Macellazione clandestina e scarichi abusivi, una denuncia

Macellazione clandestina, scarichi abusivi e detenzione di animali pericolosi. Sono i reati per i quali dovrà rispondere un uomo di Scigliano (Cs) a seguito di una ispezione igienico sanitaria effettuata dai militari della Stazione carabinieri forestale di Rogliano in collaborazione con il Nas di Cosenza presso una macelleria. Durante il controllo i militari hanno constatato che l’attività era sprovvista di regolare traccia documentale della gestione e della rintracciabilità degli scarti di origine animale.

Una volta estesa l’attività ispettiva, unitamente al personale veterinario del distretto sanitario di Rogliano, anche all’azienda agricola legata all’attività commerciale, gli uomini dell’Arma hanno rinvenuto, in un magazzino adibito a macellazione, la presenza di carcasse appena macellate di suini privi di dispositivi utili all’identificazione o alla tracciabilità. Inoltre i reflui derivanti dal lavaggio dei capi macellati, attraverso una tubatura sotterranea confluivano direttamente sul suolo per poi giungere attraverso una scarpata in un’area boscata a valle. In un altro magazzino attiguo, invece, sono stati trovati diversi animali vivi privi di registrazione e quindi illegittimamente detenuti, oltre a due cinghiali detenuti senza alcuna autorizzazione. Anche nella stalla era presente un sistema di canalizzazione che convogliava le deiezioni degli animali nell’area boscata.

Pertanto, dopo aver  denunciato il proprietario, i carabinieri hanno proceduto al sequestro di 36 animali, degli scarichi abusivi, delle carcasse e del locale adibito a macellazione.  

I due cinghiali - considerati “animali pericolosi” - saranno sottoposti a controlli sierologici continuando a permanere in azienda, in attesa di provvedimenti dell’autorità sanitaria competente, finalizzati al loro abbattimento o all’affidamento a struttura autorizzata.

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Manufatto del II secolo a.C. scoperto in Calabria

Un manufatto granitico di forma cilindrica, del peso di circa 300 chili, è stato rinvenuto sull’argine del fiume Savuto a Scigliano (Cs), nelle immediate vicinanze della base del “Ponte di Annibale”, detto anche “Ponte di Sant’Angelo di Scigliano”, dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Cosenza, supportati dai colleghi dall’8° Elinucleo di Vibo Valentia. Il ritrovamento è avvenuto nel corso delle attività di monitoraggio dei siti archeologici, paesaggistici e monumentali della Regione Calabria, in seguito all’erosione causata dalle abbondanti piogge cadute nei mesi precedenti.

Gli accertamenti sul bene, attivati dai militari ed eseguiti nell’immediatezza dai competenti funzionari della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cosenza, hanno consentito di accertarne il particolare interesse culturale, in quanto appartenente, verosimilmente, ai resti di una cava antica.  

Nella stessa circostanza, al fine di salvaguardare l’importante scoperta, gli stessi funzionari hanno ritenuto indispensabile eseguire il recupero del manufatto per metterlo al riparo da un’eventuale piena del fiume, che lo avrebbe potuto danneggiare o far disperdere. Su disposizione del sindaco di Scigliano, Raffaele Pane, è stato quindi impiegato un mezzo meccanico per il prelevamento del manufatto, che è stato successivamente trasportato presso i locali idonei messi a disposizione dall’Amministrazione comunale. 

Secondo gli esperti, il rinvenimento di un bene culturale di tali caratteristiche, proprio nei pressi del Ponte romano edificato nel corso del II secolo a.C., suggerisce la probabile esistenza di una cava o di un insediamento antico, che potrebbe aprire nuove interessanti prospettive future dal punto di vista storico e archeologico. 

Il prof. Mauro La Russa (Università della Calabria) sta conducendo ulteriori esami tecnici sul bene volti a chiarirne l’esatta epoca, il materiale utilizzato per la sua realizzazione, nonché le sue finalità.

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