Cerca di rubare un'auto, incastrato da una telecamera di videosorveglianza

I carabinieri della Stazione di Casali del Manco (Cs) hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip del Tribunale di Cosenza, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un cosentino di 32 anni, ritenuto responsabile del tentato furto di un’autovettura.

L’uomo, lo scorso 16 marzo, avrebbe tentato di rubare un veicolo parcheggiato davanti ad una farmacia, in località Casole Bruzio.

Sorpreso dalla proprietaria, si sarebbe dato alla fuga a bordo di un'auto guidata da un complice.

La donna ha quindi denunciato l'accaduto ai carabinieri, i quali, attraverso i filmati di un sistema di videosorveglianza, sono riusciti ad identificare il presunto responsabile del tentato furto.

Una volta arrestato, il 32enne è stato posto ai domiciliari.

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Ruba un'auto e si dà alla fuga, arrestato al termine di un inseguimento

I carabinieri della Sezione radiomobile della Compagnia di Cosenza, al termine di un inseguimento lungo la strada statale 107, hanno tratto in arresto un 32enne originario di Crotone, per i reati di rapina, evasione, resistenza a pubblico ufficiale, guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e porto d’armi od oggetti atti ad offendere.

In particolare, i militari sono intervenuti in una piazzola di sosta della Ss 107, all’altezza dello svincolo di Celico (Cs), dove hanno notato  una Lancia Y rubata poco  prima a Crotone

 Al momento del controllo, i militari hanno sorpreso il conducente, poi identificato in un 32enne che avrebbe dovuto trovarsi ai domiciliari ad Isola Capo Rizzuto (KR), mentre era intento a nascondere le lettere della targa del veicolo con del nastro adesivo.

Una volta avvistati i carabinieri, l’uomo è risalito in auto e si è dato alla fuga.

Ne è scaturito un inseguimento, terminato a Rovito (Cs), dove la vettura del fuggitivo si è ribaltata dopo essere finita contro una recinzione.

Una volta estratto dal veicolo, il 32enne è stato soccorso e trasportato in ambulanza, con ferite lievi, all’ospedale di Cosenza.

Dai successivi esami tossicologici sarebbe emerso che l’uomo si trovava sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

Nel veicolo usato per la fuga, i carabinieri hanno trovato fiale di metadone, legittimamente detenute ed un coltello il cui porto è proibito per legge.

Al termine delle formalità di rito e dopo le dimissioni dall’ospedale, l’arrestato è stato trasferito nel carcere di Cosenza.

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Rubano un'auto, ma vengono sorpresi: due giovanissimi in manette

I carabinieri della Sezione radiomobile della Compagnia di Reggio Calabria hanno arrestato Santino Passalacqua e Federico Bevilacqua, di 20 e 19 anni, con l'accusa di  tentato furto.

In particolare, nel corso di un normale servizio di controllo del territorio, i militari hanno notato una Fiat Punto che spingeva, con il paraurti anteriore, una Smart Fortwo a motore spento.

Gli uomini dell'Arma hanno quindi scoperto che la Fiat Punto condotta dal Bevilacqua era sottoposta a fermo amministrativo, mentre la Smart Fortwo, alla guida della quale si trovava Passalacqua, era stata rubata poco prima.

I due, una volta bloccati, sono stati arrestati.

Contestualmente, Bevilacqua è stato denunciato anche per la violazione dei doveri inerenti la custodia di cose sottoposte a sequestro e per la violazione degli obblighi della sorveglianza speciale. 

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Rubano un'auto, arrestati

Quattro persone sono state arrestate in flagranza di reato dai poliziotti della Questura di Reggio Calabria.

In particolare, in seguito alla chiamata con la quale un cittadino aveva comunicato al 113 la presenza di alcune persone intente ad armeggiare su una Fiat Punto, gli agenti sono entrati in azione e nei pressi del luogo segnalato, hanno fermando una Smart, con a bordo tre persone e la Fiat Punto appena rubata, con a bordo il solo conducente.

Dopo aver sequestrato la Smart, peraltro guidata da un minorenne, i poliziotti hanno rinvenuto e sequestrato una centralina ed arnesi da scasso utilizzati per rubare la Punto, che è stato immediatamente restituito alla proprietaria.

Per i quattro, quindi, oltre all’arresto è scattata anche la denuncia per l’inosservanza delle misure anti coronavirus.

Al termine delle formalità di rito gli arrestati sono stati posti ai domiciliari.

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Ruba un'auto, arrestato dopo un rocambolesco inseguimento

Un 34enne, Giovanni Cananzi, originario di Nizza di Sicilia (Me), è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Locri, con l'accusa di furto aggravato, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale.

In particolare, i militari sono intervenuti in contrada Moschetta di Locri, dove era stato segnalato il furto di un'auto.

Giunti sul posto, gli uomini dell'Arma hanno notato la presenza di una vettura in una stradina poco distante.

 Nonostante l'alt intimato dai carabinieri, il conducente ha continuato la marcia. È iniziato, quindi, un breve inseguimento che si è concluso pochi metri più avanti, quando il guidatore si è immesso in un terreno incolto finendo la sua corsa contro una recinzione.

L’uomo, sceso dall’autovettura, ha tentato la fuga, ma è stato immediatamente bloccato e arrestato.

 

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Furti d'auto con "cavallo di ritorno", quattro persone in manette

Quattro persone sono state tratte in arresto (due in carcere e due ai domiciliari) dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, con l'accusa di ricettazione, furto ed estorsione.

Il provvedimento è scaturito da un’ordinanza emessa dal gip presso il tribunale di Cosenza, in seguito alle indagini condotte nell'ambito dell'operazione “Scacco al Cavallo”, conclusasi a novembre scorso, con l’emissione di misure cautelari nei confronti di 18 appartenenti al gruppo dei c.d. “Zingari”.

L'operazione aveva preso le mosse in seguito al furto di un'auto ed alla successiva telefonata con la quale, uno sconosciuto, comunicava al proprietario che se avesse voluto recuperare il veicolo sarebbe dovuto andare in via degli Stadi, nel villaggio degli zingari.

Una volta ricevuta la denuncia, i militari hanno avviato le indagini che hanno permesso di fare luce su una serie di reati, principalmente furti d'autovetture e conseguenti richieste estorsive con il metodo del “cavallo di ritorno”, compiuti da persone di etnia rom con base logistica in via degli Stadi.

 

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In trasfera nel Vibonese per rubare un'auto, arrestati quattro rosarnesi

Quattro persone originarie di Rosarno (Rc) sono state arrestate dai carabinieri della Stazione di San Calogero (Vv), perché sorprese a bordo di un'auto rubata a Jonadi, nel Vibonese.

In particolare, durante un servizio di controllo del territorio, i militari hanno notato una Smart Fourfour sfrecciare lungo una strada di campagna, prossima alla Statale 18.

Gli uomini dell'Arma si sono, quindi, lanciati all'inseguimento del veicolo, che è stato bloccato dopo pochi chilometri.

I carabinieri hanno identificato i quattro occupanti dell'auto, ovvero B.P.G. di 36 anni, G.G. (41), S.G. (29) e D.F. (28), i quali una volta compiuto il furto stavano ritornando a Rosarno, cercando di passare inosservati attraversando le campagne sancalogeresi.

I quattro sono stati, quindi, arrestati per il reato di furto aggravato in concorso e su disposizione della Procura della Repubblica di Vibo Valentia sono stati posti ai domiciliari, in attesa della celebrazione del rito direttissimo.

L’autovettura è stata riconsegnata al legittimo proprietario.

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Furto d'auto, tre persone in manette

Tre uomini, d'età compresa tra i 29 ed i 51 anni, sono stati arrestati dagli agenti del Commissariato di Lamezia Terme e della Squadra mobile di Reggio Calabria, perché ritenuti responsabili di furti e tentati furti d'auto.

L'indagine, svolta dagli investigatori lametini, ha preso l'abbrivio in seguito ad una rapina compiuta l'anno scorso, a Lamezia Terme, ai danni di un'ottantenne.

Nell'occasione l'anziana donna venne scippata da due giovani, che si trovavano a bordo di un'auto.

Dalle indagini è emerso che l'auto veniva usata da più persone, fra le quali gli indagati.

Gli investigatori hanno accertato, inoltre, una serie di furti e tentati furti di auto compiuti dagli indagati, al fine di smontarle e rivenderne i pezzi.

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