Attenzione
  • JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 983

Giubileo, attesa a Serra per l’apertura della Porta della Misericordia

L’amministrazione comunale di Serra San Bruno e il rettore del Santuario regionale di Santa Maria del Bosco comunicano che anche la cittadina della Certosa sarà coinvolta attivamente nelle celebrazioni giubilari per l’Anno Santo della Misericordia, indetto in via straordinaria dal Santo Padre Francesco. Domenica 20 dicembre, IV di Avvento, si vivrà nel Santuario bruniano l’inizio del Giubileo con l’apertura della Porta della Misericordia, stabilita anche per altri importanti centri spirituali dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace. Nell’imminenza del Natale, nella suggestiva cornice di Santa Maria, ci sarà dunque un momento di spiritualità molto intenso e significativo, che coinvolgerà anche gli altri santuari e le basiliche della nostra Chiesa diocesana, la quale vivrà invece il momento celebrativo di apertura della Porta della Misericordia nella Cattedrale di Catanzaro domenica 13 dicembre alle ore 16:00. Quello di domenica 20 dicembre sarà dunque il primo di una lunga serie di eventi che il Santuario regionale proporrà per l’Anno Santo, in concerto con l’Arcidiocesi Metropolitana e con la collaborazione dell’mministrazione comunale. Tra questi spiccheranno di certo il Lunedì e il Martedì di Pentecoste nel prossimo maggio, memoria della Traslazione delle reliquie di San Bruno e del Beato Lanuino (del quale ricorrerà, tra l’altro, nel 2016, il 900° anno della morte), giornate inserite dalla Curia nel ricco calendario delle celebrazioni giubilari nei Santuari. Ancora da stabilire, invece, la data forse più attesa dai serresi, come da tradizione secolare, in ogni Giubileo: la visita in paese del simulacro ligneo di Santa Maria del Bosco, il cui cuore d’oro contiene una pergamena recante i nomi dei certosini di Santo Stefano del Bosco e che viene “aggiornata” ogni anno santo, sia ordinario che straordinario. 

  • Published in Cronaca

Un Centro studi bruniani per Serra

Un Centro Studi Bruniani a Serra? Perché no! Si avvicina, ormai, dirompente il tempo ( aprile 2016) delle celebrazioni per il IX centenario della morte del Beato Lanuino, l’immediato successore del Santo Patriarca Brunone di Colonia ed è come rinnovare lo spirito e l’ansia di conoscere e studiare ancor di più. Beh, per questo importante appuntamento storico – religioso, perché non regalare ai Certosini, ai Serresi, ai Calabresi, al mondo intero un Centro di divulgazione del pensiero e della figura del nostro Santo e di Lanuino e approfondimento di mille anni di storia certosina e serrese insieme. È tanta e qualificata, ormai, la letteratura attorno alla Certosa che necessiterebbe maggiori studi e più propriamente un regesto di tutte le opere anche di quelle archeologiche già in nostro possesso e di quelle future. Appunto, un Centro Studi Bruniani. Per la verità, l’idea era stata già avanzata durante i giorni dell’ “Anno Bruniano” del 2001-02 e il sindaco del tempo ebbe a dire che era giunto il tempo di “cominciare a riflettere seriamente sulla possibilità di valorizzare la nostra cultura, promuovendo tutte le iniziative necessarie”, tradotto, “istituire nel nostro comune un centro di studi bruniani capace di aggregare quanti intendono seriamente dedicarsi alla ricerca sul Santo di Colonia.” In modo permanente. L’idea era stata accolta con entusiasmo anche dal comitato scientifico nazionale coordinato dal prof. Pietro De Leo. Ma a quanto pare è intervenuto il dimenticatoio! Orsù, riprendiamo il discorso, rimettiamo in moto l’iter cominciando a coinvolgere anche e soprattutto l’Università della Calabria e i tanti soggetti iniziatori. Non se ne dimentichi quel sindaco del tempo che oggi siede in Parlamento e riprenda il cammino! Che non vada perduto quanto fin qui realizzato e studiato, perché il tutto è un prezioso scrigno per la cultura calabrese altrimenti si rischia che mai “si po’ vidiri l’arva!”

  • Published in Diorama

Il miracolo della "Manna" e il ritorno dei certosini

Non è un rapporto temporalmente lineare quello tra la Certosa e Serra. Ci sono state, infatti, fasi storiche in cui i discepoli di san Bruno sono stati costretti dagli eventi avversi a lasciare la “cittadella dello spirito” eretta dal fondatore del loro ordine. Dopo il passaggio ai cistercensi, nel 1192, i certosini dovettero, per la seconda volta, lasciare le Serre in seguito al decreto di Giuseppe Bonaparte del 13 febbraio 1807 con il quale, tra l’altro, erano stati chiusi i conventi con meno di 12 frati. Già minata dalla terribili e disastrose conseguenze del terremoto del 1783, la Certosa rimarrà disabitata fino a quando, l’Arcivescovo di Rossano, il serrese Bruno Maria Tedeschi, non attiverà tutte le sue conoscenze per agevolarne la riapertura. L’iniziativa, come riportato da Taccone e Gallucci nelle Memorie storiche della Certosa de’ Santi Stefano e Brunone in Calabria, trova il favore del “gran Priore Generale della Certosa di Grenoble P.D. Giov. Battista Mortaiz e del Capitolo Generale Certosino. Laonde stabilite le relative pratiche, finalmente l'egregio Arcivescovo accompagnò egli stesso in Serra il P.D. Paolo m. Gerard, Priore della Certosa di S. M. degli Angeli in Roma e Procuratore Generale dell’Ordine, nonché i suoi compagni Fr. Domenico Terzuoli e Fr. Alessio Moschettini. Qual delegato Pontificio per Regio, diede il Tedeschi ai 29 marzo 1840 solenne e legale possesso della Certosa di S. Stefano, con grande consolazione generale approvazione”. Nel maggio dello stesso anno, il capitolo generale, elegge Stefano Franchet nuovo priore della Certosa. Nelle more dell’insediamento la casa religiosa viene gestita da un certosino francese, padre Taddeo Supries. L’anno successivo, accompagnato da due oblati, Maurizio Gabrielli ed Arsenio Compain, arriva a Serra anche il nuovo priore che avvia, immediatamente, una frenetica opera di recupero delle strutture danneggiate dal terremoto. Tuttavia, l’avversità delle condizioni generali e le ristrettezze economiche inducono Franchet e Gabrielli a lasciare Serra. A presidiare la Certosa, rimane, quindi, soltanto padre Compain che non si scoraggia e cerca, con pervicacia, di recuperare il patrimonio artistico sottratto alla Certosa dopo il terremoto del 1783. Uno zelo che pagherà con la vita, dal momento che verrà assassinato il 21 ottobre 1844. Morto l’unico inquilino, la Certosa ritorna ad essere desolatamente disabitata. Quando pare, ormai, destinata al definito abbandono, nel 1852, il sindaco di Serra, Vincenzo Scrivo, trasmette alla corte di Napoli una petizione nella quale chiede la concessione di una rendita destinata a sostenere il ritorno dei certosini. Nell’attesa dell’espletamento delle formalità burocratiche, un evento prodigioso preannuncia l’imminente ritorno dei “monaci”. Nel giugno 1856 si manifesta quello che i serresi considerano un inequivocabile segno divino. Ogni mattina, infatti, sugli alberi che circondano la chiesa di Santa Maria del Bosco si forma una specie di brina di colore bianco, lo stesso della cocolla dei certosini. Per i fedeli si tratta di un prodigio, tanto più che la “brina”, una volta svanita al sorgere del sole, lascia una pellicola bianca dal gusto dolcissimo che i bambini leccano con cupidigia. Il segnale celeste non tradisce le attese ed il 4 ottobre 1856 dom Vittore Nabatino prende possesso della certosa Serrese. Il 17 aprile del 1857, il nuovo priore, dopo un breve viaggio a Napoli, ritorna a Serra con cinque fratelli che lo coadiuvano nell’opera di ripristino della Certosa. La rinascita a nuova vita del monastero viene suggellata il 30 maggio con la traslazione delle “Sacre Reliquie” cui concorrerà una folla di fedeli proveniente da ogni dove. Passeranno meno di due lustri e nel 1866 in seguito alla soppressione degli ordini religiosi, la presenza dei Certosini verrà messa nuovamente in discussione, ma questa è un’altra storia.

 

  • Published in Cultura

La processione di San Bruno: le foto

Il culto di San Bruno rappresenta senz’altro il principale elemento di unità per la comunità dell’entroterra vibonese. In particolare, l’uscita dalla Certosa, la processione per le vie di Serra, il lancio di confetti sul busto d’argento costituiscono i momenti salienti per la vita religiosa di chi è devoto del Santo di Colonia. Vi proponiamo, con il link che segue, il video integrale della processione di qualche anno fa:

https://www.youtube.com/watch?v=8gcL7fpZBcQ&feature=youtu.be

Cliccando sulla fotogallery, potete invece apprezzare gli scatti relativi al 5 e 6 ottobre 2015.

{gallery}6ottobre2015{/gallery}

  • Published in Cultura

Serra, al via le funzioni religiose in onore del Santo Patrono Bruno

Con la Santa Messa domenicale delle ore 11:00, nella Parrocchia di San Biagio, avrà inizio il novenario in preparazione alla solennità di San Bruno. Un cammino di fede finora mai intrapreso nella chiesa Matrice, ma fortemente voluto dal parroco don Leonardo Calabretta, il quale ha accolto anche con notevole entusiasmo l’idea che il Santo Patrono potesse vantare anche un programma di festeggiamenti civili. Dunque la Santa Messa vespertina, a partire dal 27 settembre, vedrà i fedeli edificati e fortificati dalla predicazione dello stesso don Calabretta sul Santo di Colonia. La Messa verrà celebrata alle ore 19:00 nei giorni 27-30 settembre; a partire dal 1° ottobre, sarà celebrata alle ore 18:00. Nell’ambito della novena si inseriscono alcune particolari celebrazioni come quella in onore di San Girolamo (30 settembre), del I Venerdì del mese (2 ottobre) e della Madonna di Pompei (4 ottobre), per le quali sarà dato tempestivamente avviso in chiesa e sulle pagine Facebook della Parrocchia. Lunedì 5 ottobre, Serra San Bruno abbraccerà il suo Patrono! Alle ore 16:00 dalla chiesa Matrice muoverà il corteo processionale formato dal clero e dalle Tre Congreghe in abito, che prenderà in consegna il prezioso Busto Reliquiario di San Bruno. Giunto San Bruno nella chiesa Matrice, verrà celebrata la S. Messa. Alle ore 21:00 l’ormai tradizionale Ufficio del Santo cantato dalle Confraternite, seguito dalla veglia che si protrarrà per tutta la notte. Martedì 6 ottobre, Solennità di San Bruno, la prima Messa verrà celebrata alle ore 07:30. Alle 08:30 le Tre Congreghe di Serra prenderanno parte alla S. Messa con il solenne canto dell’Ufficio. Alle 11:00 la Messa della Parrocchia, preludio alla grande processione del Santo che partirà dalla chiesa Matrice alle ore 14:00. Al termine della processione, la messa vespertina e l’Ufficio di San Bruno, che sarà celebrato alle 21:00 fino a domenica 11 ottobre. Domenica 11 ottobre, le confraternite saluteranno San Bruno con l’Ufficio e la S. Messa delle ore 08:30. Alle 15:30 verrà impartita la Benedizione dei Bambini. Lunedì 12 ottobre San Bruno verrà riaccompagnato in Certosa alle ore 16:00. 

 

La Processione di Pentecoste stasera su Teleradio Padre Pio

Andrà in onda questa sera su TeleRadio Padre Pio, alle ore 22:15, un servizio interamente dedicato alla Festa della Traslazione delle Ossa di San Bruno, svoltasi a Serra il 25 maggio scorso. L’emittente televisiva, che già lo scorso dicembre aveva visitato la città della Certosa, ha accolto con entusiasmo l’invito del rettore del Santuario regionale, Don Bruno Larizza, a documentare i momenti più importanti dell’annuale festività tanto cara ai serresi. Una puntata speciale, quindi, tutta incentrata sul Lunedì di Pentecoste a Serra: a cominciare dalla benedizione dei bambini che ha preceduto la Processione con le congreghe in abito, fino all’Ufficio serale e all’ormai tradizionale processione in notturna al Laghetto con il Busto reliquiario del Santo Patrono. Il servizio è corredato delle interviste a monsignor Antonio Cantisani, Arcivescovo emerito di Catanzaro-Squillace, al rettore del Santuario don Bruno Larizza e al ricercatore Marco Primerano. Un buono spot per la nostra città che, come annunciato dall’Arcivescovo Metropolita monsignor Vincenzo Bertolone, ospiterà nei giorni 18 e 19 settembre prossimi il Raduno regionale delle Confraternite. 

Traslazione delle Reliquie di San Bruno, la Festa entra nel vivo

Momenti salienti per la Festa della Traslazione delle Reliquie di San Bruno. La processione del Busto del Santo di Colonia dalla Certosa al Santuario di Santa Maria del Bosco,  seguita dalla celebrazione eucaristica, rappresenta infatti uno degli eventi più attesi da parte dei fedeli, che partecipano in maniera straordinariamente numerosa. Caratteristico il lancio di confetti da parte dei devoti. Domani sera, alle 18, ci sarà invece il cammino inverso con il rientro entro la cinta turrita del Busto argenteo del fondatore dell’ordine certosino. Il programma civile prevede per le 22 di oggi  il “Ballo del ciuccio” ed il successivo spettacolo dei fuochi pirotecnici.

 

Serra e i suoi tesori: ecco quali sono le risorse per avviare lo sviluppo

Il fascino di una storia millenaria, l’attrattività di paesaggi naturali incontaminati, il mistero della spiritualità bruniana, lo spettacolo di preziose gemme artistiche, la raffinatezza dell’arte culinaria locale, il calore di una comunità che mantiene il senso delle tradizioni e custodisce sapienti mestieri e maestranze. Sono molteplici i motivi che possono spingere la curiosità del visitatore a soffermarsi su Serra San Bruno, centro montano del Vibonese, visitato in poco più di un quarto di secolo da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI e legato all’eremitismo del Santo di Colonia che qui, nel 1091, trovò le condizioni essenziali per costruire il suo percorso di contatto con il Divino. In effetti, tutto ruota attorno all’eremo di Santa Maria del Bosco - luogo sacro dove San Bruno si dedicava al silenzio ed alla preghiera e dove, anche oggi, ogni cosa, dal Santuario, al Dormitorio, al Laghetto con la statua del Santo inginocchiato nelle acque, ricostruisce una vita dedicata alla contemplazione – e alla Certosa di Santo Stefano che, dopo la casa madre di Grenoble, è il monastero dell’ordine più antico del mondo, tuttora abitato dai uomini folgorati dalla vocazione della solitudine e distaccato dalla quotidianità terrena da una incantevole fortificazione e soprattutto da innumerevoli enigmi amplificati dal trascorrere del tempo. Il destino del fisico Ettore Majorana, del professor Federico Caffè, del cardinale Milingo o di colui che dall’Enola Gay sganciò la bomba atomica su Hiroshima ponendo termine al secondo conflitto mondiale si incrociano, infatti, con la pace certosina sbiadendo i confini fra leggenda e verità. Unico punto di comunicazione delle modalità di conduzione dell’esistenza certosina è l’apposito Museo, posto all’interno della cinta turrita, che ricompone fedelmente i momenti salienti della giornata del monaco e ripropone gli elementi fondamentali dell’area che accoglie i “solitari di Dio”. A congiungere il centro abitato con il monastero è invece un lungo viale alberato che ispira il rapporto con la natura offrendo purezza e riparo dall’afa estiva. Va precisato che la veste odierna della Certosa - ricostruita dopo il terremoto del 1793 al quale sono scampati solo resti della facciata della chiesa, sezioni delle mura perimetrali e delle torri angolari - è dal punto di vista architettonico una sintesi di stile gotico e conserva diverse sculture marmoree ottocentesche, un reliquiario d’argento del ‘500 e una raffigurazione di San Francesco di Paola, presumibilmente opera di Luca Giordano, oltre al celebre busto d’argento del Santo entro cui sono riposte le reliquie del fondatore dell’ordine. Altre stupende opere di derivazione certosina sono presenti nelle diverse chiese serresi e in special maniera nella chiesa di Maria de’ Sette Dolori, considerata fra le migliori realizzazioni che sono espressione dell’architettura tardo-barocca e che è stata dichiarata monumento nazionale. Questo patrimonio artistico di rara bellezza si coniuga perfettamente con l’integrità ambientale di boschi che rappresentano una risorsa ed una prospettiva, con un centro storico in cui rifioriscono l’artigianato e le conoscenze tecniche del passato (mirabili le fontane, i portoncini e le balconate d’epoca, i lavori in granito diffusi in ogni dove), il folclore, le tradizioni e la cultura (particolari sono i versi del poeta-scalpellino serrese Mastro Bruno Pelaggi o i più moderni volumi di Sharo Gambino), con i sapori ed i colori di un’area racchiusa nel Parco naturale regionale delle Serre. Farsi sorprendere dall’originalità dei rituali religiosi locali e dalla vivacità degli eventi estivi diventa un’esperienza completa soggiornando nelle strutture ricettive o negli agriturismi che ripropongono le tipicità, non solo culinarie, di una terra che rivive le sue radici giorno dopo giorno. Una terra che San Bruno, nella lettera a Rodolfo il Verde, ancora attuale, dipingeva così: “Che dirti della bellezza, del clima sano e mite, della vasta ed amena pianura che si stende tra le montagne, con i suoi prati verdi e i pascoli fioriti? Come descrivere esattamente il panorama delle colline che appaiono qua e là dolcemente, le zone più nascoste delle valli ombrose, il piacevole rigoglio di fiumi, ruscelli e sorgenti? Non mancano neppure campi coltivati e alberi d’ogni specie”.

  • Published in Cultura
Subscribe to this RSS feed