Corpo Forestale dello Stato sequestra 16 ettari di bosco privato: denunciate 3 persone

Il Corpo Forestale dello Stato ha proceduto nei giorni scorsi al sequestro di 16 ettari di superficie boscata di Pino d’Aleppo in una proprietà privata in località "Destra" del Comune di Oriolo. Il sequestro del bosco, ricadente all’interno della Zona di Protezione Speciale "Alto Ionio Cosentino", sito della Rete Natura 2000 tutelato a livello comunitario dalla direttiva Habitat  è avvenuto per alcuni reati commessi durante l’esecuzione di lavori di taglio boschivo.  Il personale dei Comandi Stazione di Trebisacce e Oriolo ha accertato che nella superficie boscata, di proprietà privata si era proceduto ad operazioni di taglio boschivo condotte in modo irrazionale e non consentito dalle vigenti norme, al punto che l’area si presentava deturpata sotto il profilo paesaggistico e compromessa nelle sue funzioni idrogeologiche ed ecologiche. Le verifiche del Corpo Forestale hanno consentito di appurare che il taglio ha riguardato un numero di piante di gran lunga superiore a quello consentito, oltre alla realizzazione abusiva di un fitto reticolo di strade per agevolare l’esbosco del materiale con mezzi pesanti, per una lunghezza complessiva pari a 1.500 metri e larghezza tra i 3,5 e 4 metri. In conseguenza dei lavori sono state sradicate anche numerose ceppaie di Pino, rinvenute sul posto.  Il lavoro effettuato dalla Forestale, mediante accertamenti e verifiche tecniche sul posto e attività d’indagine, ha consentito di risalire alla responsabilità di tre persone, ditta esecutrice e direttori dei lavori,  che sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Castrovillari per il reato di danneggiamento, deturpamento di bellezze naturali, deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto e illeciti in materia edilizia in area vincolata paesaggisticamente. Il sequestro è stato convalidato dalla Procura di Castrovillari. 

 

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Taglio senza autorizzazioni: Corpo Forestale dello Stato sequestra un bosco

Un’area boschiva di quindicimila metri quadri e oltre 2000 quintali di legname sono stati posti sotto sequestro dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato. Il provvedimento  è avvenuto a seguito di un controllo effettuato in località "Pettoruto" di San Sosti, in provincia di Cosenza, zona ricadente all’interno del perimetro del Parco Nazionale del Pollino. Sull’area del demanio comunale interessata al controllo era stato autorizzato un progetto di taglio eseguito da una ditta boschiva di Acri che avrebbe dovuto avere scadenza a febbraio 2016 grazie ad una proroga dello stesso Comune. Cosa che invece non è avvenuta  in quanto la ditta, riferiscono gli inquirenti, non avendo finito i lavori per tempo e non potendo avere ulteriore proroga, avrebbe proceduto ad abbattere tutte le piante oggetto del taglio lasciandole sul letto di caduta per il successivo esbosco.  Si tratta di una a questione tecnico-economico-autorizzativa, infatti i Comuni per procedere ad ulteriori utilizzazioni dei boschi devono dimostrare alla Regione (che autorizza) che con i proventi relativi alle vendite, si provvede a redigere i Piani di Gestione dei propri boschi; diversamente la regione non fornisce autorizzazioni per i tagli. Nello specifico la comunicazione di fine dei lavori prevista per febbraio è stata ritardata ed inviata al Comando Stazione Forestale solo nei giorni scorsi, quindi nel mese di aprile, sicché il reparto del Corpo Forestale dello Stato di Sant'Agata d'Esaro ha quindi provveduto al controllo della regolarità del procedimento, evidenziando come questa,  pur non essendo in possesso di proroghe avrebbe proceduto comunque per ultimare i lavori. Pertanto è stata posto sotto sequestro l’area boschiva (circa un ettaro e mezzo) dove sono stati effettuati gli abbattimenti e il materiale legnoso. Appropriazione indebita aggravata, il principale reato riscontrato,  per l’amministratore unico dell’impresa esecutrice dei lavori e per i dipendenti quali esecutori materiali. Possibili problemi, secondo gli stessi investigatori, anche per l'Ammministrazione comunale che non ha impedito la continuazione delle lavorazioni all’interno del lotto del bosco Pettoruto, nonostante con atto pubblico ne fosse stata dichiarata la chiusura definitiva a febbraio scorso.  Le indagini sono ancora in corso per i possibili risvolti economici conseguenziali sui bilanci dello sfruttamento del demanio forestale del Comune di San Sosti.

 

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