Tentano di estorcere denaro ad imprenditore edile: due giovani arrestati dalla Polizia

La Polizia ha arrestato un 27enne ed un 23 enne accusati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Secondo la ricostruzione degli investigatori, avrebbero preteso soldi da un imprenditore edile che sta costruendo alcune ville. L'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro che ha accolto l'istanza formulata dalla locale Procura della Repubblica, è giunta a conclusione dell'attività d'indagine compiuta dal personale della Squadra Mobile del capoluogo. Nel mirino degli investigatori una serie di episodi di danneggiamento ai danni di aziende attive nell'area del Basso Jonio della provincia di Catanzaro. Originariamente i due, P.F. e N.T., avrebbero richiesto 5 mila euro, in un secondo momento si sarebbero rivolti al proprietario dell'impresa abbassando la cifra a 3 mila euro. P.F., peraltro, è figlio di un uomo che si trova in carcere, essendo considerato tra i personaggi di spicco del clan Procopio-Lentini-Tripodi, i cui interessi criminali sono concentrati nella zona di Soverato. P.F. si trova dietro le sbarre, N.T. è stato individuato presso il suo domicilio. 

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'Ndrangheta, processo "Furio Camillo: assolto giovane imprenditore del Vibonese

Imputato per il reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, è stato assolto, per non aver commesso il fatto, dai giudici del Tribunale di Vibo Valentia il 24enne Giuseppe Ferraro, imprenditore di Nicotera. La sentenza è stata emessa al termine di una camera di consiglio durata tre ore. Camillo Falvo, sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, aveva sostenuto le ragioni della pubblica accusa richiedendo una pena di 5 anni e 6 mesi di carcere, da accompagnare ad un'ammenda pari a 3500 euro.  Accusato di aver preteso una tangente di 50 mila euro ad un imprenditore edile della provincia di Vibo Valentia, Ferraro era stato tratto in arresto nel gennaio dello scorso anno nel contesto dell'inchiesta "Furio Camillo". I Carabinieri avevano posto fine al suo stato di latitante individuandolo a Vercelli. Secondo quanto ricostruito all'epoca dagli inquirenti, il giovane imprenditore avrebbe intimato alla presunta vittima che, se non avesse ottemperato al pagamento preteso, si sarebbe dovuto allontanare dalla regione.  Le tesi difensive di Ferraro sono state sostenute dagli avvocati Francesco Sabatino e Beatrice Saldarini.  Nel processo di primo grado, che si è celebrato con rito abbreviato sul medesimo episodio, sono state inflitte due condanne a carico di due soggetti di Nicotera, Antonio Campisi e Nicola Drommi, considerati organici alla cosca Mancuso.

Tentata estorsione ad un macellaio: notificate tre ordinanze

Tre persone sono state destinatarie di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Viene loro contestato il reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Sono stati i Carabinieri del comando provinciale di Cosenza a notificare il provvedimento a carico di un quarantaseienne, M.G., di un quarantenne, R.M, che si trovavano già dietro le sbarre, e di F.A.P., sottoposto a fermo poco più di due settimane fa. Vittima della presunta condotta illecita degli indagati il titolare di una macelleria di Rende. L'inchiesta è condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. 

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