratelli Lamari sono stati associati presso la casa circondariale di Palmi, mentre la droga sequestrata sarà inviata al Ris di Messina per essere sottoposta alle analisi tossicologiche del caso.

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Se ne andavano in giro con 15 Kg di marijuana nel bagagliaio dell'auto, arrestati

I carabinieri delle Stazioni di Cosoleto e Delianuova hanno tratto in arresto tre giovani di Sinopoli. A finire nella rete ordita dalle forze dell'ordine sono stati: Carmine Romeo, di anni 35,  Giuseppe Alvaro e Carmine Furina entrambi di anni 19. Tutti e tre sono accusati, a vario titolo, di possesso di stupefacente ai fini di spaccio.

In particolare, gli arrestati sono stati sorpresi a bordo dell'auto in uso a Romeo nel cui bagagliaio, i militari hanno trovato 4 sacchi contenenti circa 15 chilogrammi di marijuana.

Una volta immesso sul mercato, lo stupefacente avrebbe fruttato circa 50 mila euro. Resta ora da capire a chi fosse destinato il carico, considerato che, secondo gli investigatori, la notevole quantità di droga rinvenuta fa presupporre un legame tra i tre arrestati ed esponenti della ‘ndrangheta.

 

 

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'Ndrangheta: scoperto traffico internazionale di droga tra Calabria e America Latina

Personale della Questura di Roma e del Comando provinciale della guardia di finanza della Capitale hanno eseguito, sull’intero territorio nazionale, una misura cautelare personale emessa dal gip del Tribunale capitolino nei confronti di 19 persone appartenenti ad un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti con base a Roma e ramificazioni all’estero.

Coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria dell'Urbe – Gruppo investigazione criminalità organizzata – i poliziotti della sezione narcotici della locale Squadra Mobile, unitamente a militari del Gruppo della guardia di finanza di Malpensa e ad agenti del Commissariato di Fidene Serpentara, hanno condotto indagini, anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, al termine delle quali è stata accertata l’operatività, nella Capitale, di un agguerrito gruppo criminale, responsabile di plurime importazioni di droga, in parte destinate alla ‘ndrangheta e, in particolare, alla cosca “Alvaro” Sinopoli (RC).

 

Pane e marijuana, antico forno trasformato in centrale dello spaccio

“Antico Forno”, questo il nome dell'operazione condotta dai carabinieri di Corigliano, finalizzata all’esecuzione di diverse misure cautelari.

L' accusa mossa alle persone coinvolte, è: spaccio di mariujana in concorso.

Le indagini, condotte dalla Stazione di San Demetrio Corone, hanno permesso di accertare come l’antico forno del borgo del centro cosentino fosse diventato luogo di deposito e confezionamento della droga.

Contestualmente all'operazione è scattato, anche, un controllo condotto dai Nas per accertare eventuali irregolarità e violazioni igienico sanitarie.

In particolare, qualche anno fa una famiglia avrebbe rilevato il forno per darlo in gestione al figlio 41enne, oggi, finito in manette.

Per gli investigatori, l'uomo avrebbe avviato un’attività parallela costituita da un articolato sistema di confezionamento e custodia ai fini dello spaccio. La marijuana sarebbe stata occultata in alcune nicchie delle pareti interne del forno e alle spalle della struttura.

Dalle investigazioni, inoltre, sarebbe emersa la volontà degli arrestati, tra cui il gestore del forno, di incendiare le auto di alcuni carabinieri “colpevoli” a loro dire, di aver effettuato diversi arresti in flagranza che avevano portato alla scoperta e al sequestro di 1,4 chilogrammi di marijuana.

 

Sorpresi con tre etti di cannabis nello zaino, arrestati

Due persone, Marco Recupero e Michele D’Agostino, rispettivamente di 31 e 24 anni, sono stati arrestati, in flagranza di reato, dagli agenti in servizio presso i commissariati di Gioia Tauro e  Taurianova.

L’arresto è avvenuto nel corso di un servizio di controllo, durante il quale i due sono stati trovati in possesso di 306 grammi di cannabis sativa.

La droga, nascosta in un involucro in plastica, era custodita in uno zaino portato in spalla da uno degli arrestati.

Dopo il rinvenimento, i poliziotti hanno deciso di sottoporre a perquisizione, anche, le abitazioni dei due uomini. Durante il controllo a casa del 31enne, gli agenti hanno rinvenuto altri 3 grammi di cannabis ed un bilancino di precisione utilizzato, molto probabilmente, per il frazionamento ed il confezionamento dello stupefacente.

I due, come disposto dall’Autorità giudiziaria, sono stati accompagnati presso le rispettive abitazioni agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza

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In cucina con poco meno di mezzo chilo di marijuana, arrestato

I carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Reggio Calabria, hanno tratto in arresto il 37enne Roberto Bastillo.

L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, è stato trovato in possesso di 445 grammi di marijuana.

La droga è stata rinvenuta dai carabinieri, nel corso di una perquisizione domiciliare. Lo stupefacente, in parte già suddivido in dosi, era stato occultato in un mobile della cucina.

Al termine delle formalità di rito, su disposizione del p.m. di turno della Procura di Reggio Calabria, il 37enne è stato tradotto presso la casa circondariale di Reggio Calabria – Arghilla’.

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