Sorpresi mentre trafugano legna da un bosco comunale: arrestati

Durante un controllo del territorio mirato a reprimere e prevenire danni all’ambiente, il personale del Comando Stazione Forestale dello Stato, in località Mangaro-Manche di Sant’Onofrio nel comune di Rossano, ha sorpreso nella flagranza di reato un 70enne, un 45enne, entrambi di Rossano, e un 27enne di nazionalità romena mentre trafugavano legna da un bosco comunale.

I tre dopo aver reciso e depezzato alcune piante di Cerro si accingevano ad allontanarsi dal luogo del reato a bordo di un fuoristrada. Bloccati dagli uomini del Corpo Forestale, all’interno del veicolo sono stati rinvenuti circa quintali 10 quintali di legna da ardere appena tagliata e  una motosega. Il materiale trafugato è stato posto sotto sequestro, i tre sono stati tratti in arresto. Il Pm di turno, sostituto procuratore della Repubblica di Castrovillari dottoressa Rana, dopo aver convalidato l’arresto ne ha disposto la rimessa in libertà in ottemperanza al disposto dell’art. 121 del disposizioni di attuazione del c.p.p. Tale attività ricade nella sfera di intensificazione dei controlli a tutela del patrimonio pubblico in capo al procuratore capo della Repubblica di Castrovillari, dottor Eugenio Facciolla. Tagli abusivi che da molto tempo stanno depauperando i territori boschivi pubblici sia essi comunali che regionali.

Il modus operandi sul fenomeno di questi tagli furtivi, avviene sistematicamente e giornalmente per mezzo di fuoristrada, di decine e decine di questi veicoli più agevoli nel districarsi nel bosco e di tentare la fuga alla vista delle forze di polizia.

Altro depuratore sequestrato in Calabria: sversamento e smaltimento illecito di rifiuti i reati contestati

Continua incessante l’attività di difesa e controllo del territorio da parte del personale del Corpo Forestale dello Stato relativa alle verifiche ed ai controlli nel campo di depurazione delle acque che ha visto oggi il personale del Comando Stazione di Cosenza impegnato in attività di controllo sul territorio del capoluogo provinciale e che ha portato al sequestrato del depuratore comunale di Donnici Superiore. 

Il sequestro è avvenuto a seguito di segnalazione da parte di alcuni abitanti della frazione relativa alla pessima gestione in cui versa da anni il depuratore comunale che serve gli abitanti di questa frazione di Cosenza. L’attività di controllo, coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza, ha accertato la pessima gestione con la quale viene mantenuto e gestito il predetto sito di depurazione acque. È stato infatti accertato che le acque fognarie in arrivo al depuratore, a causa dell’intasamento della griglia di separazione primaria, defluiscono liberamente sul suolo circostante formando degli acquitrini di acque putride e maleodoranti. Da ciò appare evidente la mancata cura e gestione del depuratore atteso che il cancello di ingresso a tale griglia era ricoperto da rigogliosi tralci di vite che si erano intrecciati nello stesso, segno evidente del completo stato di abbandono del sito.  

Da verifiche espletate durante il controllo si è accertato che tali maleodoranti reflui fognari, liberamente scorrendo sul suolo, sversano nella sottostante area boscata in assenza di qualsivoglia trattamento depurativo. Difatti il depuratore nel momento del controllo è risultato fermo e le varie strutture atte alla depurazione delle acque erano intasate da fanghi mai smaltiti e completamente inutilizzate da tempo. Analoga situazione nei letti di stoccaggio dei fanghi di rifiuto, abbandonati da molto tempo e sui quali cresceva una rigogliosa flora erbacea.  

Si è quindi provveduto ad effettuare il sequestro dell’impianto contestando vari reati quali: lo scarico di reflui sul suolo, il danneggiamento, l’attività di gestione non autorizzata di rifiuti speciali prodotti dall’impianto nel tempo ed il getto pericoloso di cose, stante il perdurante stato di abbandono del sito che è causa di maleodoranti e moleste esalazioni e prolificare di insetti nocivi e ratti con i quali sono costretti a vivere gli abitati del luogo. 

Dai successivi controlli è stato inoltre accertato che, per tale sito, non era mai stata neanche rilasciata la necessaria autorizzazione allo scarico, come pure la mancanza degli ulteriori atti amministrativi necessari alla gestione ed alla tracciabilità dei rifiuti fangosi prodotti nel sito. Tale attività ha portato oltre al sequestro al deferimento del  dirigente del II° Dipartimento Tecnico – Sviluppo Tutela e Gestione del Territorio - del Comune di Cosenza - ed i dirigenti dei Settori n° 7 Infrastrutture e N° 8 Ambiente i quali sono stati deferiti alla competente Autorità giudiziaria per i succitati reati continuati ed in concorso. 

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Furto di legna, gli uomini del Corpo forestale arrestano due ragazzi a Rossano

Il personale del Corpo forestale dello Stato nei giorni scorsi ha tratto in arresto due giovani di Rossano accusati di furto di legna.

In particolare, in seguito all’intensificazione dei controlli finalizzati a prevenire e reprimere gli indiscriminati furti di legna nel patrimonio boschivo comunale di Rossano, gli uomini del locale Comando Stazione hanno sorpreso in località “Rinacchio” A.P. di anni 22 e W.T.  di anni 23 mentre trafugavano alcune piante di cerro.

I due giovani dopo aver reciso, tagliato e caricato a bordo di un fuoristrada la legna sono stati bloccati e controllati dagli uomini del Corpo forestale che hanno rinvenuto all’interno del veicolo circa dieci quintali di legna, una motosega, uno spacca legna e un bidone contenente benzina.

La legna, gli attrezzi e il fuoristrada utilizzato per il trasporto sono stati sottoposti a sequestro probatorio. Il P.M. di turno, Simona Manera, ha convalidato l’arresto  e dopo le formalità di rito ha disposto di rimettere in libertà i due giovani, ritenendo di non dovere richiedere l'applicazione di misure coercitive.

Posta sotto sequestro parte della rete fognaria di Saracena

Gli uomini del Nipaf (Nucleo investigativo di Polizia Ambientale del Corpo Forestale) di Cosenza hanno accertato lo scarico sul suolo di parte delle acque reflue provenienti dalla rete fognaria pubblica del Comune di Saracena.

L'attività coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, che ha visto impegnati anche gli uomini dei Comandi Stazione di Laino Borgo e Castrovillari, è scaturita a seguito di una denuncia ed ha interessato gran parte della rete fognaria del Rione San Pietro. In particolare si è accertato che i liquami, maleodoranti e di colore torbido e con residui di materiale solido, provenienti da una condotta della rete fognaria, dopo essersi incanalati, formano una cascata che attraverso un costone scende fino al letto del Torrente Garga, con conseguente danneggiamento ed alterazione dell’equilibrio chimico e biologico delle sue acque. Un ulteriore punto di scarico delle acque reflue, che confluisce sempre all’interno del Torrente Garga, è stato inoltre scoperto nei pressi della centrale idroelettrica di proprietà dell’Enel a valle dell’abitato di Saracena.

A seguito di tali accertamenti si è provveduto al sequestro di un pozzetto e di una parte della condotta fognaria oltre allo scarico rinvenuto nei pressi della centrale idroelettrica. Si è inoltre provveduto al deferimento del siindaco e del responsabile dell’Ufficio Tecnico per violazione alla normativa ambientale. In particolare è stato violato il divieto di scarico di acque reflue sul suolo e negli strati superficiali del sottosuolo, omettendo il trattamento delle acque provenienti dagli stessi con conseguente immissione nel Torrente Garga.

L’attività di controllo ha interessato anche l’impianto di depurazione comunale situato in località San Vito nel quale sono stati rinvenuti all’interno dei letti di essiccamento un cospicuo quantitativo di fanghi di depurazione ricoperti di vegetazione i quali non sono stati smaltiti per come previsto dalla normativa vigente. Per tale motivo si è provveduto al deferimento per “gestione illecita di rifiuti” del responsabile dell’Azienda Pluriservizi del Comune che gestisce l’impianto.

Questi controlli  rientrano in una vasta attività d’indagine sulla depurazione che il Corpo Forestale da mesi sta effettuando in Provincia di Cosenza e che ha portato a diversi sequestri. A Saracena gli accertamenti stanno proseguendo poiché dai primi riscontri pare che tutto il rione oggetto del controllo non sia connesso al depuratore.

Abbandono rifiuti, scattano le sanzioni del Corpo Forestale a Spezzano della Sila

Sono stati individuati e sanzionati alcuni responsabili dell’abbandono di rifiuti nel Comune di Spezzano della Sila. Gli uomini del Corpo Forestale del locale Comando Stazione hanno svolto un servizio specifico mediante mirati e pazienti appostamenti e osservazione dei luoghi oggetto di abbandono rifiuti, effettuati durante il mese ottobre. 

L’area interessata e videosorvegliata si trova lungo la strada provinciale 247 Moccone-Rose in località Guzzolini-Moccone ed è stata oggetto di continui  abbandoni di rifiuti di ogni tipo quali sacchetti di plastica contenenti  rifiuti solidi urbani: bottiglie di plastica, documenti, vetri,  parti d’autovetture,  residui di  parti di lavori elettrici  ed altro. 

L’attività investigativa e le successive  indagini avviate dal Corpo forestale dello Stato hanno permesso di risalire ad alcuni trasgressori, accertando l’identità dei responsabili degli illeciti, automobilisti che transitando lungo la strada provinciale e abbandonavano sul luogo i rifiuti. In sole due settimane di ottobre sono state elevate oltre 6000 euro di sanzioni, ma sono ancora al vaglio del personale Forestale diverse immagini recuperate sul luogo dell’abbandono. 

Le operazioni condotte dal Comando Stazione Forestale di Spezzano della Sila si inseriscono nell’ambito di una campagna di controllo e di intensificazione delle attività a contrasto del fenomeno dell’illecito abbandono e deposito incontrollato di rifiuti sul suolo che continua a impegnare il personale Forestale sull’altopiano della Sila in altri siti individuati e oggetto di abbandono monitorati da tempo. 

Scoperti i mandanti di alcuni incendi dolosi: interessi legati ai territori di caccia

Dopo l'arresto dell’incendiario della scorsa estate, gli uomini del Corpo  Forestale dello Stato hanno deferito all’Autorità giudiziaria, per concorso in incendi boschivi dolosi, due uomini di Sant’Agata d’Esaro.

A seguito di una scrupolosa attività d’indagine si è arrivati all’individuazione dei mandanti di diversi incendi che hanno interessato il Comune di Sant’Agata di Esaro nel periodo di luglio 2015. In particolare dopo il verificarsi di ben 12 incendi in tale periodo estivo il personale Forestale, a seguito d’indagini accurate e grazie all’ausilio di videoriprese, arrestarono un boscaiolo del luogo che fu ritenuto colpevole e condannato alla pena di 2 anni e 4 mesi di reclusione con sentenza datata 27 gennaio 2016. Ma l’attività d’indagine non si è fermata all'individuazione dell'esecutore materiale, in quanto ha portato all’individuazione anche dei presunti mandanti degli incendi, i quali avrebbero agito, secondo gli investigatori della Forestale  per ritorsioni, rappresaglie e vendette tra squadre rivali di cacciatori di cinghiale concorrendo a provocare la distruzione degli habitat di caccia attraverso l'incendio di aree boscate assegnate dall’ATC ad una squadra in particolare. Una volta che le fiamme hanno percorso tali zone, infatti, la legge ne impedisce per 10 anni l'attività venatoria.

Pertanto gli uomini del Corpo Forestale ricostruendo tutte le dinamiche pregresse verificatisi sui territori di caccia al cinghiale che insistono in Sant’Agata di Esaro, sono addivenuti all’individuazione dei mandanti di almeno 6 di quegli incendi, deferiti all’Autorità giudiziaria per concorso in incendi boschivi dolosi. 

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Maltrattamento di cani, denunciato un uomo

Il personale del Comando Stazione del Corpo Forestale ha deferito all’Autorità giudiziaria un uomo di Fagnano per maltrattamento di animali. In particolare, a seguito di una segnalazione di alcune Guardie Zoofile, il personale forestale è intervenuto unitamente al personale veterinario dell’Asp di Cosenza, ed i Carabinieri della locale Stazione nel Comune di Fagnano Castello al fine di verificare le condizioni di tre cani “Meticci” di proprietà dell’indagato. Gli animali erano legati ad una catena non più lunga di 100 centimetri all’interno di un ricovero removibile in lamiera e legno in precarie condizioni igieniche che costringeva i cani, a subire per quanto riguarda le loro caratteristiche etologiche delle sevizie per  lo stato in cui venivano detenuti, così come verificato  dai veterinari. Si è quindi proceduto al deferimento dell’uomo e al sequestro degli animali affidati  ad un Ente preposto all’accoglienza degli stessi a Villapiana.

Furto di strobili: denunciati 5 operai, sequestrati 10 quintali di materiale

Il personale del Corpo forestale dello Stato ha sorpreso 5 cittadini di nazionalità rumena, intenti ad asportare strobili, comunemente chiamate pigne da alcune piante di Pino. Tale attività, come è emerso dalle verifiche era praticata senza le dovute autorizzazioni. Gli uomini del Corpo Forestale hanno intensificato in questi giorni i controlli nelle zone potenzialmente più a rischio per tale tipo di reato ed in prossimità delle aree in cui vi è una forte presenza di Pino Domestico. Due gli interventi che hanno portato all’individuazione dei trasgressori. Il primo a Morano Calabro in località “Mazzicanino”, all’interno del Parco nazionale del Pollino dove sono stati fermati i primi due uomini intenti a trafugare le pigne, pronte per essere caricate a bordo di un’auto. Inutile la fuga a piedi dei due una volta accortisi della presenza della Forestale. Sono stati infatti rintracciati e fermati  dagli stessi forestali nelle vicinanze del centro abitato. Il secondo intervento in località “Conca del Re” di Castrovillari, dove altri tre rumeni sono stati colti in flagranza mentre raccoglievano gli strobili in una proprietà privata su alcune piante. Per entrambi i casi  si è proceduto al sequestro del materiale trafugato sistemato in alcuni sacchi, oltre 10 quintali, degli automezzi in loro possesso e carichi di tale materiale oltre ad alcune aste uncinate e ramponi, mezzi utilizzati per arrampicarsi sugli alberi e prelevare gli stobili. Questo fenomeno alimenta un vero e proprio mercato nero, gli strobili vengono usati per la realizzazione di carbone  ed i pinoli venduti per il mercato dolciario,  ma tale attività  rappresenta anche un serio deturpamento del territorio. Infatti, spesso accade che i frutti vengano raccolti direttamente dagli alberi, con l'effetto di ridurre la naturale propagazione. Per i 5 rumeni, tutti provenienti dal salernitano, è scattata quindi, la denuncia a piede libero per furto aggravato. 

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