“New York Times premia le eccellenze della Calabria, ma non le sue Istituzioni”

“Il prestigioso New York Times ha indicato la Calabria tra le prime mete del mondo da visitare nel 2017 e questa grande opportunità, che ha una portata senza precedenti, rischia di essere l’ennesima occasione perduta. Può finire nel nulla, infatti, a causa delle scelte sciagurate delle politiche governative che rendono la nostra regione sempre più isolata ed anche per responsabilità della giunta Oliverio che è subalterna al governo di Roma e non ha progetti di respiro per sostenere gli imprenditori di valore e tutti coloro che operano bene nei settori del turismo, dell’agroalimentare e dell’enogastronomia”.

È quanto sostiene in una nota il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Alessandro Nicolò, aggiungendo: ”Il valore della classifica del New York Times è grandissimo e la collocazione della Calabria al 37esimo posto, come unica meta-top italiana, è inestimabile. Proprio adesso, però, l’Alitalia abbandona l’aeroporto di Reggio mentre altre compagnie tagliano voli e collegamenti da altri scali calabresi. E non basta. A contrastare l’’effetto New York Times’ c’è pure l’autostrada, che non è nuova e tutta ammodernata come sostengono gli uomini dell’Anas, del governo nazionale e del presidente Oliverio, né basta abbreviare di una manciata di minuti le corse del Frecciargento per rompere l’isolamento”.

Continua Nicolò: “L’autorevole segnalazione incorona la straordinaria qualità della tradizione culinaria calabrese che bravi cuochi, giovani, giovanissimi e anche maturi, interpretano con piatti leggeri e gradevolissimi frutto di buon gusto, talento e competenza. E il valore di eccezionali produzioni di agricoltori e artigiani: innanzitutto il Bergamotto, la ‘Nduja, il peperoncino, i salumi…”.

“Rispetto ai grandi numeri delle attrazioni di altre regioni del Paese, dove spesso si ricorre a prodotti industriali – aggiunge il capogruppo di Forza Italia – i compilatori della classifica del giornale americano hanno preferito valorizzare un’enogastronomia tutta da scoprire, rimarcando ‘le coltivazioni biologiche e i vini ottenuti da vitigni locali’ come eccellenze di positività a livello mondiale”.

Ancora Nicolò: “La classifica del New York Times premia bravissimi chef e le belle strutture ricettive che si associano tra loro, anche medie e piccole. Ma mette pure in luce tutta una rete di agricoltori, allevatori, frantoiani, pastori, pescatori, artigiani dell’agroalimentare, e il mondo del vino, fatto di grandi nomi affermati e di produzioni di nicchia ma anche di professionisti come i sommelier che da una quindicina d’anni sono numerosi e attivi in Calabria”.

“Dobbiamo ringraziare il New York Times – conclude Nicolò – e sicuramente la Regione farebbe bene a farlo con uno spazio da pubblicare sul giornale statunitense, che ha dato una bella chance alla Calabria. Ma prendere atto, anche, che l’autorevole testata chiama in causa direttamente la politica e le istituzioni locali, che non sono certo non all’altezza del ‘top’ mondiale. Non è possibile non cogliere l’occasione preziosa che è stata offerta con la prestigiosa segnalazione. Sicuramente non seguendo il ragionamento del sindaco di Reggio, il quale ha affermato pubblicamente di aver scoperto grazie al New York Times che ‘siamo seduti su un tesoro inestimabile’. Ecco, il problema è proprio questo. È sbagliato rimanere seduti: dopo la ‘lezione’ che arriva dal grande giornale americano, non si può rimanere seduti”. 

 

La cucina calabrese conquista il New York Times

Finalmente una buona notizia. La Calabria è stata inserita nella lista dei 52 viaggi consigliati per il nuovo anno dal New York Times.

Nella speciale graduatoria, che vede i primi dieci posti occupati dal Canada, dal deserto di Atacama in Cile, da Agra in India, da Zermatt in Svizzera, dal Botswana, da Dubrovnik in Croazia, dal Grand Teton National Park in Wyoming, da Tijuana in Messico, da Detroit in Michigan e da Amburgo in Germania, la Calabria ha conquistato il 37esimo piazza.

L'ingresso nella prestigiosa classifica è dovuto alle qualità gastronomiche presenti nella regione. "Il cibo italiano oltre le mete tradizionali", titola la giornalista statunitense Danielle Pergament secondo la quale, i piatti migliori d'Italia si trovano proprio nella regione "di punta" dello Stivale.  

"Alcuni dei migliori pasti da consumare in Italia - scrive Pergament - non si trovano a Roma o in Toscana, ma in Calabria, una regione del sud. Nota per le pietanze piccanti e gran parte della produzione mondiale di bergamotto, la Calabria si sta concentrando su piatti leggeri, agricoltura biologica e vino ottenuto da viti locali". Vengono citati poi ristoranti come il Dattilo di Strongoli, il Ruris ad Isola di Capo Rizzuto e l'Antonio Abbruzzino a Catanzaro".

La classifica è considerata una sorta di guida ufficiale in cui vengono segnalati i luoghi più interessanti del momento. Tuttavia, nelle intenzioni di chi la compila  c'è anche l’idea di indicare luoghi che non ci si aspetta e mete insolite.

L'anno scorso l'unica località italiana segnalata era stata Torino, mentre nel 2015 – anno dell’Expo – la vincitrice della classifica era stata Milano. Sarà adesso interessante osservare se la guida contribuirà ad incrementare il turismo americano in Calabria.

 

  • Published in Cultura

Mario Caligiuri per il New York Times è stato il sindaco più lungimirante del Sud

Mario Caligiuri, professore universitario, per il New York Times è stato uno dei sindaci più lungimiranti tra quelli che hanno amministrato città italiane. «Mr. Caligiuri, 56 anni, cinque mandati consecutivi come sindaco» per il celebre giornale americano è l’uomo simbolo dell’era digitale calabrese e del Sud poichè, in una piccola realtà come Soveria Mannelli, ha fatto «rivivere le imprese a conduzione familiare trasformando la città in un modello di innovazione per il Sud sottosviluppato d'Italia».

 «Era la notte di Capodanno a cavallo del millennio – racconta il giornale newyorchese -  e come sindaco inviò  una e-mail alle autorità di Roma alla ricerca di un interlocutore cui spiegare la sua iniziativa volta a  collegare i 3.000 abitanti della sua città montana a internet». Per generazioni Soveria Mannelli era stata un avamposto vivace, situato in posizione strategica lungo la strada principale per Napoli. Ma dopo la costruzione dell'autostrada Salerno Reggio Calabria, Soveria Mannelli era stata lasciata tagliato fuori dalla grande via di collegamento.

«Mr. Caligiuri, come molti altri quì - continua il New York Times- si era rifiutato di accettare l'idea che il suo paese cadesse vittima dell'abbandono ed era deciso a superare gli ostacoli logistici che stavano condannando il suo paese all'isolamento». "Avevo capito – spiega Caligiuri - che le nuove tecnologie potevano generare sviluppo economico. Ma è stato solo quando il governo mi ha convocato a Roma che ho avuto la certezza che stavo facendo qualcosa di buono".

Soveria Mannelli ha ora una fiorente "industria" rappresentata da una casa editrice di medie dimensioni, da un produttore di mobili e da un'azienda che lavora i tessuti in lana. Imprese gestiti da famiglie che sono state in grado di mantenere le loro radici nella loro cittadina e che hanno saputo aggiornare le loro attività per rispondere alle sfide poste dall'era digitale. «La combinazione di una pluralità difattori come: stabilità amministrativa, un sindaco lungimirante ed un vivace spirito imprenditoriale hanno fatto della città  un modello per l'intera regione».

 "È un caso di studio che mostra chiaramente come un'amministrazione funzionale e stabile sia in grado di aiutare le aziende a crescere e che una piccola comunità può nutrire una vera e propria cultura d'impresa, anche nel sud d'Italia", ha detto Pier Luigi Sacco, docente di economia presso l'Università IULM a Milano. Allo stesso tempo, ha osservato, per un posto così piccolo, Soveria Mannelli ha una gamma insolita e la concentrazione di competenze che rendono il suo successo difficile da replicare altrove. "Temo che sarebbe difficile da scalare in su," ha aggiunto il professor Sacco. "La polifonia di talenti in un piccolo villaggio del genere sarebbe insolito quasi ovunque nel mondo."

 

 

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