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Coronavirus, nuova donazione del Rotary club Lamezia Terme all’ospedale “Giovanni Paolo II”

Continua il contributo di solidarietà nei confronti dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme da parte del locale Rotary club.

Ieri mattina sono stati consegnati al presidio ospedaliero, importante punto di riferimento per un grande comprensorio che abbraccia oltre 160mila abitanti, altri strumenti medicali utili per la battaglia contro il coronavirus.

Il Rotary club Lamezia Terme, guidato dalla presidente Natalia Majello, ha consegnato le apparecchiature e i dispositivi di sicurezza acquistati, che serviranno per allestire l’area covid-19 all’interno del nosocomi.

 In particolare, un monitor multiparametrico, un carrello portamonitor, un elettrocardiografo, termometri ad infrarossi e tute protettive. Dispositivi che sono stati consegnati al direttore del Presidio unico Antonio Gallucci, alla presenza dei soci, Francesca Suriano, dirigente medico del reparto urologia dello stesso presidio e Franco Gigliotti, tesoriere del club lametino, e che si vanno ad aggiungere a quelli già consegnati nei giorni scorsi utili per sostenere la terapia intensiva.

Un altro tassello importante di solidarietà, che attesta come il Rotary club e i suoi soci portano avanti iniziative animate dal principio di “Servire al di sopra dei propri interessi personali”. Un aiuto concreto, per tutti i pazienti e in particolare quelli che avranno necessità di cure a causa del covid-19, ma anche a sostegno di medici, infermieri e operatori socio-sanitari che, in questo particolare momento, quotidianamente prestano il loro servizio, spesso in condizioni di difficoltà per mancanza di attrezzature e supporti.  

ASP Catanzaro: prima broncoscopia con dispositivo di erogazione di ossigeno ad alti flussi in Calabria eseguita nell’ospedale di Lamezia Terme

(ASP) – Catanzaro, 8 settembre 2017 – Nell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, per la prima volta in Calabria, è stata eseguita una broncoscopia su un paziente con gravissima insufficienza respiratoria, in respiro spontaneo e con supporto di ossigeno ad alti flussi.

L’esame diagnostico è stato eseguito dal dr. Paolo Gambardella, pneumologo interventista dell’unità operativa Pneumologia dell’Ospedale di Lamezia Terme diretta dal dr. Massimo Calderazzo, con la collaborazione dell’Infermiera professionale Katia Roperto. I campioni prelevati, esaminati dalla dott.ssa Elisa Anna Alba Feudale, Direttrice dell’U.O. Anatomia Patologica, hanno evidenziato una neoplasia polmonare.

L’ossigenoterapia ad alti flussi è un sistema di fornitura dell’ossigeno, riscaldato e umidificato, con circuito aperto, nel quale viene impostata una frazione inspiratoria di O2 da somministrare, ed un flusso di gas talmente alto da essere superiore al picco di flusso inspiratorio del paziente. Questo consente, generando una pressione positiva, una riduzione dello sforzo respiratorio, con miglioramento degli scambi gassosi. Tale effetto è reso possibile dall’utilizzo di nasocannule non occludenti le narici.

Ad oggi l’unità operativa Pneumologia dell’Ospedale di Lamezia Terme è l’unica nella provincia di Catanzaro nella quale vengono eseguite procedure di Pneumologia interventistica. L’ASP di Catanzaro ha attivato le procedure per l’aggiornamento tecnologico dell’U.O., con la previsione di acquisto di un videobroncoscopio di ultima generazione e di un ecobroncoscopio dotato di una microsonda ecografica che permette di visualizzare le strutture al di fuori della trachea e dei bronchi (linfonodi, vasi, mediastino, polmone, cuore). Grazie alla guida ecografica è possibile prelevare campioni di tessuto. La valutazione dei linfonodi mediastinici è fondamentale per la stadiazione del cancro del polmone e quindi per impostare un corretto progetto terapeutico. L’uso della guida ecografica endobronchiale per la biopsia dei linfonodi del mediastino offre una valida alternativa alla mediastinoscopia, molto più invasiva. L’EBUS (Endo Bronchial Ultra Sound) consente di prelevare i campioni di aspirato con ago sottile, sotto controllo in tempo reale del percorso dell’ago nel linfonodo, con la tecnica TBNA (Trans Bronchial Needle Aspiration).

Prosegue, dunque, in modo costante il percorso di miglioramento dei servizi erogati dall’Ospedale di Lamezia Terme, intrapreso dal Direttore Generale dell’ASP di Catanzaro dr Giuseppe Perri e dallo staff dirigenziale, orientato alla valorizzazione delle professionalità del personale sanitario ed al miglioramento continuo della qualità.

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Avvelenamento da funghi: esemplare lavoro di équipe salva la vita a una donna

Grazie alla sinergia fra medici e micologi, è stato possibile salvare la vita a una donna di 62 anni, ricoverata per avvelenamento falloideo nel reparto Rianimazione del presidio ospedaliero "Giovanni Paolo II" di Lamezia Terme, causato dal consumo di alcuni funghi raccolti in proprio e preparati per la cena. Soddisfazione per la riuscita dell’ottimo lavoro sinergico dell’equipe medica è stata espressa dal direttore generale dell’ASP di Catanzaro, dottor Giuseppe Perri, il quale raccomanda la "massima cautela sia nell’acquisto dei funghi, in quanto il prodotto può essere proposto da venditori improvvisati non autorizzati, che nella raccolta per la quale è necessaria una conoscenza approfondita delle varietà fungine, comunque per ogni dubbio esistono presso le ASP degli esperti micologi che possono verificare gratuitamente la commestibilità o meno dei funghi raccolti”. “Negli esercizi di vendita - prosegue il direttore generale Perri - bisogna inoltre verificare che la cassetta o il contenitore sia munito del prescritto cartellino di avvenuto controllo micologico da parte degli Ispettori Micologici dell’ASP, recante il nome scientifico della specie del fungo". Il dottor Perri consiglia, infine di “recarsi immediatamente al Pronto Soccorso o all’Ospedale più vicino, senza tentare terapie autonome se, dopo aver consumato funghi, dovessero insorgere disturbi gastrointestinali con nausea, vomito alimentare, diarrea, dolori epigastrici". Gli Ispettorati Micologici distribuiti sul territorio dell’ASP, finalizzati alla prevenzione primaria e secondaria delle intossicazioni da funghi, si trovano a Catanzaro, Soverato, Chiaravalle, Lamezia Terme, Soveria Mannelli, Villaggio Mancuso. Per maggiori informazioni si può contattare l’unità operativa Igiene degli alimenti e della nutrizione, diretta dal dott. Francesco Faragò, al numero 0961/7033508. La paziente che ha rischiato la vita era stata trasferita a Lamezia dall’ospedale di Vibo Valentia, dove aveva ricevuto le prime cure e dove, attraverso la consulenza micotossicologica del Micologo della ASP di Vibo Valentia e la consulenza tossicologica del Centro Antiveleni di Milano attivo h 24, si era potuto delineare un quadro di avvelenamento di tipo falloideo orientando così, efficacemente, la diagnosi medica verso un caso gravissimo. Nel reparto di Rianimazione dell'Ospedale di Lamezia Terme è così iniziato un incessante lavoro di èquipe, tra il Direttore del Reparto, dottor Stylianos Glyronakis, i diversi  medici che si sono susseguiti nelle varie turnazioni, i Micologi, dottor Ernesto Marra e Carlo Mercuri e la dottoressa Francesca Assisi del Centro Antiveleni di Milano, in cui ciascuno ha dato il proprio contributo professionale secondo le rispettive competenze. Mentre il caso sembrava volgere al peggio, tanto da allertare l'ISMETT di Palermo (Istituto Mediterraneo per i trapianti e terapie ad alta specializzazione) per un eventuale trapianto d'organo, il protocollo terapeutico per avvelenamento falloideo, ha iniziato a dare i risultati sperati, con un graduale e costante miglioramento dei valori ematici della paziente che, dopo otto giorni dal pasto incriminato, hanno portato a sciogliere la prognosi. "Il caso – afferma il dottor Marra, micologo e direttore scientifico della Confederazione Micologica Calabrese - è stato gestito con un approccio multidisciplinare, medico, micologo e tossicologo, in modo esemplare e fruttuoso”.

 

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Paziente morto in ospedale: indagati 13 fra medici ed infermieri

La Procura della Repubblica ha ordinato di sequestrare la cartella clinica e di eseguire l'autopsia nell'ambito di un'inchiesta avviata per fare luce sul decesso di un trentanovenne avvenuto durante il ricovero, disposto per un trattamento sanitario obbligatorio, nel reparto di Psichiatria dell'ospedale lametino "Giovanni Paolo II". I magistrati hanno, inoltre, iscritto nel registro degli indagati, tredici fra infermieri e medici. Nei prossimi due mesi il medico legale presenterà l'esito dell'esame autoptico da cui si evincerà la ragione della morte verificando così la sussistenza di eventuali profili penali a carico del personale sotto inchiesta. 

 

 

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Una donna è morta in ospedale: indagati 13 medici

Saranno i magistrati a fare chiarezza sul decesso di una donna di 60 anni. A chiedere di dipanare i dubbi, denunciando l'accaduto, sono stati i suoi parenti. Franceschina Strangis, rivoltasi al Pronto Soccorso dell'ospedale "Giovanni Paolo II" di Lamezia Terme a causa della febbre alta, è stata ricoverata per tre giorni in osservazione breve intensiva e poi è spirata. La locale Procura della Repubblica ha ordinato che sia eseguito l'esame autoptico. Tredici i medici che sono stati iscritti nel registro degli indagati.  

Personale ospedaliero stressato da turni massacranti: necessarie nuove assunzioni

“Personale stressato e costretto a sopportare carichi di lavoro insostenibili: la situazione all’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme è giunta al collasso”.  E’ quanto afferma Salvatore De Biase, capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Lamezia Terme. “L’assunzione di nuovo personale al nosocomio cittadino - aggiunge - è divenuta esigenza impellente, sia per garantire il diritto alla salute dei cittadini, sia per permettere agli operatori sanitari e alle ottime professionalità esistenti di espletare al meglio i loro compiti nel rispetto dei loro sacrosanti diritti”. “Non è tollerabile - osserva De Biase - che il personale sia costretto a svolgere le sue funzioni in condizioni psicofisiche alquanto precarie. Turni massacranti, a causa della carenza di personale sanitario, determinano estrema preoccupazione e la necessità di dover intervenire prontamente per rimediare ad una situazione divenuta inaccettabile”. “In merito all’assunzione delle circa mille unità lavorative previste nella sanità in Calabria - sottolinea De Biase - si devono necessariamente tenere nella dovuta considerazione le esigenze dell’ospedale di Lamezia Terme, che serve un’utenza di circa 150 mila persone ed è baricentrico nel contesto regionale. E’ inconcepibile non tenere conto di queste prerogative nell’assegnazione delle risorse. L’ospedale di Lamezia Terme, in virtù della sua posizione, è il più facilmente raggiungibile nel contesto regionale. Non tenere conto di questo aspetto, specie in un settore estremamente delicato come quello della sanità, significa non avere a cuore gli interessi della regione e la tutela della collettività. Al riguardo accolgo favorevolmente l’intervento dell’On. Barbato che ha sensibilizzato le istituzioni e la città in quanto la struttura ospedaliera lametina si offre come area centrale della Calabria con spazi di accoglienza che non hanno eguali”. “Mi auguro che il Commissario Scura ed il Governatore Oliverio – conclude De Biase – si facciano portatori attenti di queste esigenze e diano all’ospedale della terza città della Calabria la possibilità di operare nelle condizioni adeguate. La sanità è un diritto dei cittadini, la politica dia risposte esaustive ed intervenga tempestivamente”.

 

Danneggia sistema di circolazione dell'ossigeno in ospedale: arrestato dai Carabinieri

I Carabinieri hanno arrestato e ristretto ai domiciliari un uomo di 45 anni che è stato bloccato sulle scale dell'ospedale "Giovanni Paolo II"di Lamezia Terme. Sulla scorta di quanto ricostruito dai militari dell'Arma, avrebbe arrecato danni all'impianto che nella struttura sanitaria mette in circolo l'ossigeno. Un'azione potenzialmente pericolosa che, tuttavia, non ha provocato effetti deleteri. L'intento, sostengono gli investigatori, era quello di sottrarre condotte in rame.  Secondo gli inquirenti, nel momento in cui è stato individuato era diretto verso il luogo nel quale aveva sistemato le tubature appena smontate. I danni stimati ammontano ad una cifra vicina ai 30 mila euro.

Controlli trapiantati fegato: all'ospedale di Lamezia strumentazione unica in Calabria

L’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme si è dotato di una strumentazione unica in Calabria dedicata ai trapiantati di fegato. L’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, da sempre sensibile alle problematiche dei pazienti epatopatici, ha infatti dotato il Presidio  Ospedaliero  lametino di una struttura dedicata  alla  valutazione e al follow-up dei trapianti di fegato, dotandola di tutti i presidi tecnologici e strumentali (Fibroscan), al fine di limitare la migrazione sanitaria che, per tali problematiche, nella nostra Regione risulta essere ancora molto elevata. Per approfondire le tematiche legate a questa patologia che si sta sviluppando sempre più nella nostra Regione, soprattutto per il grande flusso di immigrativi, l’Ambulatorio di Infettivologia ed Epatologia del Distretto del Lametino dell’ASP di Catanzaro, diretto dal dottore Lorenzo Antonio Surace, ha organizzato per domani giovedì 2 Luglio al T-Hotel Lamezia, alle ore 9.30, l’incontro dal titolo “Il Management del paziente trapiantato di fegato ed in lista d’attesa”. Il Dott. Surace, da sempre impegnato nella prevenzione e lotta alle malattie del fegato, con questo evento, di cui è coordinatore scientifico, vuole porre l’attenzione del mondo sanitario su un target di pazienti particolare quale appunto i trapiantati di fegato e i pazienti epatopatici in lista d’attesa, entrambi bisognosi di approcci gestionali e terapeutici dedicati. Il programma dell’evento prevede una lettura magistrale tenuta dal professor Remo Naccarato, Professore Emerito dell’Università di Padova che tratterà l’argomento relativo al trapianto di fegato in termini di attualità e prospettive future. Nella sessione mattutina saranno affrontate tematiche relative alle patologie per le quali spesso si ricorre al trapianto di fegato quali l’epatite B e C. Per quanto riguarda quest’ultima l’attenzione dei clinici è alta in relazione ai nuovi farmaci che sembra possano finalmente eradicare definitivamente il virus C. Sempre nell’ambito della sessione mattutina sarà affrontato il tema delle infezioni nel paziente trapiantato, argomento importante in quanto spesso le complicanze infettive sono causa di fallimento del trapianto oltre al fatto di avere un grosso impatto in termini di costi. Nella sessione pomeridiana saranno affrontate tematiche più specifiche per il paziente trapiantato che riguardano la gestione dell’immunosoppressione, necessaria a scongiurare il rigetto dell’organo trapiantato, e la profilassi dell’epatite B nel trapiantato. Infine sarà affrontato il problema dell’epatocarcinoma, la temibile neoplasia che può colpire i pazienti affetti da epatite B o C, nei confronti della quale pur disponendo di valide strategie terapeutiche, l’arma migliore rimane il controllo periodico attraverso l’esame ecografico. Per quanto riguarda la gestione del paziente in lista d’attesa, sempre nell’ambito del convegno è stata prevista una sessione dedicata al personale infermieristico, in cui sarà presentato il progetto “Non sei solo” realizzato presso il Centro Trapianti di Pisa e due relazioni sulle procedure infermieristiche nel paziente trapiantato ed in lista d’attesa.

 

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