Operazione “Stazioni a luci rosse”. Sgominata banda dedita allo sfruttamento della prostituzione: i DETTAGLI

I carabinieri, alle prime luci dell’alba di ieri, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Locri, a seguito della richiesta avanzata da questa Procura della Repubblica, nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata “Stazioni a luci rosse”, nei confronti di 4 persone di cui 2, un uomo ed una donna di nazionalità romena, quest’ultimi allo stato irreperibili. I destinatari della misura restrittiva sono ritenuti responsabili a vario titolo di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. 

L’attività d’indagine condotta dai Carabinieri della Stazione di Siderno e coordinata dal Sostituto Procuratore – Rosanna Sgueglia, ha portato all’arresto di:

• Francesco Oppedisano, 35enne nato a Locri ma residente a Siderno, celibe, disoccupato, già noto alle Forze dell’ordine, 

• Giovanni Macrì, 57enne nato e residente a Siderno, coniugato, disoccupato.  

Oppedisano ed i due rumeni, tuttora irreperibili ed attivamente ricercati, dovranno rispondere del reato, in concorso fra loro, di sfruttamento della prostituzione. Nello specifico, Oppedisano avrebbe sfruttato delle giovani ragazze dell’est Europa, rumene, bulgare e moldave, arrivate sul territorio nazionale con false promesse per poi essere costrette a prostituirsi nelle vie adiacenti le Stazioni ferroviarie di Siderno, Locri e Bovalino. In particolare il soggetto metteva in contatto i clienti con le donne che svolgevano attività di meretricio, custodiva gli effetti personali delle stesse mentre le donne stavano in compagnia dei loro clienti, rimaneva nei paraggi della zona ove le prostitute esercitavano il meretricio, pronto ad intervenire in caso di problemi tra le stesse prostitute ed i clienti e mettendo a disposizione il suo cellulare per fare contattare i clienti delle meretrici. 

I due rumeni, in concorso fra loro, con violenze consistite in brutalità, percosse e minacce di morte, nonché trattenendo i documenti di alcune donne, le controllavano a distanza nel luogo dove svolgevano l’attività di meretricio, prendendo contatti diretti con i clienti, dando disposizioni circa la somma da richiedere quale controprestazione per i rapporti sessuali e percependo i proventi; con l’aggravante di aver commesso il fatto con violenza, minaccia, ai danni di più persone e minori di 21 anni.

La sola donna rumena, attualmente ricercata, è indagata anche per aver costretta una giovane connazionale ad interrompere la gravidanza, giunta alla decima settimana, mediante atti di violenza e minaccia consistiti fra l’altro nell’inveire verbalmente contro la donna al fine di recarsi in ospedale per abortire in particolare proferendo <<sei incinta ti picchio>>, nonché accompagnandola all’ospedale Civile di Loci per farla abortire. Il fatto risale a luglio 2012.     

Macrì è invece gravemente indiziato, in concorso con Oppedisano, di aver favorito la prostituzione di svariate donne straniere in quanto, essendo presente nei paraggi della zona ove le prostitute esercitavano il meretricio, era pronto ad intervenire in caso di problemi tra le stesse prostitute ed i clienti, accompagnando talvolta le donne, con la propria autovettura, sul “luogo di lavoro”. 

I reati sarebbero stati commessi tra giugno 2015 e settembre 2016, con condotta perdurante, tra i comuni di Siderno, Locri e Bovalino. 

Con la recidiva reiterata, specifica ed infraquinquennale per Oppedisano.

Nello specifico, i militari della Stazione di Siderno, durante l’espletamento di complesse indagini, durate oltre un anno, supportate da mirate intercettazioni telefoniche ed ambientali utilizzando anche video – riprese, hanno raccolto una serie di elementi che hanno delineato un quadro probatorio che ha consentito di ritenere sussistenti gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei quattro indagati dell’intera operazione.  

Gli atti di indagine compiuti, tra cui l’identificazione e la successiva escussione testimoniale di tutti i clienti delle prostitute, unitamente considerati ai pregiudizi penali e precedenti di polizia, portano ragionevolmente a presumere che i soggetti colpiti dal provvedimento della custodia cautelare, si dedichino professionalmente ad attività di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione da cui traggono il loro sostentamento e, se lasciati in libertà, sarebbe derivata un’alta probabilità di commettere altri illeciti della stessa specie anche per il collegamento con ambienti criminali stranieri che denota una notevole capacità delinquenziale. 

Il Gip – dottoressa Capitò – ha osservato che il contenuto dell’attività investigativa svolta dai militari della benemerita sidernese ha permesso di accertare la fondatezza della ricostruzione investigativa dei fatti–reato mediante la scrupolosa e meticolosa valutazione dei singoli contenuti delle conversazioni telefoniche. Tali dati sono stati interpolati da un’analisi attenta e coordinata a supporto dell’articolata attività investigativa, consentendo quindi la lettura incrociata dei dati forniti dalle intercettazioni con la miriade di riscontri acquisiti dalla P.G. mediante i “classici” servizi di osservazione e pedinamento.     

Sono questi i motivi che hanno scaturito l’odierno provvedimento restrittivo.   

Oppedisano e Macrì, a conclusione dell’attività investigativa ed espletate tutte le formalità di rito, sono stati tradotti rispettivamente presso il carcere di Locri e presso la propria abitazione a disposizione della competente Autorità giudiziaria. 

Nel corso dell’attività sono state censite oltre una dozzina di giovani donne di origine rumena, bulgara e moldava per le quali la Polizia Giudiziaria operante proporrà provvedimenti amministrativi tali da non consentire loro il rientro nei comuni di Siderno, Locri e Bovalino, interessati all’indagine odierna, convenzionalmente denominata “Stazioni a luci rosse".

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Scoperto giro di prostituzione in Calabria: 7 arresti. I dettagli dell’operazione

I carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Gioia Tauro e della Stazione carabinieri di San Luca hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Palmi, Alberto Indellicati, su richiesta della locale Procura della Repubblica, Anna Pensabene, a carico di 7 persone originarie di Gioia Tauro, dell’Ecuador e della Colombia, tutte ritenute responsabili di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e di gestione di case di lenocinio. Nel corso dell’attività sono state denunciate ulteriori 15 persone per analoghe condotte delittuose. Sugli stessi sono ancora in corso accertamenti essendo state interessate anche altre Procure calabresi. L’attività d’indagine, scaturita nell’ambito di una più ampia strategia di contrasto intrapresa di citati reparti, ha avuto inizio nell’agosto del 2014 da parte della Compagnia carabinieri – Norm Aliquota Operativa di Gioia Tauro ed ha trovato riscontro nelle attività tecniche di intercettazioni telefoniche esperite dal Comando Stazione carabinieri di San Luca, a seguito delle risultanze emerse nel corso di pregresse attività investigative svolte nell’ambito dell’indagine denominata “Colombiani d’Aspromonte”, conclusasi nel mese di aprile con l’esecuzione di una misura cautelare emessa nei confronti di 30 soggetti ritenuti responsabili di traffico di armi e di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. Nel prosieguo delle indagini sono state raccolte diverse testimonianze da parte dei numerosi avventori delle “case di prostituzione” nonché da parte delle prostitute identificate all’interno di esse. Tali dichiarazioni sono state successivamente corroborate da numerosi riscontri ottenuti grazie all’ausilio di attività tecnica di intercettazione dalla quale sono emersi ulteriori elementi che hanno permesso di delineare in maniera più eloquente l’esistenza di un sodalizio criminale finalizzato allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione nonché ad accertare le singole responsabilità di ciascuno degli indagati. A conclusione delle indagini condotte congiuntamente dai suddetti Comandi Arma e coordinate dal Pm Anna Pensabene, che hanno consentito di appurare l’esistenza a Gioia Tauro di diversi appartamenti adibiti a case di prostituzione dove è stato registrato un continuo via vai di numerosi clienti provenienti da diverse parti della provincia reggina, il Gip presso il Tribunale di Palmi ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 7 soggetti, accogliendo anche la richiesta di sequestro di diverse abitazioni adibite a case di prostituzione. Nello specifico, nell’ambito di un medesimo disegno criminoso, sono stati individuati due soggetti che gestivano le “case di prostituzione” site in due vie di Gioia Tauro, in concorso con i rispettivi proprietari, prendendo contatti diretti con le prostitute da fare affluire all’interno di esse e facendole prostituire garantendo ciclicamente la loro permanenza nelle varie abitazioni. A tale attività ha concorso anche un altro soggetto, tuttofare, al quale era stato affidato il precipuo compito di sopperire alle più svariate esigenze di vita delle varie prostitute durante la loro permanenza all’interno di dette “case a luci rosse”. Un ultimo soggetto, inoltre, è risultato che abbia trasformato un’abitazione di sua proprietà sita a Gioia Tauro in una vera e propria casa di lenocinio nella quale faceva alternare numerosissime prostitute, anche con cadenza settimanale, la maggior parte delle quali di origini dominicane. Al termine delle operazioni le abitazione destinate a “case di prostituzione” sono state poste sotto sequestro. L’attività d’indagine in questione costituisce un importante risultato dell’Arma della Provincia di Reggio Calabria nel contrasto allo sfruttamento ed al favoreggiamento della prostituzione, fenomeno criminale che comporta l’assoggettamento delle prostitute avviate a tale attività, con conseguente degrado sociale che genera spesso il biasimo della popolazione locale avvilita da questo andirivieni vorticoso nelle vie del centro cittadino della popolosa città portuale.

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Favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, arrestato un 30enne

I carabinieri, nel corso di un controllo alla circolazione stradale al Quadrivio Sbaglia di Gioia Tauro, sono stati attirati in nottata dall’andatura sospetta di un’autovettura. Fermata e controllata hanno riscontrato che a bordo vi erano due cittadini di origine rumena e che il passeggero, che ha destato i maggiori sospetti, era sprovvisto di documenti. Lo stesso è stato quindi identificato in un 30enne, destinatario di un’ordinanza di misura cautelare emessa il 09.05.2016 dal Tribunale Ordinario – Ufficio Gip - di Castrovillari, alla quale lo stesso si è sottratto dal mese di maggio 2016, per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione in concorso consumati a Corigliano Calabro e territori limitrofi, da febbraio a settembre 2015. Si è proceduto, pertanto, al suo arresto ed, al termine delle incombenze di rito, è stato associato alla casa circondariale di Palmi.

La Polizia ha scoperto una casa di appuntamento

Personale della Polizia di Stato della Squadra Mobile e del Reparto Prevenzione Crimine Calabria Settentrionale hanno proceduto ad effettuare un controllo ad una autovettura condotta da un cittadino italiano e  trasportante 2 cinesi di cui una donna, i quali destavano sospetti. Il personale di Polizia ha deciso di approfondire il controllo effettuando una perquisizione personale alle tre persone. Indosso al cinese, all’interno della tasca del giubbotto, è stata rinvenuta una somma in contanti pari a 12.485,00 euro della quale lo stesso non ha fornito spiegazione circa la provenienza, ragione per la quale è stata effettuata perquisizione domiciliare alla dimora, a Roges di Rende. Dall’irruzione nell’appartamento, in fitto, è scaturito che lo stesso era composto da più vani, per lo più adibiti a stanze da letto matrimoniali dotate di illuminazione soffusa rossa e pareti dipinte di rosa. Da informazioni assunte, all’interno dell’appartamento soggiornavano solitamente 4 donne e un uomo di origini cinesi e, a dimostrazione dell’inequivocabile attività di prostituzione, sempre all’interno dell’appartamento è stato rinvenuto e sequestrato altro materiale, carte di credito postepay evolution, telefoni cellulari, poster murali ed altro materiale riconducibile all’attività di meretricio. Il cittadino cinese Z.C.D., 49 anni, è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria competente per sfruttamento della prostituzione e la somma di denaro sequestrata.  Sono in corso ulteriori più complessi accertamenti finalizzati all’eventuale coinvolgimento di altre persone nell’attività criminale. 

 

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Costringeva l'ex fidanzata a prostituirsi: arrestato 35enne

I Carabinieri hanno tratto in arresto un 35enne su cui gravano le accuse di estorsione e sfruttamento della prostituzione. A far scattare l'inchiesta condotta dai militari dell'Arma e sfociata nel provvedimento restrittivo eseguito a Falerna Scalo, nel Catanzarese, è stato un esposto presentato dalla giovane di 24 anni che avrebbe subito le vessazioni dell'uomo, di nazionalità bulgara. Si tratta dell'ex fidanzato che, secondo quanto emerso nel corso delle indagini, l'ha obbligata ad intrattenersi sessualmente con altri uomini lungo la Strada Statale 18 nel tratto compreso fra Falerna e Nocera Terinese.  Di fronte alle richieste sempre più pressanti del presunto aguzzino, bramoso di denaro, la giovane si è rivolta alle forze dell'ordine. Il cittadino bulgaro è stato sorpreso sul fatto nell'atto di farsi consegnare 6 mila euro dalla vittima nel Centro Commerciale Due Mari. L'arrestato è stato accompagnato dietro le sbarre, i soldi sono stati restituiti alla ragazza. i

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