'Ndrangheta, colpi di pistola contro la pizzeria della famiglia di un collaboratore di giustizia

Un'intimidazione è stata compiuta mercoledì sera ai danni di un esercizio commerciale gestito dai familiari di Roberto Violetta Calabrese, che da tempo ha avviato una collaborazione con i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia. Sette i colpi di pistola che hanno centrato la pizzeria, che si trova in piazza Loreto, nel cuore di Cosenza. Gli inquirenti non hanno dubbi e sono convinti si sia trattato di un atto intimidatorio indirizzato al pentito la cui testimonianza ha consentito di penetrare all'interno delle dinamiche criminali della cosca Rango-Zingari. Non più tardi di qualche ora prima, del resto, Pierpaolo Bruni, rappresentante della pubblica accusa per conto della DDA,  si era pronunciato in aula richiedendo che diversi soggetti considerati affiliati al clan venissero condannati ad oltre mezzo secolo di prigione. 

'Ndrangheta: disposto il carcere duro per presunto boss vibonese

I giudici qualche mese fa gli hanno inflitto una pena ad otto anni di reclusione al termine del processo celebrato in seguito all'operazione denominata "Lybra": ora il boss Nicola Tripodi sarà sottoposto al regime del 41 bis. L'istanza di trasferire al "carcere duro", colui che è considerato uno dei personaggi di spicco della 'ndrangheta di Vibo Valentia, è stata inoltrata da Pierpaolo Bruni, sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. La figura del presunto boss, ritenuto dagli inquirenti soggetto al vertice del clan attivo nell'area di Vibo Marina, è al centro di una seconda indagine affidata a Bruni e che ha messo nel mirino la criminalità organizzata del capoluogo ed i suoi interessi criminali. 

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