Piantagione di marijuana su terreno confiscato, manette per un 60enne

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, in collaborazione con i colleghi del Reparto operativo aeronavale di Vibo Valentia, hanno scoperto una piantagione di cannabis, in contrada Caridi, a Reggio Calabria.

Occultata da alti rovi e irrigata da un impianto a goccia, la coltivazione era composta da 57 piante con infiorescenze in avanzato stato di maturazione, pronte per essere tagliate ed essiccate per la preparazione della marijuana.

Nei giorni scorsi, le fiamme gialle del Gruppo Reggio Calabria hanno avviato degli accertamenti volti ad individuare il responsabile e, all’esito di un'attività d'appostamento, hanno fermato, all’alba, un ultrasessantenne reggino, intento a chiudere il rubinetto dell’impianto d'irrigazione.

Alla fine delle operazioni, le piante di cannabis sono state sequestrate, estirpate e distrutte sul posto; l’uomo - proprietario sino a qualche anno fa del terreno, attualmente confiscato dall’autorità giudiziaria - è stato arrestato in flagranza di reato per la violazione della normativa in materia di sostanze stupefacenti.

Le piante, una volta essiccate e trinciate, avrebbero consentito di ottenere circa 10 chilogrammi di marijuana, che, qualora immessa sul mercato, avrebbe fruttato diverse decine di migliaia di euro.

L’arresto è stato successivamente convalidato dal Tribunale di Reggio Calabria, che ha disposto la liberazione dell’imputato e l’applicazione  dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Controlli del Nas nel Reggino, sequestrati oltre 400 kg di prodotti alimentari

I carabinieri del Nas di Reggio Calabria, a conclusione di una vasta operazione finalizzata alla tutela della salute e della sicurezza alimentare nel periodo estivo, sviluppatasi tra il capoluogo reggino e le coste jonica e tirrenica, hanno sottoposto a sequestro oltre 400 kg di prodotti alimentari privi di tracciabilità e riscontrato in numerose attività gravi carenze igienico-sanitarie.

I militari, in un lido sul lungomare in località Pellaro di Reggio Calabria, durante l’ispezione delle cucine, hanno sequestrato 50 kg di prodotti ittici e uova privi di qualsiasi certificazione sull’origine; nella stessa località, a carico di una gelateria, sono stati sequestrati 50 kg di prodotti alimentari il cui titolare non sapeva giustificarne la provenienza. A Reggio Calabria, in altro stabilimento balneare, hanno sequestrato 15 kg di formaggi e salumi la cui origine è  risultata sconosciuta.

Presso ristoranti, esercizi commerciali e lidi di Ardore, Siderno, Bagnara Calabra, Villa San Giovanni e Locri, sono stati sottoposti a sequestro circa 350 kg di pesce, carne, salumi e preparati vari, privi di indicazioni su origine ed ingredienti, nonché conservati in locali con carenze igienico strutturali, o perché privi completamente di tracciabilità o etichettatura. In pieno centro a Reggio Calabria, invece, i militari del Nas hanno trovato un mini market etnico abusivo; a carico del titolare, un cittadino nigeriano 39 anni, l’Asp reggina ha emanato immediatamente un’ordinanza di sospensione dell’attività.

Le attività hanno inoltre interessato ispezioni e controlli in studi medici, cliniche e case di riposo e famiglia. Due di queste ultime, a Reggio Calabria, sono state chiuse dalle autorità competenti, su segnalazione del Nas: una per maltrattamenti e l’altra per gravi irregolarità.

I titolari delle attività ispezionate, segnalati all’Asp reggina, sono stati diffidati a ripristinare in breve tempo le carenze igienico strutturali riscontrate. Sono state elevate complessivamente sanzioni per euro 25  mila, mentre gli alimenti sequestrati dovranno essere distrutti da aziende specializzate.

“La notte dei Bronzi di Riace” a 50 anni dal ritrovamento. Confronto tra esperti e concerto de “Le vibrazioni “

Martedì 16 agosto ricorre il 50mo anniversario dal ritrovamento dei due Bronzi di Riace, custoditi nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria e annoverati tra i capolavori scultorei più significativi della cultura magnogreca, nonché punta di diamante dell’offerta museale italiana.  

In occasione della ricorrenza, si terrà a Reggio Calabria l’evento “La Notte dei Bronzi di Riace”, promossa dal Consiglio regionale. Nello scenario dell’Arena dello Stretto “Ciccio Franco”, “La Notte dei Bronzi di Riace” si aprirà (alle 20) con un salotto culturale che coinvolgerà docenti universitari ed esperti a confronto sui due magnifici guerrieri.

La tavola rotonda, dopo i saluti istituzionali, sarà coordinata da Fabio Cuzzola, insegnante e scrittore. Parteciperanno al focus il prof. Franco Timpano, docente di politica economica, lo scrittore Vins Gallico, finalista del  Premio Strega, il prof. Francesco Pira, docente di sociologia e direttore del master di comunicazione digitale dell'Università di Messina, il prof. Daniele Castrizio, docente di numismatica all’Università di Messina e il prof. Filippo Arillotta, insegnante al liceo scientifico Leonardo da Vinci di Reggio Calabria.

“Il salotto culturale, grazie alla presenza di esperti e docenti, rappresenterà - ad avviso del presidente Mancuso e della vicepresidente Princi - un interessante momento di approfondimento e confronto sui Bronzi, sia strettamente culturale che nella prospettiva della Calabria in chiave euromediterranea, lo scenario geopolitico a cui dobbiamo saper guardare con spirito libero e idee innovative per le opportunità, anche economiche, che si intravedono”.

Dopo lo scambio di opinioni tra cultori della materia, “La Notte dei Bronzi di Riace” vedrà esibirsi sul palco dell’Arena dello Stretto la band “Le vibrazioni”, gruppo attivo sulla scena musicale italiana da più di 20 anni.

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'Ndrangheta, confiscato patrimonio del valore di 160 miloni di euro

Militari dei Comandi Provinciali della guardia di finanza e dei carabinieri di Reggio Calabria, unitamente a personale della Dia e dello Scico, con il coordinamento della locale Direzione distrettuale antimafia, hanno eseguito un provvedimento emesso dal Tribunale reggino che ha disposto la confisca di beni - per un valore complessivo stimato in oltre 160 milioni di euro - riconducibili ad un imprenditore reggino, operante nel settore edile.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il destinatario del provvedimento, dalla metà degli anni ’80 al 2017, avrebbe avviato e consolidato nel territorio reggino il suo ruolo di imprenditore nel settore edile, facendo leva sul sostegno di storiche locali di ‘Ndrangheta, dapprima su quella dei Latella e dagli anni 2000 in avanti su quella dei De Stefano.

Tali evidenze erano emerse, tra le altre, nell’ambito delle operazioni “Monopoli” e “Martingala”.

La prima, eseguita dal Comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria, ha fatto luce su un sistema di cointeressenze criminali coltivate da imprenditori reggini che, sfruttando l’appoggio di cosche cittadine, sarebbero riusciti ad accumulare, in modo del tutto illecito, enormi profitti prontamente riciclati in fiorenti e diversificate attività commerciali.

In tale ambito, l'imprenditore - allo stato e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità - è stato condannato in primo grado alla pena di anni 12 di reclusione e alla misura di sicurezza della libertà vigilata per 3 anni, in ordine al reato di concorso esterno in associazione mafiosa.

La seconda è stata, invece, condotta dal locale Centro operativo della Dia e dal Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria di Reggio Calabria nei confronti di un sodalizio criminale dedito alla commissione di gravi delitti tra cui, a vario titolo, quelli di associazione mafiosa, riciclaggio, autoriciclaggio e associazione a delinquere finalizzata all’emissione di false fatturazioni, con l'aggravante, per alcuni di essi, del metodo mafioso.

In tale ambito, in relazione all'imprenditore oggetto del provvedimento di confisca, sarebbero emersi indizi in ordine alla commissione di reati tributari posti in essere mediante un indebito risparmio d’imposta che avrebbe consentito di produrre illeciti profitti da reinvestire anche nelle proprie attività aziendali.

Alla luce di tli evidenze, la locale Direzione distrettuale antimafia ha delegato il Gruppo investigazione criminalità organizzata della guardia di finanza, il Nucleo investigativo dei carabinieri ed il locale Centro operativo Dia a svolgere apposita indagine a carattere economico/patrimoniale finalizzata all’applicazione, nei confronti del citato imprenditore, di misure di prevenzione personali e patrimoniali.

L’attività, anche valorizzando le risultanze delle pregresse indagini, ha consentito di ricostruire le acquisizioni patrimoniali effettuate dall’anno 1985 all’anno 2017 e di rilevare, attraverso una complessa e articolata attività di riscontro, anche documentale, il patrimonio direttamente e indirettamente nella disponibilità dell’imprenditore, il cui valore sarebbe risultato sproporzionato rispetto alla capacità reddituale manifestata.

Nel mese di ottobre 2019 la Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, ha disposto, di conseguenza, il sequestro del patrimonio riconducibile all'imprenditore e, successivamente, riconoscendo la validità dell’impianto indiziario, con il provvedimento in esecuzione ha decretato la confisca dell’intero compendio aziendale di 7 tra imprese e società commerciali attive nel settore edile/immobiliare - comprensivo, altresì, di 99 immobili e 16 veicoli - quote di partecipazione al capitale di 2 società attive nei settori edile e turistico, 234 tra terreni e fabbricati, beni mobili, nonché disponibilità finanziarie per un valore complessivamente stimato in oltre 160 milioni di euro.

Con il medesimo provvedimento, il locale Tribunale ha sottoposto l’imprenditore alla misura personale della sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza per la durata di 3 anni, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora abituale.

Picchia la compagna davanti al figlio minore, arrestato

Nei giorni scorsi, gli agenti delle Volanti di Reggio Calabria hanno arrestato un 38enne georgiano, sorpreso in flagranza del reato di maltrattamenti ai danni della compagna, in presenza del figlio minore.

Ricevuta la richiesta d’aiuto tramite il 113, i poliziotti hanno raggiunto l’abitazione della donna, trovandovi il presunto aggressore.

 La vittima, sulla quale sono stati riscontrati segni evidenti delle percosse subite poco prima, è stata sottoposta alle cure del caso, per poi essere messa al sicuro insieme al figlio.

Alla luce di quanto emerso, anche grazie alle dichiarazioni di alcuni testimoni, il 38enne, tra l’altro gravato da decreto di espulsione, è stato arrestato e condotto nella casa circondariale di Reggio Calabria Arghillà.

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Ferrari senza assicurazione fermata e sequestrata mentre percorre area pedonale

Gli agenti delle volanti di Reggio Calabria, in servizio di controllo del territorio, unitamente al personale della locale sezione di polizia stradale, hanno fermato una Ferrari California, mentre percorreva l’area pedonale del lungomare Falcomatà.

Durante le fasi di controllo, i poliziotti hanno sorpreso il conducente, titolare di una concessionaria di automobili, ad utilizzare il telefono cellulare durante la guida. Come se non bastasse, il conducente e i due passeggeri non indossavano la cintura di sicurezza.   

Infine, nel corso degli accertamenti è emerso che l’auto non era neppure immatricolazione e pertanto priva di carta di circolazione e copertura assicurativa.

Al termine del controllo, gli occupanti del veicolo sono stati sanzionati, mentre l'auto è stata sottoposta a sequestro.

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Borseggia un'anziana sul bus, ma la fuga dura poco

La Polizia ha arrestato a Reggio Calabria un 51enne di nazionalità algerina, accusato di furto ai danni di un’anziana donna.

L’uomo, mentre si trovava a bordo di un autobus adibito al trasporto pubblico in città, approfittando di una fermata di servizio in prossimità del Ponte Calopinace, con un rapido gesto avrebbe sottratto il portafoglio dalla borsa della vittima per poi darsi alla fuga a piedi per le vie circostanti.

Immediata è stata la richiesta di aiuto da parte dell’anziana che ha contattato, tramite il numero 113, la Sala operativa della Questura, ed altrettanto immediato è stato l’intervento degli operatori della Volante che hanno avviato le ricerche dell’autore del furto. L’uomo è stato individuato e fermato nei pressi di via Nicola Furnari mentre correva nel tentativo di evitare di essere raggiunto dagli agenti.

L’arrestato è stato identificato e sottoposto a perquisizione personale, all’esito della quale è stato trovato in possesso dell’intera somma di denaro rubata alla donna. All’indagato è stato, inoltre, notificato il decreto di espulsione dal territorio italiano poiché irregolare sul territorio nazionale.

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Tra i beni sequestrati a imprenditore calabrese oltre 2 milioni di euro nascosti in due valigie

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il coordinamento della locale Direzione distrettuale antimafia, hanno dato esecuzione ad un provvedimento emesso dal Tribunale reggino che dispone il sequestro di beni - per un valore complessivo stimato in circa 3,5 milioni di euro - riconducibili ad un imprenditore reggino, operante nel settore del commercio carburanti.

La figura del destinatario della misura era emersa nell’ambito dell’operazione “Andrea Doria”, eseguita dalla guardia di finanza in un'attività di contrasto all’infiltrazione della ‘ndrangheta nell’economia legale, che avrebbe permesso di scoprire l’esistenza di una struttura organizzata, attiva nel commercio di prodotti petroliferi, dotata di un meccanismo ben collaudato con lo scopo principale di evadere le imposte, attraverso l’emissione e l’improprio utilizzo delle  “dichiarazioni di Intento”. In particolare, sotto la direzione strategica di un commercialista campano e con la comprovata compiacenza di soggetti esercenti depositi fiscali e commerciali ubicati in Calabria e Puglia, le organizzazioni criminali avrebbero realizzato il controllo dell’intera filiera della distribuzione del prodotto petrolifero, dal deposito fiscale ai distributori stradali.

In tale ambito, l'imprenditore interessato dal provvedimento di sequestro è stato rinviato a giudizio per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro il patrimonio, nonché per il reato di trasferimento fraudolento di valori aggravato dalla finalità di agevolare l’attività della ‘ndrangheta ed in particolare della cosca Labate, attiva a Reggio Calabria.

In tale ambito, la Direzione distrettuale antimafia ha delegato il Gruppo investigazione criminalità organizzata (Gico) delle fiamme gialle a svolgere un'indagine a carattere economico-patrimoniale finalizzata all’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali.

Al riguardo, l’attività di indagine è stata indirizzata alla ricostruzione delle acquisizioni patrimoniali effettuate tra il 2000 e il 2020, verificando - attraverso una complessa e articolata attività di accertamento e riscontro documentale - il patrimonio nella disponibilità dell'imprenditore, direttamente o indirettamente, il cui valore, secondo gli inquirenti, risultava sproporzionato rispetto alla sua capacità reddituale.

Alla luce di tali evidenze, la Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ha disposto il sequestro del patrimonio riconducibile all'imprenditore e al suo nucleo familiare - per un valore complessivo stimato in circa 3,5 milioni di euro - costituito da tre società di capitali e quote di un’ulteriore società, un fabbricato, due terreni, beni mobili, rapporti bancari e finanziari e relative disponibilità. Peraltro, nell’ambito del sequestro figura denaro contante per  2.101.580 di euro, rinvenuto dai finanzieri, suddiviso in mazzette avvolte nel cellophane, occultate in due valigie nascoste in un garage nella disponibilità dell’imprenditore.

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