Alitalia: stop voli su Malpensa. Da Linate si potrà volare ma solo nei confini nazionali

Alitalia ha predisposto un piano di ridimensionamento dei voli da e per gli aeroporti di Milano Linate, Malpensa e Venezia, che si aggiunge alle misure dei giorni scorsi per il calo dei passeggeri dovuto alle misure restrittive.

La compagnia aerea precisa che i provvedimenti sono stati adottati in seguito al Decreto del Presidente del Consiglio odierno con le nuove misure di contenimento della diffusione del Coronavirus (Covid-19).

Nel periodo indicato dal Decreto delle autorità italiane, quindi fino al 3 aprile, la compagnia effettuerà le seguenti modifiche: da Milano Linate verranno operati, da domani, solo collegamenti nazionali, con una riduzione di frequenze sulle rotte servite, mentre le destinazioni internazionali saranno raggiungibili con i voli via Roma Fiumicino; da Milano Malpensa, con decorrenza 9 marzo, sarà sospesa l'attività dopo l'arrivo del volo da New York AZ605, con atterraggio previsto alle 10.40; infine, da Venezia la compagnia continuerà ad operare con un numero minore di frequenze i collegamenti da/per Roma.

I passeggeri coinvolti nelle cancellazioni, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", potranno modificare gratuitamente le loro prenotazioni sui voli confermati o richiederne rimborso secondo le modalità indicate sul sito alitalia.com.

L'Italia terminale della nuova Via della Seta

"La Via della Seta marittima è il progetto strategico e infrastrutturale più importante del pianeta".

È quanto ha affermato Antonio Selvatici, docente di intelligence economica all'Università Tor Vergata di Roma e all'Università degli studi di Firenze intervenendo al convegno conclusivo dei laboratori del Master in intelligence dell'Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.

"I cinesi - ha spiegato Selvatici - hanno pianificato lo sviluppo, il finanziamento, la costruzione e la gestione di un corridoio marittimo che raccoglie le merci prodotte in Cina con destinazione l'Europa. Il terminale della via della Seta sarà Venezia o Trieste dove approderanno le merci made in China".

Secondo il docente "il porto di Gioia Tauro è stato escluso dal progetto della Via della Seta sia dai pianificatori cinesi che dai decisori italiani. Probabilmente le grandi navi raggiungeranno direttamente il porto scelto nell'alto Adriatico escludendo Gioia Tauro".

Selvatici ha quindi sostenuto che "i cinesi sono determinati: hanno già previsto d'investire nella prima fase della costruzione dellaVia della Seta 100 miliardi di dollari".

Il docente ha concluso con una serie di interrogativi: "la Via della Seta è un'opportunità o una minaccia? L'Italia è in grado di gestire gli investimenti cinesi e la relativa invasione di merci? Siamo destinati a morire cinesi?". 

San Nicola, la Calabria e il ratto delle reliquie

Auguri a tutti i tantissimi Nicola. Il santo è detto di Bari per la venerazione e la trasudazione miracolosa, ma veneratissimo dovunque, come Nicola o Nicolò; e, per lunghe vie, la nordica Santa Klaus. Infatti, Nicola, quando era vescovo, compì uno strano atto di beneficenza, penetrando di notte in casa di un padre snaturato che voleva prostituire le figlie, e portando loro la dote “per condurre ad onor lor giovinezza”, canta Dante. Dalle pulzelle, la leggenda passò ai bambini per altro miracolo, aver resuscitato tre infanti uccisi da un cannibale e già prossimi a essere mangiati. Gli scettici ed evemeristi ricorderanno il mito di Tantalo e Pelope.

 Ma le Reliquie di Nicola vengono da Mira in Anatolia, oggi Turchia. Partì da Bari una spedizione armata, e condusse le Spoglie a Bari. Partecipava anche un nobile Asciutti da Castelvetere, oggi Caulonia.

I Longobardi del duca, poi principe di Benevento inviarono da Salerno delle navi da guerra a Lipari per togliere agli Arabi le Reliquie di san Bartolomeo Apostolo. Lì erano giunte miracolosamente dal Mar Nero assieme ai santi Luciano e Pupieno, poi andati in Sicilia; e a noi san Gregorio Taumaturgo e sant’Agazio. Per varie vicende, le Reliquie dell’Apostolo finirono a Roma, dove si visita una chiesa di San Bartolomeo dell’Isola. I due “calabresi” sono a Stalettì e Squillace.

La spedizione più celebre è quella dei Veneziani per le Reliquie di san Marco. La cantò il d’Annunzio nella “Nave”. Riguarda anche questa la Calabria: quando tornavano costeggiando, i Veneziani incapparono in una tempesta, e vennero salvati da gente di Cropani. Per sdebitarsi lasciarono loro una rotula del santo, che sarebbe conservata nella Collegiata dell’Assunta; e Venezia concesse a Cropani la cittadinanza.

Possedere sacri resti è un fatto importante in sé, sia sotto l’aspetto religioso sia sotto quello di una sorta di protezione magica: merita perciò un’impresa di uomini coraggiosi e pii; e una vera operazione di guerra navale. I santuari e le città ne traggono vantaggi per l’accorrere di pellegrini e devoti: quello che oggi, più banalmente, chiamiamo turismo religioso.

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'Ndrangheta, operazione "Picciotteria": sequestrati altri 200 chili di cocaina arrivati dalla Colombia

Dopo il sequestro di circa 130 chilogrammi portato a termine la scorsa settimana, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Venezia hanno intercettato un ulteriore carico di cocaina. Nella giornata del 9 dicembre, infatti, dal porto di Livorno è giunto un container destinato allo sdoganamento presso gli spazi doganali del porto veneziano. Il carico ufficialmente dichiarato era costituito da banane, ma le Fiamme Gialle di Venezia sapevano già, grazie alle investigazioni condotte, che all’interno delle casse di frutta tropicale avrebbero trovato ben altro e, pertanto, hanno atteso l’arrivo del carico a Venezia con in mano un decreto di perquisizione della Direzione Distrettuale Antimafia veneziana. Non appena giunto negli spazi doganali, il container è stato ispezionato a fondo dai militari del Nucleo di polizia tributaria, coadiuvati dai colleghi del II Gruppo di Venezia, dai 'Baschi verdi' e dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane. Nel corso delle operazioni, nascosti fra i bancali, sono stati individuati 188 panetti di cocaina purissima, ciascuno del peso di circa 1.200 grammi, per un totale di oltre 220 chilogrammi. Si trattava di una nuova partita di droga destinata al presunto sodalizio criminale 'ndranghetista smantellato la scorsa settimana, operante principalmente nel veneziano e nell’hinterland milanese, che era stata ordinata nello scorso mese di novembre e che i trafficanti avrebbero dovuto prendere in consegna proprio in questi giorni. Gli arresti di giovedì scorso, invece, secondo gli inquirenti, hanno fatto saltare completamente i piani e non hanno reso possibile fermare il carico, che era già salpato a bordo di una nave dal porto di Turbo, in Colombia.

 

'Ndrangheta. Operazione "Picciotteria": 9 arresti, sequestrati oltre 400 chili di cocaina

Le indagini della Guardia di Finanza, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Venezia, hanno consentito di individuare un’articolata compagine criminale di matrice ’ndranghetista, operante in provincia di Venezia, con collegamenti in Lombardia ed origine nell’area jonica della provincia di Reggio Calabria dedita all’importazione di ingenti quantitativi di cocaina dal Sud America ed alla successiva commercializzazione dello stupefacente. In particolare, le investigazioni hanno tratto origine dal monitoraggio di alcuni soggetti di origine calabrese che vivevano nella provincia di Venezia, attivi nello smercio di cocaina nel capoluogo lagunare e nel trevigiano. Attraverso un’assidua attività di osservazione e pedinamento, è stato possibile evidenziare la figura di A.V., domiciliato a Marcon, in provincia di Venezia, elemento di spicco dell’organizzazione, legato alla 'ndrangheta di Africo, nel Reggino, con numerosi precedenti di polizia, tra l’altro, per tentato omicidio, associazione di tipo mafioso, estorsione e detenzione abusiva di armi. E’ stato riscontrato che A.V., avvalendosi di un’impresa operante in provincia di Venezia, avrebbe introdotto ingenti quantitativi di cocaina sul territorio nazionale, importandola direttamente dall’America centrale e meridionale. Lo stupefacente veniva occultato all’interno di container con carichi di copertura costituiti da frutta (banane, ananas, ecc.) e, una volta giunto a Venezia, distribuito a gruppi di spacciatori. Era coinvolto nel narcotraffico anche un sodalizio di origine calabrese stanziato nelle province di Milano e Monza Brianza che, in collaborazione con A.V., alimentava il mercato lombardo della cocaina, anch’essa prelevata a Venezia, dopo essere arrivata dal Sud America. I finanzieri hanno potuto documentare tre significative importazioni di cocaina con un elevato grado di purezza, per un peso di circa 410 chilogrammi. Con la collaborazione dell’Agenzia delle Dogane e di altri Reparti della Guardia di Finanza competenti per territorio, è stato possibile procedere ad una "consegna controllata" dei carichi, al fine di giungere all’individuazione dei responsabili del traffico illecito. In questo modo, è stato accertato che la cocaina era trasportata dai sodali in magazzini presi in locazione a Marghera e Meolo, nel Veneziano, dove, dopo essere stata separata dalla merce lecita tra la quale era occultata, veniva suddivisa tra i vari componenti dell’organizzazione, per essere poi smerciata sul territorio. Più nel dettaglio, le indagini hanno permesso di rilevare, in una prima fase, l’arrivo di due partite di cocaina del peso, rispettivamente, di 50 chilogrammi e 240 chilogrammi nei mesi di luglio e novembre 2015. Dopo aver individuato la rete di distribuzione dello stupefacente, nella giornata di ieri è scattato il blitz in un magazzino di Meolo, in provincia di Venezia, dove sono stati colti in flagranza di reato A.V. ed altri tre componenti dell’organizzazione mentre scaricavano da un furgone 90 casse di falsi tuberi di manioca in materiale plastico, al cui interno erano occultati panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 98 chilogrammi., sottoposti a sequestro. Contemporaneamente, sono state avviate oltre 20 perquisizioni in Veneto e Lombardia, nei confronti di soggetti coinvolti, a vario titolo, nel traffico di stupefacenti. Le attività delle Fiamme Gialle hanno consentito di sequestrare altri 30 chilogrammi di cocaina, un chilogrammo di marijuana, oltre ad una ingente quantitativo di denaro contante e preziosi. Ulteriori 32 chilogrammi circa di cocaina erano stati sequestrati lo scorso 20 gennaio con l’arresto di un responsabile in provincia di Milano, con la collaborazione dei baschi verdi del capoluogo lombardo. Complessivamente, sono state arrestate 9 persone, tra le quali anche due ristoratori di origine albanese che, all’interno del loro locale situato nel centro storico del capoluogo lagunare custodivano circa un chilogrammo di cocaina ed altrettanta marijuana, pronta per essere spacciata. L’attività investigativa è stata condotta dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria di Venezia, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Venezia – D.D.A.. Le investigazioni si sono avvalse anche del prezioso apporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata.

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