Inchiesta casa di cura, eseguite sette misure cautelari

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito 7 ordinanze di custodia cautelare (3 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 1 obbligo di dimora) nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili, a vario titolo, del dissesto della casa di cura “Villa Aurora”, nonché il sequestro di beni per un valore complessivo pari a circa 12 milioni di euro.

Ai destinatari delle misure sono stati contestati, in particolare, l’associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, l’autoriciclaggio e l’omesso versamento di ritenute.

Il provvedimento rappresenta l’epilogo delle indagini condotte dalle fiamme gialle reggine, in relazione alle vicende che hanno riguardato la casa di cura “Villa Aurora”.

Le risultanze investigative avrebbero messo in luce la sussistenza di gravi indizi in ordine ai reati di false comunicazioni sociali, truffa aggravata ed appropriazione indebita aggravata in capo ai diversi soci ed amministratori che, nel corso del tempo, si sono succeduti nella gestione della casa di cura.

Le indagini avrebbero permesso, inoltre, di scoprire l'esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di bancarotta fraudolenta ed autoriciclaggio.

Pertanto, l'esecuzione dell'ordinanza di misura cautelare ha interessato: Giorgio Rea, di 40 anni (custodia cautelare in carcere), Pietro Domenico Mangiapelo, di 50 anni (custodia cautelare in carcere), Alessandro Casinelli, di 37 anni (custodia cautelare in carcere), Patrizia Ferri, di 40 anni (arresti domiciliari), Francesco Margiotta, di 37 anni (arresti domiciliari), Marco Petricca, di 37 anni (arresti domiciliari), Musto Giuseppe di 37 anni (obbligo di dimora nel comune di residenza).

Contestualmente, i finanzieri hanno proceduto al sequestro di beni, per un valore pari a circa 12 milioni di euro.

 

 

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Sequestrato l'immobile e il 95% del capitale sociale di Villa Aurora a Reggio Calabria

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione ad un decreto d’urgenza, con il quale la Procura della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria ha disposto il sequestro preventivo del 95 per cento del capitale sociale di “Villa Aurora S.r.l.” nonché dell’immobile che ospita la struttura in riva allo Stretto.

Il provvedimento giunge al termine delle indagini, svolte dal Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, finalizzate a verificare una serie di operazioni societarie che hanno interessato il patrimonio aziendale e la compagine societaria che gestisce  la casa di cura.

L’attività degli investigatori, che ha preso le mosse dalla denuncia presentata dalla socia di minoranza, avrebbe permesso di accertare ripetuti episodi di distrazione delle disponibilità patrimoniali e finanziarie ad opera dei soci e dei rappresentanti legali succedutisi a partire dal 2014.

In particolare, dalla ricostruzione effettuata dalle fiamme gialle, sarebbe emerso che nell’agosto del 2014, il 95% del capitale sociale (pari a 1 milione e 120 mila euro) sarebbe stato ceduto ad una società, costituta poco tempo prima, con sede a Frosinone e con un capitale di 120 mila euro. A garanzia del pagamento delle azioni, sarebbe stata accertata la presenza di una fidejussione rilasciata da un intermediario finanziario, dichiarato fallito nel 2015 con sentenza del tribunale di Roma.

Successivamente, con bonifici effettuati tra marzo ed ottobre del 2015, la “Villa Aurora S.p.A” avrebbe erogato alla capogruppo un finanziamento di 1 milione e 242 mila euro. Ciò sarebbe avvenuto nonostante la crisi economica della casa di cura che aveva nel frattempo portato all’applicazione, tra i dipendenti, di un contratto di solidarietà.

Nell’ottobre 2016 la capogruppo avrebbe, quindi, venduto il proprio pacchetto azionario della casa di cura, per la somma di 1 milione 420 mila euro, ad una società, con sede a Sora (FR), il cui socio unico era, peraltro, uno dei soci della stessa capogruppo. Il pagamento del prezzo sarebbe stato stabilito, in parte mediante la cessione dell’intero capitale della capogruppo e, per il resto, attraverso pagamenti rateali.

Tali operazioni avrebbero causato a “Villa Aurora” ingenti perdite, culminate nell’azzeramento dell’intero capitale sociale e nella conseguente trasformazione in S.r.l.

Da ultimo, pochi giorni fa, la quota del 95 per cento sarebbe stata nuovamente ceduta ad un’altra persona, ritenuta “eterodiretta” dal principale indagato.

Alla luce degli elementi investigativi raccolti, valutata la sussistenza di gravi indizi in ordine ai reati di false comunicazioni sociali e truffa aggravata appropriazione indebita, in capo ai diversi soci ed amministratori che si sono succeduti e ritenuto che alla base dell’acquisizione del pacchetto azionario della società ci sia stata l’esclusiva finalità di depauperare il patrimonio della società, la Procura della Repubblica ha disposto il provvedimento di sequestro del 95 per cento del capitale sociale, nonché dell’immobile che ospita la struttura, il cui valore è stimato in 8 milioni 900 mila euro.

Contestualmente, è stato nominato un amministratore giudiziario.

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