Bimbi delle elementari maltrattati a scuola, due maestre indagate nel Vibonese

I carabinieri della Compagnia di Tropea hanno notificato un’ordinanza cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza nei confronti di due insegnanti della scuola primaria di Zungri.

Alle insegnanti viene contestato il reato di maltrattamenti in famiglia posto in essere nei confronti degli alunni della prima elementare.

La misura coercitiva trae origine dal quadro gravemente cautelare ricostruito nelle indagini poste in essere dai militari della Stazione di Zungri a seguito delle dichiarazioni di alcune madri degli alunni della classe I della locale scuola elementare.

Gli uomini dell'Arma avrebbero documentato "come le insegnanti – donne  di 65 e 51 anni – facessero sistematicamente ricorso alla violenza fisica e psicologica nei confronti degli scolari di giovanissima età. Violenza che si concretizzava nell’utilizzo di urla, minacce, insulti e percosse e che si traduceva in un clima di generale intimidazione e soggezione".

La misura è stata emessa dal gip di Vibo Valentia su richiesta della locale Procura della Repubblica che ha concordato con le evidenze investigative riportate dai carabinieri. 

I magistrati, infatti, "hanno ritenuto il comportamento delle insegnanti non solo indifferente ai compiti educativi a loro demandati, ma anche avulso dai comuni principi di educazione e buon senso".  

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Molestie e maltrattamenti a moglie e genitori, arrestato un 35enne

Nel pomeriggio di ieri 7 aprile 2017, a Rosarno, a conclusione di specifica attività investigativa, i Carabinieri della locale Tenenza agli ordini del S.Tenente Alfio RAPISARDA, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Palmi – Ufficio Gip, nei confronti di M. G., rosarnese di 35 anni, già noto alle forze dell’ordine, poiché ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia per aver ripetutamente percosso e minacciato il proprio padre M.A. di anni 57 e la madre C.N., di 55 anni, nonché la compagna convivente D.G. di anni 27.

La misura cautelare è stata adottata, in tempi assolutamente ristretti, dal GIP presso il Tribunale di Palmi a seguito della richiesta della locale Procura della Repubblica in relazione all’attività d’indagine svolta nel corso delle ultime settimane dai Carabinieri della Tenenza di Rosarno, in stretta sinergia info–investigativa con i militari della Compagnia CC di Gioia Tauro, diretta dal Tenente Gabriele LOMBARDO.

Il 22 marzo 2017 i genitori dell'uomo hanno presentato una denuncia-querela nei confronti del figlio rappresentando sin da subito ai Carabinieri un quadro di maltrattamenti familiari, consistiti in minacce e percosse continuate nei loro confronti e nei confronti della donna convivente.I Carabinieri hanno scoperto che parte dei gravissimi episodi di maltrattamenti familiari erano commessi persino davanti alla figlia minorenne, elemento questo che aggravava ancor di più la natura del reato.

Così, presentata la querela e compresa la delicatezza della situazione, i Carabinieri si sono adoperati a raccogliere in pochissimo tempo le dichiarazioni di alcune persone informate sui fatti, e tendenzialmente appartenenti alla cerchia familiare, dichiarazioni che hanno consentito in poco tempo di delineare in maniera più chiara, e quindi di rafforzare, i gravi indizi di colpevolezza per il reato di maltrattamenti in famiglia a carico dell'arrestato.

Nel corso delle indagini, inoltre, sono stati effettuati numerosi interventi da parte dei militari della Tenenza, su richiesta dei familiari, presso l’abitazione dell'uomo che, in più occasioni peraltro vicine nel tempo tra loro, sotto l’effetto di sostanze alcoliche aveva perseverato nel tenere condotte aggressive (sia fisiche che verbali) nei confronti della donna convivente e dei propri genitori.

Quindi, in virtù del forte quadro indiziario ricostruito magistralmente dai Carabinieri di Rosarno, la Procura di Palmi, che ha coordinato l’attività, non ha esitato a richiedere in poco tempo al GIP presso il Tribunale ordinario un’idonea misura cautelare al fine di prevenire e reprimere le condotte criminose dell'accusato. Il Giudice, ha accolto in toto le richieste della Procura ed ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell'uomo ponendo così fine alle continuate e gravissime condotte aggressive nei confronti dei familiari.

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Calci e pugni alla moglie sotto gli occhi dei figli: arrestato dalla Polizia

Nei giorni scorsi, un 34enne è stato arrestato in flagranza di reato per maltrattamenti in famiglia. Intervenuti a seguito di diverse segnalazioni sull’utenza 113, gli agenti del Nucleo Volanti della Questura di Reggio Calabria hanno accertato che, poco prima del loro arrivo, una giovane donna di nazionalità marocchina era stata aggredita dal marito connazionale. L’uomo si era allontanato dall’abitazione dopo aver aggredito la moglie con calci e pugni, distruggendo, altresì, diverse suppellettili tra cui un televisore, sotto gli occhi attoniti dei due figli minori, di 1 e 5 anni.

Successivamente, l’aggressore è ritornato in casa continuando ad inveire contro la moglie, tentando nuovamente di aggredirla. Non vi è riuscito grazie al tempestivo intervento degli operatori della Volante che lo hanno immobilizzato, vanificando i suoi intenti violenti. Condotto in Questura, l’uomo è stato arrestato per il reato di reiterati maltrattamenti contro i familiari, aggravati dal fatto di averli commessi alla presenza dei figli minori. All’esito del giudizio per direttissima, tenutosi nella giornata di ieri, l’Autorità Giudiziaria competente ha convalidato l’arresto e disposto per l’uomo il regime degli arresti domiciliari.

Anche questo intervento per violenza domestica è stato gestito dal personale della Polizia di Stato utilizzando il protocollo operativo E.V.A., acronimo di "Esame delle Violenze Agite". Tale protocollo consente l’ottimale gestione degli interventi per liti in famiglia grazie all’accesso ad una check-list da cui emergono specifici “indicatori” di violenza domestica, con la preziosa possibilità di raccordare i singoli episodi di violenza e, dunque, ricostruire l’eventuale abitualità del reato di maltrattamenti in famiglia. Ciò consente, nei casi di flagranza di reato, l’arresto obbligatorio dell’autore delle condotte violente.

 

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Minaccia e picchia l'ex moglie: arrestato

I Carabinieri hanno tratto in arresto un uomo di 41 anni per i reati di maltrattamenti e minacce ai danni della ex moglie, in esecuzione all'ordine di custodia cautelare in carcere, emesso dal Tribunale di Palmi. Il provvedimento restrittivo a carico di S.O. è stato eseguito a Rizziconi. 

Maltrattamenti in famiglia: un arresto dei Carabinieri

I Carabinieri hanno tratto in arresto un uomo di 50 anni per il reato di maltrattamenti contro familiari, in esecuzione all’ordine di espiazione pena, emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria. Paolo Falduto, di Reggio Calabria, dovrà scontare una pena definitiva residua di un anno, 8 mesi e 24 giornidi reclusione in regime di detenzione domiciliare, per i fatti commessi nella città dello Stretto dal 2004 al giugno 2013.

 

Picchia violentemente il figlio e gli frattura le costole

Un uomo di 45 anni stato condotto in carcere in seguito alla condanna inflittagli perché riconosciuto responsabile del reati di maltrattamenti in famiglia. L'imputato, di Camigliatello Silano, in provincia di Cosenza, avrebbe malmenato il figlio con una violenza tale da procurargli la frattura delle costole e per questo i giudici hanno disposto a suo carico una pena di 3 anni e 6 mesi. La vicenda risale al settembre del 2012, la vittima aveva allora 11 anni, e fu accompagnata all'ospedale cosentino dell'"Annunziata". I Carabinieri lo interrogarono sotto gli occhi del papà ed il piccolo rispose di essersi fatto male in seguito ad una brutta caduta dalla bicicletta. Le indagini avviate consentirono, però, agli investigatori di scoprire che il padre lo aveva riempito di botte perché desiderava trascorrere qualche ora di svago con gli amichetti. Un episodio, sostennero gli inquirenti, che non rappresentava un caso isolato di violenza ai danni del ragazzino. Ma ad essere pesantemente maltrattate dal 45enne sarebbero state anche la moglie e le figliolette. Nel luglio di tre anni fa, all'uomo fu ordinato di lasciare l'abitazione familiare. Adesso si trova dietro le sbarre a Cosenza. 

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A gennaio vittima di tentato omicidio, ieri arrestato per maltrattamenti e violenza sessuale

Nella serata di ieri, la Sezione Omicidi della Squadra Mobile, a conclusione di serrate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti del cittadino marocchino Mourad Chhaibi, ritenuto responsabile di reiterati maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravata nei confronti della moglie, anch’essa di origini marocchine, entrambi da molti anni residenti a Reggio Calabria. Le indagini - che hanno preso il via da quelle effettuate dalla Squadra Mobile sul tentato omicidio posto in essere secondo la ricostruzione degli inquirenti, nello scorso mese di gennaio, da Filippo Cassone nei confronti di Chhaibi - hanno consentito di tracciare, a carico del cittadino marocchino, un quadro indiziario grave, tanto da indurre il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria ad accogliere la richiesta della misura cautelare della custodia in carcere formulata dai magistrati e a disporre, conseguentemente, la misura coercitiva carceraria nei suoi confronti per i ripetuti maltrattamenti - e anche per violenza sessuale - a cui avrebbe sottoposto sua moglie durante il matrimonio.  La donna - che sarebbe stata vittima per anni di molteplici condotte violente del marito, consumate in ambito familiare, a causa delle quali, in più di un’occasione, è stata costretta a dover ricorrere alle cure mediche - non ha mai avuto la forza di denunciare i fatti che era costretta a subire, anzi ha taciuto ai medici che l’hanno curata la causa reale dei segni delle percosse che recava sul corpo. Chhaibi, nella serata del 22 gennaio scorso era stato vittima di tentato omicidio posto in essere, a parere degli inquirenti, da Filippo Cassone, reggino di 34 anni, attualmente in carcere per quel delitto, maturato nel delineato contesto familiare dei coniugi marocchini, fortemente caratterizzato da episodi di violenze e maltrattamenti, che avevano determinato la separazione di fatto di Chhaibi da sua moglie e l’avvicinarsi di quest’ultima a Filippo Cassone, con il quale aveva allacciato una relazione sentimentale. Dopo il tentato omicidio di Chhaibi, gli inquirenti hanno svolto mirati accertamenti in ordine agli episodi di maltrattamenti e violenza subiti dalla donna marocchina, da cui sono emersi gravi indizi di reità a carico dello stesso, posti a fondamento della misura cautelare in carcere richiesta dalla Procura della Repubblica ed eseguita nella serata di ieri dai poliziotti della sezione specializzata nel contrasto dei reati contro la persona, in danno di minori e reati sessuali della Squadra Mobile.  

 

Picchia la compagna e rompe il dito ad un poliziotto: arrestato

La Polizia di Stato ha arrestato nella flagranza dei reati di resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale e di maltrattamenti in famiglia, in via Colline Ospizio di Rosarno, Y.B., 35enne nato in Burkina Faso, irregolare nel territorio nazionale. In particolare, il personale del Commissariato di Gioia Tauro in servizio di controllo del territorio è intervenuto a seguito di una richiesta di una cittadina extracomunitaria che asseriva di essere stata picchiata dal compagno. L’uomo è stato immobilizzato dall’equipaggio della Volante con non poche difficoltà all’interno dell’abitazione in cui conviveva con la vittima, 46enne nigeriana, che è stata accompagnata dal personale del 118 presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Polistena, dove è stata curata per contusioni al volto, cuoio capelluto e collo con una prognosi di 7 giorni. Durante le fasi concitate dell’arresto un operatore di Polizia ha riportato la frattura scomposta del quarto dito della mano sinistra con prognosi di 30 giorni.

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