Truffe alle assicurazioni denunciate oltre 200 persone

E’ giunta al termine l’attività d’indagine denominata “Car crash”. Con un impegno investigativo durato oltre 3 anni, i carabinieri della Compagnia di Bianco e in particolare dalla Stazione di San Luca, in collaborazione con le Unità antifrode di diverse compagnie assicurative, hanno deferito in stato di libertà alle Procure della Repubblica di Locri (RC), Roma, Milano, Torino, Bologna e Trieste oltre 200 persone, tutte residenti nella Locride, ritenute responsabili a vario titolo di falsa testimonianza, falsità ideologica, fraudolento danneggiamento di beni assicurati, sostituzione di persona, riciclaggio di autovetture ed altro.

Le attività sono scaturite in seguito ad alcune intercettazioni ambientali captate nell’ambito dell’operazione condotta dai carabinieri di San Luca convenzionalmente denominata “Colombiani d’Aspromonte”, in cui alcuni indagati discutevano tranquillamente circa le strategie da adottare per frodare le compagnie assicurative e percepire ingiusti risarcimenti.

Nel corso dei dialoghi, gli indagati discutevano di svariate questioni, che hanno permesso agli investigatori di comprenderne il modus operandi: dall’approvvigionamento di targhe tedesche da apporre su veicoli da coinvolgere in sinistri artefatti, al coinvolgimento di soggetti residenti in Germania da far risultare scambievolmente quali testimoni ovvero sinistrati; dalle parti di veicoli da danneggiare per indurre in errore i periti assicurativi, alle accortezze da adottare al fine di far risultare veritieri i sinistri denunciati e persino alla partecipazione alle frodi assicurative di alcuni professionisti della Locride (legali, medici e periti assicurativi). Alcuni veicoli inoltre, già coinvolti in sinistri, venivano “riciclati” dalla Germania, paese nel quale era poi previsto il reimpiego di cospicui proventi illeciti in attività commerciali.

Le attività d’indagine sono state condotte, anche, grazie al supporto dell’Interpol, che ha permesso di effettuare numerosi accertamenti in Germania e Austria. Complessivamente è stato possibile far luce su oltre 70 sinistri artefatti e circa 100 polizze assicurative contraffatte nelle quali gli intestatari, falsificando i propri documenti di identità, attestavano di essere residenti nella provincia di Alessandria pagando un premio assicurativo ridotto rispetto a quello che avrebbero dovuto corrispondere dichiarando di essere residenti nel Reggino.

Nel porre in essere le condotte delittuose contestate, i responsabili si avvalevano della fondamentale compiacenza di legali, medici e periti specializzati nella pre-costituzione della documentazione da produrre alle compagnie assicurative unitamente alle richieste risarcitorie.

Nel corso delle attività investigative sono state effettuate intercettazioni ambientali e telefoniche su circa 50 utenze; analizzata la documentazione di oltre 70 sinistri artefatti e sentite a sommarie informazioni testimoniali circa 280 persone.

Il danno complessivo accertato  per le compagnie assicurative - le quali venute a conoscenza degli illeciti hanno presentato oltre 30 querele sospendendo anche l’erogazione di somme di denaro a titolo risarcitorio - ammonta a circa 800 mila euro.

Furti e truffe, sgominata la banda che prendeva di mira gli anziani

Nella mattinata odierna, a conclusione di un’indagine durata 4 mesi,  sono state tratte in arresto due persone (un uomo ed una donna) dedite ai furti e truffe nei confronti degli anziani. Gli arresti sono stati eseguiti dalla Squadra Mobile su esecuzione di una misura cautelare (arresti domiciliari), richiesta dalla Procura della Repubblica di Cosenza. 

Non escludendo che gli arrestati possano essersi resi autori di altri reati nei confronti di persone anziane, il procuratore della Repubblica di Cosenza ha chiesto la diffusione dei video e delle foto raffiguranti gli stessi al fine di eventuali  riconoscimenti da parte di altre parti offese.

Il metodo è stato messo in atto dai due arrestati con maestria e dovizia di particolari, essendo state “studiati” precedentemente i movimenti e le abitudini delle vittime. Infatti i due approfittavano della loro condizione di “solitudine” (in  due circostanze nelle abitazioni non vi erano altri congiunti), di disabilità fisica (in un  caso la vittima viveva  con il marito colpito da grave disabilità fisica) e di problemi di memoria.

Con questi presupposti i due agivano, entrando nelle abitazioni e una volta all’interno, approfittando della gentilezza  degli anziani padroni di casa ( che probabilmente in quel momento, sono anche contenti di aver ricevuto una visita) rubavano soldi ed oggetti in oro.

In altre circostanze fermavano le vittime per strada e presentandosi come appartenenti alle Forze dell’ordine offrivano la loro disponibilità ad accompagnarli a casa e nel tragitto rubavano catenine d’oro o portafogli. 

 

Vittima: T.A. di  76 anni

In data 5 settembre Antonella Salerni (48 anni, pregiudicata) si è introdotta all’interno dell’abitazione di T. A. Si è presentata come la moglie di un questore  e si è offerta di accompagnarla a casa, in modo da carpirne la fiducia. La vittima ha consentito l’ingresso nella sua abitazione offrendole ospitalità. In seguito, dopo aver indotto la anziana signora a togliersi dal collo una catenina in oro ed averle sfilato un paio di orecchini, rappresentandole che non era prudente indossare oggetti di oro e rassicurandola che avrebbe riposto tali gioielli nella stanza da letto. In realtà si è impossessata dei gioielli e di una somma di denaro custodita all’interno della borsa.

 

Vittima: P.A. di 81 anni

Lo scorso 15 settembre si è presentata negli Uffici della Squadra Mobile la signora P.A. per denunciare un furto all’interno della sua abitazione, avvenuto due giorni prima.

La donna ha precisato che, mentre si trovava all’interno della sua abitazione, insieme al marito, reduce da un delicato intervento chirurgico, ha ricevuto la visita di due persone (un uomo ed una donna) che appena entrate nell’appartamento si sono appropriate, con mezzi fraudolenti, di diversi gioielli preziosi. Precisamente Salerni ha giustificato la presenza con l’intenzione di effettuare una visita di cortesia, in tal modo ha carpito la fiducia della vittima, che ha consentito l’ingresso nella sua abitazione offrendo loro ospitalità. Nei momenti successivi, Salerni si è intrattenuta con l’anziana signora, Armando Mosciaro (39 anni pregiudicato) - rappresentando la necessità di andare in bagno – si è recato nella stanza da letto e si è impossessatodi un orologio di valore, tre bracciali in oro massiccio, quattro paia di orecchini, due spille in oro, un girocollo in oro, una fede nuziale, sottraendoli da un cassetto del comò. 

 

Vittima: B.A. di anni 84

In data 20 agosto Salerni si è avvicinata ad un’altra donna anziana B. A., presentandosi come appartenente all’Arma dei carabinieri. Nella circostanza, prospettando alla vittima la presenza di persone sospette, le ha offerto la disponibilità ad accompagnarla ad effettuare acquisti all’interno di un minimarket. In questo modo ne ha carpito la fiducia e la vittima ha consentito alla Salerni di sfilare le due catenine che aveva al collo, riponendole nella borsetta, prospettando la sussistenza di ragioni di sicurezza che sconsigliavano di indossare preziosi. Successivamente la donna anziana si è accorta che le due catenine non si trovavano nel borsellino, a questo punto è intervenuto MoscIaro (che fino a quel momento aveva svolto le funzioni di “palo”) il quale ha riferito alla vittima che l’avrebbe aiutata nella ricerca delle catenine, simulando di avvisare i suoi parenti al fine di tranquillizzarla. Infine Salerni ha invitato la vittima a cercare le catenine all’interno della busta della spesa, e, dopo averla rassicurata circa il ritrovamento dei preziosi, ha chiuso la busta con un gesto fulmineo ed ha accompagnato la persona offesa presso la sua abitazione, allontanandosi dopo essersi impossessata delle due catenine. 

 

Vittima: T.A. di  83 anni

In data 24 agosto Mosciaro e Salerni, simulando una pregressa conoscenza con anziano, D. F., al fine di carpine la fiducia, hanno offerto la disponibilità ad accompagnarlo presso un esercizio commerciale con la loro autovettura. Allorquando la vittima ha preso posto sul sedile posteriore del veicolo, Mosciato si è impossessato con destrezza del portafoglio custodito all’interno del borsello, che la vittima aveva riposto sul sedile. 

 

Truffe agli anziani, polizia e parrocchie mettono in guardia

Nel pomeriggio di ieri, presso la sala parrocchiale della chiesa di Santa Teresa in Cosenza, alla presenza di circa 200 persone la Questura di Cosenza diretta dal questore Luigi LIGUORI ha tenuto, in collaborazione con i parroci di alcune parrocchie della città, un incontro per sensibilizzare  ed informare i cittadini sul tema delle "truffe agli anziani". La Questura di Cosenza, già da tempo attenta e sensibile a questa tipologia di reati è da anni che organizza incontri d’informazione e sensibilizzazione sul tema. Nell’incontro si è cercato di far capire agli anziani che non devono aver timore e vergogna a denunciare eventuali truffe o raggiri subiti, perché molto spesso i truffatori si presentano con un aspetto ben curato e con modi educati e gentili, tanto da far cadere in errore anche i più attenti ed i più giovani. Nel corso della manifestazione sono state illustrate le più comuni truffe messe in atto dai malfattori e nel contempo sono stati forniti dei consigli utili alla prevenzione. Numerosissimi sono stati gli interventi e le domande fatte dalle persone presenti, ai funzionari della Polizia di Stato intervenuti, ai quali si è data risposta e utili consigli sottolineando l’importanza di non esitare a chiamare le Forze di Polizia perché non è un disturbo ma è collaborazione, e che l’informazione e la cultura della prevenzione sono alla base della sicurezza dei cittadini. In ogni caso, se vi è anche un minimo dubbio sul fatto che qualcuno voglia truffarci contattiamo immediatamente le Forze di Polizia, perché è insieme che si costruisce la sicurezza quotidiana. Nell'occasione sono stati distribuiti degli opuscoli informativi predisposti all’occasione dalla Questura di Cosenza. 

 

Tutela della spesa pubblica: scoperta truffa di un'impresa di costruzioni

Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Crotone, in esecuzione di un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Crotone, Michele Ciociola, ha sequestrato disponibilità bancarie, beni mobili ed immobili fino a concorrenza dell’importo di  391.000 euro nei confronti del legale rappresentante di una società di capitali operante nel settore delle costruzioni. Il decreto costituisce l’atto conclusivo dell’indagine che le Fiamme Gialle crotonesi hanno condotto in esito ad un controllo amministrativo eseguito dai finanzieri pitagorici in materia di tutela della spesa pubblica. Nello specifico, la Guardia di Finanza ha inteso monitorare l’iter relativo all’impiego di risorse comunitarie, erogate attraverso la Regione Calabria, destinate ad incentivare le imprese per l’incremento occupazionale e la formazione in azienda di dipendenti neo-assunti, tratti da particolari categorie di lavoratori svantaggiati (disoccupati di lunga data, donne, diversamente abili, altri soggetti disagiati). La specifica norma agevolativa prevedeva, oltre alla regolare assunzione dei neo dipendenti, anche il rispetto di ulteriori requisiti, quali l’impegno a mantenere impiegati i neo assunti per almeno un triennio e la previsione di una attività di formazione dedicata. Tra i destinatari di finanziamenti è stata individuata una società operante nel settore delle costruzioni, beneficiaria di un contributo di 345.000 euro per le spese relative ai costi salariali e 46.000 euro per quelle inerenti i corsi di formazione. "Gli accertamenti eseguiti dal Nucleo Polizia Tributaria di Crotone - riferisce un comunicato diffuso dalla Guardia di Finanza -  resi oltremodo difficoltosi dalla difficoltà nell’acquisizione della documentazione contabile che non è stata esibita dall’amministratore della società, hanno evidenziato la sussistenza di numerose irregolarità. In particolare, si è appurato che l’impresa ha licenziato i propri dipendenti prima del termine previsto dei trentasei mesi, senza provvedere ad effettuare nuove assunzioni che, rendendo costante il livello occupazionale, avrebbero potuto consentire il mantenimento dei requisiti indispensabili per fruire delle agevolazioni. Inoltre, molti dei lavoratori assunti in realtà provenivano da altre aziende che avevano a loro volta già beneficiato di analogo finanziamento e, pertanto, non potevano essere considerati 'nuovi occupati appartenenti alla categoria dei disoccupati di lunga durata'. Altre irregolarità sono state accertate in merito al corso di formazione che i lavoratori avrebbero dovuto frequentare, che prevedeva moduli di quattro materie per circa 300 ore complessive. Soltanto due lavoratori, infatti, hanno dichiarato di aver preso parte all’attività formativa, peraltro della durata di pochi giorni. A parte alcuni lavoratori stranieri che sono risultati irreperibili, gli altri dipendenti sentiti hanno negato di aver preso parte a corsi o stage in azienda o presso i cantieri, difformemente da quanto attestato sul registro delle presenze predisposto per la rendicontazione della spesa sostenuta alla Regione Calabria In un caso, addirittura, un dipendente ha completamente disconosciuto la paternità della sottoscrizione apposta su tale registro". Alla luce di questi elementi, è stato possibile affermare la sostanziale inesistenza dell’attività formativa e segnalare all’Autorità Giudiziaria l’indebita percezione dei finanziamenti per un totale di 391.000 euro, quale conseguenza dell’utilizzo di documentazione falsa e l’omissione di informazioni dovute all’Ente erogatore. Le situazioni riscontrate sono state altresì oggetto di apposita segnalazione, per i connessi profili di danno erariale, alla Procura Regionale della Corte dei Conti, nonché di segnalazione per la responsabilità amministrativa della persona giuridica ai sensi del D.Lgs. nr. 231/2001. "Anche quest’attività operativa - si legge nella tota trasmessa dalle Fiamme Gialle - testimonia l’impegno quotidiano del Corpo della Guardia di Finanza nel servizio volto alla tutela della spesa pubblica, per garantire che le risorse pubbliche siano correttamente indirizzate ed impiegate a sostegno di attività che possano contribuire a creare, soprattutto in questi tempi di crisi, effettive condizioni di crescita economica e di sviluppo". 

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