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Alla scoperta delle congreghe perdute di Serra San Bruno

Le Tre congreghe di Serra sono rinomate in tutta la regione per le loro tradizioni e ammirate per la loro ancora viva spiritualità. La vetusta origine dei sodalizi tuttora esistenti, risalente al 1694 per l’Addolorata e l’Assunta e dopo il 1783 per Spinetto, è nota alla maggior parte dei lettori e della popolazione, la quale raramente conosce qualcuno che non sia “addulurataru”, “spinittaru” o “assuntaru”. Se però la storia dei tre sodalizi ancora in vita è risaputa, non altrettanto si può affermare relativamente a quella dei sodalizi che a Serra hanno smesso di esistere da secoli. Proprio così, perché prima che il beato Antonio da Olivadi giungesse a Serra per piantare il seme delle confraternite dell’Addolorata e dell’Assunta, altre congreghe esistevano e operavano. Oltre alla Platea della Chiesa Matrice, ce ne dà notizia la relazione della Visita Apostolica che nel luglio del 1629 monsignor Andrea Perbenedetti compì presso la Certosa di Santo Stefano del Bosco. Nella chiesa arcipretura protopapale di San Biagio il vescovo di Venosa trovò attiva la congrega del SS. Sacramento. Di questa confraternita non sappiamo nulla. È attestato solo un ordine di papa Innocenzo X che, il 15 maggio 1647, imponeva al priore della Certosa e al vescovo di Squillace di restituire ai congregati dei diritti loro spettanti. Sempre nella chiesa Matrice svolgeva le sue funzioni una confraternita dedicata a Santa Maria delle Nevi; gli iscritti a questo sodalizio in morte usufruivano dei benefici delle messe celebrate presso l’altare della confraternita in misura proporzionale alla quantità degli oboli versati in vita. Scarsissime anche le notizie relative alla congrega del Rosario. Di certo era esistente già nel 1730, poiché la La Platea informa che don Onofrio Pisano era padre spirituale sia di questa confraternita che di quella dell’Addolorata. I congregati di questo sodalizio usavano un abito confraternale molto simile a quello tuttora in uso presso la congrega dell’Addolorata: mozzetta nera su camice e cappuccio bianchi in tessuto grezzo. La congrega del Sacramento e quella del Rosario cessarono di esistere sicuramente prima del 1854. Infatti, tali congreghe, a differenza delle altre, non inviarono nessun delegato alla solenne processione che si tenne in Roma successivamente alla promulgazione del dogma dell’Immacolata Concezione sotto il pontificato di Pio IX. Della confraternita del Carmine conosciamo solo la data di erezione: 12 aprile del 1881. La sua esistenza fu di brevissima durata. Tuttavia, la Madonna del Carmelo continuò ad essere venerata con grande zelo presso la confraternita di Spinetto fino agli anni ’60 del secolo scorso. Più fortuna ebbero le confraternite nate dalla predicazione del Beato Antonio da Olivadi, l’Assunta e l’Addolorata, e quella di Spinetto, sorta da una frangia di “assuntari separatisti” stabilitisi oltre il fiume dopo il terremoto del febbraio 1783. A differenza degli altri sodalizi subito estinti, questi si preoccuparono dell’erezione di un Monte dei Morti che venisse incontro agli associati per le spese dei funerali e delle tumulazioni. Si spiega così la lunga vitalità di queste congreghe, che sempre più vedono smarrirsi il senso di comunità cristiana e di culla di bellissime tradizioni. Quando le spese per i funerali degli associati diventeranno insostenibili per le congreghe, anche le Tre congreghe finiranno nel triste elenco fatto sopra. La speranza è che non sia qualcuno della mia generazione a scrivere questa triste pagina che pure sono, ahimè, convinto che si scriverà.  


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