Tenta di uccidere il marito dell'amante: arrestato dalla Polizia

A conclusione di serrate indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, la Polizia di Stato ha sottoposto a fermo di indiziato di delitto Filippo Cassone, reggino di 34 anni, con precedenti di polizia per intestazione fittizia di beni e corse clandestine di cavalli. L’uomo è gravemente indiziato di aver tentato di uccidere, la sera del 21 gennaio, un coetaneo di origini marocchine, domiciliato a Reggio Calabria, esplodendo un colpo di arma da fuoco che ha attinto la vittima all’addome. Lo straniero - che non corre pericolo di vita - è stato ricoverato presso gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria dove è stato sottoposto ad intervento chirurgico per l’estrazione del proiettile e le altre cure del caso. Gli investigatori della Sezione Omicidi della Squadra Mobile di Reggio Calabria - allertati dai colleghi della Centrale Operativa della Questura, dove era giunta la segnalazione del ferimento del marocchino a mezzo colpi di arma da fuoco - hanno individuato il presunto autore del delitto dopo un’attenta ricostruzione della dinamica dell’azione delittuosa sulla base di numerose audizioni rese difficoltose dalla iniziale reticenza della vittima e dalla mancanza di collaborazione della moglie e dei suoi familiari, anch’essi di origini marocchine. Le contraddizioni testimoniali, emerse nel corso dell’attività istruttoria effettuata in conseguenza del verificarsi del fatto di sangue, hanno consentito agli inquirenti di orientare le indagini verso l’ambiente della vittima, fortemente caratterizzato da episodi di maltrattamenti in famiglia che avevano determinato, negli ultimi mesi, la separazione di fatto dei coniugi marocchini e l’avvicinarsi della donna a Filippo Cassone con il quale aveva stretto amicizia, presto sfociata in una relazione sentimentale.  Dagli accertamenti eseguiti della Squadra Mobile è emerso che Cassone avrebbe tentato di uccidere il marocchino esplodendogli un colpo di penna pistola in un luogo isolato del quartiere Gebbione dove l’aveva condotto con un pretesto. Raggiunta l’abitazione dei suoceri, non distante dal luogo in cui era stato ferito, il trentacinquenne marocchino è stato soccorso dalla moglie e dai suoi familiari e condotto in ospedale a bordo di un’ambulanza.  In accoglimento della richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, al termine delle attività istruttorie, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il locale Tribunale ha convalido il fermo eseguito dalla Squadra Mobile a carico di Filippo Cassone e ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti dello stesso. 

 

Evasione dai domiciliari: un arresto dei Carabinieri

I Carabinieri hanno tratto in arresto per il reato di evasione un uomo di 51 anni già sottoposto ai domiciliari. Domenico Ferrara, di Reggio Calabria, sarebbe stato sorpreso dai militari dell'Arma fuori dalla propria abitazione nella città dello Stretto, privo della preventiva autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria.

Assemblea sul destino degli ex dipendenti Multiservizi: "Rispettare la legge

Si è svolta ieri presso l’Hotel Palace l’assemblea promossa dall’Associazione "La Cosa Pubblica" sul destino degli ex lavoratori Multiservizi. I lavori, che si sono svolti in una sala conferenze gremita di cittadini, tra i quali una delegazione di ex dipendenti della Multiservizi, sono stati presieduti da Stefano Morabito e aperti dalle relazioni dei dottori Mery Costantino e Antonio Pensabene che hanno illustrato i dettagli del parere giuridico redatto su istanza dell’Associazione, ribadendo la necessità di rispettare il quadro legislativo procedendo all’assorbimento degli ex dipendenti Multiservizi nelle nuove società Castore e Polluce, e attivando la selezione prevista per eventuali altre assunzioni dall’esterno che dovessero rendersi necessarie.  A sostegno di tali argomenti, i dottori Costantino e Pensabene hanno illustrato non solo il contenuto della normativa vigente e numerose sentenze, ma persino una recente delibera del Comune di Venezia dell’ottobre 2012 che, sciolta una società mista e creata una società in house, disponeva attraverso un testo conciso e chiarissimo, il passaggio dei dipendenti alla nuova società "secondo le previsioni dell’articolo 2112 del codice civile". Tutto il contrario rispetto alla farraginosità, la lentezza e l’ambiguità delle procedure messe in atto dal Comune di Reggio in questi lunghi mesi.  Inoltre si è posto l’accento sul fatto che le rassicurazioni riguardo al trattamento favorevole che si vorrebbe riservare agli ex lavoratori Multiservizi in un’eventuale selezione rappresentano la degradazione di un diritto all’assorbimento nelle nuove società a mero trattamento di parziale vantaggio e non può in alcun caso dare alcuna certezza in merito alla riassunzione, contrariamente a quanto fatto intendere da qualche imprudente amministratore a diversi lavoratori.  È stata apprezzata la partecipazione all’assemblea dei consiglieri Lucio Dattola (Forza Italia) e Paola Serranò (Partito Democratico), che non hanno mancato di offrire il proprio contributo alla discussione e hanno mostrato interesse a seguire con attenzione la vicenda nelle prossime settimane, anche sulla scorta di quanto emerso durante i lavori. Parallelamente, si è stigmatizzata l’assenza del resto della compagine consiliare, sia di maggioranza che di opposizione, e dell’esecutivo cittadino e del Sindaco, che non ha inteso inviare neppure uno dei membri del suo nutrito staff . Uno staff che, è stato fatto notare, contrariamente a quanto si vorrebbe fare con i lavoratori Multiservizi (che invece avrebbero diritto a essere direttamente riassorbiti), è stato assunto senza alcun credibile meccanismo di selezione, ma per via prettamente "fiduciaria", meccanismo applicato persino al direttore delle due nuove società, i cui dipendenti, invece, contraddittoriamente, vorrebbero farsi passare attraverso griglie valutative e punteggi. Sono intervenuti, inoltre, Aldo Libri del sindacato Sul e Franco Cutrì della Fiadel, che hanno ripercorso le tappe della vicenda e sottolineato la chiusura a un reale dialogo da parte dell’amministrazione. In particolare, Libri ha richiamato l’attenzione dei presenti sullo strano silenzio da parte delle maggiori organizzazioni sindacali in una vicenda pur rilevantissima per il destino lavorativo di centinaia di famiglie e per gli interessi generali della città. A questo riguardo, è emerso durante l’assemblea che presso lo staff del primo cittadino sono stati chiamati proprio tre rappresentanti sindacali di CGIL, CISL e UIL, il che pare autorizzare più di un legittimo sospetto sul condiscendente immobilismo e totale silenzio di dette organizzazioni sindacali sulla vicenda.  Infine, dopo gli interventi del delegato sindacale Giovanni Mauro, e degli ex dipendenti Multiservizi Maurizio Mallamaci e Maria Surace, che hanno espresso le proprie preoccupazioni e ripercorso le tappe di una lunga vicenda che spesso ha visto gli amministratori locali insensibili alle legittime rivendicazioni del loro diritto al lavoro, dopo latri interventi , tra cui quello del professor Leo Nucera, Stefano Morabito ha concluso i lavori ribadendo la disponibilità dell’Associazione "La Cosa Pubblica" ad offrire il proprio sostegno alla causa dei lavoratori e una rigorosa vigilanza sulle attività delle nuove società che, proprio per la incomprensibile scelta di realizzarle nella forma "a responsabilità limitata" necessitano di una maggiore e inedita attenzione da parte della cittadinanza tutta perché non si verifichino le storture del passato. Infine, nel sollecitare la consigliera Paola Serranò affinché sostenesse la richiesta di affrontare la vicenda con la massima trasparenza in un consiglio comunale aperto, Morabito ha fatto richiesta  attraverso di essa al sindaco Giuseppe Falcomatà, dopo il copia e incolla del programma elettorale di Matteo Renzi e la pedissequa copia del regolamento comunale sulla collaborazione tra cittadini e Amministrazione dall’analogo testo del Comune di Bologna, di volere sfruttare l’allenamento acquisito per copiare l’art. 14 della citata delibera del Comune di Venezia che, in ottemperanza alla legge (e in un caso identico a quello che riguarda la nostra città) prevede l’assorbimento dei lavoratori nelle nuove società secondo quanto previsto dal Codice Civile. 

 

Alleanza Calabrese attacca: "Beni confiscati consegnati in un bene sottratto ai reggini"

"Sono stati consegnati i beni confiscati alla mafia in una parata effettuata al Miramare, bene dei reggini, sottratto ai reggini in modo illegale, non trasparente e truffaldino da Falcomatà e i suoi compari e consegnato brevi manu, gratuitamente, ad altri loro compari". E' quanto dichiara in una nota Enzo Vacalebre, presidente di Alleanza Calabrese. "Perché - si domanda il massimo responsabile del movimento autonomista - il Direttore dell’Agenzia Beni Confiscati, il Prefetto Umberto Postiglione ed il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, prima di recarsi al Miramare non si sono chiesti lo stesso edificio è stato affidato? Perché la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, dopo la denuncia di Alleanza Calabrese non è andata fino in fondo sull'assegnazione del Miramare con la quale Falcomatà ha regalato un bene pubblico di inestimabile valore ad una associazione senza né arte né parte? Perchè la regalia all'associazione Sottoscala è stata fatta cadere nel dimenticatoio del codice penale? Perchè la nuova assegnazione ha posto dei paletti in merito alla partecipazione alle associazioni no profit, se non provviste di licenza di somministrazione di alimenti e bevande? Perché queste associazioni no profit perché hanno partecipato al bando sapendo di dover investire decine e decine di migliaia di euro per un bene da gestire per soli tre mesi? Altri quesiti, molto precisi, saranno posti nell'ennesima denuncia che, questa volta, presenteremo alla Guardia di Finanza la prossima settimana. Le opzioni sono solamente due. O nero o rosso. Le cinquanta sfumature di grigio esistono solo al cinema o nei romanzi.  O Enzo Vacalebre, in qualità di denunciante, doveva essere immediatamente querelato per calunnia o la magistratura si sarebbe dovuta attivare, sempre immediatamente, per andare a chiedere le carte al Comune di Reggio Calabria e verificare gli accadimenti che hanno portato alla prima ed alla seconda assegnazione dell’albergo. Ancora niente di tutto questo è accaduto. Ci si è attivati solo per organizzare la parata per la consegna di beni illegali ad una amministrazione che dell'illegalità ha fatto la sua bandiera, annegando quella di San Giorgio tra i rifiuti da riciclare, visto che ancora il pennone centrale del Palazzo di Città non viene esposto. Partiamo dal significato di mafia che i dizionari interpretano come formata da persone che usano illecitamente il potere anche a danno di qualcuno o qualcosa per conseguire i loro interessi particolari". "Alleanza Calabrese - termina la nota- allora si chiede che cosa è la mafia e chi la rappresenta  in città. Se Falcomatà non fosse sindaco i suoi comportamenti si potrebbero ritenere da mafioso? Se gli assessori non fossero assessori, i loro comportamenti si potrebbero ritenere da mafiosi? Se i consiglieri non fossero consiglieri i loro comportamenti si potrebbero ritenere da mafiosi? Che la vergogna ricopri la città!"

                                                                          

 

Un arresto per rapina

I Carabinieri hanno tratto in arresto un uomo di 33 anni per il reato di rapina impropria. Secondo la ricostruzione dei militari dell'Arma di Reggio Calabria, J. R.P., di nazionalità polacca, dopo essersi impossessato di un trapano e di alcuni utensili da lavoro, asportati in un noto esercizio commerciale della città dello Stretto, avrebbe aggredito un dipendente del negozio, al fine di procurarsi l’impunità, salvo poi essere immediatamente rintracciato e arrestato. 

Vendita di un'area di Parco Caserta: Caracciolo e Imbalzano vogliono fare luce sulla vicenda

Mary Caracciolo, consigliere comunale di Forza Italia, e Pasquale Imbalzano, che siede sui banchi della minoranza di Palazzo San Giorgio in quota Area Popolare-Nuovo Centrodestra, vogliono aprire uno squarcio di verità in merito alla presunta trattativa di compravendita avente ad oggetto l’acquisto di un’area di proprietà del Comune di Reggio Calabria da parte di un privato cittadino in prossimità del Parco Caserta. A tal fine i due rappresentanti dell'opposizione hanno presentato un'interrogazione a risposta scritta al sindaco Giuseppe Falcomatà, al presidente del Consiglio Comunale Demetrio Delfino, all'assessore all'Urbanistica Agata Quattrone, al dirigente del Patrimonio collettivo Carmelo Nucera ed al dirigente dell'Urbanistica Manuel Pulella. Nel documento si legge: "Premesso che in data odierna è emerso sulla stampa locale la notizia di una presunta trattativa di compravendita tra il Comune di Reggio Calabria e privato cittadino; la suddetta compravendita avrebbe ad oggetto la vendita di un’area di circa 278 mq di proprietà del Comune che insiste in prossimità del Parco Caserta; l’avvio della procedura di acquisto dell’area sarebbe avvenuta con richiesta del 18.10.2014 prot. n. 154933, cui sarebbe conseguito l’assenso alla compravendita da parte del Settore Patrimonio Collettivo con nota n. 169253 dell’11.11.2014; la procedura risulterebbe ancora in itinere e, in particolare, parrebbe che i lavori siano stati sospesi dal Settore Pianificazione Urbana a seguito di un sopralluogo richiesto dal Comando dei Polizia Municipale, a causa della non definita compravendita del suolo comunale". L'atto formalmente inoltrato da Caracciolo ed Imbalzano prosegue: "Considerato che dall’insediamento dell’attuale Consiglio Comunale alcuna informazione è stata offerta in riferimento all’area oggetto di compravendita e alla trattativa stessa, in particolare, nessuna comunicazione è stata fornita in occasione della Commissione Consiliare avente ad oggetto – in via di dettaglio-  l’attività di dismissione immobiliare; è nell’interesse generale ottenere maggiori e più puntuali delucidazioni in merito all’iter procedurale che è conseguito alla richiesta del privato avente prot. n. 154933 del 18.10.2014". "Tutto ciò premesso e considerato - i due consiglieri chiedono maggiori delucidazioni e chiarimenti in merito alla presunta trattativa di compravendita tra il Comune e un privato cittadino avente ad oggetto la vendita di un suolo comunale di circa 278 mq sito in prossimità del Parco Caserta, essendo sussistente un evidente interesse pubblico e generale".

 

Pedopornografia online. Arrestato un 43enne: è accusato di atti sessuali con un minore

La Polizia Postale e delle Comunicazioni, che avviato le indagini unitamente alla Squadra Mobile, ha arrestato un 43enne accusato di aver divulgato, distribuito e diffuso un notevole quantitativo di materiale pedopornografico e di aver abusato in passato di un minore di 14 anni. L’uomo è originario di Como e residente a Milano. Dopo mirate indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, coordinate dal Procuratore Federico Cafiero de Raho e dal suo Aggiunto Gerardo Dominijanni, il Giudice delle indagini Preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere  che aveva avviato le indagini unitamente alla Squadra Mobile reggina. Per non essere individuato, ed impedire l’identificazione dei dati di accesso alle reti telematiche, utilizzava le postazioni di alcuni Internet Point. Uno stratagemma che, comunque, non gli ha consentito di sfuggire agli investigatori della Polizia Postale che, accortisi di questo intenso traffico sul web, hanno iniziato immediatamente ad intercettare i flussi telematici, attività che ha consentito di individuare le utenze da cui partivano le connessioni internet di accesso alle caselle di posta elettronica e i link di accesso ai cloud da cui venivano scaricate le immagini e i video a carattere pornografico coinvolgenti minori, oltre che informazioni sulla possibilità di dare appuntamento alle giovani  vittime. Gli elementi raccolti hanno condotto quindi la Polizia calabrese ad alcuni Internet Point della città di Bergamo dove ulteriori, mirate attività investigative svolte congiuntamente al Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano e alla dipendente Sezione Bergamo, con il supporto della Questura di Bergamo, hanno consentito di individuare l’ignoto utilizzatore delle postazioni internet in quella località, dove adesso è stato eseguito il provvedimento restrittivo emesso dall’Autorità Giudiziaria. Dagli accertamenti è inoltre emerso che il 43enne si sarebbe reso responsabile anche di abusi sessuali commessi in danno di un minore che, all’epoca dei fatti, aveva meno di quattordici anni. L’arrestato, con qualche precedente penale a carico, secondo quanto finora accertato, vive da solo e ha lavorato di recente in maniera precaria come autista di ambulanze e come vigilante sui treni della rete ferroviaria lombarda, dedicando buona parte del suo tempo libero alla navigazione in internet, per condividere con altri utenti del web questa vergognosa passione. 

 

 

 

 

 

 

 

 

Da Ripepi attacco diretto all'Amministrazione: "La Falcomatà S.p.A spinge Reggio nel vuoto"

"C'è un'idea di città a Reggio? Ci sembra proprio di no! Quello che manca - a giudizio di Massimo Ripepi del consigliere comunale Massimo Ripepi, recentemente fuoriuscito dal Gruppo consiliare di Forza Italia per approdare al Misto - è proprio un'idea di città. Non si può continuare a rincorrere le manchevolezze o i danni fatti dagli altri. Ormai è passato più di un anno di amministrazione Falcomatà s.p.a., solo il vuoto.......assoluto !!!. Serve una visione, un'idea di Città, un progetto da portare avanti senza tentennamenti o contraddizioni. Amministrare una città è una roba seria. Si tratta di uscire dai problemi del quotidiano che sono tanti e si devono ottimizzare e risolvere, le strade dissestate, la spazzatura, i trasporti, l'acqua, le scuole, il welfare urbano. Cose importantissime e propedeutiche a qualsiasi ipotesi di sviluppo per la città, ma se fosse solo questo non c'era bisogno di andare a votare, i commissari potevano fare meglio". "Insieme a questo - insiste l'esponente dell'opposizione a Palazzo San Giorgio - serve l'idea di città, la visione, il progetto per riportare Reggio ad essere competitiva ed attrattiva. Quindi serve prendere quello che c'è di buono, prodotto o pensato in passato, scartare quello che non si ritiene utile per la Città ripartendo con una programmazione che aiuti il rilancio dell'economia e dell'immagine della Municipalità che è compromessa. Ma tutto questo non si può fare con i tuttologi prodotti in casa, con assessori che ancora chiedono “per andare dove dobbiamo andare per dove dobbiamo andare?” senza una concertazione con le agenzie del sapere ed i corpi intermedi. Serve una svolta, possibilmente ad U, che in questo caso non è vietata anzi serve come il pane, per fare uscire la Città dalle secche. Reggio ha finito la sua corsa di città che si fondava sull'esistenza del compartimento delle Ferrovie, delle Poste, della Sip, dell'Enel, tutto questo è finito. Serve un nuovo modello di sviluppo e non si può fare da soli. Non si può uscire dalla sera alla mattina con interventi abborracciati come il Miramare. Tu amministratore non puoi dirmi io ho salvato il Miramare, perché il giorno del mio insediamento mi telefona la Cassa Depositi e Prestiti e mi offre 19 milioni di euro per comprare l'albergo ed io dico no perché l'albergo deve rimanere alla città. Per poi affidarlo a quattro ragazzini che giocano a fare gli imprenditori. Io cittadino ci capisco sempre meno. Tu mi vuoi educare alla legalità? Allora non tirare fuori queste iniziative che sanno di strapaese. Ti chiedo, se è vero, perché non hai venduto il Miramare alla Cassa Depositi e Prestiti? Con i 19 milioni avresti ripianato una parte di debito che dici di avere e che io cittadino dovrò pagare". "Avresti dato respiro alla cittadinanza - sottolinea Ripepi - ed una scossa all'economia urbana, la CDP, come ha fatto in altri casi ti avrebbe ridato, di fronte ad un progetto credibile l'albergo per rilanciarlo, altrimenti l'avrebbe fatto lei stessa. E nei suoi compiti istituzionali. Invece abbiamo perso capra e cavoli ed hai dato a me cittadino il segnale di non avere e di non perseguire una visione di città, coerente e condivisibile".

 

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