Capannone industriale trasfornato in piantagione di marijuana, sequestrate e distrutte oltre mille piante (VIDEO)

In un capannone industriale in contrada Pegara, i carabinieri della Compagnia di Taurianova hanno rinvenuto una vasta piantagione composta da oltre mille piante di marijuana coltivate in serra.

Nel corso dell'operazione, è finito in manette il titolare dell’azienda, Marcello Spirlì di 46 anni.

In particolare, durante un ordinario servizio di controllo del territorio i militari si sono recati a casa del 46enne, già sottoposto agli arresti domiciliari, per verificare l’osservanza delle prescrizioni dell’autorità giudiziaria.

Nel corso della verifica, gli uomini dell'Arma si sono insospettiti dall’anomala illuminazione e dall’odore proveniente da un magazzino di un capannone industriale.

Una verifica più accurata ha permesso ai carabinieri di rinvenire alcune piante di marijuana ed un impianto d'illuminazione ed areazione.

La successiva perquisizione di tutta l’area ha portato alla scoperta, in 3 diversi magazzini, di oltre mille piante di vario grado di maturazione e grandezza, complete di impianti per la coltivazione, oltre ad alcuni campioni di marijuana già confezionati e 7.500 euro in contanti, ritenuti di provenienza illecita.

La vendita della marijuana ottenuta dalla piantagione avrebbe fruttato fino a 300 mila euro.

I carabinieri hanno scoperto, inoltre, che l’impianto d'illuminazione ed areazione era alimentato con un collegamento abusivo alla rete elettrica.

Al termine delle operazioni di campionatura, le piante sono state distrutte sul posto, mentre Spirlì è stato arrestato in attesa del rito direttissimo.

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Nascondevano 3 chili di marijuana in un bidone, in manette due fratelli

Nel corso di alcuni controlli, i poliziotti in servizio al Commissariato di Paola hanno arrestato in flagranza di reato due fratelli, L. R. di anni 59 e L. M. di anni 56.

Durante una perquisizione presso stabili e pertinenze in uso ai due fratelli, gli agenti hanno sequestrato 2,45 chili di marijuana, nascosta in un bidone di plastica.

Rinvenuti, inoltre, 8 involucri in cellophane contenenti ulteriori 110 grammi della stessa sostanza, strumenti per il confezionamento ed una bilancia di precisione.

In un altro appartamento, sempre parte delle medesime pertinenze, sono stati rinvenuti ulteriori 361 grammi di marijuana, un altro bilancino di precisione e strumenti per il confezionamento.

Un terzo fratello, L.L. di 27 anni, è stato denunciato per detenzione di 25 grammi di marijuana, che aveva cercato di far sparire buttandola nel water e tirando lo sciacquone.

Altre dosi sono state rinvenute in uno scooter di sua proprietà.

Infine, nel box in uso a L. M. è stato accertato, anche, il furto aggravato di energia elettrica e di acqua che, veniva sottratta abusivamente da un vicino stabile di proprietà del Comune di Acquappesa, abusivamente occupato dal 56enne. 

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'Ndrangheta: le cosche vibonesi crocevia del traffico di marijuana, in manette 25 persone

Una ramificata organizzazione criminale di stampo ‘ndranghetistico dai marcati profili internazionali, capace di far giungere in Italia tonnellate di marijuana, è stata disarticolata grazie ad una serie di misure di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Catanzaro.

I provvedimenti sono stati eseguiti su tutto il territorio nazionale, nell'ambito dell'operazione denominata “Stammer 2 – Melina”, che rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro, con il supporto del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (Scico) di Roma e coordinata dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, dal Procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri e dal Sostituto procuratore, Camillo Falvo.

L'operazione, nel corso della quale sono state eseguite decine di perquisizioni, ha portato all'arresto di 25 persone (18 in carcere e 7 agli arresti domiciliari, indagate a vario titolo in traffico internazionale di stupefacenti) tra Calabria, Puglia, Sicilia, Lazio, Toscana, Lombardia e Albania.

Le misure rappresentano la conseguenza dell'operazione “Stammer”, con la quale a gennaio dello scorso anno, erano state duramente colpite le ‘ndrine vibonesi impegnate nel traffico dicocaina.

Il nuovo filone d'indagine, ha messo in luce il ruolo dei trafficanti calabresi che, fiutando la possibilità di ottenere facili guadagni, hanno investito ingenti capitali in un imponente traffico di marijuana.

L’attività investigativa ha permesso di acclarare il rapporto d'affari tra le potenti ‘ndrine vibonesi ed i trafficanti albanesi, considerati i più importanti produttori di marijuana del continente.

Le indagini hanno, di fatto, consentito di disarticolare un’organizzazione estremamente complessa, basata su un accordo criminoso tra le ‘ndrine Fiarè di San Gregorio d’Ippona (VV), Pititto-Prostamo-Iannello di Mileto (VV), Anello di Filadelfia (VV) e Franzè di Stefanaconi (VV), tutte collegate alla più nota ed egemone cosca dei Mancuso di Limbadi (VV).

Tra gli elementi di spicco caduti nella rete tesa dalla guardia di finanza, compaiono tra gli altri: Rocco Anello di 57anni, ritenuto l'indiscusso boss di Filadelfia; Francesco Fiarè, detto “il dottore”, di 38 anni, di San Gregorio d’Ippona; Giovanni Franzè di 56 anni, di Stefanaconi; Pasquale Pititto di 50 anni, di Mileto, Antonio Prostamo di 29 anni e Domenico Mancuso di 43 anni, entrambi di Limbadi.

In poco meno di tre mesi, i clan calabresi avrebbero importato circa cinque tonnellate di marijuana, saltando la mediazione della criminalità brindisina, storicamente “in affari” con i narcos di stanza nel Paese delle Aquile.

Il sodalizio criminale calabrese, se in una prima fase sfruttava gli oramai collaudati rapporti, intessuti nel tempo, tra i trafficanti brindisini ed i produttori albanesi, una volta reperiti i contatti ed aver acquisito la fiducia dell’organizzazione albanese, sarebbe riuscito a scavalcare gli intermediari pugliesi per contrattare direttamente con i fornitori.

Nei progetti delle 'ndrine, una volta raggiunte le coste pugliesi, i carichi di marijuana sarebbero stati divisi in più partite, pronte per essere cedute sulle molteplici “piazze” dislocate su gran parte del territorio italiano.

L’inchiesta ha permesso d'identificare tutte le 46 persone coinvolte, alcune delle quali già ristrette per reati contestati nell’ambito dell’Operazione “Stammer”.

 

Importavano tonnellate di marijuana dall'Albania, 25 persone in manette

I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro, in collaborazione con il Servizio centrale investigazione criminalità organizzata di Roma, hanno eseguito in tutta Italia 25 arresti.

Tra le persone interessate dal provvedimento, figurano anche tre capi cosca, responsabili dell’importazione di circa 5 tonnellate di marijuana dall’Albania.

I dettagli dell’operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa, in programma alle 9,45 di oggi, presso la caserma “Soveria Mannelli”, alla quale prenderanno parte: il Procuratore della Repubblica di Catanzaro,  Nicola Gratteri, il Procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri, il Comandante provinciale ed il Comandante dello Scico della guardia di finanza.

 

Due serre per la produzione di marijuana nella rimessa, arrestato

I carabinieri della Compagnia di Paola hanno tratto in arresto un trentenne, P.P., di Paola, accusato di produzione e detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio.

Fermato durante un normale controllo alla circolazione stradale, l’uomo è stato trovato in possesso di una dose marijuana.

I militari hanno, quindi, deciso di ispezionare l’abitazione del 30enne dove, in una rimessa, hanno rinvenuto due serre destinate alla produzione di marijuana.

Complessivamente, gli uomini dell’Arma hanno sequestrato dodici piante, 1.700 dosi di marijuana, un bilancino di precisione e fertilizzanti destinati alla coltivazione dello stupefacente.

La droga, una volta immessa sul mercato, avrebbe fruttato svariate migliaia di euro.

L’arrestato, terminate le formalità di rito, è stato tradotto in regime di arresti domiciliari, in attesa della celebrazione dell’udienza per direttissima.

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Trovato in casa con 350 grammi di marijuana, in manette 31enne

Un uomo di 31 anni, C.M., è stato arrestato e posto ai domiciliari, a Cosenza, dalla Polizia di Stato con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Durante una perquisizione domiciliare, gli agenti delle Volanti, del Reparto prevenzione crimine Calabria Settentrionale e delle unità cinofile della Questura di Vibo Valentia, hanno rinvenuto 350 grammi di marijuana già suddivisa in dosi, un bilancino, una calcolatrice, banconote per un totale di 650 euro, due trincia erba e ritagli di buste in plastica utilizzati per confezionare le dosi.

Al momento della perquisizione, in casa con il trentunenne c'erano altre tre persone intente a consumare la sostanza stupefacente.

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Cerca di liberarsi della droga lanciandola dal balcone, madre e figlio finiscono in manette

Nel corso di un servizio straordinario antidroga effettuato a Cassanno allo Jonio, i carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro hanno arrestato tre persone accusate di detenzione di stupefacente ai fini di spaccio.

A finire in manette è stato un ragazzo del posto, trovato a bordo della sua autovettura con una busta in plastica all’interno della quale erano contenuti 156 grammi di marijuana.

La perquisizione è stata, quindi, estesa all’abitazione del ragazzo dove, dopo aver controllato tutto l’appartamento, i carabinieri hanno sequestrato un bilancino di precisione conservato dentro una scatola per scarpe.

I militari hanno, quindi, arrestato il giovane in flagranza di reato come concordato con il Sostituto Procuratore di turno della Repubblica di Castrovillari.

Successivamente, sulla base delle informazioni acquisite, i carabinieri hanno raggiunto un’altra abitazione, sulla cui porta hanno trovato il ragazzo che vi abita.

Il giovane, di Castrovillari e con piccoli precedenti giudiziari, per prendere tempo avrebbe tentato di spiegare che nell’abitazione c’era un pitbull molto aggressivo e per tenerlo a bada avrebbe dovuto avvertire la madre, in modo che potesse legarlo in una stanza. Nel frattempo, dalla casa si sarebbe affacciata una signora che avrebbe lanciato dal balcone dei barattoli in vetro.

Entrati nell’appartamento, gli uomini dell'Arma hanno identificato la donna ed una volta recuperati i barattoli in vetro, hanno trovato 90 grammi di marijuana e materiale per il confezionamento.

All’interno dell’abitazione è stato rinvenuto, invece, un bilancino di precisione ed altro materiale per il confezionamento.

Per madre e figlio sono scattate le manette. Entrambi dovranno, ora, comparire davanti l’Autorità giudiziaria per rispondere dell’accusa di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio in concorso, come disposto dalla Procura della Repubblica di Castrovillari.

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Detenzione di stupefacenti: quarantenne di Pizzo in arresto

Nel pomeriggio di ieri, i Carabinieri delle Stazioni di Francica e di Filandari hanno arrestato D.E. operaio 40enne residnete a Pizzo, per detenzione di stupefacenti con piccoli precedenti di polizia.

I militari nel corso di un normale servizio, fermano in posto di blocco il soggetto lungo la SP 17, in località Mesiano del comune di Filandari, alla guida di una Toyota Aygo:  insospettiti dal comportamento hanno  proceduto alla perquisizione personale e veicolare rinvenendo, all’interno della tasca del giubbotto indossato dallo stesso, una busta contenente 11 grammi di eroina.

La successiva perquisizione effettuata presso l'abitazione  del 40enne a Pizzo, ha portato alal luce un sacchetto trasparente contenente 250 grammi di marijuana ed un bilancino di precisione.

Lo stupefacente ed il bilancino sono stati posti in sequestro.

Il soggetto si trova agli arresti domiciliari. 

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