"'Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito', recita un noto proverbio. Il significato è chiaro: non bisogna essere epidermici, ovvero approssimativi, ma occorre saper cogliere la vera essenza delle cose, soprattutto quando l’oggetto della discussione è una problematica di significativo interesse per collettività". E’ quanto afferma il consigliere regionale del PD, nonché presidente della III Commissione consiliare "Sanità, attività sociali, culturali e formative", Michele Mirabello commentando la dura presa di posizione del Segretario generale della Cisal, Franco Cavallaro, nei confronti del Presidente della Regione Mario Oliverio e del Direttore generale dell’Asp di Vibo Valentia, Angela Caligiuri. "A mio sommesso avviso - prosegue il consigliere regionale - il Segretario generale della Cisal restringe troppo il campo visivo, sbagliando, nelle questioni poste, sia nel metodo che nel merito. Desta stupore, anzitutto, la circostanza secondo cui un Segretario nazionale di un sindacato, rimasto silente nei giorni scorsi, quando la polemica infuriava e le questioni erano tutte sul tappeto, si concentri oggi su aspetti prettamente locali, marginali, rispetto alla complessità della vicenda. Nel merito, invece, mi trovo totalmente in disaccordo con Cavallaro che, anziché analizzare la drammatica situazione in cui versa il Servizio sanitario calabrese e ricercare le cause e i responsabili che la hanno determinata, si limita, erroneamente, a lanciare inspiegabili strali all’indirizzo del presidente Mario Oliverio e del Direttore generale dell’Asp di Vibo Valentia. Eppure – ricorda Mirabello – il primo si è messo alle testa di una grande mobilitazione, con obiettivi chiari e definiti, per uscire definitivamente dalla palude nella quale è stata risucchiata in questi anni la sanità calabrese, mentre la seconda, con grande determinazione, ha contestato con forza e grande coraggio le storture del Decreto n. 30/2016, proponendo al Commissario Scura una modifica del decreto stesso attraverso un condivisibile piano che contempla 350 posti letto, di cui 286 per la degenza ordinaria, 33 per l’high care, 28 per il day hospital e 50 tecnici, per il nuovo nosocomio di Vibo Valentia e il mantenimento degli attuali posti letto e dei relativi servizi per le strutture periferiche di Tropea e Serra San Bruno, per le quali va difesa la specificità e la funzionalità territoriale. Peraltro - aggiunge - faccio notare che le osservazioni formulate dalla Caligiuri al tavolo regionale ed alla presenza di tutti gli altri dg derivano da una ricognizione fatta con i sindaci ed i primari. Pertanto, prima di sputare inutili sentenze, Cavallaro avrebbe fatto meglio a seguire le vicende in maniera più attenta e meno superficiale, a studiare atti e fatti che evidentemente non conosce. Insomma – conclude Michele Mirabello - mentre gli altri sindacati, tutti i partiti politici, i sindaci, i medici e gli operatori sanitari continuano a lanciare un inequivocabile grido di allarme e di profonda preoccupazione nei confronti del Commissario ad acta Massimo Scura e della nuova riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza urgenza e delle reti tempo-dipendenti pensata con il Decreto Commissariale n.30/2016, il Segretario generale della Cisal, invece, non trova nulla di meglio che scagliarsi come al solito in maniera qualunquista e superficiale contro il presidente Oliverio e il Dg dell’Asp di Vibo Valentia, con polemiche dal sapore strumentale che non meriterebbero nella sostanza grande considerazione se non perché creano inutili scontri su un tema sul quale la Calabria, e il Vibonese in particolare, scontano un ritardo gravissimo nel confronto con il resto del Paese"