In Pronto Soccorso con la bronchite e muore poco dopo

Era arrivata in ospedale, nella mattinata di ieri, con una bronchite e la febbre alta ma gli esami hanno dato esito negativo. Passano solo poche ore e la donna muore.

E' l'ennesima storia di presunta malasanità consumatasi in Calabria, questa volta presso l’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia dove donna rumena di 43 anni aveva deciso di recarsi dopo alcuni giorni di terapia casalinga a base di antibiotici che l'avevano fortemente debilitata.

Arrivata in pronto soccorso aveva riferito di sentirsi particolarmente stanca e così i medici avevano deciso di sottoporla ad alcuni esami di laboratorio, tra cui l'elettrocardiogramma, che però avrebbero dato risultati negativi. 

Persistendo un’astenia i medici hanno eseguito un eco-cardiogramma ma un arresto cardiocircolatorio non ha dato scampo alla 43enne che nonostante i tentativi di rianimarla è però deceduta.

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Gerocarne, la denuncia del sindaco Papillo: "nel vibonese la buona sanità è una chimera"

"La buona sanità da queste parti continua ad essere una chimera" E' quanto scrive in una nota il sindaco di Gerocarne Vitaliano Papillo.

"Come amministratore locale, vicino alle problematiche del territorio - scrive Papillo- sento il dovere, ancora una volta, di pormi fermamente dalla parte dei cittadini di fronte ad una sanità che, purtroppo, continua a fare acqua da tutte le parti, seguitando a determinare situazioni assurde ed ai limiti della normale decenza e sopportazione. Un nuovo caso, l’ennesimo, di diritti violati mi spinge ad intervenire per spronare una cambiamento che è auspicabile e necessario. Si è rivolto a me un pensionato, protagonista, suo malgrado, di una circostanza, una tra le tante che, con un minimo di organizzazione e di volontà in più, avrebbe potuto essere facilmente evitata. Con un infezione ad un dito della mano si è recato al pronto soccorso, dove successive indagini radiologiche hanno accertato la presenza di una lesione ad un tendine. Gli viene data una cura per l’infezione, da fare fino a fine mese, e prescritta una ecografia, per poter, successivamente, procedere all’operazione al tendine, da fare in tempi brevi. Visto - prosegue il comunicato - che, altra circostanza anomala, l’ecografia non gliela hanno fatta al pronto soccorso, il pensionato chiama il Cup, da dove, povero lui, scopre che le prime date disponibili sono agosto 2017 a Moderata Durant o, all’ospedale, per ottobre 2017. Viene da sé che l’anziano, che vive di una pensione minima, viene di fatto costretto, quasi “istigato”, direi, a rivolgersi ad una struttura privata e, quindi, gli viene negato il sacrosanto diritto a curarsi. Un episodio che è l’ulteriore dimostrazione che qui in Calabria, in provincia di Vibo, siamo ancora lontanissimi dal poter parlare di quella che chiamano “buona sanità”. Una dimostrazione di come oggi, e chissà ancora per quanto, si disconoscono quelli che sono i reali bisogni dei cittadini, non garantendone la realizzazione e, dunque, creando disagi su disagi. Non ci si rende conto che non si può attendere mesi, o addirittura, anni, per avere una prestazione che è necessaria subito. Quando si comprenderà ciò - conclude Papillo - molte cose, forse, potranno cambiare. Io lo ribadisco: il ruolo del sindaco, al di là dell’appartenenza politica, è quello di stare vicino ai cittadini, ascoltarli, recepirne le istanze e risolverne le problematiche. Se anche le altre istituzioni, quelle sanitarie in particolare, la pensassero allo stesso modo la Calabria, e la nostra provincia, sarebbero realtà territoriali certamente migliori e più vivibili".

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Donna morta dopo visita in ospedale a Castrovillari, indagati medico ed infermiera

Sono due le persone iscritte nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta avviata sulla morte di Maria Francesca Bellizzi, la 43enne, deceduta mercoledì scorso nella sua abitazione dopo essere stata sottoposta a visita nel pronto soccorso dell'ospedale di Castrovillari.

Si tratta del medico e dell'infermiera in servizio nel momento in cui la donna era stata sottoposta a visita dopo aver riferito di aver avvertito un malore. Al termine dell'esame, la 43enne era stata rimandata a casa dove è deceduta poco dopo.

L'iscrizione nel registro degli indagati è stata decisa dal pm della Procura di Castrovillari, Angela Contimisio, che ha avviato l'inchiesta sulla base di un esposto presentato dai familiari della donna deceduta.

Per cercare di fare chiarezza sull'accaduto, nella giornata di domani il pm conferirà l'incarico al medico legale che dovrà effettuare l'esame autoptico sul corpo della donna.

In vista dell'autopsia, la famiglia di Maria Francesca Bellizzi ha nominato un legale ed un proprio perito di fiducia.

Donna di 43 anni muore dopo una visita in ospedale, aperta un'inchiesta

La Procura della Repubblica di Castrovillari ha aperto un’inchiesta sulla morte di una donna di 43 anni, Maria Francesca Bellizzi, deceduta, per cause ancora in corso d’accertamento, nella sua abitazione.

L’inchiesta é stata avviata in seguito alla presentazione, dai parte dei familiari della donna, di un esposto. Secondo quanto raccontato dai componenti la famiglia, nel pomeriggio di martedì scorso, la vittima sarebbe stata portata al pronto soccorso dell’ospedale di Castrovillari, ma dopo qualche ora è ritornata a casa dove è, poi, deceduta.

Al fine di verificare eventuali responsabilità da parte dei sanitari che hanno avuto in cura la donna, la Procura di Castrovillari, ha disposto il sequestro della salma ed ha avviato tutti gli accertamenti necessari per cercare di ricostruire quanto é accaduto.

 

Vibo: non si trova il fascicolo e salta il processo per procurato aborto

Il processo salta perché non si trova il fascicolo. E' quanto è accaduto al Tribunale di Vibo Valentia dove avrebbe dovuto essere celebrato il processo a carico del ginecologo Rocco Fiasché, accusato di procurato aborto. Il dibattimento per il presunto caso di malasanità avrebbe dovuto avere luogo davanti al giudice monocratico, Anna Moricca. Nella fase preliminare dell'udienza, il magistrato ha dovuto prendere atto dell'assenza del fascicolo, composto da numerosi faldoni e differire l'inizio del processo al prossimo 14 ottobre.  Ammesso che nel frattempo il fascicolo venga ritrovato.

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Reggio C.: dà alla luce due gemelli e muore, la Procura apre un'inchiesta

La Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha aperto un'inchiesta per accertare eventuali responsabilità nella morte di una 43enne deceduta ieri sera negli "Ospedali Riuniti". Nello stesso nosocomio, la donna aveva dato alla luce con un parto cesareo due gemelli. Ricoverata nel reparto di Ginecologia dell'ospedale reggino, lo scorso 3 giugno scorso per essere sottoposta a parto cesareo, la puerpera era stata dimessa dopo cinque giorni di degenza. Ritornata a casa, a distanza di qualche giorno, la signora è stata sottoposta da un nuovo ricovero culminato nella morte improvvisa avvenuta ieri sera. Secondo alcune indiscrezioni, il decesso sarebbe stato causato da un'emorragia. Dopo la denuncia presentata dai familiari della donna, che aveva altri due figli, la Procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta. Nella giornata di domani dovrebbe avere luogo l'esame autoptico disposto dal pm di turno

 

OPERAZIONE “MALA SANITAS”. Falso e interruzione di gravidanza senza consenso: 11 misure cautelari

Le Fiamme Gialle stanno eseguendo un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dalla sezione Gip del locale Tribunale - su richiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria - nei confronti di 11 sanitari operanti o già in servizio presso i reparti di Ostetricia e Ginecologia, di Neonatologia e di Anestesia del Presidio ospedaliero “Bianchi-Melacrino-Morelli” per i reati di falso ideologico e materiale, di soppressione, distruzione e occultamento di atti veri nonché di interruzione della gravidanza senza consenso della donna. Si tratta, iin particolare, di 4 misure cautelari degli arresti domiciliari nei confronti di medici e di 7 misure interdittive della sospensione dell’esercizio della professione (medica e/o sanitaria) per la durata di 12 mesi a carico di 6 medici e di una ostetrica. L’articolata e capillare attività investigativa esperita dal Nucleo PT di Reggio Calabria ha permesso di acclarare l’esistenza, nei citati reparti del Presidio ospedaliero, di un sistema di copertura illecito, condiviso dall’intero apparato sanitario, che è stato attuato in occasione di errori medici commessi nell’esecuzione dell’intervento sulle singole gestanti o pazienti, onde evitare di incorrere nelle conseguenti responsabilità soprattutto giudiziarie. In particolare, gli episodi di malasanità accertati hanno riguardato il decesso (in due distinti casi) di due bimbi appena nati, le irreversibili lesioni di un altro bimbo dichiarato invalido al 100%, i traumi e le crisi epilettiche e miocloniche di una partoriente, il procurato aborto di una donna non consenziente nonché le lacerazioni strutturali ed endemiche di parti intime e connotative di altre pazienti.

Morte neonato a Vibo, Dipartimento Tutela della Salute: “Gruppo di esperti per verifica procedure”

“In riferimento all’evento sentinella occorso presso il P.O. Jazzolino di Vibo Valentia, relativo al decesso di un neonato nell’utero materno, il Dipartimento ‘Tutela della Salute’ ha immediatamente attivato il gruppo di esperti per la valutazione e verifica delle procedure messe in atto relativamente al percorso nascita. Esprimo cordoglio a nome personale e di tutti i dipendenti del Dipartimento alla giovane mamma ed alla famiglia colpita dalla grave perdita del figlioletto”. È quanto ha affermato in una nota il dirigente regionale del Dipartimento “Tutela della salute” Riccardo Fatarella.

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