Chiaravalle Centrale, il fronte del “No”: “Fermiamo la demolizione della democrazia nel nostro Paese”

Votare “No” al referendum del 4 dicembre, per dire no "alla demolizione della democrazia nel nostro Paese".

Un messaggio forte e chiaro quello che è partito da Chiaravalle Centrale in occasione del convegno sulla riforma costituzionale svoltosi ieri. Palazzo Staglianò ha ospitato le relazioni degli avvocati Silvia Vono, Giuseppe D'Ippolito, della delegata nazionale di “Possibile” Filly Pollinzi, con le conclusioni affidate al deputato del Movimento 5 Stelle Paolo Parentela.

Ha introdotto i lavori il giornalista Francesco Pungitore, il quale ha espresso tutto i suoi dubbi sulle ragioni del “Sì” da cittadino di un territorio che “ha ben altre priorità da risolvere che non lo stravolgimento della Costituzione”. Altrettanto secco il “No” espresso dal sindaco di Chiaravalle, Mimmo Donato, che ha portato il suo saluto alla platea, confermando le sue preoccupazioni di amministratore locale nei confronti di una riforma che tutto cambia senza, però, incidere sulle vere problematiche strutturali degli enti locali, completamente lasciati allo sbando.

"Dobbiamo votare No affinché non sia l'ultima volta che votiamo” ha rimarcato l'avvocato Giuseppe D'Ippolito, focalizzando la sua attenzione sull'attacco portato dal “Sì” al principio della sovranità popolare. “Avremo un Senato di nominati - ha spiegato - una Camera in gran parte decisa dai capi partito, le Regioni svuotate delle loro competenze. Questa, in estrema sintesi, è la fine della democrazia”. Di “colpo di Stato strisciante” ha parlato senza mezzi termini l'avvocato Silvia Vono che ha presieduto il tavolo dei relatori, animando un vivace dibattito. “Il Sì toglie la sovranità dalle mani dei cittadini” ha ulteriormente ribadito l'avvocato Filly Pollinzi, delegata nazionale di “Possibile”, il partito che fa capo all'ex Pd Pippo Civati. Ha concluso il deputato Paolo Parentela che ha subito attaccato: “Questa riforma chi l'ha voluta? Non certo i cittadini che chiedono ben altro alla politica. I cittadini chiedono lavoro, chiedono di uscire dalla crisi, non certo di cambiare la Costituzione. Questa riforma è voluta dai grandi poteri finanziari e puzza di massoneria deviata. Lobby che vogliono saccheggiare il nostro Paese, calpestando i diritti dei cittadini”. Parentela ha continuato spiegando che, nonostante gli slogan del “Sì”, “il Senato non verrà abolito, i costi della politica non verranno ridotti, le leggi non saranno velocizzate”. “La Costituzione andrà pure cambiata – ha sottolineato – ma con una migliore, non con una carta peggiorativa di quella esistente”.

Numerosi gli interventi da parte del pubblico presente (tra i partecipanti, anche una delegazione del movimento “Liberamente” di Serra San Bruno, pubblicamente schierato per il “No”). Tra gli altri, hanno sollecitato ulteriori spunti di riflessione: Giacinto Damiani, Mario Luzzi, Gianfranco Mammone. L'appello finale è stato altrettanto chiaro come le premesse. “Bisogna votare e far votare ‘No’ – è stato rilevato - convincere gli indecisi, parlarne quotidianamente in famiglia e al lavoro, nella convinzione di dover far fronte, negli ultimi giorni di campagna referendaria, ad una pesante offensiva renziana. Su tutti i media ma non solo...”.

Comitato Trasversale delle Serre. Mobilitazione a Serra e bilancio di fine mandato per Pungitore

Si conclude il semestre di presidenza di Francesco Pungitore alla guida del Comitato “Trasversale delle Serre - 50 anni di sviluppo negato”. Una scadenza che va a coincidere con la giornata di mobilitazione per la Trasversale delle Serre organizzata per venerdì 28 ottobre a Serra San Bruno. Nel corso della giornata verrà dato nuovo impulso alla campagna di adesioni promossa dal sodalizio. A partire dalle ore 18, presso Palazzo Chimirri, si svolgerà un convegno aperto al contributo dei cittadini e a tutti gli amministratori locali e regionali del territorio, alle forze sindacali ed ai parlamentari calabresi. L'invito è stato esteso anche all'Anas, con l'intenzione di avere chiarimenti diretti sul destino di questa infrastruttura, tutt'ora incompiuta. Finanziamenti, appalti, progettazioni: qual è la situazione reale della superstrada Jonio-Tirreno? Queste le domande che attendono risposte chiare e definitive, dopo mezzo secolo di promesse, tutte puntualmente disattese, e cronici ritardi. Ci sarà spazio anche per “discutere della questione degli ex operai della Trasversale che, a decine, ancora attendono di essere pagati, nel silenzio e nel disinteresse della politica”.

Presidente Pungitore, sarà l'occasione per tracciare un bilancio di questi sei mesi di attività?

“Certamente, anche perché ci eravamo dati delle scadenze e degli obiettivi molto precisi sei mesi fa a Soverato, nel giorno della prima uscita pubblica del Comitato. Avevo personalmente espresso l'intenzione di portare avanti un programma ben definito, in un arco temporale delimitato”.

Con quali risultati?

“Ci eravamo ripromessi di riportare la Trasversale delle Serre, dopo anni di abbandono, al centro dell'interesse mediatico e politico regionale. Ci siamo riusciti, ottenendo lo sblocco di importanti tratti di superstrada in provincia di Catanzaro. Mi riferisco, in particolare, all'apertura degli svincoli di Gagliato e di Torre di Ruggiero. Credo, però, che il risultato più importante sia stato quello di dare, finalmente, speranza a questo territorio. In questi mesi ho incontrato centinaia e centinaia di cittadini, pronti a scendere in piazza, a sostenere spontaneamente la nostra mobilitazione con grande entusiasmo, impegno e partecipazione. Proprio il risveglio della partecipazione democratica dei cittadini è l'aspetto che mi ha più colpito e convinto della bontà della nostra iniziativa”. 

Adesso, però, ci sono nuovi obiettivi da raggiungere?

“L'assemblea di Serra San Bruno servirà proprio a questo. E' una ripartenza. Come sei mesi fa a Soverato, adesso fisseremo il programma del prossimo semestre. C'è ancora tanto da fare ed è proprio la sponda tirrenica del progetto la nostra preoccupazione, in questo momento. Bisogna assolutamente allacciare i tratti già esistenti all'autostrada. Altrimenti non avrà alcun senso quanto fatto finora. E poi c'è la questione degli ex operai, che ci sta molto a cuore”.

Da venerdì ci sarà un nuovo presidente, dunque?

“La mia volontà è questa. A Soverato, ma anche nei miei interventi in radio e in televisione, oltre che nel corso dei tanti incontri pubblici che abbiamo avuto in questi mesi, ho sempre auspicato una naturale staffetta con la vicepresidente Silvia Vono: persona che considero davvero straordinaria, onesta al 100 per cento e coraggiosa in tutto quello che fa. Merce rara di questi tempi. Con lei c'è stata sempre sintonia totale su tutto e sono convinto che sarà ancora così in futuro. Così come non posso dimenticare l'eccezionale apporto che hanno dato alla nostra mobilitazione uomini e donne speciali come Fioravante Schiavello, Bruno Cirillo, Marisa Gigliotti, Giovanni Sgrò. Per non dire, ovviamente, del nostro grande presidente onorario, Ulderico Nisticò. Tra l'altro, e concludo, proprio Silvia Vono sta seguendo in prima persona la vicenda degli ex operai. Credo che siamo tutti chiamati a darle, d'ora in poi, ancora più forza nel condurre questa battaglia. Una battaglia che sarà sicuramente una priorità del prossimo semestre”.

Il Comitato Trasversale delle Serre traccia il bilancio di un mese di attività

"Lottando, con generosità e sincerità, per una giusta causa, i risultati alla fine arrivano". E' il messaggio lanciato alla platea degli studenti delle scuole superiori di Chiaravalle dal Comitato “Trasversale delle Serre – 50 anni di sviluppo negato". Un'importante occasione di confronto e sensibilizzazione sui temi dello sviluppo, delle infrastrutture e del lavoro che si è svolta nei giorni scorsi presso la sede del Gal "Serre Calabresi". In questa intervista il presidente del Comitato, Francesco Pungitore, spiega l'iniziativa e fa il punto sull'ultimo mese di attività.

Di cosa si è parlato a Chiaravalle?

"Di Trasversale delle Serre, ovviamente. E lo abbiamo fatto in termini volutamente positivi. Eppure, direte voi, questa è una strada che non c'è. Come facciamo a parlarne bene? In questi 50 anni, purtroppo, è diventata l'emblema delle incompiute, lo scandalo degli scandali calabresi. Eppure, per noi, oggi, diventa un'occasione positiva, un importante argomento di confronto e di discussione. Di proposta, addirittura. Perché questo radicale cambio di prospettiva? Innanzitutto, chiariamo subito: non stiamo festeggiando la fine dei lavori. Dopo 50 anni, purtroppo, non è così! La nota positiva deriva da altro. La cogliamo nella mobilitazione popolare che si è creata attorno al problema Trasversale delle Serre. La vediamo nel moto di partecipazione e di impegno che ha visto scendere in campo centinaia e centinaia di cittadini riuniti in un Comitato spontaneo. Insieme, con forme di protesta civili e democratiche, nel giro di poche settimane abbiamo riportato quest'opera al centro dell'agenda politica della Regione Calabria e tra le priorità strategiche dell'Anas. Un successo che ci dice molto. Ci dice, innanzitutto, che possiamo dire velocemente basta alla Calabria dei delusi e dei rassegnati. Ci dice che lottando, con generosità e sincerità, per una giusta causa, i risultati alla fine arrivano. E allora, questa nostra battaglia di civiltà vuole diventare, senza falsa modestia, un modello per le nuove generazioni. Ai giovani calabresi diciamo: ecco come potete intervenire concretamente per risolvere, in maniera analoga, mille altre emergenze che investono la nostra terra. E' una esortazione a credere nei propri ideali e a non mollare mai. Prima di noi c'era già stato il Comitato Battaglina, a Borgia. Migliaia di cittadini che si erano battuti per evitare che nel loro paese venisse costruita la più grande discarica di rifiuti d'Europa. Anche loro hanno vinto. E anche noi, oggi, stiamo vincendo. Stiamo già vincendo non solo perché vediamo gli operai di nuovo al lavoro, ma soprattutto perché ci siamo riappropriati di un nostro diritto originario: il diritto ad essere protagonisti e artefici del destino dei territori in cui siamo nati". 

Che rapporto avete con la politica e con i politici?

"A Chiaravalle, così come nelle altre assemblee pubbliche che abbiamo promosso, c'erano tanti politici, che salutiamo e ringraziamo per la loro presenza. Tanti altri non sono venuti, manifestando indifferenza. Altri ancora si sono addirittura schierati in termini contrappositivi rispetto al nostro Comitato. Sapete in base a quale principio? Adducendo come motivazione il fatto che noi stiamo occupando uno spazio, un ruolo che non ci compete. Che i politici e la politica sono chiamati a risolvere i problemi, non i Comitati. Noi rispondiamo, e qui cito la nostra vicepresidente, Silvia Vono, che la politica non è un mestiere riservato a pochi eletti, che la politica è di tutti, anche vostra, anche nostra, perché le questioni che riguardano il bene comune sono, ovviamente, un vostro e un nostro problema".

Che proposte lanciate?

"Il nostro è un territorio che paga cinquant'anni di sviluppo negato. Qual è il dato più evidente che emerge nei nostri paesi? Lo spopolamento. Una drammatica desertificazione dell'entroterra e una parallela cementificazione delle coste cui non corrisponde, però, una capacità di dare risposte in termini economici ed occupazionali. La montagna si spopola ma la marina non decolla, né da un punto di vista turistico né come polo di servizi. In ogni caso, viviamo tutti una analoga condizione di marginalità. Mare e montagna siamo tutti la periferia di una regione che è l'ultima in Europa. Dobbiamo, forse, rassegnarci? Dobbiamo rinunciare ad avere speranza? Noi diciamo no. Diciamo basta con il silenzio e basta con la rassegnazione.  Uniti possiamo cambiare le cose, come stiamo già facendo per la Trasversale, possiamo farlo anche per altro. Da qui nasce lo spirito del gruppo di lavoro “Io voglio vivere qui” e il relativo progetto che abbiamo presentato sia a Soverato che a Chiaravalle". 

Qual è l'idea di fondo? 

"Partire dalle criticità per scoprire se le nostre debolezze possono diventare punti di forza. E le criticità del nostro territorio, quelle più evidenti e macroscopiche che abbiamo individuato, sono essenzialmente tre: i centri storici abbandonati, le campagne ormai  improduttive e la scarsa ricettività alberghiera. Il gruppo di lavoro denominato 'Io voglio vivere qui' fissa l'attenzione su questi tre punti per costruire un progetto dal basso, coinvolgendo i cittadini, gli operatori economici e le amministrazioni locali. Tre priorità e due domande. Partiamo dai centri storici abbandonati: esiste la possibilità di recuperare il vasto patrimonio immobiliare esistente nei nostri borghi, magari da riorientare verso un progetto di ospitalità diffusa, di paese albergo, in modo tale da risolvere anche il problema della scarsa ricettività turistica delle nostre zone? C'è chi lo sta già facendo, come il progetto 'Fuidu' che appoggiamo e sosteniamo. Potremmo lavorarci insieme. Si può pensare di organizzare seriamente un percorso produttivo legato all'agricoltura, in termini di piccole e medie imprese, di cooperative e orti di famiglia, legandosi ai nuovi mercati in crescita, come, ad esempio, accade con il biologico? Domande che noi poniamo agli attori locali, invitandoli a fare rete, ad essere protagonisti di questa nuova spinta dal basso, e magari puntando anche ad intercettare le risorse che arriveranno dall'Europa in termini di contributi e finanziamenti. In questo senso, pensiamo che soggetti come il Gal siano interlocutori di primo piano, perché possono dare gli indirizzi giusti su come muoversi nella giungla di bandi e regolamenti che regolano sigle, a volte, indecifrabili come Psr, Por, Pisl, ecc. Bene, allora partiamo da questi elementi e da un assunto di fondo: noi vogliamo vivere qui. E per farlo dignitosamente abbiamo bisogno di strade, ma anche di occasioni di lavoro. Insieme, riusciremo a farcela. Insieme, magari, anche a quei ragazzi che abbiamo incontrato a Chiaravalle e che rappresentano il futuro di questa regione".

 

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