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Controlli antidroga nel vibonese, sequestrata droga a carico d'ignioti

Proseguono i controlli antidroga dei carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia che nei giorni scorsi hanno rinvenuto vari grammi di sostanza stupefacente. In particolare, il 2 maggio i militari della Stazione di Vibo Marina rinvenivano occultati dietro una cabina dell’Enel, all’interno del complesso condominiale “Mirafiori”, un involucro di cellophane contenente 7 grammi circa di cocaina e un bilancino di precisione; mentre sempre martedì 2 maggio quelli di Mileto rinvenivano nel terreno innanzi alla scuola media statale della frazione “Paravati”, abbandonato nel prato, un sacco in nylon di colore giallo con all’interno 23 involucri di carta d’alluminio contenenti marijuana per un peso complessivo pari a 75 grammi.

Tutta la droga è stata sequestrata a carico di ignoti.

 

Parco delle Serre, in arrivo 50 tirocinanti ex percettori di mobilità

Il Parco Naturale Regionale delle Serre guidato dal commissario Mimmo Sodaro ha avviato la procedura  per la selezione di n.50 unità disoccupati ex percettori di mobilità in deroga da utilizzarsi in percorsi di tirocinio per un periodo di sei mesi. Con delibera commissariale n. 7 del 24.02.2017 l'Ente Parco ha  difatti partecipato alla manifestazione di interesse per la presentazione di percorsi di politiche attive, nelle modalità dei tirocini, rivolta agli enti pubblici a favore dei soggetti precedentemente inseriti nel bacino dei percettori di mobilità in deroga della regione Calabria. Quindi, con decreto dirigenziale 4283 del 24.04.2017 la regione Calabria ha pubblicato la graduatoria definitiva degli enti ammessi, tra i quali il Parco Regionale delle Serre, a cui viene appunto finanziato il progetto per l'assunzione di n. 50 unità. A tal fine lo stesso Ente Parco rende noto a tutti coloro che hanno interesse, e che sono in possesso dei requisiti richiesti dal bando che da martedì potranno presentare domanda per partecipare alla selezione delle 50 unità. Il relativo avviso pubblico inoltre è pubblicato sul sito dell'ente, nel quale gli interessati troveranno anche la domanda di partecipazione. Il commissario straordinario Mimmo Sodaro ha voluto esprimere tutta la propria soddisfazione perché «tali risorse umane – ha affermato il dirigente - potranno opportunamente, essere impegnate in attività di manutenzione dei 10 sentieri del Parco come: Alaco, Bellavista, Archiforo, Faggio del Re passo della speranza, Faggio del Re passo Abate, Ferdinandea Marmarico, Lacina Ferdinandea, Lacina lu bellu, Pecoraro lu bellu e I cammini del brigante. Inoltre potranno essere utilizzati nel sentiero Italia, che è segnalato in tutte le guide del club Alpino Italiano e che è anche considerato di valenza nazionale con partenza da Bolzano e arrivo a Reggio Calabria». «Il predetto personale – ha continuato Sodaro - sarà anche utilizzato nell'area SIC del Lago Angitola, nel sentiero Frassati e nel parco di Rosarella. Questa opportunità – ha poi concluso - potrà contribuire a rendere sempre più attraente e affascinante patrimonio naturalistico del Parco delle Serre per il quale l’Ente ha già avviato una pressante promozione a cominciare dagli ambiti scolastici per per finire ai padiglioni della Bit di Milano».

Operazione "Adorno 2017", i militari dell'Arma in azione contro il bracconaggio (VIDEO)

Il fenomeno del bracconaggio sullo Stretto di Messina è legato principalmente al flusso migratorio che ogni anno interessa questi territori. Lo Stretto rappresenta una delle tre direttrici principali, unitamente a Gibilterra ed al Bosforo, su cui si muovono i grandi flussi degli uccelli migratori sull’asse Europa/Africa. Tali massicci spostamenti avvengono nel periodo primaverile, a ridosso della stagione riproduttiva, con direzione sud-nord verso i distretti nidificazione del centro e nord Europa, e nel periodo autunnale, dove i migratori ritornano nei siti di svernamento in Africa, posti anche in aree sub sahariane.

Questa ricostruzione dei percorsi compiuti dai migratori transahariani serve a comprendere il motivo per cui spesso molti individui transitino bassi a dispetto di ottimali condizioni meteo (ma stremati dal lungo volo) e come mai a volte affrontino l’attraversamento dello Stretto di Messina anche con condizioni meteo avverse.

Si presume che per molti di loro questo ultimo braccio di mare sia un ostacolo relativamente breve rispetto a quanto affrontato fino a quel momento, e che per loro sia preferibile superarlo anche in condizioni avverse, anziché rimanere “al di qua”di esso.

A tale ipotesi si associa anche la fretta che caratterizza la migrazione primaverile ed eventuali frequenti perturbazioni,soprattutto se africane (venti di scirocco),ritardano il viaggio (vento in genere troppo forte per consentire l’attraversamento del Canale di Sicilia), ponendoli inevitabilmente- pur di arrivare presto- ad affrontare il maltempo,per molti di loro,purtroppo fatale.

Questo fenomeno che investe le città di Reggio Calabria e Messina, coinvolge centinaia di migliaia di esemplari di vari rapaci di varie taglie e di varie specie di grandissimo interesse naturalistico oltre che fauna protetta particolarmente protetta dalla normativa nazionale e comunitaria ha sedimentato nei secoli l’interesse del mondo venatorio su tali “prede” facendo diventare tale attività cinegetica una vera e propria “tradizione” molto radicata nei costumi locali. Attività perfettamente legale sino alla fine degli anni ‘ 70 del trascorso secolo e che è diventata illegale con una crescente gradiente di punibilità, per quanto previsto dalla L.152/92 e conseguenti leggi regionali.

Durante tale pratica venatoria che, come visto, sul finire degli anni ’70 è diventata illegale, ogni anno venivano abbattuti migliaia di esemplari appartenenti a specie di enorme interesse naturalistico con un massiccio ed incontrollato impiego di armi da caccia non solo dalle postazioni “tipiche” in calcestruzzo di cui erano, ed in parte sono, costellate le coste calabrese e siciliana che si affacciano sullo Stretto, ma anche dai balconi e terrazze di edifici posti in pieno centro cittadino, creando, tra l’altro, non pochi problemi di sicurezza pubblica. Per contrastare tutto ciò, il Corpo Forestale dello Stato dagli inizi degli anni ’80 ha pianificato ed organizzato servizi specifici di prevenzione e repressione al fenomeno del bracconaggio nel periodo primaverile, prima, e successivamente anche per il periodo autunnale. Tale attività ha previsto l’impiego di un contingente specifico, denominato “Reparto Adorno”, in riferimento al nome con cui localmente viene definito il Falco Pecchiaiolo, costituito da unità proveniente da tutto il territorio nazionale, che ha portato, nel tempo, ad una sostanziale eradicazione sul versante siciliano ed una drastica riduzione sul versante calabrese di tale fenomeno che, ad oggi, nell’agro reggino può essere considerato confinato a specifici ambiti territoriali ed a specifiche pratiche che vedono l’uso anche di armi da sparo contraffatte con matricola punzonata, provenienti per lo più da furti perpetrati ai danni dei cacciatori o frutto di furti in appartamento.

A conferma di ciò, si evidenzia come l’area dello Stretto di Messina sia stata inserita tra i sette black-spot, ovvero aree in cui il fenomeno del bracconaggio è particolarmente intenso, indicati del “Piano d’azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici”, redatto dall’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Ministero dell’Ambiente e proposto da quest’ultimo, in attuazione alla “Strategia nazionale sulla Biodiversità”, ed oggetto di apposito accordo tra le Parti raggiunto nella seduta della Conferenza Stato – Regioni del 30 marzo 2017, e quindi meritevole di particolare attenzione dal punto di vista del contrasto al fenomeno di cui trattasi.

Per l’anno in corso, il Comando Unità Tutela Forestale Ambientale e Agroalimentare (CUTFAA) dell’Arma dei Carabinieri, nel quale all’inizio dell’anno è confluito il Corpo forestale dello Stato, ha voluto dare nuovo impulso a tale importantissimo servizio di tutela della fauna selvatica, mettendo in atto un dispositivo di prevenzione e repressione tanto sul versante calabrese che, e questo accade per la prima volta, sul versante siciliano.

In sinergia con il personale Reparti specializzati dei Carabinieri Forestali già presenti sul territorio interessato alla migrazione, infatti, stanno operando ulteriori 30 militari afferenti al NOA (Nucleo Operativo Antibracconaggio) del CUTFAA, coadiuvati, ove necessario, da personale dell’Arma territoriale.

Le funzioni di coordinamento e comando sono affidate alla Centrale Operativa Regionale, al quale afferisce anche il numero 1515 di emergenza ambientale, al quale segnalare qualsiasi atto illegale in danno della fauna migratoria ed all’ambiente.

Per tutto il periodo della migrazione, stanno operando su entrambi i versanti dello Stretto numerose Associazioni ambientaliste, anche straniere, – Legambiente, LIPU, WWF Italia, CABS (Committee Against Bird Slaughter), MAN (Associazione Mediterranea per la Natura) in collaborazione con la NABU tedesca, Progetto Natura di Milano. I volontari svolgono attività sia scientifica di avvistamento e censimento degli animali in transito, che di monitoraggio e segnalazione ai Reparti operanti degli eventuali episodi di bracconaggio. Con tre di esse – Legambiente, LIPU e WWF Italia – il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, nelle settimane scorse, ha già sottoscritto specifici protocolli d’intesa finalizzati alla cultura della legalità ed alla tutela dell’ambiente da realizzare su tutto il territorio nazionale.

Il presidente della Commissione contro la 'ndrangheta Bova su designazione del prefetto De Felice alla guida di Sacal

“Al prefetto De Felice giunga il mio più sincero in bocca al lupo per delicato impegno per il quale è stato designato. Assumere la presidenza del Cda di Sacal in questo momento è compito gravoso per il quale era necessario puntare su un uomo dalle qualità personali e professionali indiscutibili”.

E’ quanto dichiara il presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta Arturo Bova che aggiunge: “La sua nomina serve a riportare nell’alveo dell’affidabilità e della sicurezza, la gestione di un asset strategico per la Calabria. Il suo curriculum e le sue capacità professionali e umane saranno, ne sono sicuro, le solide basi su cui ricostruire la credibilità della Sacal dopo lo scandalo che ha coinvolto i vertici dell’azienda e alcuni rappresentanti politici al suo interno, provocando, al netto delle decisioni dei giudici, seri danni all’immagine tanto dell’azienda quanto dell'intera regione”.

“Per quanto mi riguarda, infine - conclude Arturo Bova - sin da ora offro al neo presidente tutta la mia disponibilità a qualsiasi tipo di collaborazione si possa instaurare con la Commissione che mi onoro di presiedere”.

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