"Furbetti del cartellino": 20 indagati e 2 misure cautelari a dipendenti pubblici

I militari del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Cosenza, nell’ambito delle indagini condotte della Procura della Repubblica di Cosenza, hanno notificato 12 misure cautelari personali nei confronti di dipendenti del comune di San Vincenzo la Costa e di personale dell’Azienda Sanitaria Provinciale del Servizio Cure Domiciliari Integrate (ex A.D.I.). Venti i dipendenti pubblici indagati per truffa aggravata ai danni di Ente Pubblico per essersi indebitamente assentati dal luogo di lavoro senza far risultare i periodi di assenza.

Le condotte criminose sono state accertate dai militari della Guardia di Finanza mediante una minuziosa attività di videoregistrazione effettuata attraverso microtelecamere poste a controllo visivo dei locali adibiti a timbratura o registrazione nonché attraverso pedinamenti ed osservazioni occulte, indirizzate a rilevare gli effettivi comportamenti dei dipendenti pubblici e conclusivi riscontri documentali. Quattro i dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza impiegati presso il Servizio Cure Domiciliari Integrate, un medico e quattro infermieri, che eseguivano la timbratura del cartellino marcatempo attestando “falsamente” orari di ingresso e di uscita non corrispondenti a quelli reali. Il medico, con incarico di effettuare visite domiciliari, dopo aver timbrato la mattina presto, si recava frequentemente da parenti e rientrava in ufficio dopo alcune ore. Gli infermieri, con incarico di effettuare terapie domiciliari, si scambiavano costantemente e “vicendevolmente” i propri tesserini aziendali, i quali venivano timbrati, nelle varie occasioni, dall’uno o dall’altro dipendente.

In sostanza, un solo dipendente eseguiva la timbratura del cartellino marcatempo anche nell’interesse degli altri in modo di far risultare la “presenza” anche dei colleghi assenti. In diverse occasioni di entrata e uscita nel corso della giornata gli impiegati “fingevano” di timbrare il proprio tesserino, digitando solo alcuni numeri, al fine, evidentemente, di dare l’impressione ai colleghi di aver ottemperato all’obbligo di marcatura.

Diverse le attività di natura privata svolte dagli impiegati in orario di servizio, da visite ad amici a prolungate soste in bar e ristoranti. Per tutti i dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza il Giudice delle Indagini preliminari, ha disposto la misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio presso l’Azienda sanitaria per la durata di dodici mesi. Sedici i dipendenti pubblici indagati in servizio presso il Comune di San Vincenzo la Costa per aver attestato falsamente la presenza nel Comune pur essendosi ingiustificatamente allontanati. Gli impiegati, attraverso ingressi tardivi ed arbitrari allontanamenti a piedi od in auto, si assentavano durante l’orario di lavoro, senza autorizzazione, per dedicarsi ad attività di carattere privato. Il Comune, nel periodo oggetto di controlli, accertava la presenza del dipendente attraverso la trascrizione che ogni dipendente era tenuto ad effettuare a mano su un apposito “registro delle presenze” cartaceo dell’orario di ingresso e di uscita e delle eventuali variazioni, apponendo la propria firma autografa.

L’attività svolta dai finanzieri consentiva di evidenziare la diffusa tendenza dei dipendenti comunali a timbrare il cartellino di entrata ed uscita e annotare gli orari sul “registro delle presenze” anche per altri colleghi. In diverse occasioni i dipendenti del Comune si allontanavano dal posto di lavoro senza registrare la propria assenza sul registro ed in altri casi facevano annotare falsamente la loro presenza in ufficio da altri colleghi compiacenti. Attraverso indagini, pedinamenti, appostamenti e videoregistrazioni effettuate dai finanzieri, è emerso un quadro di diffusa inosservanza degli obblighi di diligente condotta previsti per i dipendenti della pubblica amministrazione in servizio presso il Comune, agevolata dall’assenza di un efficace sistema di controlli interni. Ripetuti e continui i tardivi ingressi non registrati e gli allontanamenti dal posto di lavoro per lo svolgimento di attività private; condotte consolidate sfociate in un sistema truffaldino attraverso il quale i pubblici dipendenti riuscivano a far “figurare” la propria presenza sul luogo di lavoro ricevendo l’intera retribuzione giornaliera. Condotte reiterate a danno del Comune e dei cittadini in termini di disservizi e rallentamento delle attività istituzionali.

Per otto dei dipendenti indagati il Giudice delle Indagini preliminari ha disposto l’obbligo di presentarsi tutti i giorni lavorativi, per due volte al giorno, presso le Forze di polizia.

“Furbetti del cartellino” in Calabria, timbratura e giro al mercato: coinvolti 24 dipendenti comunali

I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno proceduto all’esecuzione di misure cautelari, emesse dal Gip presso il Tribunale di Palmi, nei confronti di 24 dipendenti comunali, 4 destinatari di ordini di custodia cautelare con l’applicazione della misura degli arresti domiciliari e gli altri 20 destinatari dell’obbligo della presentazione alla p.g., ritenuti responsabili dei reati di concorso in false attestazioni, con modalità fraudolenta, della presenza in servizio e truffa aggravata e continuata in danno dell’Ente Pubblico di appartenenza, nello specifico il Comune di Oppido Mamertina. L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi, trae origine da un’attività di controllo iniziata nel mese di novembre del 2015, allorquando militari della Stazione di Oppido hanno  rilevato che alcuni dipendenti di quel Comune, nella fascia oraria in cui avrebbero dovuto trovarsi in servizio, si sono allontanati dal luogo di lavoro e sono stati notati in diverse zone della cittadina. Tale assunto avrebbe trovato conferma nei successivi servizi perlustrativi del territorio operati dai carabinieri della locale Stazione che avrebbero avvalorato l’esistenza di un allarmante fenomeno di assenteismo, che si sarebbe manifestato in maniera più accentuata in particolare nella giornata del martedì allorquando si tiene il mercato settimanale. Tali primi risultati sono stati refertati alla Procura, sotto il cui coordinamento, si è proseguito l’attività d’indagine anche con l’ausilio di attività tecniche. In particolare, per meglio documentare il fenomeno, è stato installato un sistema di videosorveglianza che permette di monitorare la macchinetta marcatempo e gli ingressi del Palazzo comunale. Le videoriprese, protrattesi per un arco temporale ritenuto idoneo a dimostrare la reiterazione delle condotte delittuose – circa tre mesi – hanno consentito di individuare e ricostruire un fenomeno di malcostume messo in atto con modalità estremamente disinvolte, prescelte dagli indagati per poter eludere l’adempimento dei doveri nascenti dal rapporto di lavoro dipendente della detta Amministrazione, concretizzatosi nell’utilizzo improprio da parte di alcuni dipendenti comunali dei badge per il rilevamento delle presenze lavorative, con conseguente danno per l’amministrazione di appartenenza e relative violazioni di carattere penale e nell’allontanamento volontario da parte degli stessi dipendenti dagli uffici comunali - ed in genere dal luogo di lavoro - senza che tali assenze venissero attestate dalla timbratura del badge, da un permesso o da autorizzazioni dei dirigenti comunali. L’attività investigativa ha, quindi, consentito di verificare come molti degli indagati si assentassero sistematicamente dal luogo di lavoro, attestandone (o alcuni, più gravemente, facendone da altri attestare), per il tramite della timbratura del cartellino segna tempo, la loro presenza all’interno dello stesso, da cui in verità si allontanavano senza regolare permesso, così facendo risultare integralmente osservato l’orario di lavoro quotidiano che in realtà non lo era mai, e conseguentemente percependo indebitamente un ingiusto profitto consistente nella ordinaria retribuzione per l’intero orario lavorativo. I carabinieri hanno così potuto documentare ogni movimento, spostamenti, entrate, uscite dei dipendenti comunali e, con appositi servizi di osservazione e pedinamento, monitorare le attività svolte durante l’orario di servizio al di fuori dell’ufficio. Ebbene, nel corso di tali controlli effettuati nei pressi degli uffici comunali e per le vie di Oppido Mamertina i carabinieri hanno documentato in primo luogo la presenza, in orari di lavoro, nelle piazze e nelle vie adiacenti i detti uffici, di numerosi dipendenti comprovando in tal modo ictu oculi l’allontanamento pressoché quotidiano dagli uffici di dipendenti che, senza far risultare l’assenza attraverso marcatura dei cartellini, si aggiravano per negozi, facevano la spesa al mercato, erano impegnati in attività di pulizia domestica o si intrattenevano con conoscenti ed amici per le piazze e strade cittadine. Da ultimo, è stata acquisita tutta la documentazione relativa ai dipendenti comunali, elenco delle timbrature, fogli firma, certificati di malattia, permessi ed ogni altro documento utile a verificare la posizione lavorativa di ogni singolo dipendente, confrontandola con le risultanze investigative acquisite.

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