Smaltimento illecito di rifiuti, sequestrato impianto di depurazione. Denunciate due persone

Un impianto di depurazione di acque reflue industriali e stato posto sotto sequestro dai militari del Nipaf di Cosenza, Nucleo di Polizia Ambientale e Forestale Carabinieri, coadiuvati dalle Stazioni Forestale Carabinieri di Spezzano Sila e Castrovillari, nel comune di Spezzano Albanese lungo la SS 19.

Durante le indagini è emerso che l’impianto, utilizzato da una ditta alimentare, era privo delle autorizzazioni allo scarico previste dalla normativa, risultate scadute nel 2014. Durante il controllo i militari hanno accertato, inoltre, l’illecito smaltimento dei fanghi di depurazione industriale prodotti,  oltre alla presenza nelle vasche di depurazione di oltre 80 metri cubi di rifiuti liquidi speciali.

L’indagine, coordinata al Procuratore Capo Eugenio Facciolla, ha portato al sequestro dell’impianto e alla denuncia di due imprenditori, ovvero il legale rappresentante della ditta e il gestore dell’impianto di depurazione. I due sono accusati di “gestione illecita di rifiuti” e “scarico di reflui industriali senza la prescritta autorizzazione”.

Il Corpo Forestale sequestra area boscata appartenente a "Calabria Verde"

In esecuzione di un decreto emesso dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, nella mattinata di oggi, gli uomini del Corpo Forestale dello Stato hanno posto sotto sequestro, una vasta area boscata situata nel comune di Bocchigliero (CS). I 1300 ettari dell'area di proprietà demaniale dell’azienda Calabria Verde della Regione Calabria, ricadono all’interno della zona “1” del Parco Nazionale della Sila. Le indagini coordinate dal Procuratore Capo Eugenio Facciolla e condotte dal sostituto Procuratore Angela Continisio hanno accertato delle illegalità nelle concessioni. In particolare, a "varie ditte" sarebbero state "date concessioni per la raccolta del materiale danneggiato dalle intemperie con costi nettamente al di sotto del valore reale del legname e in assenza delle autorizzazioni previste". Il quantitativo stimato e concesso sembrerebbe irrisorio rispetto a quanto prelevato dalle ditte boschive. "Le indagini avviate nei mesi scorsi dal Corpo Forestale dello Stato di Cava di Melis CTA e poi condotte insieme al Nipaf, Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale del CFS di Cosenza, hanno accertato un valore quantificato del materiale venduto spropositato rispetto alla realtà, in alcuni casi anche 20 volte inferiore al valore reale del materiale presente e raccolto dalle ditte". Questa mattina 50 uomini del Corpo Forestale, oltre ad operare il sequestro dell'aera in questione, hanno acquisito numerosi atti presso gli uffici regionali di Cosenza e Catanzaro.  Sono 5 le persone fino ad ora iscritte al registro degli indagati tra dirigenti, tecnici e responsabile di una ditta boschiva.

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