Furto di energia elettrica, due donne finiscono in manette

Nel corso di un servizio di controllo effettuato dai Carabinieri della Compagnia di Rossano e del 14° Battaglione “Calabria”, con l’ausilio dei vigili urbani, dei funzionari dell’Aterp e dei tecnici delle società che gestiscono le reti elettriche e del gas, sono state verificate diverse utenze presso le case popolari della città del Codex.

I controlli hanno permesso di scoprire una serie di allacci abusivi alla rete elettrica, che hanno determinato l’arresto di due donne, già note alle forze dell’ordine, per il reato di furto aggravato di energia elettrica.

Inoltre, i militari hanno deferito in stato di libertà undici persone, segnalate a vario titolo per furto di energia elettrica, invasione di edifici e inosservanza dei provvedimenti dell’autorità.

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Rossano: controlli alle case popolari, un arresto e sette denunciati

I carabinieri della Compagnia di Rossano hanno eseguito un servizio di controllo delle aree urbane maggiormente sensibili ed agli alloggi popolari.

All’attività, che ha visto impegnati oltre quaranta militari della Compagnia di Rossano e del 14° Battaglione Carabinieri “Calabria”, hanno preso parte, anche, funzionari Aterp (Azienda territoriale edilizia residenziale pubblica) e tecnici delle società che gestiscono le reti elettriche e del gas.

Durante i controlli, grazie agli elenchi forniti dall’Aterp, gli uomini dell'Arma hanno riscontrato che alcuni degli inquilini si trovavano negli appartamenti senza averne titolo. In due casi, gli occupanti avevano effettuato allacci abusivi alla rete elettrica.

I militari hanno riscontrato, inoltre, la presenza di manufatti abusivi in aree di pubblico passaggio, costruite in beffa ad ogni autorizzazione e ad ogni pagamento di concessioni edilizie.

Il risultato dell’operazione è di un arresto in flagranza di reato per furto aggravato di energia elettrica e di sette denunciati in stato di libertà alla competente Autorità giudiziaria per i reati di invasione di edifici e di abusivismo edilizio.

Sorianello, case popolari: 10 indagati, c'è anche il sindaco (I NOMI)

I carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno, a conclusione di un’intensa attività d’indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, hanno notificato 10 avvisi di conclusione delle indagini ad alcuni amministratori del Comune di Sorianello.

L’attività investigativa è nata al fine di documentare reati commessi da alcuni amministratori nella gestione di immobili di proprietà del Comune di Sorianello adibiti ad alloggi di edilizia residenziale pubblica, nonché altri reati commessi da persone che non ricoprono alcuna carica pubblica.

Nello specifico, risultano indagati per il reato di abuso d’ufficio il sindaco ed il vice sindaco Sergio Cannatelli e Carmine Mangiardi, unitamente agli assessori, consiglieri ed ex consiglieri:  Valeria Battaglia, Barbara Carta, Bruno Ciconte, Pinuccia Cosmano e Iolanda Putrino. Indagato, inoltre, il responsabile dell’Ufficio tecnico comunale Pasquale Scalamogna.

In particolare, gli indagati avrebbero adottato alcuni provvedimenti in totale violazione della normativa regionale che disciplina l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, al fine di procurare, intenzionalmente, ad alcuni cittadini un ingiusto vantaggio patrimoniale, con conseguente danno per gli aventi diritto.

Inoltre, sono indagati per il reato di concorso in concussione Sergio Cannatelli e Carmine Mangiardi, unitamente ai consiglieri Domenico Cinonte e Antonio Arena.

Secondo gli investigatori, in una circostanza, i quattro avrebbero agito in qualità di pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio, nell’esercizio delle loro funzioni, abusando delle loro qualità al fine di ottenere un ingiusto guadagno di mille euro in relazione alla liberazione di un altro stabile sempre di proprietà del Comune di Sorianello.

 

Case popolari di Tropea, la denuncia di Piserà (Noi con Salvini)

Riceviamo e pubblichiamo

"Il grido d’allarme degli inquilini delle case popolari di Via Libertà, per troppo tempo è rimasto inascoltato da chi di dovere, nonostante non chiedano altro che di vivere in sicurezza: è necessario che dai “40 alloggi” di proprietà comunale vengano eliminati gli elementi pericolanti dei cornicioni.

Sebbene gli Uffici comunali siano per e da tempo stati informati dell’emergenza, nulla è stato messo in opera per evitare che il pericolo si concretizzi in danno grave a cose e/o persone.  

Nei mesi scorsi si sono verificati crolli di parti già visibilmente precarie, in aree di utilizzo pubblico: l’accaduto ha posto seriamente a repentaglio la pubblica e privata incolumità. Gli unici interventi, ad ora, sono stati posti in essere dai Vigili del Fuoco: non si comprende la ragione del silenzio del Comune, né l’incosciente disinteresse nel tradurre in chiave risolutiva un problema d’indiscussa urgenza.

Non solo: piogge recenti hanno, altresì, indebolito ulteriormente frontalini e cornicioni già precari: per questo sono intervenuto personalmente, chiedendo che l’Ufficio tecnico comunale venga immediatamente investito affinché agisca con tempestività per l’eliminazione delle parti pericolanti ed operi al relativo ripristino, per la tutela della pubblica e privata incolumità, allo scopo di impedire tragedie altrimenti inevitabili, posto, inoltre, che il quartiere in questione è caratterizzato da alta densità di popolazione.

Non posso, purtroppo, esimermi, dal ricordare il dramma avvenuto a San Ferdinando: una donna è rimasta uccisa dal crollo di un balcone che presentava i medesimi requisiti di precarietà. E, per lo meno davanti alla morte di un essere umano, è intollerabile la cecità istituzionale che impedisce la prevenzione del danno di cui non ha solo facoltà, ma dovere.

L’emergenza, dunque, va sanata tanto per la sicurezza dei cittadini – ai quali di persona ho promesso che avrei combattuto al loro fianco la battaglia per la giustizia che impone l’immediata, concreta risoluzione – quanto per la loro dignità. Le condizioni indecorose in cui la zona è costretta a vivere definiscono un imbarazzante e disumano disservizio dell’autorità competente che non può più motivare un’ulteriore attesa: è impensabile che, davanti a tanto, non si abbia l’intelligenza morale – e quindi operativa – di intervenire hic et nunc".

Antonio Piserà - Coordinatore Provinciale di Noi con Salvini

 

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Case popolari, Nicoló: “Calabria maglia nera per l’accessibilità degli alloggi”

"Quasi sempre è il Governo Renzi a trascurare o ‘dimenticare’ la Calabria; altre volte è il Governo di Oliverio a perdere importanti opportunità offerte da Roma. Una cosa è certa, però: a farne sempre le spese sono i cittadini e le imprese calabresi”. È tranciante il giudizio di Alessandro Nicolò, capogruppo di Forza Italia alla Regione, sull’ultimo report del ministero delle Infrastrutture “che assegna alla Calabria – stigmatizza l’esponente politico –  la ‘maglia nera’ per le attività finalizzate a rendere accessibili gli alloggi ed a ristrutturare gli edifici danneggiati delle case popolari”. “La bocciatura che arriva dal ministro Graziano Delrio – continua Nicolò – è pesantissima ed è l’ennesima legnata politica per il presidente Oliverio e la sua Giunta. Il rapporto ministeriale, che è di qualche settimana fa, relega la Calabria all’ultimo posto nella classifica nazionale delle attività di recupero e degli interventi di ristrutturazione del patrimonio edilizio pubblico”. “Ma non basta – aggiunge il capogruppo di Forza Italia – il dossier, secondo le ricognizioni giornalistiche, inchioda la Calabria come l’unica regione in Italia a non aver neppure avviato interventi per superare la criticità dell’edilizia popolare dopo le somme stanziate dalla Legge di Stabilità del 2016. In particolare, i dati ministeriali rilevano che nella nostra regione gli alloggi vuoti e da mettere in sesto per essere assegnati sono 357 ma al momento sono a quota zero quelli riutilizzati. Le palazzine che hanno bisogno di interventi di ristrutturazione sono 313 e su queste nessuna attività è mai partita”. Nicolò ricorda che “con la Legge di Stabilità 2016 il Governo aveva deciso di favorire il recupero del patrimonio residenziale pubblico attraverso interventi di ristrutturazione mirati, per migliorare le condizioni degli alloggi popolari con l’obiettivo dichiarato di azzerare gli alloggi vuoti e risanare quelli in cattivo stato entro il 2020”. “S’era offerta l’occasione – continua il capogruppo di Forza Italia – non solo di fornire una risposta alla crescente richiesta di alloggi popolari ma anche di offrire opportunità alle imprese edili perchè la legge prevede per recuperare gli alloggi vuoti a causa di piccoli danni o problemi di abitabilità, finanziamenti fino a 15 mila euro per alloggio e per gli interventi di manutenzione straordinaria più impegnativa stanziamenti fino a 50.000 euro”. “La Giunta Oliverio purtroppo è ferma al palo – osserva Nicolò – anche per interventi di carattere d’urgenza che avrebbero imposto uno slancio straordinario di efficienza e tempestività. E’ ora di suonare la sveglia e di rimboccarsi le maniche per recuperare il tempo perduto finora. Il settore dell’edilizia popolare nella regione è in crisi da decenni e su questo quadro disastroso le speculazioni, anche losche, hanno lucrato enormemente”.

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