Il crollo al Duomo di Catanzaro emblema dell'abbandono dei beni culturali calabresi

È davvero un miracolo se il crollo di una parte del soffitto di una cappella della Cattedrale di Catanzaro non sia avvenuto di giorno a porte aperte, con danni non solo ai beni culturali e agli oggetti di culto, ma probabilmente a qualche fedele genuflesso in preghiera.

Eppure lo stato di degrado era stato da tempo segnalato a chi di dovere da parte dell'arcivescovo mons. Vincenzo Bertolone. 

Ma dal dire al fare - si sa - c'è di mezzo il mare! E in Calabria con due mari...i tempi divengono oceanici, tanto che volete che sia e ....forse se e quanto valga qui il dispositivo dell'art.733 del C.P. con le sanzioni previste per il danneggiamento dei beni culturali.

Con il pretesto che c'è il pericolo della mafia radicata dietro ogni appalto, i burocrati pensano che  siccome la fine del mondo è ancora lontana, la fretta è cattiva consigliera; mentre il governo regionale manda e rimanda  l'erogazione dei fondi con la certezza che se a fine mandato ne verrà un nuovo, si comincerà ahimè tutto daccapo.

I beni culturali sono poi circondati da altri paletti: intendenti e soprintendenti / proposte e pareri / assensi e dissensi e le incompiute sono il penoso pane quotidiano distribuito da funzionari sonnolenti

La Calabria non può e non deve rassegnarsi. Sopratutto i giovani devono essere in prima linea e le scuole di ogni ordine e grado devono essere laboratori per una decisa risposta. 

Lo hanno fatto per diversi motivi e con poche risorse quei Calabresi creativi, ed è bene che lo facciano anche per questo settore, nonostante che quel disegno previsto dalla legge regionale n.2 del 14 febbraio 2000 il quale vagheggiava il "Progetto Giovani", sia rimasto nell'archivio dei sogni delusi.

Per il restauro del duomo di Catanzaro forse sarebbe interessante allestire un cronografo nella piazza adiacente per controllare esattamente il tempo che passerà a partire dal 13 marzo 2017" come si fece a Roma presso l'altare della Patria in Piazza Venezia per il Giubileo del 2000, cinque anni prima, ovviamente con il conto alla rovescia.

La storia è sempre maestra di vita, anche se spesso alcuni politici lo ignorano e non se ne importano. 

Staremo a vedere. Che Dio ci aiuti, anche su questo fronte, con l'auspicio che i mezzi di informazione siano vigili ed attivi.

 

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