Caso Aeroporto dello Stretto, interviene anche D'Ascola: "Assurda la scelta di Alitalia"

"Occorre  mettere in campo tutte le iniziative possibili per fare recedere la compagnia di bandiera da questa assurda scelta che penalizza l’aeroporto dello Stretto, punto di riferimento fondamentale dell’intera area”. “Sono necessarie nuove strategie per avvicinare il nord e  il sud dell’ Italia. Una politica complessiva che prenda in considerazione le esigenze di tutti i territori in un progetto di sviluppo integrato che deve comprendere le infrastrutture calabresi”. A dichiararlo è il senatore Nico D’Ascola, responsabile Giustizia Area Popolare. “Non è possibile assistere ad improvvise soppressioni, come quella che riguarda il volo Reggio Calabria-Milano Linate, una decisione che non soddisfa alcun criterio di convenienza commerciale, ma penalizza un’intera area costretta ancora a subire ulteriori tagli ed isolamenti, soprattutto dopo l’eliminazione da parte delle Ferrovie dello Stato dei treni a lunghi percorrenza.  Reggio Calabria ed il Sud  risultano sempre più isolate dal resto del paese. Occorre  mettere in campo tutte le iniziative possibili - prosegue D'Ascola - per fare recedere la compagnia di bandiera da questa assurda scelta che deve riguardare anche la politica dei prezzi  praticata da e per l’aeroporto dello Stretto, punto di riferimento fondamentale dell’ intera area. L’ Alitalia ignora i contenuti dell’ultimo rapporto Svimez che certifica il ritardo economico e sociale del Mezzogiorno. La decisione della compagnia non tiene conto dell’importanza fondamentale delle infrastrutture, quali vie di comunicazione che creano i presupposti per un reale e concreto sviluppo del territorio. L’aeroporto dello Stretto ha bisogno di un management di livello e di competenza in grado di creare condizioni di efficienza dello scalo, non limitandosi a stringere accordi con compagnie fantasma, che restano solo il tempo necessario a sfruttare gli incentivi a loro concessi. L’attuale gestione dell’aeroporto reggino si è dimostrata non all’ altezza delle potenzialità di uno scalo che altrimenti organizzato potrebbe assicurare un considerevole apporto all’ economia locale e regionale. Lo scalo - conclude il senatore - non può essere considerato solo l’aeroporto della città,  ma  dell’intera area dello Stretto con un bacino di utenza in grado di consentire un flusso costante di passeggeri. Al contrario, continua a subire attacchi ingiustificati ed inaccettabili”. 

L'Europa al centro di un dibattito sul futuro di Reggio

L’Europa e la Calabria al centro del dibattito che si è tenuto nella suggestiva cornice del lido “Piro Piro” sul Lungomare di Reggio Calabria, promosso dall’Anci Giovani Calabria e presentato dal capogruppo del Pd Antonino Castorina insieme ai consiglieri comunali Giovanni Latella, Filippo Quartuccio ed al segretario provinciale dei Giovani Democratici, Francesco Danisi. Ad aprire i lavori il sindaco Giuseppe Falcomatà: "Parlare di Europa - afferma il giovane sindaco, a Reggio Calabria in particolar modo, deve necessariamente includere il percorso da tracciare per la Città Metropolitana e le enormi opportunità che ne possono derivare. Una traccia del lavoro che si sta facendo su Reggio Calabria in collaborazione con il governo regionale e nazionale, è stata fornita dalle parole del Capogruppo Pd in Regione, Sebi Romeo, come dei parlamentari calabresi Demetrio Battaglia e Bruno Censore, presenti per discutere dello sviluppo di Reggio Calabria, ma soprattutto per testimoniare il proprio sostegno all’azione amministrativa di Giuseppe Falcomatà. L’assessore alle Politiche comunitarie Giuseppe Marino si è soffermato invece sulla necessità di non perdere le opportunità che derivano dalla programmazione comunitaria e dall’esigenza di creare un link con chi ci rappresenta nelle massime assisi comunitarie. Sotto la conduzione di Mario Meliadò  ed in diretta Radio su Antenna Febea, è stata fatta  una panoramica sugli altri territori della Calabria, con le riflessioni di Artuto Pantisano, presidente del Consiglio Comunale di Crotone e Vincenzo Capellupo consigliere comunale a Catanzaro. A concludere i lavori il parlamentare europeo Nicola Caputo, secondo le statistiche di Bruxelles tra i più attivi, che lancia una traccia di lavoro rispetto alla necessità di mettere in rete i vari territori della regione Calabria per costruire insieme un'agenda europea sulla programmazione, ma anche sull’informazione delle varie opportunità che dall’Europa possono venire e che spesso mancano. Caputo si propone di essere il punto di collegamento tra istituzioni locali e Bruxelles e di questo Reggio Calabria ne ha davvero bisogno. Presenti all’incontro i consiglieri comunali di Pd, Reset e La Svolta, gli assessori Giovanni Muraca e Armando Neri e vari dirigenti del Pd come Massimo Canale. Nella mattinata, proprio rispetto alla necessità di creare una sinergia tra la Regione Calabria e Bruxelles, si è tenuto un incontro istituzionale tra il presidente del Consiglio regionale della Calabria Nicola Irto ed il parlamentare europeo Nicola Caputo, durante il quale discusso della nuova programmazione comunitaria e anche della prossima seduta del Consiglio regionale che sarà dedicata anche alla discussione sulle risorse comunitarie.

 

L'ex sindaco Arena tuona: "E' lo Stato a rafforzare la mafia"

Come preannunciato dal premier Renzi in tempi “sospetti” (prima ancora di avere contezza  dalle indagini e dalle relazioni) il Comune di Roma, fortunatamente per il nostro Paese, non è stato commissariato per infiltrazioni mafiose".  Una considerazione, questa, che rappresenta l'avvio di una lunga riflessione di Demetrio Arena, sindaco di Reggio Calabria dal 21 maggio 2011 al 9 ottobre 2012, esperienza chiusasi con lo scioglimento del Consiglio Comunale della città dello Stretto. "La Ragion di Stato - sostiene l'ex capo dell'Esecutivo reggino - ha prevalso sull’applicazione di una legge iniqua oltre che inutile, quella ragion di Stato che quando si è trattato di giudicare il caso Reggio Calabria ha scelto invece di mandare a casa un’Amministrazione democraticamente eletta da pochissimi mesi, sulla base dell’innovativo quanto suggestivo concetto di "contiguità". Nel caso di Roma la procedura è nata da un indagine della magistratura che è stata superata dalla volontà del Governo Renzi di salvare l’Amministrazione capitolina amica, evitando un danno insanabile per il nostro Paese. Per Reggio, invece, tutto è partito dall'“input” di un ben noto ambito politico,  che ha trovato  sponda nel governo tecnico più inadeguato della storia della Repubblica e si è consumato nelle stanze delle più alte cariche dello Stato. L’allora ministro Cancellieri, nel corso della sua confusa e contraddittoria conferenza stampa, disse candidamente che con lo scioglimento del Comune di Reggio il Governo voleva dare un messaggio al mondo intero: che l’Italia era consapevole del problema della mafia e che intendeva risolverlo con determinazione. In entrambi i casi, comunque, la Ragion di Stato ha visto come esecutori materiali le “lobby ministeriali”, i "servitori dello Stato", quegli ineffabili e benestanti "mandarini" al servizio del ministro di turno, affetti da una malattia incurabile: “il carrierismo”. Una “ulteriore analogia” riguarda la volontà politica, quella per intenderci con la p minuscola: l’Amministrazione capitolina ha trovato la pesante tutela del partito di maggioranza relativa del Governo, il PD, che è sceso in campo con determinazione, sfruttando i più efficaci  canali istituzionali e mediatici, per difendere una strategica postazione di potere; di contro, Reggio non solo non ha avuto alcuna tutela politica  da parte di una coalizione e di un partito, in quel momento in avanzato stato di liquefazione, ma ha anche trovato il fuoco amico di ben noti personaggi che hanno affossato la città, in quanto preoccupati unicamente di arginare l’escalation nazionale dell’allora Governatore della Calabria". "Del resto - evidenzia Demetrio Arena - il silenzio sulla vicenda di Mafia Capitale dei parlamentari calabresi e reggini continua ad essere  assordante, oltre che eloquente della loro dimensione intellettuale e politica.  Ma "analogia" a parte, in un Paese normale la decisione presa dal Consiglio dei Ministri dopo lo scandalo “Mafia Capitale”, imporrebbe una serie di adeguate valutazioni politiche e sociali. La prima è che l’Italia non è uno  Stato  di diritto, ma ha assunto, ormai da qualche decennio, i connotati di  uno Stato autoritario che viola la legge, nega i fondamentali diritti  costituzionali dei cittadini, ponendo in essere  trattamenti iniqui  nei diversi territori del Paese. Per quanto emerso dalle relazioni della Commissione e dall’azione della magistratura, a norma di legge il Consiglio comunale di Roma andava sciolto per via d’urgenza, senza indugi e senza alchimie politiche. Per molto, ma molto meno, qualsiasi comune del Meridione, sarebbe stato commissariato: a prescindere! Aver voluto trovare una scorciatoia lasciando in piedi una norma i cui effetti distorsivi sono stati denunciati unanimemente  a tutti i livelli (politici, giudiziari ed istituzionali) sancisce un principio ben preciso: lasciare che una materia cosi importante come il contrasto alle mafie continui ad essere utilizzata come strumento di contrapposizione politica". "Significa continuare a perpetrare quell’antimafia di facciata che - sottolinea l'ex sindaco di Reggio Calabria - serve a costruire carriere politiche e  a mantenere in vita organismi utili solo alla lottizzazione del potere.  Detto questo è evidente come, a fronte di atteggiamenti palesemente  iniqui, sia venuta meno  la credibilità nello  Stato e nelle  Istituzioni, specie  in quei territori che per decenni hanno sentito forte il peso dell’abbandono e dell'isolamento.  Ma l'effetto più grave è che quello che  tutto ciò determina: il rafforzamento della mafia soprattutto in termini di consenso e di controllo del territorio, che costituiscono i pilastri su cui si fonda il potere criminale. Uno Stato che, utilizzando due pesi e due misure,  criminalizza  intere comunità, privandole di ogni possibilità di sviluppo e di ogni  speranza, ha determinato  la  desertificazione che affligge la nostra regione e che si fonda su quel particolare stato psicologico  ben rappresentato da Corrado Alvaro “la disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile”.

 

Cadaveri a bordo di una nave carica di migranti arrivata in Calabria

E' arrivata stamattina al porto di Reggio Calabria la motonave "Fiorillo" che trasportava 224 cittadini extracomunitari. A bordo dell'imbarcazione della Guardia Costiera, purtroppo, pure quattro cadaveri, tre donne ed un uomo. Quando sono stati soccorsi in mare aperto di fronte alle coste libiche stavano tentando di attraversare il Mediterraneo con un gommone che, bucatosi, era prossimo ad affondare. La Prefettura di Reggio Calabria ha coordinato le operazioni messe in atto per assistere e soccorrere i migranti che adesso, secondo quanto previsto dal Piano di riparto allestito dal Viminale,  saranno accompagnati in centri dislocati nelle Marche, in Toscana, Umbria e Veneto.  

In arrivo nave con 250 migranti

Arriverà alle 8 di venerdì nel porto di Reggio Calabria la motonave "Fiorillo" che sta trasportando 250 cittadini extracomunitari provenienti da diversi Paesi. A coordinare le operazioni predisposte per assistere e soccorrere i migranti sarà, come di consueto, la Prefettura che ha dato notizia dell'imminente sbarco. Lo smistamento sul territorio nazionale delle persone che adesso si trovano a bordo della motonave della Guardia costiera sarà poi distribuito sulla scorta del Piano di riparto allestito dal Ministero dell'Interno. Nello specifico, ad ospitare gli immigrati saranno centri ad hoc che si trovano in Toscana e Veneto. 

Mileto e Castorina: "La tassa di soggiorno a Reggio non sarà di 5 euro"

Proseguono la discussione sul Bilancio previsionale 2015 e le relative attività della II Commissione consiliare così come disposto da calendario. Sotto la guida del presidente Antonino Mileto e del suo vice Antonino Castorina si è svolta l’audizione dell’assessore Neto e della dirigente del settore Spanò. Si è discusso della proposta 136 del 14 agosto 2015 della Giunta comunale, adottata in ottemperanza al d.lgsl 23/2011. Durante i lavori della Commissione si  è sviluppata un'ampia discussione che ha coinvolto tutte le forze politiche circa la necessità di valorizzare e potenziare l’offerta turistica della città recuperando le realtà culturali e ambientali che può offrire il nostro territorio, con il gettito in entrata che può derivare dalla tassa di soggiorno. L’assessore Neto si è fatta carico di  procedere  al dialogo ed al confronto con le associazioni di categoria  per concertare un regolamento che tenga presente le varie esigenze e la tipologia di imposta da adottare. Mileto e Castorina, a margine della seduta, hanno commentato: "Emerge in modo evidente che la modulazione dell’importo non sarà assolutamente di euro 5 al giorno e comunque l'imposta andrà differenziata in base alla categoria della struttura ricettiva in questione e non oltre i cinque giorni di soggiorno- Il dialogo con chi di competenza sarà necessario per affrontare l’impianto generale di quanto previsto dalla legge al fine esclusivo di costruire e potenziare l’offerta turistica della nostra città, di formare percorsi di valorizzazione e formazione del nostro patrimonio umano e culturale, al netto della situazione ereditata e consapevoli che da una seria offerta turistica, concertata con gli operatori del settore, nel pieno rispetto delle regole, può sviluppare un rilancio necessario per la Primavera di Reggio Calabria".

 

 

Manomesso l'impianto di Condera: lunedì disservizi idrici a Reggio

"A causa di una manomissione e del furto di cavi di rame all’interno dell’impianto di rilancio per il serbatoio collocato a Condera, frazione di Reggio Calabria,   domani, lunedì 24 agosto, vi saranno disservizi idrici nelle zone: Sant’Anna, Reggio Campi, Spirito Santo, San Cristoforo e Condera. Prontamente intervenuti, i tecnici comunali sono già al lavoro per ripristinare il guasto il prima possibile". A darne notizia il consigliere comunale Paolo Brunetti, delegato alla manutenzione idrica ed alla fognatura.

 

Neto risponde alle critiche: "La tassa di soggiorno a Reggio non è ancora operativa"

In relazione alla presa di posizione espressa dal presidente di Confesercenti Antonino Marcianò,in merito all'adozione della tassa di soggiorno, l'assessore alle Attività produttive del Comune di Reggio Calabria, Mattia Neto, ci tiene a puntualizzare che: "Nessuno intende escludere il coinvolgimento di Confesercenti e/o di ogni altra categoria produttiva che concorre, anche, al buon realizzo del gettito fiscale, nella discussione che riguarda le strategie turistiche cittadine e le politiche di accoglienza e soggiorno. Con tale intendimento, peraltro condiviso e concordato nelle ultime settimane con altri rappresentanti della stessa Confesercenti, è stato già deciso di programmare un tavolo tecnico di lavoro da avviare nel prossimo mese di settembre che coinvolga anche le altre rappresentanze di categoria. Quel che è stato adottato dalla Giunta, destando la preoccupazione, a nostro avviso ingiustificata, del presidente di Confesercenti, è una delibera del 14 agosto  contenente una Proposta al Consiglio Comunale, con allegato Regolamento, riguardante l’applicazione dell’imposta di soggiorno “entro la soglia massima di 5 euro per ogni pernottamento”, da graduare con riferimento alla tipologia delle varie strutture ricettive e con l’applicazione delle opportune esenzioni". L’anzidetta graduazione e le modalità di applicazione dell’imposta - sottolinea la rappresentante dell'Esecutivo Comunale - saranno discusse e approfondite, per chiara volontà di questa Amministrazione, all’interno dei lavori del tavolo tecnico prima richiamato, e le misure definitive della stessa imposta saranno rese operanti con successivo provvedimento della Giunta". "Sorprende, pertanto, il riferimento fuorviante all’applicazione generalizzata di una tassa di soggiorno nella misura di 5 euro per ogni pernottamento, come se fosse già operativa, soprattutto per l’intempestività con cui è stata divulgata e per l’inconsueta vena polemica che l’accompagna, in un momento in cui la città ha bisogno di distensione e collaborazione; non abbiamo, tra l’altro, difficoltà alcuna  a riconoscere il prezioso contributo di competenza e di spirito collaborativo che ha finora alimentato il rapporto con Confesercenti  e, in particolare, con il presidente Marcianò, oltre che con tutte le altre associazioni di categoria".

 

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